69. Alessia

Spengo la sveglia con grande gioia e salto giù dal letto. Finalmente è arrivato.

Vado in bagno a fare una bella doccia calda e poi vado a scegliere i vestiti per questo giorno così bello. Voglio essere più bella rispetto agli altri giorni, solo per Damon. Voglio che oggi mi veda con occhi diversi.

Porto un maglione rosso, i miei jeans chiari strappati sulle ginocchia e le mie Adidas Superstar che, a parere mio, ci stanno da dio e completano il look alla perfezione.

Dopo essermi vestita decido come acconciare i capelli. Gli piacerà una treccia? No, probabilmente mi vuole con i capelli sciolti, così da poterli accarezzare e giocarci ogni volta che vuole. Potrei optare per i boccoli...mmm si, forse sceglierò quelli (come sempre del resto).

Aspettando che la piastra si riscaldi, prendo la trousse dei trucchi ed inizio a passare il leggero strato di fondotinta sul tutto il viso.

Sulla palpebra, con l'eyeliner, traccio una linea sottile che si allunga leggermente fino alla fine dell'occhio e metto anche il mascara volume per far sembrare le mie ciglia più lunghe. Un leggero strato di blush color pesca sulle guance e un rossetto rosso sulle labbra e il gioco è fatto.

Dopo aver finito di farmi i boccoli, prendo lo zaino ed esco di casa felice e sorridente.

Nessuno potrà rovinarmi questa giornata. Non permetterò a nessuno di intromettersi tra me e Damon oggi. È il nostro giorno e capita una sola volta all'anno e questa è la prima volta che passo questo giorno con qualcuno, e non ne potrei essere più felice.

-Aleee sono qui- Giulia si sbraccia per farmi segno di andare verso di lei.

-ciaoo- mi avvicino raggiante e con il sorriso stampato in faccia.

-ma quanto sei felice- risponde Giulia alla mia reazione.

-già...tu non lo sei?- domando incuriosita.

-no, perché?- alza un sopracciglio.

-oggi è san Valentino, la festa degli innamorati- imito un arco e una freccia e tiro la finta freccia facendola arrivare al cuore di Giulia.

Lei alza gli occhi al cielo e scuote la testa -sempre la solita... E comunque, è sempre un giorno come gli altri.- dice disinteressata.

Arriccio il naso e scuoto la testa -no, non è vero. In questo giorno tutti i ragazzi e le ragazze si dichiarano e dicono cosa provano a coloro che amano- alzo gli occhi al cielo.

-aww...che bello- le porgo una domanda che mi esce spontanea -tu e Drake che fate oggi?-.

Ci pensa un po' su e poi alza le spalle -in realtà...non abbiamo proprio parlato di San Valentino e poi, non credo che a lui piaccia questa "ipotetica" festa- imita le virgolette e poi sbuffa un po'.

Chissà perché Drake non gli ha detto di organizzare qualcosa per San Valentino. Lei è una ragazza romantica e ci tiene a queste feste e quando qualcuno non organizza niente tende a scoraggiarsi e ad infischiarsene anche lei.

-dai, probabilmente ti chiederà di uscire con lui molto presto- la incoraggio.

-non m'importa...tanto sono impegnata- rido.

-a fare che? A stare con tua madre per stirare i panni?- è sempre la solita, si offende e poi non vuole fare più niente.

-no...io...ehm...devo...uhm...- balbetta qualcosa ed io accenno un sorriso.

Come previsto non ha niente da fare e cerca una scusa plausibile per non uscire con Drake.

Istintivamente sbuffa e alza gli occhi al cielo irritata -e va bene... Non ho niente da fare, apparte stare con mia madre...a stirare i panni...- mi guarda -ma preferisco mille volte stirare i panni che uscire con qualcuno che non mi nemmeno invitata il giorno si San Valentino.- incrocia le braccia.

-te lo chiederà, tranquilla- la rassicuro.

-e tu?-.

-io cosa?- domando disinvolta.

-che cosa farete tu e Damon?- in effetti non c'ho ancora pensato. Cioè, ne abbiamo parlato, ma non abbiamo organizzato ancora nulla.

-non so...non c'è nulla di programmato, ma ne abbiamo parlato parecchie volte. Sinceramente non so cos'abbia in mente di fare, neanche a me ha chiesto nulla.- suona la campana e camminiamo verso l'interno della scuola -adesso possiamo dire che siamo in due a non essere state invitate dai nostri ragazzi...- abbasso lo sguardo.

Uffa, la giornata era iniziata così bene. Pensavo di passare una giornata intera insieme al mio magnifico, bello e divertente fidanzato, e invece non abbiamo organizzato niente.

