Capitolo 9

Sono già cinquanta minuti che il professore di matematica sta spiegando e io come al solito non sto capendo niente. Mi dovrò fare aiutare assolutamente da Samantha o avrò il debito a fine anno.

Sento vibrare il cellulare, mi guardo intorno per assicurarmi che il professore non mi stia guardando e leggo.

Mi esce un sorriso spontaneo nel leggere il messaggio di David *Ho voglia di portarti in un posto*

Sì! Anche io voglio.

*E se non volessi?* gli scrivo subito.

La sua risposta non tarda ad arrivare
*So che vuoi*

No. Non deve sapere che voglio.

Cioè, io voglio andarci.

Ma non deve essere così scontato.

Ma perché sono così contorta?

*Se sei così convinto vai da solo*

*Allyson daii, per favore* ho voglia di stuzzicarlo un po'.

*Ma sarebbe un appuntamento?*

*Chiamalo come vuoi. Ti aspetto fuori, andiamo con la mia moto*

*Okk. Anche se non mi piace che mi comandi*

Spengo il telefono e provo a concentrarmi per gli ultimi due minuti.

<Samantha... Poi mi aiuti con matematica vero?> annuisce esasperata.

Sa già che la farò disperare.

Quando non capisco niente finisce che butto a terra tutti i libri e mi rifiuto di andare avanti.

Forse è per questo che non mi sono mai applicata in matematica, è incapibile e inutile nella vita reale.

<Ti aiuterò in inglese, un buon compromesso direi>

<Andata>

La campanella suona e io esco dalla classe seguita da Samantha <Oggi non vieni con noi?>

<No David mi ha chiesto di uscire>

<Uuh David eh. Fate i bravi. E digli di tenere le mani a posto> mi fa un occhiolino e va verso Nathan che oggi ha la macchina.

La saluto con la mano e trovo David seduto sulla sua moto.

Vedo tanti occhi che mi fissano in cagnesco. David mi fa un sorriso e io mi sciolgo.

La devo smettere di fare la ragazzina in calore.

Mi avvicino a lui e mi mette il casco per poi allacciarmelo, avrà capito che sono incapace.

Salgo dietro di lui <sei sicuro che non mi porti nei boschi, mi violenti e mi lasci lì?>

<La prima intenzione era quella ma dato che sono gentile ti risparmio. Attaccati che vado veloce> ma volentieri.

Cingo le mie braccia intorno al suo petto... E che petto! È muscoloso.

Mi sembra di vedere un sorriso tra il dolce e il malizioso.

Appoggio la guancia sulla sua schiena.
Mi lascio trasportare dal vento che mi ricopre e dal profumo di menta che emana la sua giacca di pelle.

****

<Siamo arrivati> scende dalla moto e si avvicina a me.

È troppo vicino a me.

Cosa vuole fare?

Baciarmi?

Allunga la mano verso il mio collo.

Il suo tatto è dolce, un brivido mi percorre la spina dorsale ma poi mi accorgo che si è avvicinato al mio collo solo per slacciarmi il casco che in quel momento mi ero dimenticata di avere.

<Vuoi rimanere lì imbambolata o scendi?> mi dice ridendo.

<Scendo> ma perché devo fare sempre la figura della stupida con lui?

È un posto pieno di alberi.

Non è che vuole veramente portarmi nel bosco, violentarmi e lasciare qui il corpo?

Si sta incamminando in una strada sterrata e lo seguo. <Dove andiamo?>

<Adesso vedrai>

<Ma dove siamo?>

<Perché se te lo dicessi lo capiresti? Ti sei trasferita da poco. Non ti sai orientare a scuola e vuoi orientarti qui?> il suo ragionamento non fa una piega.

Quello che mi trovo davanti è veramente stupendo.

C'è una piccola casetta in legno sulla mia destra. Una distesa di prato. E un pontile con un lago magnifico. Il tutto circondanto da alberi con le foglie ormai quasi tutte arancioni dato che sta arrivando l'autunno.

