46. Damon

Sono furioso. Perché Alessia non mi ha risposto tutto il giorno e adesso se ne esce con queste parole.

-Alessia non...- non finisco di parlare perché mi ha chiuso il telefono in faccia.

Non riesco a capirla quella ragazza. È costantemente in modalità di difesa. Come se avesse paura che tutti quelli che le stanno accanto le possano fare del male da un momento all'altro. È una bomba ad orologeria pronta ad esplodere se qualcuno la tocca.

Tutti i suoi amici hanno una costante paura quando lei si arrabbia ed anche io, se è per questo, perché fa cose senza pensarci un attimo. Potrebbe ritrovarsi nei casini senza che lei se ne renda conto.

Non riesco a capirla alcune volte, ma è questo quello che mi piace di lei. Dice tutto ciò che le passa per la testa e non ha paura di come si possano sentire le persone a cui lei si riferisce.

Ripenso alle parole che mi ha detto con tono furioso dall'altra parte del telefono:

-Non hai il diritto di dirmi cosa devo o non devo fare. Nessuno ti ha detto niente su ciò che hai fatto oggi a scuola. Nessuno ha parlato quando tu ed Evelyn eravate avvinghiati l'uno sull'altro. Io di certo non ho parlato e mi sono fatta pure sgridare dalla professoressa per prestare attenzione a voi due. Quindi adesso non venirmi a dire che non posso dormire solo perché tu eri preoccupato per me-.

Non capisco perché abbia messo in ballo la storia di Evelyn. Eppure...come fa a saperlo?

Sveglia! Ti ha visto. Vi ha visti.

Cosa? No, non è possibile.

Ma sei scemo o ti alleni?

No, questo rovinerà di certo la nostra amicizia.

Io non ero avvinghiato ad Evelyn, era lei che è venuta e ha preso l'iniziativa. Ho provato a staccarmi ma quando ci sono riuscito è stato troppo tardi.

FLASHBACK

Entro in classe alla ricerca di Alessia, che sfortunatamente non vedo. Mi siedo sperando che arrivi presto, le devo parlare urgentemente.

-Damon-, una voce squillante risuona nelle mie orecchie.

-che vuoi Evelyn?- rispondo brusco.

-che caratterino... che ti succede? Ti manco?- si avvicina maliziosamente a me.

-Non sono affari tuoi. Vattene, non ho voglia di parlare con te a quest'ora.- le tiro un occhiataccia ma a lei sembra non importare perché continua.

-Allora forse ci vedremo stasera da qualche parte? Sai... come la prima volta.- fa un sorriso malizioso e appoggia le sue braccia sul mio collo e le muove sensualmente.

Ma che cosa crede di ottenere così? Che cada ai suoi piedi? Beh, non succederà. Non mi fa più nessun effetto stare con lei, non mi fa più effetto sentire la sua voce. Anzi, forse quello si, mi fa impazzire i timpani e vorrei solo strapparle le corde vocali per non sentirla più.

-perché non stai un po' zitta prima che ti strappi le corde vocali?-.

-oh, tu puoi strapparmi tutto ciò che vuoi.- si siede sulle mie gambe e mette le sue braccia attorno al mio collo -in fondo sono tua-, avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia chiedendo l'accesso alla mia bocca che non so per quale motivo accetto.

Non sento niente, non è come la prima volta. Non è come quando me la spassavo con tutte le ragazze che incontravo, non sento assolutamente niente. Prima provavo eccitazione e piacere ma adesso solo il nulla.

-Signorina, si può sedere per favore?-, sento la voce della professoressa squittire verso qualcuno e all'improvviso Evelyn ritorna a sedersi ed io vedo che Alessia è ferma sullo stipite della porta.

Dopo quella sgridata Alessia si va a sedere accanto a Giulia e le sento iniziare a parlare.

-ma che ti è preso?- le chiede Giulia.

-io non...- sento farfugliare qualcosa di incomprensibile -niente-.

-Alessia, è da un po' di tempo che sei strana. Che ti succede? Non mi parli più, non ti confidi con me e non sorridi quasi mai. Che hai? Lo sai che con me puoi parlare di tutto.- Giulia quasi grida ed io mi giro di scatto.

-Alessia, che è successo?- i suoi occhi sono strani, sembrano persi nel vuoto.

-non è successo niente, ok?-, sbotta all'impiedi con le mani poggiate sul banco e si gira verso di noi -smettetela di dirmi cosa devo o non devo fare. Mi sono stancata.-.

