Capitolo 39
Jennifer's pov
<Com'è questa?> indico a Nathan una maglietta rossa e bianca dell'Adidas.
<È bella>
<Sì mi piace anche a me, la provi?>
<Jennifer> mi dice rassegnato <la taglia di Andrea su di me è come se mettessi un vestito delle barbie ad un peluche>
<Hai ragione è che mi sono fatta prendere dall'ansia, festeggiamo tre mesi che stiamo insieme e voglio che sia tutto perfetto>
<Ei jenny stai tranquilla> si avvicina a me e mi prende il viso tra le sue mani giganti <sarà tutto perfetto anche solo dal fatto che ci hai pensato tu>
<Grazie Nathan sei un amico speciale> una lacrima scende dal mio occhio destro.
<Sei diventata debole?> mi prende in giro.
<Oh ma che significa? Mica perché mi sono emozionata sono debole> dico tirandogli un piccolo pugno sul suo braccio sinistro.
Mi avvicina ancora di più a sé e mi stringe tra le sue braccia. La mia testa si accoccola al suo petto.
<Lo so Jenny>
Nathan è stato molto per me, è un ragazzo davvero speciale e molto importante.
Allyson è davvero una ragazza fortunata, ha al suo fianco un ragazzo d'oro, il ragazzo perfetto da presentare ai genitori.
Infatti è quello che ho fatto io per anni.
Lo portavo a casa facendo credere ai miei genitori che fosse il mio fidanzato, in questo modo, quando dicevo che uscivo con il mio fidanzato non sospettavano che uscissi con le ragazze.
Se ci ripenso mi viene da ridere, a quanto potessi essere stupida.
Facendo credere alle altre persone di essere etero pensando che altrimenti non sarei stata accettata dalla mia famiglia, dalle mie amiche, dalla società.
Fingendo di provarci con Nathan solo per respingere qualsiasi giudizio.
Non capendo però, che chi mi vuole veramemte bene ha accettato questa cosa, perché etero o lesbica, sono comunque io, Jennifer Orley, sarò sempre io.
Ora mi sento libera al cento per cento, sono finalmente me stessa e non mi vergogno di niente.
Perché non ce n'è motivo.
Non ci si può vergognare di essere se stessi, di amare.
Perché chi giudica qualsiasi tipo di amore, non ha mai amato abbastanza.
Io sono dell'idea che ognuno sia libero di fare ciò che vuole e di amare chi vuole.
Io sono innamorata della vita, della mia libertà, della mia spensieratezza, di Andrea, della mia famiglia e dei miei amici.
Sono innamorata dell'amore, in tutte le sue forme e in tutte le sue sfumature.
<Ti offro un gelato, te lo devo> dico a Nathan dopo essere usciti dal negozio con il mio acquisto in mano.
Mi ricordo ancora il primo giorno in cui ho dovuto fare coming out.
Dovuto, sì, perché all'inizio non volevo dirlo a nessuno, volevo tenerlo nascosto, pensavo e avevo il terrore di non essere accettata.
Con il senno di poi, se dovessi parlare alla Jennifer di otto anni fa, le direi di farsi meno problemi, di non sentirsi mai sbagliata perché non lo è.
Flashback
<Julie rilassati> le dico all'orecchio, dei brividi si formano sulla sua pelle candida.
Bingo!
Mi avvento sul suo collo. Passo la lingua e disegno dei cerchietti.
<Sei sicura che non arrivino i tuoi?> ansima sotto di me.
<Sì hanno detto che sarebbero arrivati fra tre ore, abbiamo tutto il tempo che vuoi>
Mi abbasso e arrivo al suo seno.
Le tolgo lentamente il reggiseno e passo la lingua sui seni con i capezzoli ormai turgidi.
La sua mano mi accarezza il fianco sinistro e si abbassa di più fino ad arrivare all'elastico delle mie mutande.
Mi sta mandando in estasi.
Torno a baciarle quelle labbra rosse e gonfie che amo tanto.
<Jenny> ansima.
<Shh> le sussurro all'orecchio.
Julie, la amo così tanto, la pelle candida di cui conosco ogni minimo particolare.
Il viso molto delicato, le labbra carnose e rosse, gli occhi verdi, le lentiggini spruzzate sul suo piccolo naso e i capelli neri che fanno da contrasto con la pelle bianca come il latte.
Mi mette una mano sul petto e ferma ogni mio movimento <Jennifer c'è qualcuno in casa>
Le faccio segno di stare in silenzio e sento la porta d'ingresso aprirsi.
Spalanco gli occhi, ero convinta che oggi avrebbero ritardato i miei.
<Julie vestiti> mi alzo di colpo dal letto e le lancio la camicetta.
Provo a rimboccare le coperte e mi butto sul mio zaino per prendere due libri e far finta di studiare.
La porta della mia stanza si apre.
Trattengo un sospiro di sollievo.
Appena in tempo, e figurati se mamma bussava prima di aprire la porta
<Ciao Jenny siamo tornati un po' prima> ci guarda sorridente.
No non mi dire? Non mi ero proprio accorta.
<È una tua amica?> mi chiede mamma indicando Julie.
