2. Jack
Dopo aver sentito il rumore della mia porta che si chiude, ho aperto gli occhi e mi sono svegliato completamente. Ho fatto un sogno strano, almeno credo sia stato un sogno visto che sembrava così reale; c'era mia sorella, era in camera mia, mi abbracciava. Io a quel punto la stringevo a me e le dicevo che l'avrei sempre protetta da tutto e tutti...
Mi stropiccio un po' gli occhi e rivolgo gli occhi al soffitto. Non sarebbe strano se mia sorella venisse qui e facesse quello che ho appena detto, anzi al contrario, sarebbe abbastanza normale, visto il nostro rapporto.
Lei pensa che io sia troppo protettivo con lei, che non le lascio spazio per avere delle amicizie o per avere un ragazzo, ma non è così, o almeno, non sempre. Il problema è che sono molto geloso di lei perché è la mia unica sorella e, per giunta, ha anche due anni in meno di me. Mi sento costantemente in dovere di proteggerla, anche se lei sa già più di me cosa fare.
Ho giurato a me stesso, da quando lei è nata, che le sarei rimasto accanto in qualsiasi momento, che sarei stato un fratello migliore degli altri. Non voglio essere uno stronzo che insulta o non calcola la propria sorella, che se ne infischia se questa esce con qualche ragazzo. Semmai lo dovesse fare, io lo dovrei conoscere in primis e mi dovrebbe piacere come persona, altrimenti non se ne fa niente. No, voglio essere tutto il contrario per lei, ed infatti lo sono.
Mi giro verso il comodino per vedere che ore sono e lì trovo due lettere. Strano, ieri sera non c'erano... Ne prendo una ed inizio a leggerla, scoprendo che i miei genitori sono andati via e che rimarranno fuori una settimana, affidando a me tutta la responsabilità di mia sorella.Una settimana senza genitori e con solo una sorella super testarda a cui fare da guardia? Facile.
Prendo il post-it e inizio a leggere anche questo. La calligrafia è quella, questa volta, di Alessia, e dice: Hey, Jack, mi sono svegliata presto oggi, ho già fatto colazione e ho letto la lettera di mamma e papà, indirizzata inizialmente a te, che troverai accanto a questo bigliettino. Non preoccuparti se non mi trovi a casa quando ti svegli. Dato che è ancora presto, ho pensato di fare una passeggiata fino a scuola. Ci vediamo là, baci. La tua sorellina che ti vuole tanto, tanto bene.
Sospiro. Iniziamo bene. Solo pochi minuti fa stavo leggendo la lettera dei miei genitori nel quale mi raccomandano di badare a mia sorella, e adesso mi ritrovo a dover pensare a come far si che questa non si faccia del male. Sarò anche troppo stressante e esagerato, ma adesso sono seriamente preoccupato; non voglio che le succeda qualcosa mentre sta andando a scuola.
Mi preparo in fretta e furia, e dopo nemmeno dieci minuti salgo sulla moto. Parto così di corsa che sento il rombo della moto che mi entra nelle orecchie. Mi avvio verso la scuola, sperando per tutto il tempo che non le sia successo niente. Non me lo perdonerei mai.
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