1. Alessia
Apro gli occhi di prima mattina, infastidita dal suono della mia sveglia che mi entra nelle orecchie e mi fa sobbalzare sul letto. Come fossi uno zombie, mormoro qualcosa di incomprensibile e allungo la mano verso il comodino, cercando di spegnerla; mi ci vuole un po' prima che possa arrivare al mio telefono, ma alla fine ce la faccio. Alzo la testa dal cuscino e guardo che ore sono, in quel momento spalanco gli occhi e salto giù dal letto in tutta fretta.
Accidenti! Oggi inizia la scuola ed io sono già in ritardo. Non posso essere così distratta. Eppure, la sera prima, avevo impostato dieci orari per la sveglia... Com'è che la sento adesso?
Corro per la stanza, prendendo i miei vestiti e, nello stesso momento, cercando di sistemarmi lo zaino, che non avevo preparato la sera prima perché non mi andava di farlo, ovviamente. Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce. In pochi minuti mi vesto, cerco di realizzare un trucco semplice ma presente e mi pettino i capelli. Scendo le scale per andare in cucina a salutare i miei genitori e scroccare un passaggio da parte di mio fratello.
-Hey, perché così tanta fretta, sorellina? - chiede mio fratello, spuntando dalla porta della cucina e appoggiandosi allo stipite. È ancora in pigiama.
-Mi sono svegliata tardi e se non mi sbrigo arriverò in ritardo il primo giorno di scuola- mi affretto a dire. -E tu perché sei ancora in pigiama? Sbrigati o faremo tardi!- ordino, prendendo dalla tavola un toast con burro.
-Tranquilla, non faremo tardi. Non ricordi che oggi si entra alle alle otto e mezza?- fa lui, accomodandosi tranquillamente a tavola e bevendo il suo caffè.
Rimango in silenzio per pensare. È vero, ora ricordo! Ci hanno informati che tutte le classi sarebbero dovute entrare a quell'orario perché le classi del primo anno si sarebbero recate lì alle otto per fare il dovuto giro della scuola.
-È vero! Me n'ero completamente dimenticata- dico. -Be', allora sarà meglio che torni in camera a sistemare il disastro che ho lasciato.- Mi dileguo, salendo le scale un'altra volta, sollevata di aver ancora un po' di tempo prima di rientrare a scuola, o come lo chiamo io carcere.
Appena entro, vedo che c'è veramente molto casino e mi siedo sul letto. Sbuffo. Prendo il telefono e, non volendo sistemare la stanza perché non mi va, navigo un po' sui social. Piano piano mi sdraio e i miei occhi, involontariamente, si chiudono. Mi addormento.
* * *
-Alessia, sveglia, dai!- Socchiudo gli occhi, assonnata.
-È ancora presto, lasciami dormire- mugugno, muovendo la mano verso di lui per farlo andare via.
-Faremo tardi a scuola- dice. Sospira pesantemente. -ALZATI, O TI PORTO CON LA FORZA! - minaccia poi, scocciato.
Non lo calcolo e continuo a dormire. Non ho voglia di alzarmi adesso, stavo facendo un sogno bellissimo e lui mi ha interrotto per dirmi di andare a scuola. Ma dico, si può interrompere un sogno nel quale finalmente ti stavi per baciare e per sposare con il tuo cantante preferito, per dirti che devi andare a scuola? È inconcepibile.
-E va bene, lo hai voluto tu- esclama. Vengo presa per i fianchi e portata sulla sua spalla. Apro gli occhi, presa alla sprovvista. Mi trasporta come fossi un sacco di patate giù per le scale, poi fuori casa, fino ad arrivare alla sua moto dove, finalmente, mi rimette a terra.
-Ma dico io, ti sembra il modo? - chiedo, incredula e infuriata allo stesso tempo.
-Ti avevo avvertita, sei tu che non mi hai voluto ascoltare- mi schernisce divertito, alzando le mani. -E adesso, se non ti dispiace, metti il casco e andiamo, o faremo tardi per davvero.-
Alzo gli occhi al cielo e gli do uno spintone sulla spalla. -Scemo.- Prendo il casco e me lo metto, poi salgo sulla moto e lui la fa partire.
* * *
Arrivati a scuola, giro un po' lo sguardo per cercare Giulia e Claudio. Mi hanno avvisato con un messaggio che mi avrebbero aspettato vicino l'entrata.