<Sì stavamo studiando>
<Ah okay vi lascio allora, buono studio> mi fa un occhiolino prima di uscire e di chiudere la porta.
<Ci è mancato poco> dico sollevata.
Lo sguardo di Julie è triste.
<Julie cosa c'è?>
<Ti vergogni di me?> la guardo stralunata. No! Non potrei mai.
<No! Non pensarlo neanche per scherzo, non ho ancora detto niente ai miei ma ti giuro che glielo dirò presto. Prima non glielo volevo dire perché non ho mai avuto una fidanzata, cercavo di reprimere la mia attrazione verso le ragazze, quindi non mi sembrava il caso, ma con te è diverso>
<Devo andare> si alza velocemente Julie.
<Aspetta!> mi alzo anche io, la raggiungo e le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio <non prendertela con me ti giuro che glielo dico ai miei>
Annuisce insicura.
La avvicino a me e la bacio.
Voglio che capisca quanto la ami.
Picchietto la mia lingua sui suoi denti e lei mi dà l'accesso.
Sorrido, sapevo che non avrebbe resistito a lungo.
Approfondisco il bacio appoggiando le mie mani sul suo sedere e premendo leggermente.
Le tiro il labbro e un piccolo gemito esce dalle sue labbra.
<Jenny per caso la tua amica rimane a cena?>
Succede tutto in un attimo.
Io e Julie che ci baciamo.
Mamma che spalanca la porta.
Mi stacco immediatamente da lei.
Julie diventa paonazza e scappa via, io sbianco.
Sbianco perché non pensavo di dirlo così a mamma e perché ho paura di aver perso il mio amore.
<Mi devi dire qualcosa Jenny?> mi chiede con sguardo indagatorio come se non sapesse già la risposta.
<Siediti> mi siedo sul letto e picchietto la mano sul copriletto, dove, qualche secondo prima c'eravamo io e Julie.
<Mamma è complicato da dirlo> mi tremano le mani.
È difficile cercare le parole giuste quando il tuo cervello è in tilt.
Mamma mi prende le mani tra le sue e vedo che anche le sue tremano.
<Jennifer, ti aiuto io> alzo lo sguardo verso gli occhi marroni come i miei <io e papà l'avevamo già capito che ti piacessero le ragazze, stavamo solo aspettando il momento che ce lo dicessi tu, con i tuoi tempi, non volevamo forzarti>
<Davvero?> il cuore sta pompando più veloce del solito e ho un groppo in gola.
<Sì, certe cose le mamme le capiscono. Per me Jenny sei come un libro aperto, non mi puoi nascondere niente. Avevi paura che non ti accettassimo?> annuisco sinceramente, ho sentito diversi ragazzi buttati fuori casa schifosamente dai loro genitori <Amore mio lo sai che sei mia figlia, sei sangue del mio sangue. E sai anche che io e tuo papà abbiamo la mente aperta, come tutti i genitori dovrebbero avere. Ti abbiamo sempre insegnato che l'amore è amore, che sia un uomo o una donna non sarebbe importato>
<Mamma ti amo tanto, anzi, vi amo tanto, a te e papà>
<Anche noi ti amiamo tanto> è forse il giorno più bello per me.
Non mi sono mai sentita così vicina a mamma
<Ah e di' alla tua amica, la prossima volta, di tenere il libro nel verso giusto> mi sbatto una mano in fronte e scoppio a ridere insieme a mamma.
Una lacrima mi scende al pensiero del mio coming out.
Julie non la vedo da due anni, avevamo troppe incomprensioni e abbiamo deciso di comune accordo di lasciarci.
Con lei è rimasto un bellissimo ricordo e un bene immenso.
Ora nella mia vita c'è Andrea, una ragazza veramente dolce e speciale.
Sarà affrettato da dire, dato che siamo fidanzate da soli tre mesi, anche se ci conosciamo da tre anni, ma penso che sia la donna giusta per me, la donna della mia vita.
<Fra cinque minuti ci raggiungono Jessica e Allyson>
<Sono felice, mi ha scritto Andrea ed è qui al parcheggio, sta arrivando anche lei>
****
Jessica's pov
Allyson parcheggia la macchina di fronte al bar in cui ci sono Jennifer, Nathan e Andrea.
Io l'ho già conosciuta, non ho ancora molta confidenza ma vedo com'è Jennifer insieme a lei.
Sta decisamente bene e di conseguenza non mi importa nient'altro.
Apriamo la porta del bar e trovo subito la chioma rossa fiammante di Andrea.
Glieli invidio quei capelli, soprattutto perché, a detta sua, non sono tinti.
<Ciao bellissime> urlo ai tre al lavolo.
<Jessica mi devo offendere?> ride Nathan.
<Bellissimo scusami> mi fingo dispiaciuta.
<Jessica ci stai provando con il mio ragazzo per caso?> si finge offesa Ally.
<Un pochino> sto al gioco.
<Tu però non le hai detto niente per il complimento che ti ha fatto> si finge arrabbiata Ally.
<Semplice> mi fa l'occhiolino Nathan scherzosamente <perché è la verità, sono bellissimo>
Allyson rotea gli occhi e sorride.
