20. Damon
Sono stanco di sentire sempre parlare della ragazza di Matt. Prenderlo in giro è bello, ma non quando sai di non aver ragione. Quando Matt c'informa che la sua ragazza arriverà a breve, rivolgendomi nel mentre un atteggiamento soddisfatto e trionfante in viso, me vado, irritato. Faccio un giro per la discoteca.
Man mano che passa il tempo, ordino al bancone qualche shottino da poter mandare giù per allentare la noia. Quando torno dai miei amici, loro stanno ancora parlando con Matt della sua ragazza. Faccio roteare gli occhi al cielo e mi avvicino a loro per prendere la birra che ho ordinato poco prima, poi prendo il telefono. Nello stesso momento in cui faccio questo, mi arriva un messaggio da parte di Jack che dice: Damon, ho quello che serve però sono bloccato nel traffico, quindi ritarderò di quindici minuti, massimo mezz'ora.
Mi congedo senza dire niente e scendo le scale per andare al piano terra, verso il bancone, dove mi siedo e bevo la mia birra con tranquillità. Appena finisco, ne ordino un'altra.
-Una bottiglia di birra, per favore- dico. Il barista si gira verso di me e ne prende una dal frigo bar, la stappa e me la porge.
Alzo lo sguardo verso la televisione che trasmette una partita di football a cui non presto molta attenzione. Mi porto la bottiglia di birra alle labbra e sorseggio piano.
Certo che Alessia è proprio una ragazza d'altro mondo, ed io oggi gliene ho combinate davvero di tutti i tipi: dal bagno alla camera, dal fast-food alla corsa per scusarmi del mio comportamento.
Nel pomeriggio, quando Alessia è uscita, io ho detto a Jack di avere un impegno improvviso e così me ne sono andato. L'ho vista camminare e ho deciso di seguirla, senza che lei se ne accorgesse, ovvio. Anche se, a volte, si è fermata. Forse ha sospettato qualcosa. Però per fortuna c'era sempre un albero vicino a me dove potermi nascondere.
L'ho seguita fino a quando non è arrivata alla scogliera. Mi chiedo ancora oggi cosa sia per lei quel posto e perché si ritrovi sempre lì quando non sta bene.
Inizialmente ho avuto paura avesse intenzione di buttarsi, un'altra volta, e volevo intervenire. Ma quando però l'ho vista sedersi per poi sentire della musica dai suoi auricolari, mi sono rilassato. Ha iniziato a canticchiare ed io sono rimasto lì per tutto il tempo. La sua voce è bellissima, non capisco perché non si sia iscritta ad un conservatorio, sarebbe stata una cantante eccezionale.
Sta di fatto che dopo il tramonto lei è tornata in città ed io, silenzioso e attento come sempre, l'ho seguita anche là. Non l'ho voluta lasciare andare nemmeno un attimo. Quando è arrivata al fast-food, ho pensato di entrare subito, ma poi ho supposto che non sarebbe stata una buona idea e che lei avrebbe potuto considerarsi seguita. Quindi sono rimasto fuori per qualche minuto.
Appena sono entrato, mi sono avvicinato a lei e l'ho vista occupata a giocherellare con le posate. In quel momento avrei voluto leggerle nel pensiero per sapere su che cosa stava fantasticando.
-Un'altra birra, barista- dico ancora. Voglio dimenticare le cazzate fatte e la birra è l'unico rimedio. Il barista fa quello che gli viene chiesto ed io mi porto di nuovo la bottiglia alle labbra e la sorseggio piano. Il liquido scende fresco giù per la mia gola e mi fa rilassare.
Quando Alessia è uscita dal fast-food dicendo che ero riuscito a farla a pezzi un'altra volta, mi sono sentito uno schifo. Ancora peggio quando mi ha rinfacciato la faccenda della ragazzina viziata e principessina, dicendo che i suoi genitori hanno sempre fatto tutto per lei ma mai viziarla.
Avrei voluto dirle tutto ciò che pensavo, ma le parole mi si sono bloccate in gola. Vederla quasi con le lacrime agli occhi mi ha fatto riflettere su come dovrei comportarmi con lei. Forse dovrei provare ad essere più gentile e meno stronzo. Ne ha passate tante, in fondo. Ci credo che si barrica dietro dei muri di sfiducia, scontrosità e odio.
Non voglio niente da lei, solo che si fidi di più delle persone. E soprattutto che abbatta quei muri invisibili che la fanno chiudere in sé stessa, così da essere più solare e bella.
Il suono del mio telefono che squilla per via di un messaggio da parte di Jack che m'informa che è appena arrivato mi fa trasalire. Mi alzo dallo sgabello, lasciando una mancia generosa sul bancone, e vado fuori. Quando lo vedo, gli faccio segno di venire dalla mia parte.
-Jack, finalmente! Credevo ti fossi perso per strada a spacciare.-
-No, amico, sono qui, e con me ho tutto quel che serve- dice e indica lo zainetto nero che porta in spalla. Batto le mani tra di loro, soddisfatto e impaziente allo stesso tempo.
-Entriamo, adesso. I nostri amici sono di sopra, aspettano sia noi sia la ragazza di Matt.-
-L'ha invitata alla fine?- dice riferendosi a Matt, stupito. Io gli faccio cenno di sì e lo porto di sopra dove ci sono tutti i nostri amici ad attenderci, tranne Matt.
