56. Alessia

Sono stanca da morire e non ho voglia di alzarmi per andare a scuola. Ieri ho fatto tardi a causa della cena con Damon e i suoi genitori.

Sono stata tutto il giorno con Damon e abbiamo passato il pomeriggio a casa sua, ogni volta che mi parlava mi faceva sentire un'emozione inspiegabile e con i suoi gesti maliziosi mi faceva impazzire sempre di più. Ogni volta che mi baciava o mi toccava sussultavo perché non potevo credere fosse vero.

Ancora adesso non riesco a credere che io stia veramente con Damon. Insomma, diciamocelo l'ho odiato dal primo momento in cui l'ho visto e quasi lo volevo uccidere ogni volta che si avvicinava a me per parlarmi, e adesso quasi muoio se non ce l'ho accanto. Quasi muoio se non mi richiama almeno una volta ogni due o tre ore.

Sento la sua mancanza ogni volta che non lo vedo e non lo sento per molto tempo. Quindi stare con lui ieri è stato bellissimo. Mi ha fatto capire che siamo veramente fidanzati, che abbiamo bisogno di un po' di spazio per stare da soli e di un po' di amore.

FLASHBACK

Siamo seduti tutti a tavola aspettando la cena. Il padre di Damon e non è ancora arrivato però Anna ha detto che sarebbe stato qui tra dieci minuti.

L'odore buonissimo che proviene dal forno mi sta facendo impazzire ed io non vedo l'ora di assaggiare il pollo che ha preparato Anna, non ho mai assaggiato nulla che prima di averlo davanti avesse un odore così buono.

Ricordo che i piatti che faceva mia madre avevano un odore altrettanto buono, quindi stare in questa cucina ad aspettare la cena mi fa venire a mente mille ricordi.

Non ricordo che mi fa più ridere era di quando tutti eravamo a tavola ad aspettare la cena e mia madre stava preparando le patate al forno con cosce di pollo.

Avevano un odore squisito e quando le ha tirate fuori erano bruciate. C'è rimasta parecchio male perché ci aveva messo tutto il cuore nel fare quella cena per noi.

Per fortuna almeno le patate erano buone e quindi abbiamo cenato con quelle.

Rido scuotendo la testa al solo ricordare e Damon si gira verso di me e mi guarda quasi sorridendo.

-perché ridi?- mi sussurra all'orecchio.

Gli racconto ciò che è successo con mia madre e lui annuisce sorridendo. È un sorriso dolce e sincero. Non è un sorriso come quelli che mi danno le altre persone, lui non ha chiesto per poi fregarsene, lui ha chiesto per sapere e capire cosa mi rendesse felice.

Era curioso e questo mi piace. Non ha fatto finta d'interessarsi a ciò che avevo da dire, semplicemente mi ha ascoltato e mi ha sorriso.

-tuo padre è simpatico come tua madre?- chiedo sperando in un si che non arriva, ma che viene sostituito con un altra domanda.

-perché? Hai paura?-.

-no, è solo che se fosse un montato che si crede chissà chi solo perché è ricco, non lo sopporterei e...probabilmente andrei via infastidita.- sono sincera. Le persone altezzose non mi piacciono proprio, anzi mi fanno pena.

-mh- la sua bocca si avvicina al mio collo ed io prego solo che Anna non si giri, altrimenti potrei spingere di nuovo Damon facendolo cadere a terra -vedrai...- mi lascia un leggero bacio sul collo ed io sorrido guardandolo con gli occhi lucidi.

Il campanello suona la madre di Damon corre subito ad aprire. Adesso posso definirmi ancora più nervosa di quanto non lo sia stata quando ho incontrato Anna.

E se mi stesse antipatico il padre di Damon? Io non voglio litigare con Damon solo perché suo padre non mi va a genio.

Si sentono dei gridolini dall'altra stanza da parte di Anna, sembra felice. Subito dopo Anna entra in stanza affiancata da un uomo che potrà avere massimo 51 anni.

Al primo impatto non sembra essere il padre di Damon perché sono troppo diversi.

È un uomo alto e normalmente magro che veste d'alta moda, lo si può capire dalla sua giacca Gucci nera che indossa insieme ad una cravatta dello stesso colore.

