Capitolo 34

Siamo quasi arrivati, il cartello verde "Milano" dell'autostrada lo dimostra.

<David> dico in modo da catturare la sua attenzione <mi porteresti in un posto?>

<Sì certo. Dove?> gli mostro l'indirizzo.

È da tanto che volevo farlo, ma dopo questa vacanza me ne sono convinta ancora di più.

****

<Allora me lo fai vedere o no?> David mi ha tenuto la mano tutto il tempo, ha fatto un po' male ma volevo farlo.

Poi avendo lui al mio fianco sapevo di riuscire a farcela.

Tutto è più semplice se lui mi tiene la mano.

<Sì te lo faccio vedere. Mi sto solo vendicando per tutte le volte che mi hai fatto aspettare>

<Okay me lo merito>

Gli mostro il tatuaggio appena fatto, all'interno del polso, con il simbolo dell'infinito.

<Il braccialetto potrei perderlo o si potrebbe rovinare, un tatuaggio rimane per sempre e ti prometto che qualsiasi cosa succederà ti amerò per sempre>

Ha un sorriso a trentadue denti. Non se lo aspettava.

Il mio primo tatuaggio l'ho dedicato a lui.

Ieri sera David si è aperto davvero molto con me, mi ha rivelato tutto quello che prova.

Io voglio fare qualcosa per lui.

Per aprirmi, per farmi conoscere ancora di più.

Ho un'idea, potrebbe essere una pazzia ma ci tengo.

<Hai abbastanza soldi?> mi guarda stranito <ti voglio portare in un posto>

Annuisce <perfetto. Scrivi a tua mamma che non tornerai per due giorni ancora>

Siamo davanti a casa mia.

<Vieni> sta per andare nel bagagliaio per prendere la mia valigia ma lo fermo <No. Serve ancora>

Lo prendo per mano ed entriamo a casa.

<Allyson!!> la testolina bionda di mia sorella corre verso di me e mi salta in braccio <mi sei mancataaa>

<Anche tu Lily mi sei mancata>

I tre fratelli si avvicinano a noi per salutarci <amica mia> urla Samantha felice di rivedermi <avete fatto i bravi?>

<Bravissimi> dice David innocentemente.

<Ciao Jason> mi abbasso leggermente per abbracciarlo

<Nathan> lo stringo forte. Inspiro profondamemte il suo profumo di muschio bianco.

<Non mi sei mancata per niente>

<Non è vero ti sono mancata tanto>

<Sì è vero> dice stringendomi ancora di più.

Gli voglio davvero troppo bene.

<Ciao Allyson, ben tornati> Rohn ci scruta attentamente per vedere se è tutto a posto.

<Amore mio> Mamma scende dalle scale di corsa per abbracciarmi forte, mi è mancata davvero tanto.

<Mamma sono tornata per dirti che andiamo via altri due giorni>

<Ah sì? Dove andrete?> la guardo.

Tante volte non serve parlare con lei, mi capisce al volo, basta un solo sguardo.

Annuisce con un sorriso dolce <devo andare a prendere una cosa su. Trattatemi bene David> dico riferendomi soprattutto a Rohn.

Vado in camera di mamma e Rohn, quello che cerco è nel comodino dalla parte di mamma.

Torno in salotto e tutti parlano normalmente.

Rohn per fortuna ha un sorriso in volto, non sta facendo domande strane e non sta mettendo in imbarazzo David.

<Noi andiamo> dico rivolgendomi a tutti.

David si alza dal divano e mi raggiunge.

<Non mi mancherai per niente> mi sussurra Nathan abbracciandomi.

<Immagino>

Salutiamo tutti e torniamo in macchina, pronti per un'altra avventura.

<Dove andiamo?>

<All'aeroporto di Milano Malpensa> mi guarda stranito ma mette in moto fino a quella destinazione.

****

Scendiamo dalla macchina e prendiamo le valigie.

Entriamo all'aeroporto e un mix di ricordi mi appaiono davanti.

È lo stesso aeroporto di qualche mese fa.

È stato l'inizio di tutta la mia nuova vita.

<Arrivo, vai a sederti sui seggiolini> dico a David prima di allontanarmi.

Dopo essere andata alla biglietteria per prendere i biglietti torno da David.

Mi siedo nella seggiola di metallo vicino a lui.

Metto le gambe sulle sue e la testa nell'incavo del suo collo per sentire meglio il suo profumo di menta.

<Mi stai portando dove penso io?>

<Può essere, dipende cosa pensi>

****

Sono emozionata.

Mai avrei pensato di tornarci.

Siamo nella mia città.