Non so nemmeno se lui voglia ''festeggiarlo''. Non so se sia un tipo così romantico. Ah, e oggi non mi ha neppure inviato il suo solito messaggio del buongiorno e questo mi fa infuriare ancora di più.

Mi seggo nel mio banco e poggio la mano sul mento, lasciando che il mio sguardo vaghi nel vuoto. Non so che pensare. Posso capire che a lui non piaccia festeggiare questa piccola festa, ma almeno potrebbe fare uno sforzo per me e provare a fare quello che di solito si fa il giorno di San Valentino.

Ora non voglio dire che voglio rose, una cena a lume di candela e passare la notte più bella della mia vita con lui, perché non è quello che voglio e poi non voglio costringerlo a fare qualcosa che non vuole.

Però mi piacerebbe se mi invitasse a passare la giornata con lui. Senza nessuno attorno e senza interruzioni. Solo io e lui.

Che so, potremmo fare un picnic al parco oppure andare a prendere un gelato o addirittura fare un giro per il centro. Non m'importa che cosa faremo, voglio solo stare con lui.

Appena lui entra in classe con in suo solito fascino da far perdere la testa e mi vede, mi fa un piccolo sorriso che io ricambio dopo alcuni secondi.

-Ehi- dice sedendosi al suo posto.

All'inizio dell'anno si era seduto davanti a me e, ancora oggi, il suo posto è quello. Chissà perché non l'ha voluto cambiare con un ultimo banco.

Faccio un cenno di saluto, ma senza parlare e lui si acciglia un po'.

-che hai?- alzo lo sguardo.

-niente, tranquillo.- faccio un sorriso forzato e, per fortuna, la prof d'italiano entra in classe.

Dopo aver posato tutte le sue cose, aver firmato il registro cartaceo ed elettronico, ed aver scritto i compiti che andranno per la prossima volta, incomincia a spiegare qualcosa che riguarda un certo Ettore.

Ma dico io, perché si mette a fare epica? Non ha un minimo di senso. Si sa che tutte le cose che si dicono sono mitologie greche, perché dovremmo studiarle se non ci interessano minimamente? Non riesco proprio a capirla.

Inizia a parlare, e quando lei inizia un discorso siamo finiti, nessuno può fermarla più.

-Ettore era un eroe della mitologia greca figlio primogenito di Priamo, re di Troia, e di Ecuba. Era sposo di Andromaca e padre di Astianatte.- no ma vuoi dirmi qualcos'altro? In due minuti mi hai elencato tutta la generazione di questo Ettore.

Alzo gli occhi al cielo ed inizio a scrivere qualcosa sul diario senza farmi vedere dalla prof, mentre lei continua la sua lezione.

-partecipò alla guerra di Troia e fu il più importante difensore della città prima di essere ucciso in combattimento da Achille, adirato con lui per l'uccisione di Patroclo.- prende il libro tra le mani.

-bene ora andate tutti a pagina 105 del vostro libro ed insieme leggeremo e cercheremo di capire quello che c'è scritto sulla morte di Ettore.- la sua voce è abbastanza fastidiosa, ma comunque apro il libro contro voglia e prendo la pagina detta dalla prof.

-Tutto il corpo di Ettore era coperto dalle armi di bronzo, le belle armi che aveva tolto al forte Patroclo dopo averlo ucciso. Ma la dove la clavicola separa il collo dalle spalle, quel punto era scoperto. Quella è per la morte la via più breve: là il divino Achille colpì con la lancia Ettore che gli si scagliava contro.- interpreta quelle parole con tanta di quella enfasi che mi fa quasi venire il voltastomaco.

Ma a chi è che piacciono queste cose? Io odio l'epica, non mi piacciono per niente le mitologie greche. Non sono una a cui interessano molto queste storielle da quattro soldi, sono più una che pensa alla realtà. Ma poi...come può una persona normale non morire mai, tranne in un punto solo, come nel caso di Achille colpendolo al tallone. Non ha senso. E per questo dico che non mi piace e mai mi piacerà l'epica. Non fa per me.

Che noia. Non credo che quest'ora potrebbe essere più noiosa. Ma può fare più schifo di così questa giornata? Sbuffo sonoramente e la prof se ne accorge e punta lo sguardo su di me.

-signorina Stewart, la sto annoiando per caso?- si e anche parecchio.

Perché non chiudi un po' quella bocca che ti ritrovi e ti vai a fare una passeggiata?

-no...è solo che non ci sto capendo nulla.- non voglio iniziare una guerra con lei, quindi mi trattengo dallo sclerare.

-non c'è niente da capire signorina Stewart, sono mitologie greche che si devono solo sapere- spiega la prof so tutto io.

Ok, adesso mi sto agitando un po' -si ma io non le voglio sapere, non m'interessano- e sono sincera.