I capelli sono corti e marroni, tutto il contrario di quelli di Damon che sono neri, in effetti non capisco da dove li abbia presi questi capelli neri, dato che sua madre e suo padre hanno tutti e due i capelli marroni.

Una cosa di particolare che noto sono gli occhi, sono anch'essi marroni. Quest'uomo sembra l'esatto opposto di Damon, se li mettessero accanto nessuno si accorgerebbe che si tratta di padre e figlio.

-Papà, ben tornato a casa- Damon si alza e va ad abbracciarlo per poi stringergli la mano.

-come stai figliolo? È andata bene la giornata?- chiede dolcemente.

-bene- sorride Damon.

-Sono felice per te- risponde affettuosamente.

Ok, mi devo ricredere. Non è uno di quei padri che pretendono praticamente il mondo dai propri figli, o che li sgrida per tutto.

Damon si gira verso di me facendomi vedere da suo padre.

-papà, lei è Alessia- mi alzo affiancandolo e andando di fronte a suo padre.

Visto da vicino si vede che un po' avanti con gli anni, ma non così tanto. Ha qualche ruga, ma non è evidente e qualche capello bianco si fa vedere.

-s-salve- porgo la mia mano che lui subito stringe.

-mi chiamo Fabrizio Salvatore- dice gentilmente -se vuoi puoi chiamarmi Fabri- annuisco visibilmente imbarazzata.

-Il pollo è pronto in tavola- squittisce, dolcemente Anna.

Tutti ci andiamo a sedere. Io sono accanto a Damon, invece Fabrizio è seduto a capotavola con sua moglie accanto.

-allora, voi due da quanto vi conoscete?- domanda il padre di Damon, bevendo un po' di vino rosso.

-dall'inizio della scuola- risponde Damon.

-mh- annuisce Fabrizio.

-siete molto amici da quello che ho potuto vedere- afferma Anna, mangiando un pezzo di pollo.

Io e Damon ci guardiamo e dopo ci giriamo in contemporanea e notiamo la faccia quasi sorpresa di Fabrizio e la faccia sghignazzante di Anna.

E io che pensavo che fosse una signora gentile e dolce. Sembra di più una persona, detto in modo non offensivo ovviamente, che racconta tutto a tutti. In poche parole una spiona.

-ehm...- cerco di dire qualcosa per non sembrare uno stoccafisso -siamo migliori amici- è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Non potevo mica dire: "Oh, ma che amici? Noi siamo fidanzati. Venite qui suoceri belli".

Sono molto cordiale per non essere troppo strana al primo incontro con i genitori del mio ragazzo.

Forse più avanti, quando sapranno chi sono veramente, potrò comportarmi come mi comporto di solito.

Potrò essere me stessa davvero, non dovrò fare finta di essere una persona che non sono, cosa non vera perché posso essere anche cordiale se voglio e ripeto, se voglio.

Il viso di Anna è molto diffidente, sembra quasi voglia dire:" non c'è bisogno che vi nascondiate, io ho capito tutto, non sono mica scema".

Cerco di non guardarla. In realtà non guardo proprio nessuno. Mangio velocemente il mio pollo, quando tutti abbiamo finito di cenare e Anna ha sbarazzato la tavola, ritorniamo a parlare.

-sai, sei molto carina Alessia. Damon non ha mai portato una ragazza qui in casa, pensavamo avesse qualche problema- mai visto un padre che prende in giro suo figlio in questo modo.

Trattengono una risata nel vedere il viso di Damon leggermente più contratto, ogni tanto dalla sua bocca esce quasi uno sbuffo che mi fa ridere.

-dimmi una cosa Alessia- guardo di nuovo Fabrizio che è seduto davanti a me e mi guarda con una faccia semi seria e annuisco.

-lo sai che io sono un imprenditore?- o no abbiamo incominciato, e io che pensavo fosse diverso dagli altri.

-ho una ditta di trasporti in quasi tutta Chicago- continua ed io annuisco non capendo dove voglia arrivare.

-volevo chiederti, i tuoi genitori sono anche degli imprenditori? Casomai potremmo unire le nostre ditte e farne un'unica cosa, così da far salire i profitti- la mia faccia cambia in un attimo ed io mi raddrizzo di più con la schiena.