In uno dei taxi londinesi.

La temperatura è molto più umida rispetto all'Italia.

Dobbiamo ringraziare che non stia piovendo, come sempre.

Pago il tassista e scendiamo dal taxi.

Ci ha lasciato proprio davanti alla mia vecchia casa.

Prendo le chiavi dalla tasca.

David mi tiene la mano per darmi coraggio.

È molto felice che mi stia aprendo con lui, che gli stia facendo conoscere questa parte della mia vita.

Ma so anche che se non dovessi farcela non mi obbligherebbe.

Lui mi ha sempre portato rispetto.

Il cancelletto si apre e io entro seguita da David.

Il piccolo giardinetto con la casetta sull'albero che avevo costruito con cura insieme a papà ci si para davanti.

Una lacrima mi scende

Riesco quasi a vedere io che corro per il giardino e papà che mi rincorre. Riesce a prendermi e mi tiene sopra. I nostri sorrisi si mescolano.

<Amore se non ce la fai andiamo>

<Sì che ce la faccio>

Entriamo in casa.

Il profumo mi invade le narici.

Il profumo di casa.

Il profumo della mia infanzia e della mia adolescenza.

Il profumo di papà.

Il profumo di papà mescolato a quello di mamma, di Emily e del mio.

Il profumo della mia famiglia insieme a quello di menta di David.

<Mamma non è riuscita a venderla questa casa, penso che non riuscirà mai> dico mostrandogli il salotto.

È spoglia rispetto all'ultima volta.

Qualche mobile c'è ancora.

Apro la porta della mia camera, il letto da una piazza è in mezzo alla stanza.

<Come mai sono azzurre le pareti?>


<Papà quando ha saputo che mamma fosse incinta era convinto che fosse un maschio... Diciamo che non aveva un grande intuito> scoppiamo a ridere.

<Però non ho mai voluto cambiarlo questo colore. Appunto perché l'aveva scelto lui> lo vedo sorridere <ho sempre avuto una forte ammirazione per papà. È sempre stato il mio eroe, il mio principe. Mi sono sempre immaginata che il mio fidanzato sarebbe stato simile a lui>

Un messaggio interrompe il mio discorso.

È un messaggio di mamma: *Vai nel mio comodino, c'è una cosa per te. Scusami se è corto*

<Ehi che succede?> mi chiede dolcemente David vedendo probabilmente la mia faccia stranita.

<È un messaggio di mamma, vieni con me>

Dico prendendogli la mano e uscendo dalla mia stanza.

Camminiamo per tutto il corridoio fino alla porta della camera dei miei genitori.

Quella porta che ho sempre fatto fatica ad aprire dopo la morte di papà.

Appoggio titubante la mano sulla maniglia.

Ce la devo fare.

David appoggia la sua mano sulla mia.

Mi giro un attimo verso di lui prima di aprire la porta, mi sorride.

Quel sorriso mi ha da sempre stregato, è stata la mia condanna e la mia ancora su cui aggrapparmi.

La camera dei miei genitori è identica a come l'abbiamo lasciata, con la differenza che adesso c'è decisamente più polvere.

Il grande letto matrimoniale è al centro della stanza e intorno ci sono diversi armadi color tortora.

Mi avvicino a passi lenti verso il comodino di mamma.

È quello a sinistra, mi ricordo che papà mi diceva sempre che voleva che mamma stesse nella parte di sinistra perché era la parte più lontana dalla porta, se fosse successo qualcosa ci sarebbe stato lui a proteggerla.

Ma soprattutto perché il cuore nel nostro corpo è leggermente a sinistra, lei gli aveva rubato il cuore e quindi era giusto che stava lì.

Una piccola lacrima scende dal mio viso al ricordo di lui così innamorato di mamma.

Apro lentamente il cassetto del comodino di mamma.

Le mie mani tremano dallo stupore e dalla gioia.

È una videocassetta.

La prendo delicatamente come se fosse la cosa più preziosa al mondo.

<Non ci posso credere> sussurro a me stessa

<Amore...> sobbalzo leggermente quando David mi accarezza la schiena, ero così immersa nei miei ricordi che mi ero quasi scordata della sua presenza.

<Andiamo a vedere la videocassetta, ho visto che in salotto c'è un lettore>

Mi prende per mano e mi porta in salotto.

Io mi siedo sul divano ancora sotto shock.

David intanto è indaffarato a collegare i fili e cercare di fare andare la videocassetta.

La televisione si accende.

Si vedono delle strisce bianche e nere.

Non so se funziona molto bene.

<Piccola mia> esce dalla televisone.