<È-è bellissimo>

<Mai quanto te> sento sussurrare.

<Come scusa?>

<No niente>

<Stronzo l'ho sentito>

<Allora se l'hai sentito perché me lo hai chiesto?>

<Per sentirtelo ridire>

<Impazzirò me lo sento> sussurra.

<Ho sentito anche questo> gli faccio l'occhiolino e mi incammino verso il pontile.

David si comporta sempre da duro, ma non so perché a volte si imbarazza per stupidaggini, è come se avesse una maschera.

Ma chi non ce l'ha?

Voglio scoprire di più su di lui, i suoi segreti.

Sono convinta che non è solo come si mostra agli altri.

Anche perché con me è diverso, lo conosco da poco ma vedo come tratta Jessica e come tratta me. Però voglio stare attenta, non voglio essere un'altra sua preda.

Tolgo velocemente la giacca in pelle.

Mi sento i suoi occhi addosso.

Lancio per terra la mia maglietta a maniche lunghe bianca e mi tolgo i leggins dopo essermi tolta le scarpe.

Menomale che volevo stare attenta, ci sto riuscendo proprio.

<Cosa stai facendo?> non lo lascio finire e continuo a camminare.

Mi sento nuda ancora di più sapendo di avere il suo sguardo addosso.

Mi guardo come per assicurarmi di avere l'intimo e non essere veramente nuda.

Okay è solo una sensazione.

Ringrazio anche di avere l'intimo nero abbinato e di non aver avuto la geniale idea di mettere le mutande di topolino.

Ma perché sono in intimo, ho un figo come David dietro di me che mi fissa e io penso al colore delle mie mutande?

Sono arrivata alla fine del pontile e mi butto nell'acqua limpida. Il contatto con l'acqua è davvero piacevole, non è fredda, è fresca al punto giusto. Risalgo e vedo un David che si sta togliendo i vestiti in modalità flash. Scoppio a ridere <cosa ridi scema?>

<Mi fa ridere il fatto che ti stai spogliando come se Jessica ti avesse proposto di fare sesso. Con me non attacca>

<Vai convinta. Mi sto spogliando come se Allyson mi avesse chiesto di fare sesso> mi fa un occhiolino e si butta in acqua.

Menomale, così non può vedere il rossore sulle mie guance.

<Ma sei scemo? Ti stavi per lanciare sulla mia testa> gli dico dopo che la sua testa è sbucata fuori dall'acqua

<Non sarebbe successo, era tutto calcolato. Ti proteggerò Allyson>

<Se era tutto calcolato da te siamo messi male, mi ha detto Nathan che sei negato in matematica>

<Ah parli di me con Nathan?>

<No. Mi ha solo detto che sei una capra in matematica> in realtà sì. Parlo di lui con Nat.

<Ci porti tutte le tue prede qui?>

<No sei la prima>

<Ah sarei una preda?>

<No>

<Perché mi hai portato qui?>

<Non lo so> mi sembra sincero. Anche se nel profondo lui lo sa, ne sono convinta. Non puoi fare una cosa senza sapere il motivo.

Si avvicina verso di me <piccola non tocchi vero?> scuoto la testa.

<Perché tu sì?> Annuisce

<Dai aggrappati a me, finirai per stancarti se no> mi avvicino a lui e mi aggrappo sul suo braccio muscoloso.

Lo vedo scuotere la testa, mi prende le braccia e me le appoggia intorno al suo collo. Lo sento prendere le mie gambe e mettersele intorno alla sua vita <così va meglio non credi?> sposto lo sguardo verso destra.

I nostri sguardi erano troppo vicini e non volevo farmi vedere il colorito sulle guance.

È una sensazione piacevole.

Mi prende il mento e mi sposta il viso delicatamente in modo da avere di nuovo il suo sguardo puntato sul suo.

I suoi occhi scuri sono cosi magnetici.

