Capitolo 44

Nathan's pov

<Lo sai che per me puoi stare quanto vuoi qui, ma non ti sembra il caso di tornare?>

<Mamma mi stai cacciando> dico portandomi alla bocca il gelato al pistacchio della vaschetta.

<Perché hai litigato con Allyson?>

<Non ci ho litigato>

<E allora qual è il problema?> mi chiede amorevolmente.

<Lei ha detto che non voleva parlare con nessuno, però con tutti gli altri ha parlato. Ho tratto la conclusione che non voleva stare con me. So che sarebbe stata turbata tornando qui, però mamma è così difficile vederla soffrire così spesso. Io la capisco te lo giuro, non le ho mai messo pressione e cerco di non farle mai mancare niente. Ma ho sempre paura di non fare abbastanza per lei.>

<Sei un ragazzo meraviglioso, non tutti sarebbero stati capaci di stare al suo fianco, capisco quanto possa essere difficile>

<Sono solo pazzo e tanto, anzi tantissimo innamorato, sono pazzo di lei>

<Si vede tesoro. Per caso dubiti del suo amore?>

<No! Assolutamente, è diverso dall'amore ordinario, ma lo vedo dai suoi occhi che mi ama, lo vedo dal cambiamento che ha fatto in questi anni, lo sento dai battitti accellerati del suo cuore quando siamo vicini, quando siamo cuore contro cuore, battono allo stesso ritmo perché sono in sintonia>

<Passerà tesoro, annaffia ogni giorno questo fiore per farlo crescere sempre di più, non mollare>

<Non mollerò, però adesso voglio aspettare che mi cerchi lei. Stasera esco con dei miei amici comunque>

<Sì certo divertiti>

Allyson's pov

Apro la busta che si trovava sul mio letto e noto diversi fogli

Prendo il primo

Allyson, un giorno parlando con Nathan ho scoperto che lui aveva letto il tuo diario segreto e, visto che una delle tue volontà era che io lo leggessi, è stato lui a metterlo in uno degli scaffali della mia camera. Poi è stata colpa mia che l'ho trovato sette anni dopo. Quindi volevo dirti che, un giorno, stavo cercando una cosa in camera di Nathan e ho trovato queste lettere, non so quando le ha scritte, se quando eravate a Miami o qui in Italia, però ci tengo che tu le legga, perché secondo me ci teneva a fartele leggere lui, ma non ne ha mai avuto il coraggio. P. S. Ho fatto una selezione.

Apro la seconda lettera, noto subito che la scrittura di Nathan è diversa da quella di Emily.

A volte mi chiedo, perché mi piace proprio Allyson e non un'altra ragazza? Perché proprio lei mi ha stregato il cuore? Non ho mai saputo darmi una risposta e probabilmente non me la darò mai. All'inizio è stato per la sua bellezza, il suo carattere e perché mi fa stare bene. Adesso dico che non c'è un motivo specifico, amo ogni suo minimo particolare. Amo quegli occhi così azzurri e profondi, che quando li guardi ti danno una scossa potente, hanno tanto da raccontare. Amo quel neo piccolino sul polso destro a forma di cuore. Amo quando ruota gli occhi quando faccio una battuta stupida o quando la prendo in giro. Amo quando mi rimprovera perché faccio qualche stupidata. Amo quando mi dà le gomitate sul fianco per farmi zittire. Amo quando si mette in punta di piedi per baciarmi perché è una nanetta. E amo più di tutto il suo sorriso, perché purtroppo negli ultimi periodi non è sempre stato scontato, ma quando sorride è sincera, e amo quando quel suo sorriso lo rivolge a me.

Un sorriso esce spontaneo, anche io lo amo così tanto.

Oggi è una giornata no per lei, non ha voglia di parlare e ho deciso quindi di lasciarle i suoi spazi. Mi dispiace a volte di essere così impotente nei suoi confronti. Se potessi prenderei tutti i suoi pensieri negativi, tutte le sue paure che non la fanno dormire. Le vorrei regalare tutta la spensieratezza di questo mondo. La vorrei vedere leggera e spaccare quel masso che le appesantisce il cuore.

Amore mio te lo prometto, prima o poi lo spaccherò quel mio masso.

Vorrei essere spensierata per donarti tutti i miei sorrisi che ti meriti, che in questi anni mi sono dimenticata di darti, troppo concentrata in altro.