La pelle d'oca mi ricopre tutto il corpo.

Una lacrima calda mi riga il viso fino ad arrivare sulle mie labbra.

Mi era mancata la sua voce.

La stavo iniziando a dimenticare e questa cosa mi faceva infuriare con me stessa.

<Come stai? Io sto alla grande direi>

Non stava bene io lo so, ma voleva farsi vedere sempre al meglio.

Usava tutte le energie possibili per farsi vedere sorridente.

Un rumore strano esce dalla televisone e finalmente scompaiono le strisce bianche e nere.

C'è lui.

Mio papà seduto su uno sgabello che guarda verso la telecamera.

<Katherine sei sicura che stia riprendendo?> chiede papà guardando leggermente più in alto rispetto alla telecamera.

<Sì amore sono sicura> dice mamma seguita da una leggera risata di entrambi.

Mi manca sentirli ridere insieme, era il suono più bello di tutti.

<Allyson> dice papà riportando l'attenzione verso la telecamera <volevo solo dirti che ti amo da impazzire, sei e sarai sempre la mia principessa> un singhiozzo fuoriesce dalle mie labbra.

Mi avvicino alla televisone in modo da vederlo meglio, da sentirlo più vicino.

David intanto mi abbraccia da dietro.

<Se stai guardando questo video è perché probabilmente non ci sarò più. Voglio che tu sappia che io non avrei mai voluto abbandonarvi. Ho lottato con tutte le mie forze ma non ce l'ho fatta>

Io lo so, lui non ci avrebbe mai voluto abbandonare, per niente al mondo.

Sento un singhiozzo di mamma.

<Spero che non ti dimenticherai mai di me e spero di essere stato un buon genitore>

Lui è stato il migliore papà che si possa desiderare, non ci sono parole per descriverlo.

In pochi anni, mi ha insegnato a stare al mondo.

<Io ti conosco Ally, so che sei una bambina responsabile. Prenditi cura di mamma e di Emily. Mi dispiace non poterci essere in tanti momenti, ma l'importante è che io ci sia nel tuo cuore, se così sarà, io è come se ci fossi>

Dicono che una persona muore realmente quando la si è dimenticata.

Mio papà non morirà mai nella mia vita.

Racconterò di lui a tutti.

Racconterò di tutto quello che ha passato, della lotta che ha dovuto affrontare.

Racconterò di quanto sia stato un padre, un marito ed un uomo esemplare.

<Ti amo tanto Allyson, ricordati che sarai sempre la mia principessa>

L'ambiente cambia, si vede papà ringiovanito di almeno quindici anni.

<Dai principessa vai dalla mamma> dice papà.

La telecamera si sposta più in basso rispetto al viso di papà.

Ci sono io davanti a lui, che tengo le mie due manine tra le sue.

Dopo qualche passetto cado ma papà è sempre lì pronto a prendermi.

<Ma come è brava questa principessa, sta imparando a camminare> dice esaltata mamma.

Di nuovo le strisce si presentano nella televisone.

Il video è finito.

Papà ha voluto lasciarmi un ultimo ricordo prima di andarsene, un piccolo video di quando stava ancora abbastanza bene.

Mi manca così tanto.

Mi manca tutto di lui.

Vorrei riaverlo qui tra le mie braccia ma non è possibile.

Mi giro verso David e lo abbraccio forte.

Mi aggrappo a lui e piango tutte le lacrime che ho in corpo.

Non mi aspettavo questo video, è come se mi fossi portata per un minuto papà qui con me.

L'ho rivisto e ho sentito di nuovo la sua voce.

Questo mi basta, dato che non posso riaverlo completamente indietro.

Mi stacco leggermente da David e mi asciugo le lacrime che mi rigano ancora la faccia.

<Andiamo voglio portarti in un altro posto> dico prendendogli la mano.

David non parla molto.

Vuole solo ascoltarmi.

Probabilmente ha paura di dire qualcosa di sbagliato.

Gli faccio capire che sto bene ed è tutto a posto.

È vero, sto proprio bene adesso.

Usciamo di casa e ci incamminiamo.

Il luogo è abbastanza vicino.

<Dove mi stai portando?>

<Ovviamente non te lo dico. Lo vedrai. Ti fidi di me?> in tutta risposta mi dà un bacio a stampo.

Lo prendo come un sì.

<Mi fa piacere che mi hai portato qui. Mi hai sorpreso>

<È la prima volta che ci ritorno. In realtà non pensavo neanche di tornarci. Ma con te mi sembra che tutto possa essere possibile. Ti amo lo sai?>

<Non credo di avere sentito bene. Puoi ripetere l'ultima parte?>

<Ti amo> urlo <ti amo David con tutto il mio cuore> mi avvicino a lui e lo bacio.