-Trovati- sussurro, correndo verso di loro e lasciando mio fratello a sistemare la moto. -Ciao, ragazzi- li saluto appena arrivo. Abbraccio Giulia e do un bacio sulla guancia a Claudio.
-Come stai, Ale, tutto bene?- domanda Giulia, felice.
-Si, diciamo.- Lei alza gli occhi al cielo.
-Cos'è successo stavolta?- chiede.
-Be', mi sono svegliata pensando di essere in ritardo, quindi ho messo a soqquadro la mia camera per prepararmi. Quando ho capito che non ero per niente in ritardo, ero intenzionata a riordinare, però mi sono addormentata. Ah, e come se non bastasse mio fratello mi ha trasportato sulla sua spalla dalla mia camera alla sua moto, facendomi quasi venire un infarto- finisco.
Mi guardano. Si guardano. Scoppiano a ridere.
-Adorabile tuo fratello- esclama Giulia, sarcastica.
Incrocio le braccia al petto e sbuffo. -Già, non ti dico quanto.- Scuoto la testa ed inizio a ridere con loro.
-Adesso andiamo, vediamo cos'ha in serbo per noi quest'anno- dice Claudio appena sentiamo il suono della campanella. Inizio a camminare e lui mi affianca, mettendo un braccio attorno ai miei fianchi.
-Hai ragione. Sono sicura che quest'anno...-
-Togli le mani dai fianchi di mia sorella, Claudio- dice mio fratello, interrompendomi dal parlare.
Claudio fa come dice ed io alzo gli occhi al cielo. Mi giro verso Jack e lo guardo, scocciata. -Andiamo Jack, non vorrai mica ricominciare con questa storia anche quest'anno, vero?-
Non lo reggo più ormai. È da anni che continua con la stessa storia, e anche se Claudio è totalmente inoffensivo, lui deve sempre comportarsi da fratello iperprotettivo. Ma dico, non poteva capitarmene uno come tutti gli altri, menefreghista?
Non mi risponde, mi guarda soltanto. Come sempre deve sempre averla vinta lui. Non gli do importanza e lo saluto, facendo finta che quello che è successo non sia successo. Io, Giulia e Claudio andiamo in classe. Notiamo una fila di banchi a tre, forse l'ultima rimasta, e prendiamo velocemente posto, chiacchierando un po' mentre aspettiamo la professoressa che entra pochi minuti dopo.
Le ore passano con noi che non diamo minimamente retta a quello che dicono i professori perché non ci interessa minimamente. Ci raccontiamo i momenti più belli che abbiamo vissuto quest'estate, cercando anche di programmare la prossima che verrà.
Continuiamo così fino a quando non suona la campanella che indica, finalmente, la fine delle lezioni. Usciamo velocemente dall'Istituto. Emetto un sospiro di sollievo appena i miei polmoni si riempiono di aria pulita e libertà.
-La giornata non è andata poi così male- ci fa notare Giulia.
-Se lo dici tu... io mi stavo annoiando a morte- replica Claudio, stiracchiandosi. -E comunque, ora vado perché ho fame, tanta fame. Ci vediamo domani, si?- continua, per poi salutarci e andarsene.
-Vado anch'io- ne approfitta Giulia. -Ale, vieni con me?- chiede.
- No, no, ho voglia di girare un po' prima di tornare a casa- rispondo. Annuisce.
-Bene, allora ci sentiamo per messaggio.- Detto ciò ci salutiamo con un abbraccio e poi lei va via.
Aspetto che mio fratello esca da scuola per almeno dieci minuti, ma di lui nessuna traccia. Decido d'inviargli un messaggio per fargli sapere che non tornerò a casa per pranzo, e che sto andando a fare un giretto per la città.
Dopo aver inviato il messaggio, inizio a camminare. Nel tragitto, ne approfitto anche per entrare in un bar e mangiare qualcosa, dato che è ora di pranzo ed io sono una persona che ha costantemente fame. Passata quasi una mezz'ora piena, arrivo fino ad un'alta scogliera, vietata a causa dei suoi improvvisi cedimenti del terreno. Strano, non l'ho mai vista prima d'ora.
Mi riprometto di ritornarci, un giorno. Come ho già detto, sono una ragazza coraggiosa, quindi mi piace la scarica di adrenalina che provo quando faccio cose pericolose, e credo che buttarmi da quest'altezza sarebbe proprio incredibile, anche se non l'ho mai fatto prima.