Damon se ne accorge e cerca di tranquillizzarmi, ma io mi alzo quasi tranquillamente -ora devo andare, scusatemi per questo mio preavviso ma mio fratello mi vuole a casa prima di mezzanotte- mentre lo dico cerco di trattenere le lacrime che provano ad uscire.

-Alessia, ho detto qualcosa che non andava? Non importa se i tuoi genitori non sono imprenditori, non fa niente- cerca di risolvere Fabrizio, non capendo ancora come stanno le cose.

-no no, non c'entrano nulla i miei genitori, non si preoccupi- sistemo i capelli -è stata una cena bellissima, non sono mai stata accolta così bene- saluto Anna e Fabrizio dandogli un bacio guancia a guancia -arrivederci- vado alla porta e la apro, seguita da Damon.

-Ale, io non sapevo volesse chiederti questo...lo avrei fermato se lo avessi saputo- cerca di fermarmi Damon.

-non ti preoccupare, non è successo niente, sono solo stanca e voglio andare a casa- mi giro verso di lui e cerco di tranquillizzarlo.

-sicura che non vuoi rimanere, almeno un altra mezz'ora e poi vai a casa...- fa una pausa -non voglio che tu sia arrabbiata con me si avvicina e mi prende le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi -non voglio litigare con te per una cosa che hanno fatto i miei genitori, e di cui io non sapevo proprio niente- la sua faccia sembra quasi turbata e pentita allo stesso momento.

-Damon, non è stata colpa tua, tranquillo- inclino la testa di lato e sorrido -e poi non ricordi? Niente e nessuno può separarci. Siamo più forti e neanche una conversazione andata male con i tuoi genitori può essere la causa della nostra rottura.- mi avvicino a lui e lo abbraccio -tu ed io, per sempre- sussurro al suo orecchio.

-Ti accompagno a casa se vuoi- sussurra al mio orecchio cercando di convincermi.

-tranquillo, ci vediamo domani a scuola- sorrido e lui fa una faccia titubante ma io gli do un piccolo bacio a stampo sulle labbra -a domani?- richiedo.

-si-.

Sorrido e mi allontano lasciando le sue calde mani e mettendo le mie dentro al giubbotto.

Dopo nemmeno due minuti mi sento tirare e girare da tutt'altra parte.

Improvvisamente le labbra di Damon sono sulle mie e le sue mani sui miei fianchi.

Il suo bacio è un bacio quasi disperato, un bacio di cui ha bisogno per capire se dico la verità e se lo amo veramente. È un bacio casto e pieno di passione. Inizia piano e dopo va sempre più forte come se fosse un bacio scatenato.

Le nostre lingue ormai si conoscono e non c'è nemmeno più bisogno di chiedere l'accesso per entrare l'uno nella bocca dell'altro.

Ognuno ha già preso possesso dell'altro, fin dalla prima volta in cui si sono incrociate.

Le mie mani salgono sul collo di Damon e lo stringo a me facendo così avvicinare di più a me le sue labbra.

Lui mi tira per i fianchi facendomi scontrare contro il suo bacino e mettendo le mani quasi fin sopra il fondoschiena.

La sua bocca passa dalla mia bocca al mio collo. Mentre scende lascia dei dolci baci, per poi fermarsi in un punto ben preciso dove incomincia a lavorare con le labbra lasciando un solo e unico bacio che sembra umido.

Lavora un po' in quel punto, leccando e succhiando come se stesse bevendo qualcosa. Quando si stacca ritorna sulle mie braccia ed io sento un leggero dolore nel punto in cui mi ha dato quello strano bacio.

-ti amo- mi bacia.

-ti amo anch'io- lo bacio e poi vado a casa.

Non vedo l'ora di andarmi a distendere nel mio letto, sono stanchissima e ho voglia di dormire.

FINE FLASHBACK

Sbadiglio una o più volte. Sono troppo stanca e ho dolori dappertutto. Probabilmente oggi dormirò.

Sistemo meglio il cuscino e mi copro un po' di più con le coperte, per poi chiudere gli occhi e addormentarmi subito dopo.