<Vieni qui> tira leggermente Ally da un braccio per avvicinarsela di più <sei più bella tu> si stampano un dolce bacio e io non posso fare altro che guardarli con occhi innamorati, sono veramente una bella coppia.
<Comunque Nathan sono offesa> rigiro il coltello nella piaga <hai preferito fare il terzo in comodo con queste due> indico Jennifer e Andrea <piuttosto che uscire con la tua fidanzata e la sua amica più figa, senza togliere nulla alle altre> scoppiamo tutti a ridere.
<Questo perché siamo più simpatiche noi> mi fa l'occhiolino Jennifer mettendo una mano sul fianco ad Andrea.
Le guardo con un sorriso. Mi ricordo il giorno in cui mi disse di essere lesbica.
Flashback
*Jessica ti devo parlare, è urgente!!!!*
Dire che sono in panico è riduttivo. Mi è arrivato questo messaggio da Jennifer da venti minuti. Le ho detto di venire immediatamente a casa mia per parlarne.
Ho fatto in tempo a chiamare Rebecca per far venire anche lei a casa mia.
Anche lei mi ha detto di aver ricevuto lo stesso messaggio da Jennifer.
Non so cosa ci debba dire e se siamo insieme potremmo attutire meglio il colpo piuttosto che essere prese singolarmente.
<Jeje smettila di mangiarti le unghie che si rovinano>
<Hai ragione ma ho ansia>
Il campanello finalmente suona e mi precipito ad aprire.
Jennifer è dall'altra parte della porta.
La squadro per qualche secondo ma sembra tutto a posto, non ha ferite gravi.
<Entra, muoviti> le ordino.
Forse ho sbagliato ad usare questo tono duro.
Ma è più forte di me, sono ansiosa e vado molto presto in paranoia.
Soprattuto se c'è di mezzo una mia amica.
Odio il fatto che qualcuno le possa fare del male, hanno già sofferto abbastanza, soprattutto Rebecca per Noah.
<Jennifer arriva al punto per favore. Lo sai che io vado in panico e stavo pensando al peggio finché non ti ho visto alla porta. Mi sei sembrata in ordine quindi deduco che con sia successa nessuna rissa o nessuno ha tentato di ucciderti. Se c'entra qualcuno basta dirmelo che lo ammazzo con le mie stesse mani>
<Jeje stai tranquilla un attimo e lasciala parlare> mi calma Rebecca dato che sto decisamente blaterando.
<Vi devo dire una cosa, se non mi accetterete più lo capirò...>
<Okay questo non mi rassicura per niente, ma siamo amiche giusto?> guardo Rebecca per avere un accenno di consenso che ricevo <Sì giusto, ci saremo per te per qualsiasi cosa. Sarei disposta a prendermi le colpe per te. Se hai fatto una rapina dimmelo che vado dai carabinieri a costituirmi. Se hai fatto un omicidio è più complicato dato che se dovessero trovare le impronte capirebbero che non sono stata davvero io e finiremmo tutte e due in prigione. Tu per aver commesso l'omicidio e io per aver detto una bugia o come cavolo si dice>
<Jeje lasciala parlare, abbiamo capito il concetto e di sicuro te n'è grata, ma se non la lasci spiegare...>
Jenny fa un cenno di ringraziamento a Rebby e io decido di stare finalmente in silenzio o almeno ci provo.
Vedo come si tortura le mani, deve essere qualcosa di veramente grave.
Stringo la mano di Rebecca per cercare di non parlare ancora a vanvera e prendo delicatamente quella di Jennifer per incoraggiarla a parlare, non deve avere paura delle sue migliori amiche.
Rebby fa lo stesso e prende la mano di Jenny.
Jennifer guarda il pavimento e le sue guance diventano rosse.
<Mi piacciono le ragazze> sputa velocemente.
Guardo Rebecca e tiro un sospiro di sollievo.
<Ma sei scema?> mi rivolgo a Jennifer <tu hai creato il panico dentro di me, facendomi credere che avessi fatto qualcosa di illegale per dirmi una cosa che sapevo già?>
Jennifer alza di colpo la testa verso di noi e spalanca gli occhi.
<Jeje tu hai un problema a trarre conclusioni affrettate, questa volta non è colpa di Jennifer> scoppiamo a ridere tutte e tre.
<Jenny noi l'avevamo capito da un pezzo. Ti parlo al plurale perché un giorno io e Jessica ci siamo confrontate su questo argomento e pensiamo la stessa cosa. Non ci sembrava necessario che ce lo dicessi anche perché la vediamo come una cosa normale essere lesbica. Come noi non andiamo in giro a confessarci alle persone per dire di essere etero, non vedevamo il motivo per cui dovessi dirci di essere lesbica>
Le sorridiamo.
<Poi ovviamente ce l'hai detto e siamo contente che ti sei confidata con noi, però appunto non è un qualcosa di strano>
<Siete le amiche migliori del mondo> si butta Jennifer verso di noi stringendoci in un forte abbraccio.
<Lo so> dico io, modesta come sempre.
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