Non mi sono mai piaciute le cose troppo semplici, forse è per questo che tra tutte le ragazze di questo mondo ho scelto proprio te. Non mi è mai piaciuto mollare al primo ostacolo, io sono uno di quelli che deve sbatterci la testa, che cade e si rialza sempre. Non mi sono mai piaciute neanche le promesse, perché le persone promettono tanto, ma non sono pronte a mantenerle, non danno peso alle parole. Non ho mai creduto al "per sempre", sono cresciuto con l'amore che è finito tra mia mamma e mio papà. Però tutti i miei pensieri contro il per sempre sono cambiati finché non ho conosciuto te, tu che mi hai fatto innamorare delle favole. Penso che dell'amore bisogna prendersene cura ogni giorno e i miei genitori ormai davano tutto per scontato. Mi auguro per noi un lieto fine, e se il lieto fine non esiste, ti regalerò sempre nuovi inizi. Ti prometto anche, che farò di tutto per non darci mai per scontati, perché io non posso perderti e non potrei immaginare una vita senza di te.

Non credo al per sempre ormai, e lui lo sa, però credo al "ci vediamo domani" detto ogni giorno, credo nell'esserci sempre durante il giorno e fatto ogni giorno.

Prima se mi avessero detto: <qual è la tua giornata o serata ideale?> io avrei risposto: <uscire con i miei amici, divertirmi con una o più ragazze diverse ogni sera, bere, tornare alle sei di mattina a casa, svegliarsi alle tre del pomeriggio e uscire di nuovo con gli amici>. Ora se me lo chiedessero direi: <L'importante è che c'è lei affianco a me, con lei posso fare qualsiasi cosa. Forse le giornate più belle sono quando rimaniamo io e lei nel letto, a parlare di tutto e di più, a ridere, a prenderci in giro, a farci il solletico e a fare l'amore> so che probabilmente se stai leggendo questa lettera le tue guance saranno diventate rosse. Ma è la verità, tu mi hai cambiato e hai cambiato la mia vita, in meglio. Me l'hai stravolta in positivo e te ne sono grato.

Non gliel'ho mai detto, ma sono anche le mie giornate preferite e purtroppo, a causa mia, da una settimana a questa parte, non ci sono più queste giornate e queste notti.

Non ci sono più lettere.

Prima o poi, dato che Emily mi ha detto che le ha selezionate, cercherò le altre.

Provo a chiamare ancora Nathan.

Scatta la segreteria e attacco.

Amore mio dove sei?

Mi dirigo verso il suo bagno e spruzzo un po' del suo profumo sulla sua maglietta per sentirmelo più vicino.

Disfo le coperte e mi sdraio nel suo letto.

Prendo tra le mie braccia quello che di solito è il suo cuscino, lo stringo forte come se fosse lui.

Il suo profumo forte di muschio bianco è mescolato al mio dolce di vaniglia.

Questo letto ha impregnato i nostri profumi.

Mi manca così tanto questo "noi".

Nathan ritorna da me, ti prego.

Gli occhi diventano pesanti così decido di chiuderli e addormentarmi.

Con la speranza che al mio risveglio ci sia Nathan che mi tenga stretta tra le sue braccia.

****

Il mio cellulare squilla.

Nathan.

Spalanco gli occhi e prendo velocemente il mio cellulare sperando che sia Nat.

Guardo il nome Bisby sul display e rispondo delusa <Jessica cosa vuoi?> dico con la voce impastata dal sonno.

<Vedo che sei felice di sentirmi> urla dall'altro capo del telefono per sovrastare la musica.

<Stavo dormendo, spero che hai una scusa plausibile per disturbare il mio sonno>

<Ero in un pub con delle mie amiche>

Roteo gli occhi, conoscendola sarà una delle sue solite cavolate e so quanto possa essere logorroica, se non la fermo subito finirà per farmi un monologo.

<Jessica, arriva al punto>

<Se mi lasci parlare magari> me la immagino roteare gli occhi <per farla veloce, c'è Nathan al bancone, è ubriaco, l'unica che vuole vedere e che può schiodarlo da lì sei tu>

<Mandami la posizione del pub>

Dopo il nome Nathan sono subito scattata in piedi e sono corsa per mettermi le scarpe.