Delle persone mi guardano stranite perché sto urlando.

Non mi interessa.

Ho bisogno che lui capisca che io lo amo con tutto il mio cuore.

Guardo dall'altra parte del marciapiede e la vedo.

Un sorriso si apre sul mio viso.

È girata di spalle.

Ha delle calze a rete nere, dei pantaloncini in jeans e una giacca in pelle nera.

Mi ricordo quanto amava vestirsi di nero.

Quei capelli corvini con le ciocche viola li riconoscerei ovunque.

<Vieni con me. Devo salutare una persona>

Attraverso la strada correndo.

Un clacson suona dato che sono sbucata dal nulla e rischiava di investirmi.

Sono dietro di lei.

Le copro gli occhi con le mie mani e sento il suo corpo sussultare.

<Chi sei?> dice con la voce preoccupata.

<Non ti voglio rapire tranquilla> scoppio a ridere.

È un attimo.

Mi toglie le mani dai suoi occhi e si gira.

<Allyson!!> si butta tra le mie braccia e io l'abbraccio forte.

Il suo profumo mi era mancato così tanto.

Lei mi era mancata.

In questo tempo passate lontane ho capito quanto lei effettivamente era importante per me.

Dovevo solo accorgermene.

<Cosa ci fai qui? Torni a casa?> si stacca da me ed è elettrizzata.

In questo momento sembra Samantha.

Scuoto la testa in senso di negazione e il suo sguardo diventa triste.

<Sono tornata per far conoscere a David una parte di me>

I suoi occhi color nocciola si spostano verso lui.

Allunga la mano e lui gliela stringe.

<Piacere sono Britney>

<È una mia amica importante> mi intrometto io.

Lo sguardo di lei si illumina.

Non le avevo mai detto che lei era importante e a pensarci nemmeno che era una mia amica.

<Adesso lo porto in un posto, ti va di vederci per cena?> le chiedo dolcemente e lei accetta.

Torniamo ad incamminarci.

Mi giro per un attimo ancora.

I suoi capelli corvini con le ciocche viola si allontanano sempre di più.

<Mi ha fatto piacere vederla così felice. È davvero una brava ragazza e io non l'ho mai apprezzata abbastanza>

<Penso che ti abbia già perdonata. Adesso si vedeva che eri sincera. Da quando sei arrivata in Italia sei cambiata. Hai imparato a rimetterti in gioco. A pensare a quello che ti si dice. Prima probabilmente se ti avessero detto di riprovarci con Britney, tu non avresti accettato. Ti sarebbe stata comunque indifferente>

Ha ragione.

Da quando sono in Italia sono cambiata molto caratterialmente.

È cambiata molto anche la mia vita.

Queste persone sono entrate nella mia vita e me l'hanno stravolta in positivo.

E io sono orgogliosa di avercele al mio fianco.

Dalla prima all'ultima.

Siamo arrivati.

Saliamo gli scalini.

Un cancello imponente è aperto davanti a noi.

La presa sulla mia mano si stringe di più.

David ha capito dove siamo.

Faccio un respiro profondo e proseguo.

Ci invade solo il rumore dei sassolini sotto ai nostri piedi, ad ogni nostro passo.

La sua tomba è davanti a noi.

"Daniel Lerman 18/08/1965-06/01/2006"

È bello in quella foto.

Una lacrima calda mi bagna il viso e altre la seguono copiosamente

<Sai, non ci venivo dal suo funerale> mi avvicino alla sua foto e lascio un dolce bacio.

Voglio immaginare di baciare la sua guancia morbida, leggermente ricoperta dalla barba bionda.

<Siete uguali> dice David ammirando la sua foto. È vero.

Il mio viso è identico al suo.

David si avvicina a me e mi stringe la mano.

<Ciao Daniel, scusami se ti do del tu> ma cosa sta facendo? <Credo sia stato ingiusto che la vita ti abbia portato via in questo modo. Il tumore è-è ingiusto> la sua voce si incrina e i suoi occhi si abbassano <È come un terrorista bendato che spara alla gente> alza lo sguardo.

Ha uno sguardo spento e una lacrima gli riga il viso.

Vorrei prendermi tutto il suo dolore.

<Grazie Daniel per aver fatto nascere Allyson. Ti prometto che mi occuperò di lei... Finché posso... Fino al mio ultimo respiro> sono in un bagno di lacrime.

Non posso non amarlo.

Ed è così tenero che stia parlando con la tomba di mio papà.

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