Non me ne potrebbe fregare di meno della morte di questo presunto Ettore, Patroclo o Achille che sia.

-signorina non sia irrispettosa, siamo in una scuola e lei viene qui per imparare, quindi non faccia la pesante e continui a seguire la lezione senza interrompermi, altrimenti se ne può andare dalla mia lezione senza tornare più.- la sua voce è abbastanza stridula e gli occhi della classe vagano da me a lei in ogni secondo.

Oh, mi sta invitando ad andarmene. Ma che gentile.

Prendo tutte le mie cose e seguo alla lettera tutto ciò che mi ha detto di fare. Arrivo vicino la cattedra e guardo il suo sguardo quasi infuriato -alla prossima lezione, è stato noioso fare epica con lei- e me ne vado, lasciando tutti li e a bocca aperta.

Vado nel giardino della scuola e mi sdraio sul prato. Chiudo gli occhi e respiro piano. Forse sono stata un po' sfacciata. Un po' troppo sfacciata.

''Che cosa ho fatto? Ho detto ad una professoressa che la sua lezione era noiosa...e se ora lo va a dire alla preside che prenderà provvedimenti e mi farà bocciare?''.

No, non posso pensare a questo. Non credo che io sia l'unica alunna in questa scuola a trattare così una professoressa. Ce ne saranno di peggio, con qualche problema mentale più grave.

''Si ma io non ho problemi mentali, o almeno lo spero.'' continuo a parlare con la mia me interiore.

Sento un respiro vicino alle mie labbra e subito spalanco gli occhi tirando un pugno senza nemmeno vedere di chi si tratta.

-ahi!- una voce maschile che conosco fin troppo bene.

-oddio Damon- mi alzo e mi avvicino a lui -scusa, scusa non volevo...è solo che...mi hai fatta spaventare- gli ho colpito il naso, ma veramente questa giornata non può andare peggio di così.

''Basta dirlo, ti porterai solo più sfiga.'' la mia me interiore mi sgrida ed ha ragione. Se continuo così mi butterò tutta la sfiga di questo mondo addosso.

-Damon, veramente, mi dispiace tantissimo- scuote la testa.

-tranquilla...niente di grave- tiene la sua mano sul naso fino a coprirlo.

-fammi vedere- gli tolgo la mano -non hai niente...- com'è possibile? Cioè meglio, ma nemmeno un livido.

-no, ma mi fa male qui- indica un punto ed io non vedendo mi avvicino di più, ma continuo a non vedere niente.

-vieni più vicino se non vedi, è proprio qui- continua ad indicare un punto sul suo naso.

Appena siamo a pochi centimetri di distanza io non vedo ancora niente, appena sto per dire qualcosa lui mi ferma con un bacio casto.

-Dam...- cerco di sottrarmi dal suo bacio ma lui mi ferma, avvolgendo le sue mani attorno ai miei fianchi e stringendomi di più a sé.

-shh, non dire nulla- sussurra sulle mie labbra.

Decido di stare al suo gioco e mi posiziono meglio mettendomi a cavalcioni sulle gambe e chiudendo le mie attorno ai suoi fianchi. Le nostre labbra si sfiorano e i nostri bacini s'incastrano alla perfezione.

Le sue labbra s'impossessano delle mie facendole sue in un secondo. La sua lingua chiede l'accesso alle mie labbra ed io glielo do schiudendole leggermente. Le nostre lingue ormai si muovono con movimenti autonomi, non siamo più noi a comandarle, fanno tutto loro.

Le mie mani esplorano i suoi capelli, facendolo gemere di piacere. Inizia a scendere con le labbra, dalla mia bocca passa al mio mento e poi sul mio collo, dove lascia dei dolci baci.

Poi si sofferma in un punto e lo bacia più di tutti, succhia un po' senza farmi male, per poi lasciarmi un altro bacio umido su ciò che ha fatto.

In questo momento non mi rendo conto di niente, mi sento solo bene. Adoro il modo che ha per farmi stare bene. Adoro come mi fa ridere e come mi fa imbarazzare.

Adoro tutto di lui. I suoi capelli. Il suo sorriso. I suoi occhi. Le sue fossette. Tutto, tutto, tutto.

-ti amo- sussurra mordendo il lobo del mio orecchio.

-anch'io.- sussurro baciandolo ancora e ancora.

Non la smetterò mai di dirgli quanto lo amo. Non mi sazierò mai dei suoi baci, delle sue carezze e dei suoi gesti. Non mi stancherò mai di toccargli i capelli, scombinandoglieli ogni volta, o di guardare i suoi bellissimi occhi che mi fanno pensare al freddo inverno.

Ma soprattutto, non mi stancherò mai di lui.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top