39. Damon
Guardo Alessia salire le scale e poi mi giro verso Jack che mi guarda come per dirmi ''che ho fatto adesso?''.
-ma dico sei stupido o cosa?- gli urlo contro -l'hai vista come l'hai trattata?-.
Lui mi guarda con gli occhi persi nel vuoto -Che ho fatto questa volta?- mi fa incazzare quando fa finta di non sapere niente.
-Ti schiarisco la mente, IDIOTA!- mi avvicino a lui. -Hai appena dato della puttana a tua sorella- punto le scale -e lei è andata via, delusa dal tuo comportamento-.
Mi guarda sbarrando gli occhi -i-io che cosa?- balbetta -no, non è vero. Dimmi che non l'ho fatto veramente- mette una mano sui suoi capelli e sembra se li stia per strappare.
Non capisco che gli prende. Un momento prima insulta sua sorella e adesso fa finta di non ricordarsi di niente.
Si siede sul divano -io non...io ero preso dalla rabbia e non...- non riesce a finire la frase che io mi seggo sul divano affiancandolo.
-ma sei serio? Perché fai finta di non ricordare nulla? Mi stai proprio sulle palle quando ti comporti in questo modo.- quasi gli urlo all'orecchio.
Gira lo sguardo verso di me -io non volevo dirle tutto ciò che le ho detto. Non penso veramente questo di lei. Non voglio perderla di nuovo per qualcosa che ho fatto, solo perché la mia mente era offuscata dalla rabbia e dall'odio.- quasi si mette a piangere ma vedo come combatte per non far scendere nemmeno una lacrima sul suo viso, per non sembrare impotente o debole.
-devo chiederle scusa...ma probabilmente non vorrà parlarmi adesso, la conosco troppo bene. Mi starà odiando in questo momento e mi starà maledicendo- la voce di Jack è pentita e disperata.
In questo momento vorrei tanto ucciderlo, ma purtroppo non posso. Per quanto il mio corpo cerchi di essere arrabbiato con lui, io non riesco a provare un vero e proprio odio verso di lui.
Siete migliori amici in fondo.
Hai ragione. Devo aiutarlo, i migliori amici fanno questo. Aiutano chi gli sta più caro, facendo di tutto.
Poggio una mano sulla sua spalla -posso parlarle io, domani. Posso dirle che non volevi farlo e che non pensi veramente quelle cose su di lei, mi ascolterà. Ma se glielo dicessi adesso non mi ascolterebbe di sicuro. Devi farle scaricare la rabbia perché se è messa troppo sottopressione rischia di commettere qualche incidente- spiego a Jack cercando di convincerlo a lasciar stare per stasera.
Lui annuisce -va bene, ti credo. Per favore, spiegale tutto ciò che ti ho detto. Non voglio perderla o separarmi da lei di nuovo.- unisce le sue mani incrociandole l'una all'altra.
Mi alzo -bene, adesso vai a riposarti. Ritorno domani.- Jack annuisce e mi viene ad abbracciare.
-grazie amico- io annuisco e poi esco da casa sua, ritornando a casa a dormire.
È stata una giornata piuttosto lunga e parecchio movimentata. Spero solo che Alessia si senta bene. Non ho voglia di vederla soffrire. Quando piange mi si spezza il cuore, sembra che persino io riesca a sentire il suo dolore. Ho voglia di farle una sorpresa domani, spero di farla sorridere almeno un po'.
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