<Sei imbarazzata eh?> mi viene istintivo di spostare di nuovo lo sguardo ma mi ferma <non devi vergognarti di arrossire, è una cosa bellissima. Sai, tutte le ragazze con cui sono uscito erano sempre e solo sfacciate. Tutto le era dovuto. Non arrossivano mai. Invece tu mi dai l'impressione che non sei abituata a queste attenzioni e appena te le danno ti imbarazzi. A me questa cosa piace> ci ha azzeccato in pieno.

Non sono abituata.

Non faccio in tempo neanche a realizzare che le sue labbra sono sulle mie.

È il nostro primo bacio!

Ricambio il bacio e le nostre lingue iniziano a ballare insieme in una danza dolce.

Sento lo stomaco contorcersi.

Un mix di emozioni stanno espolodendo nel mio corpo.

Si stacca lentamente, come se potesse spezzarmi <ti va di uscire? Inizia a fare freddo> in effetti è vero.

Mi stacco da lui e il freddo si impossessa ancora di più in me.

Forse non sentivo il freddo a causa della sua presenza, del suo corpo attaccato al mio.

Ma cosa sto dicendo? Non sentivo il freddo perché era lui e il mio corpo ne risentiva.

Appoggio le braccia sul pontile e mi tiro su con tutte le forze.

Sento il suo sguardo sul mio sedere.

Mi giro e lo trovo che appoggia anche lui le mani sul pontile e si tira su. Vedo i suoi muscoli contrarsi mentre sale e alcune vene si notano di più.

Il suo corpo è ricoperto da goccioline e i suoi capelli bagnati lo rendono per quanto sia possibile, più figo del solito.

Oggi svengo me lo sento.

Sempre che non sia già morta e questo è il paradiso.

<Allyson la smetti di fissarmi o no?> mi giro di scatto e inizio a camminare verso il prato.

Sento una presa sul mio polso che mi fa girare <sei bella quando arrossisci>

E arrossisco ancora di più <non vergognarti> mi dice passandomi un dito sul labbro. Si avvicina sempre di più, siamo ad un centimetro di distanza.

<David sei odioso> gli sussurro sulle labbra e non so con quale forza di volontà mi giro verso il prato e continuo a camminare

Per fortuna che ha portato dei teli per poterci asciugare, perché fuori dall'acqua fa ancora più freddo. <Questa me la paghi>

<Addirittura? Per così poco?>

Prendo uno dei due teli, mi avvolgo come se fossi un sushi e mi siedo sul prato.

<Posso farti una domanda?> mi chiede.

<Perché ho scelta?> vuole saperlo e anche se gli dicessi di no me la farebbe lo stesso <sto scherzando scemo, dimmi>

<Perché ti sei trasferita?>

<È una disgrazia per te che mi sono trasferita eh> fa una leggera risata.

In questo momento mi sembra puro, non ha doppi fini, vuole sapere qualcosa di me. Non so cosa dirgli.

<Mia mamma ha trovato un uomo e ci siamo trasferiti. A quanto pare si sono conosciuti a Londra qualche anno fa e sono rimasti in contatto>

<Sei felice qui?>

<Sì> dico sincera <lì a Londra sento come se non avessi legato con nessuno, come se non fossi mai stata me stessa> "e poi ci sei tu qua" avrei voluto aggiungere, ma non mi sembra il caso.

Non so il perché ma sento come se David, per quanto lo conosca poco, sia importante o comunque diventerà importante. È una cosa a pelle.

<Non ti dà fastidio che tua mamma abbia un altro?>

<No. All'inizio in realtà sì. Ma poi ho capito che la vita deve andare avanti. Mamma non poteva soffrire ancora da sola. Aveva bisogno di condividere il suo dolore con qualcuno o semplicemente aveva bisogno di tornare felice come una volta. A pensarci è strana la mia famiglia, la sento già come se fosse la mia famiglia. Mia mamma è innamorata di due uomini>

<Lo sai che la poligamia non è ammessa in Italia vero?> non ci sta capendo niente e la cosa mi fa ridere.

