38. Alessia
Ieri la serata è andata molto bene. Io e Damon abbiamo parlato delle impressioni che abbiamo avuto l'uno dell'altro quando ci siamo conosciuti.
Non è stato brutto, non ha detto cose offensive, anzi, ha detto cose molto belle e molto strane del tipo: mi sei sembrata strana all'inizio, ma quando ti conosciuta meglio avrei voluto portarti a letto. I soliti pensieri maliziosi di Damon.
Io quando parlava e quando sparava tutte quelle frasi mi sono messa a ridere quasi fino a piangere.
-Signorina Stewart, mi sta ascoltando?- mi richiama con tono stridulo la prof di matematica.
-no, mi scusi.- vedo i suo sguardo cambiare e i suoi occhi scurirsi sempre di più.
-se non le interessa la mia lezione se ne può anche andare altrimenti presti attenzione e prenda appunti- si avvicina a me e poggia la sua mano sul mio banco e rimane a fissarmi.
Io non proferisco parola e lei s'infuria ancora di più -signorina ha deciso cosa fare?- la sua voce stridula mi sta facendo innervosire ma mantengo la mente lucida mentre apro il quaderno e prendo una matita -mi scusi, può continuare la lezione. Non succederà più- abbasso la testa ed inizio a scrivere il titolo della lezione.
-bene- dice allontanandosi e ritornando a spiegare.
Giulia si gira e inizia a fissarmi stranamente -che succede? perché sei così strana oggi?- chiede poggiando una mano sul mio braccio.
-non è niente stavo solo pensando a cosa è successo ieri sera...- le rispondo scrivendo qualche appunto sul quaderno.
Lei aggrotta le sopracciglia -che sarebbe successo ieri sera?-.
Mi giro verso di lei e scuoto la testa e la guardo -niente- le dico trattenendo le risate.
La voce della professoressa arriva alle mie orecchie -SIGNORINA STEWART!.
Mi giro a guardarla facendo sparire il mio sorriso -si professoressa?- chiedo cercando di essere calma.
-Se ha tanta voglia di parlare, venga alla lavagna e mi risolva questa espressione- io annuisco non sapendo di cosa le stia parlando e mi alzo andandole incontro. Mi porge il pennarello che io prendo un po' tremante.
Vado di fronte alla lavagna e rimango a fissare quell'espressione matematica, non sapendo che passaggi svolgere -Allora signorina? Vuole rimanere tutto il giorno a fissare la lavagna o si affretta a risolvere quest'insignificante espressione?-.
Mi giro verso di lei e non sapendo cosa fare le dico -non so cosa fare, non ero attenta, di nuovo- abbasso il capo e rigiro il pennarello tra le mani.
La professoressa fa un piccolo gemito di rabbia e si avvicina alla cattedra -lo so che non era attenta e per questo l'ho richiamata. Ora per favore vada a sedersi altrimenti le faccio una nota e la mando in presidenza- annuisco e vado a sedermi al mio posto.
Giulia mi fissa come se avesse davanti un libro che non vede l'ora di leggere. Io le accenno un piccolo sorriso per dirle che va tutto bene e poi continuo a guardare la professoressa che sta risolvendo e spiegando l'espressione che non ho saputo risolvere.
Butto degli sguardi davanti a me guardando Damon che prende probabilmente, degli appunti sulla lezione. La professoressa si ferma al suono della campana e si gira verso di noi guardandoci -bene ragazzi, ricordate di fare tutti i compiti assegnati- noi annuiamo preparandoci per la prossima lezione.
Prima di uscire la professoressa si avvicina a me.
-Signorina Stewart, la vedo molto distratta in questo periodo. Per questa volta mi sono trattenuta a non farle una nota e a non mandarla dalla preside, ma che non ricapiti più. Chiaro?- dice con la sua voce squillante e i suoi occhi penetranti e pieni quasi di odio.
Io annuisco -si, ho capito. La ringrazio, giuro che starò più attenta e che non mi troverà mai più impreparata.- cerco di essere il più convincete possibile mentre le dico queste cose.
La professoressa scuote la testa in segno di approvazione e si dirige alla cattedra per prendere le sue cose ed andare via, lasciando il posto al professore di scienze.
Quando finalmente arriva la ricreazione io e Giulia andiamo in mensa seguite da Claudio.
-allora... Mi dici cosa è successo ieri?- chiede Giulia affiancandomi con la sedia al tavolo.
-ehm...- cerco di prendere tempo ma lei mi urla contro -E NO! BASTA! Perché ogni volta che ti succede qualcosa non me la racconti più?- sembra stanca e irritata.
La guardo -scusa.- è l'unica cosa che esce dalla mia bocca.
-Fatto, ma adesso dimmi cosa è successo ieri?- chiede.
-sono uscita con Damon- la faccia di Claudio cambia da annoiata a scioccata.
-Damon? Il nostro compagno di classe? Quello che hai sempre odiato?- sputa Claudio sorpreso.
Annuisco.
-ma perché?- chiede Giulia.
-siamo migliori amici adesso.- sorrido mentre prendo una patatina e la metto in bocca.
Claudio e Giulia si scambiano degli sguardi complici e poi guardano me e all'unisono chiedono -ti piace?-.
Quando sto per rispondere qualcuno mi tocca la spalla -chi ti piace?- una voce che conosco fin troppo bene si fa spazio dentro le mie orecchie e subito dopo i miei occhi intravedono il ragazzo che ha parlato.