Cammino, ormai stanca di farlo, fino a casa. Appena entro grido un: -Vado a dormire perché sono stanca. Non disturbatemi.- Detto ciò, dopo aver preso un pacco di patatine dalla dispensa, mi dirigo camera mia e metto il mio caldo pigiama.
Mi infilo sotto le coperte ed inizio a sgranocchiare le mie patatine al gusto kebab e salsa piccante mentre guardo qualche puntata della mia serie preferita su Netflix al computer. Lo spengo una volta finito il mio ''snack serale'' e, mettendomi in una posizione più comoda, cerco di addormentarmi il più in fretta possibile, anche se questo non accade. Prendo un'ultima volta il mio telefono e giro sui social fino a quando, una volta aver capito che non ce la faccio più e che voglio dormire, lo poso e mi lascio attrarre tra braccia di Morfeo.
* * *
Mi alzo dal letto, inebriata dall'odore di caffè e brioches appena sfornate che entra nella mia stanza. Mmh...che buono. Ancora in pigiama, scendo le scale e vado in cucina per vedere chi c'è. Arrivata lì, però, non trovo nessuno. Saranno andati a dormire di nuovo, penso, anche se non è da mia madre alzarsi, preparare la colazione e tornare a letto.
Sedendomi a tavola, noto un bigliettino sotto la tazza. Che cosa succede adesso? Lo prendo e inizio a leggerlo. È una lettera di mamma e papà. L'ha scritta la mamma, lo capisco dalla calligrafia. Il contenuto dice: Jack, se stai leggendo questo messaggio, vuol dire che ti sei svegliato. Ti volevamo solo dire che siamo dovuti partire improvvisamente per una questione di lavoro e che torneremo non prima di una settimana. P.S. Jack, per favore prenditi cura di tua sorella; non lasciarla mai sola e proteggila da qualunque cosa. Ci vediamo fra una settimana, amore mio e manda un bacio a tua sorella da parte nostra, dille che le vogliamo un mondo di bene.
Se ne sono andati senza nemmeno salutarci. Strano che ieri non ce ne abbiano parlato a colazione, forse non lo sapevano ancora, visto il "siamo dovuti partire improvvisamente" citato nella lettera. Sta di fatto che ci hanno lasciato casa libera per un'intera settimana, e questo significa che dovrò convivere con mio fratello, cosa che non mi dispiace dato che ho, come ho detto in precedenza, un buon rapporto con lui, e che potrò fare ciò che voglio.
Corro in camera di Jack per svegliarlo e per dirgli tutto sui nostri genitori, ma appena entro e lo vedo dormire tranquillo, decido di non disturbarlo, cosa che sicuramente le altre sorelle o fratelli non avrebbero mai fatto. A differenza loro, io non voglio mai disturbarlo, a meno che non sono proprio in vena di farlo arrabbiare, perché non voglio sorbirmi le sue urla per essergli saltata addosso come un morto.
Mi avvicino al suo letto e mi distendo accanto a lui facendo attenzione a non svegliarlo e, semplicemente, lo abbraccio. Gli sussurro un: -Ti voglio bene, fratellone.-
Dopo queste parole lo sento stringermi di più a sé. -Mmh...anch'io, sorellina- mormora, facendomi sorridere. -E ti proteggerò... da chiunque voglia... farti del male- continua, a pezzetti, con la voce impastata dal sonno.
Gli do un ultimo abbraccio e poi, sempre silenziosamente, mi dirigo in camera mia, lasciando la lettera di mamma e papà sul suo comodino. Prendo i miei vestiti dall'armadio e vado a fare una doccia calda e rilassante. Dopo quasi mezz'ora, esco e mi avvolgo nel mio accappatoio, asciugandomi subito il corpo e i capelli con un asciugamano. Mi vesto, realizzo un trucco più che naturale sul mio viso e asciugo in miei capelli con phon e spazzola.
Sono pronta, e sono solo le sette e mezza. Credo che oggi andrò a scuola camminando; la giornata è talmente bella, e non mi va di rovinarla stando qui ad aspettare mio fratello che si svegli.
Prendo un post-it completamente a caso dal mio cassetto e scrivo a mio fratello, dicendogli che vado a scuola a piedi e che non c'è bisogno di preoccuparsi se non mi trova, appunto, in casa quando si sveglia.
Dopo aver lasciato il bigliettino sul comodino di mio fratello, chiudo la porta e scendo le scale. Esco di casa ed inizio a camminare verso scuola. Prendo gli auricolari dalla tasca e li metto, avviando la mia playlist preferita per tutta la durata del tempo.
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