<Lo so>

<E tuo papà cosa ne pensa di questa cosa?>

<Lui è morto di tumore qualche anno fa>

Butto fuori tutto d'un fiato. Dopo questa affermazione il suo corpo si irrigidisce e di conseguenza anche il mio.

Ho paura di aver rovinato tutto.

Probabilmente non voleva tutti questi sentimentalisimi.

Non voleva davvero sapere.

Stupida Allyson che ti fai sempre trasportare!

<Qualche anno fa ci venivo spesso in questo posto> mi giro verso di lui, in questo momento i suoi lineamenti sono dolci.

Mi vuole raccontare qualcosa di lui? Lo spero.

<È da un anno che non ci venivo. L'ho scoperto per caso volendo un giorno fare un giro in moto. Ci venivo per pensare> lo vedo prendere il portafoglio e cercare qualcosa.

Ci veniva da solo e adesso ha portato me. Ha voluto condividere questo posto con me.

Tira fuori una fotografia un po' spiegazzata e me la porge. Deve essere lui da piccolo perché è uguale a lui, ma il suo viso è molto più paffuto e il suo corpo, anche se difficile da credere, era il dobbio di quello che è adesso.

<Questa è una foto delle medie. Come puoi vedere, ero decisamente sovrappeso. Tutti a scuola mi prendevano in giro, soprattutto le ragazze mi snobbavano. Venivo in questo posto per sentirmi libero, me stesso, mi ha sempre trasmesso tranquillità. Quando venivo qui non sentivo più gli insulti nella mia testa. Un giorno mi sono stancato, sono andato in palestra e ho iniziato a piacermi per davvero. Sai qual è stata la mia rivincita più grande?> Mi dice guardandomi.

Scuoto la testa in segno di negazione.

<vedere le persone che mi prendevano in giro che facevano i lecchini. Ma soprattutto, vedere le ragazze che mi guardavano con facce schifate, provarci con me. Quelle però le ho sempre snobbate, penso che bisogna essere coerenti nella vita, se non ti interessavo prima, non ti posso interessare nemmeno adesso. Il mio carattere è rimasto sempre lo stesso, ovviamente sono più sicuro di me stesso, ma sono ancora il ragazzo di cinque anni fa. Forse è per questo che sono diventato un puttaniere diciamo, come per dimostrarmi che io posso avere tutte le ragazze che voglio. Ma questo lato non ha mai fatto parte di me e l'ho capito veramente quando...> lo guardo in modo che continuasse, ma mi sorride. Mi sorride e basta, come se volesse che la frase la continuassi io nella mia mente. "quando sei arrivata tu". Sì, voglio pensare che sia questa la fine della frase.

<A me non interessa l'aspetto fisico di una persona> lo sussurro, lo dico più a me stessa. Ed è vero. Preferirei che uno mi volesse per quello che sono non per la mia bellezza, quella con il tempo svanisce.

<Lo so>

****

Sto ripensando ancora alle parole di David. In certi momenti del suo racconto mi sono sentita così simile a lui, sono stata presa in giro e poi tutti hanno cercato di fare i lecchini per tornare da me. Ma io è proprio quelli, che ho respinto ancora di più.

Abbiamo passato tutto il pomeriggio a raccontarci del più e del meno. Purtroppo è ora di tornare a casa, sono le sei di sera e inizia a fare buio. Ci alziamo e vedo lui che avvolto come un sushi come me, mi apre il suo telo come ad invitarmi ad entrarci. Mi avvicino a lui, mi accoccolo mentre mi abbraccia. Mi stringe forte come se potessi scappare e il suo profumo di menta mi invade le narici. Mi sento protetta tra le sue braccia.

<Quasi quasi andiamo in giro sempre così, almeno non ti vede nessuno>

<Non mi dire che sei geloso> non risponde e scoppia a ridere.

<Dai ti porto a casa>

<Basta che poi non vieni a stalkerarmi ogni giorno sotto casa>

<Non ti assicuro nulla> scoppio a ridere e mi stacco da lui per andare a prendermi i vestiti stesi sul prato.

Già mi manca il suo corpo sul mio.

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