* * *

Apro gli occhi e con la faccia ancora sul cuscino, cerco di prendere il telefono con il braccio. Dopo vari tentativi riesco a prenderlo e noto la quantità di messaggi che mi sono arrivati.

MESSAGGIO DA GIULIA
*Alessia DOVE SEI? Perchè non sei a scuola? Spero non ti sia successo nulla. Fatti sentire oppure potrei cadere in disperazione.*

Giulia è sempre la solita, se non vengo un giorno a scuola si preoccupa, oppure se me ne vado prima. Sono felice che almeno qualcuno si preoccupi per me.

MESSAGGIO DA JACK
*ALE, PERCHÉ NON SEI VENUTA? La prossima volta che ti vedo rientrare tardi, non ti faccio più uscire*

È ritornato il fratello protettivo di sempre. Cavolo quanto mi mancava. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, continuo a leggere gli altri messaggi.

MESSAGGIO DA DAMON
*Ale, ma dove sei? Mi avevi detto che saresti venuta, io non vedevo l'ora di vederti... Mi sento solo e non hai mantenuto la tua promessa.*

È vero, glielo avevo promesso.
Rispondo prima al messaggio di Damon che mi sembra il più importante tra tutti, gli altri sono secondari perché si tratta della mia amica e di mio fratello, se si fosse trattando dei miei genitori avrei già risposto, ma visto che non è così li metto da parte.

Damon viene prima di tutti perché è il mio ragazzo, sembrerò un egoista, ma per me Damon è più importante di qualsiasi altra persona al mondo.

MESSAGGIO A DAMON
*ciao, scusa se non ho mantenuto la promessa, non mi sentivo in vena di venire a scuola. Ero stanca. Ci vedremo un'altra volta.*

Come se avesse già il telefono in mano, in attesa della mia risposta che sta aspettando da tanto, la sua invece, non tarda ad arrivare.

MESSAGGIO DA DAMON
*Va bene, allora questo pomeriggio vengo da te e rimaniamo un po' soli. Jack mi ha detto che ha lezione fino a tardi.*

MESSAGGIO A DAMON
*e Blake? Ti sei dimenticato di lui?*

MESSAGGIO DA DAMON
*Che palle, ma questo è sempre in mezzo? Ma perché non se ne torna da dove è venuto?*

Sta veramente facendo una scenata di gelosia attraverso il telefono. Damon mi sorprende ogni giorno che passa.

MESSAGGIO A DAMON
*È un mio amico, e rimarrà in casa mia fino a quando lo dico io, o fino a quando vorrà lui.*

MESSAGGIO DA DAMON
*allora dirò ad Evelyn di venire a stare a casa mia, è mia amica tanto... Può stare quanto vuole...*

Ora sto mi sto incominciando ad alterare. Che c'entra adesso Evelyn? Perché deve sempre metterla in mezzo quando litighiamo?

Non sono gelosa perché so che Damon lo fa solo per farmi ingelosire, è solo che tra tante persone che conosce, doveva nominare proprio Evelyn.

Colei che ci ha creato mille problemi è ha ostacolato la nostra relazione.

Respiro e digito velocemente le prime parole che mi sono venute, e le prime parole che probabilmente lo faranno infuriare.

MESSAGGIO A DAMON
*Ok, nessun problema. Vuol dire che io chiamerò Blake e gli dirò di venire a farmi compagnia nel letto. Sai...sono sola e lui è di sotto, probabilmente sarà felice di accarezzarmi i capelli e sussurrarmi parole dolci. Sono un genio, vado subito a chiamarlo. Ho bisogno di compagnia. Ci si vede Damon.*

Aspetto una sua risposta che non tarda ad arrivare. Immagino la velocità con cui ha letto il messaggio.

MESSAGGIO DA DAMON
*ALESSIA NON CI PENSARE NEMMENO*

Una serie di messaggi del tipo "Alessia non sto scherzando" "vedi che vengo lì" o addirittura "giuro che ti vengo ad uccidere", si susseguono facendomi morire dalle risate.

Lo sento già digrignare i denti e sfuriare come un pazzo per ciò che gli ho detto e sicuramente starà uscendo fuori si testa per il fatto che non gli ho più risposto dopo quel poema che ho scritto.