Indosso solo la sua maglietta lunga che mi arriva a metà coscia ma non mi interessa, alla fine è come se fosse un vestitino.

Prendo la giacca di pelle, le chiavi e mi dirigo verso la macchina.

Imposto il gps e mi accorgo che ci vuole un quarto d'ora.

Decido di accendere la radio per tranquillizzare i nervi tesi.

Non ho che te di Alessandro Amoroso rimbomba nell'abitacolo.

Questa canzone, ogni parola mi ricorda la storia tra me e Nathan.

Mi rappresenta in ogni singola parola.

Forse avrei dovuto metterti al corrente
Della tempesta che mi accendi dentro
E invece continuavo a rimandare
Perché sono una bugiarda
Ma in fondo gia lo so
Che io non ho,
Non ho che te...
Mi fai diventare la cosa più importante
Non ho che te
A sorridermi per mano tra la gente
Non ho che te
Che sai decifrare tutti i miei silenzi,
Contrattempi del mio cuore
Senza bisogno di spiegare
Non ho che te
Anche se lo so, non ti dimostro niente
Non ho che te
Il mio amore viaggia a velocità incostante
Non ho che te
Mascherata indifferenza che nasconde
La paura di potere stare senza
Di te.
Non ho che te
Te

Dato che è l'una di notte, per il poco traffico, arrivo prima nel locale.

Parcheggio nel primo posto libero e più vicino, solo per il fatto che non so in che condizioni sia e non so quanto riesca a camminare.

Noto che la fila per entrare nel locale è molto lunga.

Non posso permettermi di fare la fila, sprecherei troppo tempo.

Vado diretta verso il buttafuori <signorina deve fare la coda come tutti>

<Lo so non è di mia abitudine saltarla, devo entrare a prendere un ragazzo, esco subito>

Annuisce e si sposta leggermente per farmi passare.

Sarò stata credibile dato che le altre ragazze sono tutte agghindate, mentre io sembro una scappata di casa.

Appena entro mi si presenta davanti Jessica <vieni> mi trascina velocemente.

Le molte luci al neon mi accecano e il fumo mi annebbia la vista.

La musica forte mi spacca i timpani.

Rimpiango la me di dieci minuti fa che era nel letto al calduccio.

In tutta questa confusione noto un ciuffo biondo, il mio ciuffo biondo preferito.

Accellero il passo e lo prendo per un braccio <Nathan andiamo a casa>

Un sorriso sbilenco si apre sul suo volto.

<Sapevo che prima o poi saresti venuta a salvarmi, allora mi vuoi bene veramente>

<Nathan ne parliamo in macchina>

Avvolgo il mio braccio intorno alla sua vita e lui il suo intorno alle mie spalle.

<Ally ti serve un aiuto?> mi chiede Jessica preoccupata.

<No un po' cammina, ci sentiamo domani> la saluto e mi dirigo verso l'ingresso.

L'aria fresca di una notte d'aprile fa contrasto con l'aria appiccicaticcia impregnata di sudore che c'era dentro il locale.

Faccio un cenno con la testa al buttafuori come per ringraziarlo di avermi fatto entrare.

<Amore io direi che da domani facciamo la dieta eh> ironizzo sul fatto che parte del suo peso è appoggiato al mio e diciamo che Nathan non è leggero.

<Sì tutto quello che vuoi, però prima non mi hai risposto> apro la portiera e lo faccio sedere al posto del passeggero.

<A cosa ti riferisci?> Chiedo chiudendo la sua portiera e dirigendomi al posto del guidatore iniziando a guidare.

<Che sei venuta al pub perché mi vuoi bene>

<No Nathan> nego <non ti voglio solo bene, ti amo>

<Ally io...> non fa in tempo a finire la frase che un conato di vomito esce dalla sua gola

<Non vomitare in macchina> urlo con gli occhi sbarrati.

La mia amata macchina no.

Riesco a fermarmi in un area di sosta.

Mi precipito verso la portiera del passeggero per far uscire Nathan e aiutarlo a vomitare.

Apro la porta ma mi accorgo di aver fatto troppo tardi.

Una macchia verde di vomito è spiattellata sul tappetino della mia bellissima macchina.

<Scusami Ally non ce l'ho fatta a trattenerlo> mi sfrego una mano sulla fronte per la disperazione.