Ma che le prende? Perché è così agitata oggi?

La professoressa urla ad Alessia -signorina, si sieda o le faccio una nota-.

-al diavolo lei e le sue note. Al diavolo tutti- sbotta prendendo il suo zaino ed uscendo furiosa dalla classe.

Non è da lei rispondere alla professoressa. Ma perché si è comportata così?

FINE FLASHBACK

Spero solo che Alessia non pensi che io ed Evelyn stiamo insieme o che io provi qualcosa per lei, perché non è così.

Io amo Alessia. Voglio lei e nessun altra. Se stare con lei significa non parlare con le altre ragazze, lo farò. Farei di tutto per vederla felice e per farle avere dei bei momenti nella sua vita.

Per lei è successo tutto così velocemente. La morte dei suoi genitori l'ha sconvolta molto. C'è voluto un po' per farla riprendere. I suoi genitori erano tutto per lei e adesso non ci sono più. Non ha più un posto in cui rifugiarsi quando è triste. Non ha più sicurezza.

Poi è arrivato Matt, con il suo sorriso da cretino e i suoi modi dolci per conquistarla e farla sua. Nel periodo in cui sono stati insieme, ho visto quanto fosse e felice. Sembrava essersi dimenticata per un momento della morte dei suoi genitori e delle cose brutte che le erano successe.

Ma dal momento in cui siamo arrivati io e Jack in quella discoteca, è cambiato tutto. Lei si è sentita impotente e poi Matt non l'ha nemmeno difesa, non ha pensato di dire a Jack di lasciarla stare e di prendersela con lui. Semplicemente è rimasto zitto.

Poi l'indomani, quando l'ho incontrata sulla scogliera. Aveva un espressione così triste e sconvolta. Ho cercato di farla riflettere ma lei non mi ha proprio ascoltato e come sempre ha fatto di testa sua.

Quando è arrivata in ospedale e mi hanno detto che era in coma e che non si sapeva se si sarebbe svegliata, mi sono preoccupato parecchio. Non so perché , ma in quel momento ho avuto la sensazione di averla persa, ma per fortuna non è stato così e adesso di nuovo con me.

Il giorno in cui mi ha detto che Matt l'aveva lasciata poi... li mi sono sentito sprofondare. Da una parte ero felice, ma dall'altra ero molto deluso. Come si fa a lasciare una ragazza come Alessia? Non è da persone normali.

Lei è così bella, e quando il suo viso era ricoperto di lacrime non ho potuto fare a meno di sentire tutto il dolore che stava provando in quel momento.

Ci sono stati così tanti momenti tristi nella sua vita che si alternano con quelli felici che sono molti di meno. Lei ha bisogno di sorridere e non di piangere. Di lacrime ne ha già versate tante, forse troppe per i miei gusti.

Dopo questo fantastico discorso, che cosa hai intenzione di fare?

Devo parlare con lei, devo chiarire con lei. Devo dirle che Evelyn non è nessuno per me e che lei è l'unica ragazza che amo.

E quando hai intenzione di farlo?

Adesso.

Prima di uscire di casa, prendo il mio giubbotto di pelle e il mio telefono e la chiamo.

-che vuoi?- la sua voce fredda mi fa raggelare il sangue.

-Alessia, noi dobbiamo parlare- dico in tono supplichevole.

-non abbiamo nulla da dirci-.

-invece si.- il mio tono è abbastanza duro -dobbiamo parlare, adesso. Dove sei?- le chiedo.

-non t'interessa-.

-bene allora chiamerò tuo fratello-. le chiudo la chiamata e inoltro la chiamata verso Jack.

Dopo qualche squillo finalmente sento una voce, ma non è quella di Jack.

-pronto?-.

-chi sei?- chiedo.

-Blake, l'amico di Jack e tu sei?-

-Damon- rispondo brusco.

-Jack si sta facendo la doccia, che ti serve?- chiede gentilmente.

-Alessia è in casa?- non so cosa altro dire, devo parlare con Alessia adesso e se farlo significa chiedere a Blake dove si trova lo farò.

-No, è uscita 10 minuti fa-.

-sai dov'è andata per caso?- tremo un po', fuori c'è il gelo ed io ho solo un giubbotto di pelle.

-Sinceramente no, ma prima di andarsene ha fatto dell'ironia con Jack dicendogli ''vado a fare un giro, mica vado a uccidermi''- sospira -non so altro-.

-ok grazie- chiudo la chiamata e rifletto su ciò che ha detto Alessia.