Mi diverto troppo a fare questo gioco con lui. Comincia sempre con l'intento di farmi ingelosire finché la cosa non gli si ribalta contro e si ritrova a sbraitare da solo.

Vado in bagno per vestirmi, se deve venire come ha detto allora devo essere pronta e bella per lui.

Cavolo mamma, se tu mi vedessi in questo momento di certo mi prenderesti per pazza.

Mi sto preparando per essere più bella del solito, anche se so che a Damon piaccio al naturale, voglio lo stesso apparire bella, non solo per lui ma anche per me.

Ho cercato nell'armadio l'outfit più adatto a questo pomeriggio ''tra fidanzati'', se così si può chiamare.

Mentre mi preparo tengo il telefono al massimo volume con il remix di Get Ugly in riproduzione.

Lavo i denti e metto un po' di trucco sul viso. Quel poco che basta per non farmi sembrare uno zombie che si è appena svegliato.

È proprio quello che sei.

No. Cioè si, però voglio sembrare un po' meno uno zombie e assomigliare di più ad una ragazza.

Pettino i capelli e dopo passo la piastra, facendo dei boccoli pronunciati fin sopra le punte.

Adoro l'effetto che hanno i boccoli su i miei capelli. Io ho il viso allungato quindi mi stanno bene.

Come vestiti ho scelto di mettere degli stivaletti che arrivano alla caviglia, con il tacco.

Dei pantaloni neri abbinati alla giacca di pelle nera che è messa sopra una maglietta dello stesso colore.

Se non mi conoscessero, direbbero che sto andando ad un funerale. Sono quasi sempre vestita di nero, ma che ci posso fare? Il nero è uno dei miei colori preferiti, è normale che io lo metta quando ne ho voglia.

Sistemo meglio la giacca e i capelli e poi scendo, spegnendo la musica.

-Blake?- domando.

Mi ha lasciata sola in casa? Perfetto. Allora vuol dire che mi rilasserò guardando un po' di televisione e messaggiando con Giulia.

-è vero! Giulia- mi metto una mano sulla fronte.

Ma perché me ne sono dimenticata, avevo detto che le avrei scritto dopo aver parlato con Damon, e lo stesso vale per Jack, ma non l'ho fatto.

Di sicuro staranno chiamando la polizia a quanto sono protettivi.

Meglio se rispondo ai loro messaggi, potrebbero arrivare truppe di polizia in casa mia, da un momento all'altro per vedere se sono viva e se sto bene.

MESSAGGIO A JACK
*scusa, non avevo voglia di venire. Se ti stai chiedendo perché ti stia scrivendo ora, è perchè mi sono appena svegliata. Sono viva, tranquillo. Ci vediamo a casa stasera*.

Ed uno è andato, manca l'altra che sicuramente sarà più stressante di Jack.

MESSAGGIO A GIULIA
*sono a casa, tranquilla. La scuola oggi non mi andava proprio. Sono viva, rilassati. Non ti allarmare troppo, ogni volta che non vengo a scuola sembra che vuoi chiamare la polizia, solo perché hai paura che muoio. Puoi stare più che sicura, che io non faccio più pazzie.*

È vero, ogni volta che manco da scuola fa come una pazza. Non so che problemi la affliggono, è stata così fin dal primo giorno che l'ho vista, quindi ormai ci ho fatto l'abitudine.

La risposta di Giulia non tarda ad arrivate, il tempo di leggere il mio messaggio e capirci qualcosa e la risposta è arrivata.

MESSAGGIO DA GIULIA
*lo sai che mi devi avvertire ogni volta che non vieni. Sono 3 anni che ci conosciamo, dovresti sapere che io mi preoccupo se non vieni. Specialmente dopo quello che è successo in quest'anno.*

Va bene, in questo ha ragione. Sono successe così tante cose che spaventarsi è la prima cosa che succede. Nessuno vorrebbe mai vivere la vita che ho vissuto io.

Sono un caso molto complicato, credo che mi dovranno mandare in un manicomio, senza farmi uscire mai più.

Dovrebbero aver paura di ciò che potrei fare. Se sono così coraggiosa da buttarmi da una scogliera che, inoltre, era pure vietata, chi dice che non ho paura ad esempio, di uccidere una persona innocente? Chi mi dice che io un giorno non diventi una serial killer? Nessuno lo può dire, perché nessuno lo sa e ne può saperlo, nemmeno io.