-Ragazzi, stasera ci si diverte!- Attiro l'attenzione su di me, indicando lo zainetto alla spalla di Jack, compiaciuto.
Le loro espressioni sono totalmente differenti da quel che mi aspettassi; sono pensierosi e allarmati. Fabio e Luca si guardano per qualche istante, poi fanno finta di esultare felici. Daniele ci guarda con espressione neutra, come se essere qui non gli facesse né caldo né freddo.
-Matt dov'è?- chiede Jack, accorgendosi della mancanza di quest'ultimo. -È già andato a divertirsi con quella sua ragazza, non è vero?- Accenna un sorriso sfottente.
-Sarebbe già un passo avanti, almeno- gli faccio notare.
-Non è andato proprio divertirsi con la sua ragazza, come dite voi. Fate tutta questa sceneggiata perché siete gelosi e non avete una ragazza come lui- interviene Luca, alzandosi dal suo posto e guardandoci, serio.
Jack ed io ci scambiamo un'occhiata complice, però non diciamo nulla e aspettiamo che continui. Vediamo con cosa se ne esce adesso questo qui.
-Vorrei vedere se foste stati al suo posto. Immagino che per voi sarebbe stata solo una questione di una botta e via.- Continuo a guardarlo, accennando anche un sorriso beffardo per fargli capire che quel che dice è assolutamente vero. Insomma, a che cosa servono le ragazze se non per scoparle una volta e via?
-Sei divertente- commenta Jack.
-Esilarante- puntualizzo io.
-Comunque sia, adesso Matt sarebbe...?- continua Jack, cercando di scoprire dove si trovano Matt e la sua ragazza.
-Non sono qui- risponde Luca.
-Questo lo avevo capito anche da solo- replica Jack, con ovvietà.
-Che c'è, non volete dircelo? È un segreto?- chiedo, notando come sono nervosi.
-Sono, da una parte- interviene Fabio, vago.
-Da una parte, dove?- chiede Jack, ora esasperato.
Fabio e Luca si scambiano uno sguardo incerto, come se stessero nascondendo qualcosa. Questa faccenda m'incomincia a puzzare parecchio. Che gli prende a tutti quanti oggi?
-Daniele, dove?- domanda ancora.
Daniele viene guardato contemporaneamente da Jack, Fabio e Luca, questi ultimi che lo intimano a non dire niente.
Scrolla le spalle. -Sono fuori, in terrazza.-
Daniele è sempre stato un ragazzo cui non è mai importato di stare dalla parte di qualcuno. Se ha qualcosa da dire, la dice senza essere influenzato da nessuno. Per questo Jack si affida spesso a lui, ed è per questo che ora si ritrova con la risposta che aspettava.
-Grazie- risponde. Entrambi ci giriamo e ci facciamo spazio tra la folla, camminando verso la terrazza e lasciando i nostri amici al tavolo. Da quest'ultimo iniziano a susseguirsi varie vogli e lamenti.
-Ma sei scemo?! – sento dire.
-Sai che cos'hai fatto, vero?- continua un'altra voce.
-Quei due sono in guai seri, ed è colpa tua.-
Certo che questi tre sono proprio strani!
-Trovati- esclamo a Jack quando arriviamo vicino alla terrazza dove vediamo una figura familiare affiancata a quella di una ragazza.
-Già, e guardalo, se la sta scopando per bene con solo l'utilizzo delle labbra. Bleah!- commenta lui, schifato.
Osservo attentamente la figura della ragazza: ha i capelli marroni che le ricadono lungo la schiena e indossa un vestito rosso e dei tacchi che la fanno apparire più alta. È minuta. Sembra bella da dietro, non ho niente da ridire.
Quando i due si separano per qualche minuto e si sorridono, noto che la ragazza ha un volto familiare, anche se non lo vedo molto bene perché messo di traverso. Troppo familiare.
Jack mi dà un colpo sul petto così forte che se fossi stato qualcun altro, avrei pensato volesse iniziare una rissa con me. Mi giro verso di lui e noto che la sua mascella e contratta e che le mani, distese lungo i suoi fianchi, sono chiuse a pugno e con le nocche bianche.
-Jack, tutto bene?- domando, facendo guizzare i miei occhi da lui ai due piccioncini là fuori.
-Io quella ragazza la conosco...- Inizia a camminare lentamente ed i suoi occhi si riempiono di rabbia. Lo seguo.
-In effetti, ha un non so che di familiare. Di sicuro l'avremo vistra in giro- commento.
-No, Damon. Tu non capisci...- Si gira verso di me e mi guarda. I suoi occhi fanno veramente paura in questo momento. Sono simili a quelli di qualcuno che vuole uccidere chiunque gli stia accanto e la cosa non mi piace. Scuoto la testa, confuso.
-Che vuoi dire?-
-Quella ragazza la conosco bene!- I suoi occhi sono un misto di rabbia e odio e la sua mascella è ancora più contratta di prima.
-Amico, calmati- cerco di dire.
-No, Damon! Ma non capisci? Quella ragazza è....- si ferma e questo suo silenzio mi fa spaventare.
Va incontro alla "coppietta felice" e sposta di colpo Matt dalla sua ragazza. Rimango in silenzio, stupito da quello che vedo. Non è possibile, questo si che non me lo sarei mai aspettato.
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