Ma non posso fargliene una colpa.

Il vomito è difficile da trattenere.

<Tranquillo, basta che domani mi aiuti a pulirlo, sai che odio l'odore>

Annuisce desolato.

Torno al posto del guidatore e cerco di arrivare il più veloce possibile a casa.

Non sopporto più l'odore pungente di vomito.

Nathan sembra tornato lucido.

<Nat> lo richiamo per ricevere la sua attenzione <non ce la faccio più a tenermi alcune cose dentro e quindi te le devo dire per forza> annuisce preoccupato ma non sa che ciò che devo dirgli è positivo.

<Sei stato il mio pensiero fisso in questi giorni. Ho capito definitivamente che ce la faccio ad andare avanti perché ci sei tu al mio fianco. Ho capito che non posso più vivere nel passato e voglio andare avanti, andare oltre alla morte di David>

<Io non voglio che tu vada avanti, mi spiego meglio, non voglio che ti dimentichi di lui, voglio solo che te lo ricordi con il sorriso e che provi a smettere di soffrire per la sua assenza. Ti prometto che prima o poi ti sposerò, non ho avuto l'onore di essere stato il tuo primo amore ma ti prometto che farò in modo, con tutte le mie forze, con tutto me stesso, di essere il tuo ultimo amore insieme a David>

<Io avevo paura che mi fossi innamorata di te perché ci fossi solo tu. Quando eravamo lontani eri la mia unica ancora. Adesso stando qui e stando lontano da te questa settimana, mi sono accorta che io ho veramente bisogno di te e ti amo. E mi sono accorta che mi sono innamorata di te perché ti ho scelto, non perché eri la mia unica opzione>

Gli sorrido sincera mentre parcheggio l'auto in garage.

<Ce la fai a camminare o ti aiuto?> gli chiedo dolcemente.

<Ce la faccio>

Entriamo in casa cercando di fare meno rumore possibile, guardo l'ora sull'orologio attaccato alla parete, sono le due di notte e ormai dormono tutti.

<Vuoi un caffè o andiamo a dormire?>

<Ho sonno> si sfrega la mano sul viso come se fosse un bambino e mi fa molta tenerezza.

Annuisco e mi dirigo verso le scale <ti sta molto bene la mia maglietta> arrossisco, si è accorto <un po' cortina però>

<Ma se è come un vestitino normale> puntualizzo.

<Lo so, sto scherzando, infatti ti ho mai detto qualcosa? Lo sai che per me puoi vestirti in qualsiasi modo, basta che ti senta a tuo agio, questo non toglie che sia geloso>

<Sei così dolce che ti bacerei, se non fosse per il fatto che ti puzza l'alito di vomito> scoppio a ridere e Nathan mi tappa la bocca per non fare troppo rumore.

<Allora corro a lavarmi i denti immediatamente>

Lo seguo nel suo bagno e prendo anche il mio spazzolino per lavarmeli.

Mi prende il viso tra le sue mani e mi stampa un bacio dolce <ora è meglio l'alito?> mi chiede provocante.

<Mhh fammi pensare> mi mordo il labbro stando al gioco <forse dovrei riprovare per capire meglio>

Avvolgo le mie braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita.

Avvicino le mie labbra alle sue.

Dei fuochi d'artificio esplodono nel mio cuore.

Le sue labbra moribide e la sua lingua calda ed esperta mi erano mancate così tanto.

Mi fa sedere sul lavandino tenendomi comunque salda a lui.

Prendo i lembi della sua maglietta e gliela sfilo.

Le mie mani accarezzano il suo petto liscio e duro.

Mi mordicchia il labbro, un piccolo gemito esce dalle mie labbra.

Il suo cavallo dei pantaloni preme la mia parte più sensibile e brividi in tutto il corpo mi invadono, ogni volta è come se fosse la prima volta.

Tiro leggermente il suo labbro inferiore e il bacio si intensifica ancora di più.

<Allyson, ti voglio, in questo momento> mi sussurra ansimante all'orecchio.

Il suo fiato caldo mi solletica il collo

<Anche io>

Allaccio meglio le gambe sulla sua vita e mi faccio portare su quello che ormai è diventato il nostro letto.

<Mi sei mancato, non lasciarmi più>

<Mai più piccola mia>

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