MESSAGGIO A GIULIA
*ok, scusa. Ti avvertirò la prossima volta. L'importante è che tu sappia che io sto bene. Ora vorrei tornare a dormire, sono stanca, ci sentiamo dopo.*

Poggio la testa sulla spalliera del divano e chiudo gli occhi cercando di riposare.

Sento il mio corpo rilassarsi sempre di più, non voglio abbandonare questa sensazione quindi piano piano mi stendo lungo il divano e mi addormento.

Sono a Chicago. È diversa da com'è di solito. Sembra più modernizzata. Il traffico è sparito, apparte qualche macchina che passa ogni tanto.

Perché sto sognando Chicago? Perché non un altra città e proprio Chicago?

Vedo una coppia di ragazzi messi di spalle, che camminano tranquilli mano nella mano.

Il ragazzo è alto e muscoloso. I capelli sono marroni e le sue spalle larghe. Visto da dietro sembrerebbe un bellissimo ragazzo. Quella che gli sta accanto è fortunata.

Come io sono fortunata ad avere Damon, lei è fortunata ad avere questo bel ragazzo accanto a lei.

Lei è quasi più bassa di lui, ma di poco perché porta i tacchi alti. Sono degli stivaletti neri che arrivano alla caviglia.

Porta dei jeans neri e una giacca di pelle nera.

I suoi capelli sono mossi, con qualche boccolo qua e .

Mi sembra familiare, come se l'avessi già vista, ma non mi ricordo dove. Cerco di avvicinarmi, ma la coppia si allontana sempre più velocemente dal mio raggio visivo, fino quasi a sparire.

Mi giro e noto che qualcosa è cambiato di nuovo. Ma che succede? Perchè adesso sono in uno scantinato? È tutto buio e non riesco a trovare l'interruttore per accendere la luce.

Sembra non esserci. Non c'è nulla. Il vuoto. Sento solo delle urla familiari chiamare il mio nome e chiedere aiuto.

Ma chi è che chiede il mio aiuto? E poi perchè?

Apro gli occhi e incomincio a respirare con il respiro affannato. Ma che sogno strano...non posso aver sognato veramente una persona che chiede aiuto. Probabilmente stavo pensando a qualcosa e mi è venuto in mente di sognarlo. E poi chi era quella coppia? Mi sembra familiare, sia lui che lei, ma non riesco a capire chi potessero essere.

Guardo l'orologio e noto che sono le 17.46, è strano che Damon non sia venuto.

Mi ha detto si e no alle 13.30 che sarebbe venuti e adesso non viene? È strano. Forse si è arrabbiato per il messaggio che gli ho inviato e non è voluto venire per questo, per farmi sentire in colpa e in un certo senso, anche per mandarmi a fanculo.

Sono una ragazza paziente, ma quando qualcuno dice che verrà però poi non lo fa, mi verrebbe voglia di distruggere qualcosa.

Ma perchè mi ha detto che sarebbe venuto questo pomeriggio per passare il tempo con me, visto che Jack non c'è, se poi non viene?

È come dire: "mamma preparami la pasta", e lei ti risponde "è già cotta, mangiala", e poi tu le rispondi "non ne voglio".

Cioè, non ha completamente un senso logico. Nulla di ciò che fa lui ha un senso logico, ma è proprio questo che mi piace di lui, niente è perfetto, tutto in lui è un difetto.

Metto le mie braccia incrociate sul grembo e poi guardo un po' la televisione, sperando che arrivi.

Niente. Mi ha dato buca. Ma perchè? Non riesco a capire il perchè lo abbia fatto. Io sono dell'idea che si sia arrabbiato per il mio discorso e che non voglia parlarmi perchè pensa che io sia troppo più intelligente di lui e se dice qualcosa di sbagliato, gliela rivolterò contro, come ho fatto prima.

Ma perché penso questo? Può darsi che ha avuto semplicemente un imprevisto e non è potuto venire per questo.

Sto per impazzire. Preferisco continuare a dormire che continuare a sparare cazzate.

Chiudo gli occhi, e come se non avessi dormito tutto il giorno, cado in un lungo sonno.

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