-allora?- chiede Damon sedendosi.
-nessuno...- rispondo -piuttosto che fai qui? Come mai non sei con mio fratello?- bevo la mia bibita e lo guardo.
-tuo fratello non c'è. Ha finito prima e mi ha detto di accompagnarti a casa quando avremmo finito la scuola- mi prende la lattina di coca cola che tenevo nelle mani e se la porta sulle labbra, bevendone sorsi enormi.
-la mia bibita!- mi lamento come una bambina a cui hanno rubato il lecca lecca.
Vedo che Giulia e Claudio non parlano ma stanno tutto il tempo a guardarci parlare e quasi litigare. Non so cosa voglia Giulia da me e perché si stupisce tanto del fatto che io e Damon siamo diventati migliori amici, ma so che quando vuole sapere qualcosa non si ferma fino a quando non ottiene le risposte desiderate.
Mi giro verso Giulia e le chiedo il perché ci stia guardano in quel modo.
-quale modo scusa?- chiede come se non sapesse niente.
-quel modo in cui ci hai guardati da quando io sono uscita dalla classe e Damon è venuto al nostro tavolo. Non fare finta di non sapere nulla.- sputo incrociando le braccia.
-io non so di cosa tu stia parlando- alza un sopracciglio e nasconde una lieve risata.
La guardo scuotendo la testa e non facendo più caso ai suoi comportamenti così infantili. Giulia è fatta così, fa la stupida e non ammette nulla. Ma quando mi arrabbio con lei, si scusa subito ammettendo tutte le sue colpe.
* * *
Usciti da scuola io e Damon ci dirigiamo a casa mia dove troviamo mio fratello ad aspettarci. Gli salto addosso con tanta forza da farlo cadere -non puoi farmi accompagnare sempre da Damon, solo perché non vuoi dirmi che esci con una ragazza- sorrido rialzandomi.
Lo sguardo di Jack s'incupisce e i suoi occhi si spostano da me a Damon da un momento all'altro. Non l'ho mai visto così agitato per un argomento così insignificante.
-che succede? non ti uccido mica. Anch'io ho avuto il ragazzo ti ricordo.- dico apertamente senza ripensamenti di alcun tipo.
-Non è per questo ma... aspetta, avuto il ragazzo?- ripete le mie ultime parole non capendo molto bene perché io le abbia pronunciate così.
Lo guardo e mi ricordo che lui non sa niente di ciò che è successo tra me e Matt, così mi siedo sul divano e gli faccio cenno di venire anche lui.
-c'è una cosa che ti devo raccontare, quindi preparati e ascoltami senza fare sceneggiate- mentre dico ciò Damon si è seduto nel divano di fronte a noi e ci sta guardando perplesso.
-allora, partiamo dal presupposto che è successo tutto quando abbiamo fatto quella festa di benvenuto per me quando mi sono ripresa dal coma- Jack annuisce e mi chiede di continuare con la mano.
-Bene, quella sera ero abbastanza felice di rivedere Matt e tutti i miei amici e fino a qui tutto bene. Poi quando stavamo giocando a carte ti ricordi che ho detto che sarei andata in bagno?- lui annuisce ed io continuo -beh... non ci sono andata. In realtà ho dato appuntamento a Matt in camera mia e quando è venuto lo abbiamo quasi fatto- abbasso la testa.
-Che? Ma che... sei forse impazzita?- scatta in piedi e mi urla contro.
-non volevo... cioè si ma non è successo niente- spiego.
-ma stava per succedere. Ma è mai possibile?- domanda mettendosi le mani sulla testa e scompigliandosi il ciuffo.
-c-cosa Jack?- chiedo sempre a testa bassa.
-Io ti ho dato la mia parola di fratello che ti avrei lasciata più libera e che non ti avrei detto più niente se un ragazzo ti si fosse affiancato... e tu che fai? Ti vai a scopare il tuo fidanzato la prima sera come una puttana.- alzo la testa non credendo a cosa lui abbia appena detto.
Mi ha appena dato della puttana? Mio fratello... lui mi ha appena dato della puttana? Non me lo aspettavo proprio da lui. Pensavo mi proteggesse da tutto e che mi avrebbe ascoltato senza infuriarsi così tanto.
Mi alzo dal divano guardandolo negli occhi per poi girarmi verso Damon che ha una faccia più paralizzata della mia, probabilmente neanche lui si aspettava questo comportamento da mio fratello.
-Ale- mi sussurra Damon. Io gli vado in contro abbracciandolo, davanti gli occhi di Jack per poi sussurrargli all'orecchio un -mi dispiace non ce la faccio- mi allontano dal suo abbraccio e mi giro verso mio fratello che non ha proferito parola per tutto il tempo, gli do un occhiataccia come se mi sentissi delusa da ciò che ha detto e poi vado via in camera mia.
Chiudo la mia porta a chiave ed entro in bagno preparandomi la vasca da bagno. Quando l'acqua è abbastanza alta e calda da bruciare qualsiasi cosa la tocchi mi spoglio rimanendo completamente nuda. La mia pelle entra subito in contatto con l'acqua calda come la lava che quasi mi brucia viva.
Faccio un leggero gridolino quando tocco l'acqua e appena sono completamente dentro la vasca, il senso di rabbia, delusione e tristezza che provavo, sembra fermarsi.
Poggio la testa sul bordo della vasca e chiudo gli occhi non pensando più a niente e a nessuno e rilassandomi completamente fino ad addormentarmi.
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