*Vado a fare un giro, non vado mica ad uccidermi.*

Ogni volta che va a fare un giro è quasi sempre arrabbiata, sono poche le volte in cui è felice. E quando fa dell'ironia, vuol dire che vuole fare qualcosa e quando c'è di mezzo la rabbia non è mai buona. Quando è arrabbiata e quando va a fare un giro può andare solo in un posto... La scogliera.

Corro più velocemente possibile arrivando alla scogliera in meno di pochi minuti.

Lei è li. Faccio un silenzioso sospiro di sollievo. È seduta a terra e le sue mani sono sopra le sue gambe. Sembra tranquilla ma pensierosa.

Mi avvicino sedendomi accanto a lei -è una bella serata non trovi?-.

Sussulta appena mi vede -Damon! Ma sei impazzito? Vuoi farmi morire?- sposta la sua mano sul cuore e cerca di regolarizzare il respiro.

-Che ci fai qui? Come mi hai trovata?- chiede guardando il cielo.

-Ho chiamato tuo fratello ma ha risposto Blake- stringo la mascella nel pronunciare il suo nome -gli ho chiesto se fossi in casa e lui mi ha detto che eri uscita da 10 minuti e che prima di andare, hai fatto dell'ironia con tuo fratello- il suo viso si distende un po', forse ricorda cosa gli ha detto così continuo -quando mi ha detto ciò che tu hai detto ho collegato tutto, quando sei arrabbiata vai a fare un giro e di solito vieni sempre qua... quindi ho agito di conseguenza-.

Annuisce -ah...bene- risponde soltanto.

-senti, ti devo parlare da stamattina ma non è ho avuto tempo perché sei andata via senza un motivo- dalle sue labbra esce una lieve risata.

-ah, mi volevi parlare davvero? L'ho notato. E comunque un motivo ce l'avevo, ed era anche convincente.- si alza in piedi pulendosi il fondoschiena con le mani per levare la polvere.

-Alessia, Evelyn non è nulla per me- sono di fronte a lei.

-l'ho visto, l'ho visto da come eravate attaccati l'uno all'altro oggi, l'ho visto da come l'hai baciata che non è nulla per te.- incrocia le braccia.

-Mi ha baciato lei! Io non lo volevo nemmeno. Non ho provato nulla. Credimi- ammetto quasi urlando.

-Non ti credo. Dammi un solo motivo per farti credere.- non so cosa dirle. Sono bloccato.

Quanto vorrei dirle che la amo e che non sto con le altre, solo perché voglio lei. Quanto vorrei dirle che è presente in tutti i miei sogni, in tutti i miei pensieri e in tutte le mie parole. Lei è tutto per me e non voglio perderla ma non so cosa dire. Sono bloccato.

-Bene, lo immaginavo- ride disperatamente -non farti più vedere- si gira e se ne va, ma la fermo.

-No Alessia, aspetta- la prendo per un braccio.

-lasciami- urla -non posso continuare così con te-.

-che vuoi dire?- aggrotto le sopracciglia.

-Tu sei ovunque. Ogni giorno che mi sveglio ti vedo davanti a me e ogni notte è lo stesso. Quando sono a scuola e tu sei di fronte a me, non posso fare a meno di guardare le tue spalle. Non posso fare a meno di pensare a come si possa sentire una delle tue ragazze a toccare quelle spalle nude. Ogni volta che sei con me mi guardi con quegli occhi così freddi che mi fanno impazzire e che mi fanno innamorare. Ogni volta che mi tocchi il mio corpo mi fa sentire una strana sensazione. Ogni volta che mi parli il mio cervello va in tilt perché la tua voce mi entra nelle orecchie come una melodia. Non so cosa mi prenda ma ti ho sempre visto come uno che si avvicinava alle ragazze solo per portarsele a letto, ma adesso non è più così. Adesso sei diventato il mio migliore amico e le cose sono cambiate, sono molto cambiate. Ma oggi quando ti ho visto baciarti con la mia peggior nemica mi sono sentita persa. Mi sono infuriata con tutti e sono caduta nella disperazione più totale, perché io provo qualcosa per te Damon. Perché io ti amo.- sono rimasto in silenzio per tutto il tempo mentre sui suoi occhi uscivano delle lacrime.

Lei mi ama? Ha veramente detto che mi ama?

-Mi dispiace Alessia ma lo devo fare-.

-che cosa?- chiede con le lacrime agli occhi.

-questo- mi avvicino a lei e la bacio.

Un bacio casto e pieno d'amore che lei ricambia senza proferire parola.

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