Capitolo 17

Taehyung




"Cosa dice?"

"È di mia sorella...l'avvocato ha accettato il mio caso"

Non voglio andarmene, non voglio lasciarlo da solo in questa prigione. Come farò senza di lui, senza la sua dolce voce, senza le sue carezze? Non posso perderlo adesso che è tutto così perfetto. Voglio averlo con me ogni secondo della mia vita.

Perché non posso essere felice con la persona che amo?

Dopo la lettera di mia sorella e il mio crollo nel leggere che probabilmente sarei uscito, che avrei assaggiato di nuovo la libertà, incontrai l'avvocato che mi avrebbe difeso. Una donna determinata e affidabile, molto capace e con tanta pazienza.

All'inizio ho cercato di farle perdere tutte le cause, ma sorprendentemente lei riusciva a rigirare la situazione a suo vantaggio. Ricordo cosa mi disse dopo il terzo incontro: "Taehyung sei il primo cliente che desidera perdere" lo disse con un sorriso gentile, voleva capire il perché del mio comportamento. In quel momento scoppiai a piangere e le raccontai tutto, Jungkook cercava di convincermi che era la cosa giusta da fare e che per lui andava bene, ma vedevo il suo sguardo incredibilmente triste quando credeva che non potessi vederlo. Ogni volta che mi tocca lo fa come se fosse l'ultima, ogni volta che mi bacia lo fa con la paura di perdermi, sento la sua sofferenza in ogni sua azione.

"Taehyung" ansima nel mio orecchio provocandomi brividi per tutto il corpo. Questa sarà l'ultima notte che passeremo insieme, chissà quando riuscirò a vederlo di nuovo.

"J-jungkook" lo sento spingere in me con rabbia e frustrazione miste ad amore e tristezza. Sta cercando di imprimersi nella mente ogni sensazione, ogni piccolo dettaglio e la stessa cosa sto facendo io. Voglio ricordare le sue mani che mi stringono, le sue braccia che mi fanno sentire al sicuro e protetto, il sapore delle sue labbra, il suo profumo. I movimenti del suo bacino rallentano rendendo la cosa più dolce, fa scontrare le nostre labbra in un bacio tenero.

È come un video messo a rallentatore, sembra surreale. Si muove lentamente, le sue spinte vanno in fondo togliendomi il fiato, le sue labbra si muovono piano contro le mie in un bacio che nessuno dei due vuole interrompere. La mia erezione sfrega contro i suoi addominali, probabilmente non sopravvivrò a tutto questo, è troppo intenso. Il linguaggio del suo corpo non aiuta la mia situazione, sta cercando di farmi sentire tutto il suo amore e la sua tristezza nel vedermi andare via.

È troppo lento ma va bene così, lo lascio fare, so che lo fa perché vuole rimandare il momento del distacco. Siamo stati svegli tutta la notte, è quasi l'alba mentre Jungkook continua a spingere nella mia apertura. Intreccio le dita tra i suoi capelli per fargli alzare la testa, si è nascosto nell'incavo del mio collo senza alcuna intenzione di alzarsi. "Jungkook ti prego" voglio vederlo ma lui non me lo permette.

Inizia a spingere sempre più forte e veloce negandomi la vista del suo viso, rafforzo la presa sui suoi capelli stringendolo di più sul mio corpo. Veniamo entrambi, sfiniti e stanchi, quando il sole fa capolinea nella cella, sento il suo sperma caldo colare tra le mie gambe quando esce dal mio corpo. Continua a nascondersi nel mio collo, capisco cosa non vuole farmi vedere quando sento qualcosa di bagnato sulla spalla. No, ti prego non fare così, non voglio che tu pianga. Il suo corpo viene scosso da singhiozzi silenziosi, continuo a lasciargli carezze per tranquillizzarlo ma sembra non funzionare. Presto lo seguo iniziando a piangere come un bambino.

"Jungkook per favore" la mia voce è interrotta dai singhiozzi, riesco a malapena a parlare. "Voglio vederti e baciarti, ti prego" le sue braccia mi stringono di più per minuti interi. Quando sto per perdere le speranze, lui esce dal suo nascondiglio per poggiare la sua fronte sulla mia. "Non volevo mi vedessi in queste condizioni, perdonami" dai suoi occhi rossi continuano ad uscire lacrime che cadono sulle mia guance mischiandosi alle mie. "Baciami" mi accontenta subito.

È un bacio colmo di tristezza e amarezza, sa di lacrime e stanchezza. Vorrei non finisse mai, vorrei restare così per sempre, le sue labbra sulle mia mentre mi stringe con le sue forti braccia circondato dai nostri profumi fusi a formare la nostra essenza. Sento i polmoni bruciare per l'assenza di ossigeno ma non mi stacco da lui, voglio continuare a sentirlo.

Non voglio andarmene.

"Ragazzi, mi dispiace ma...Taehyung devi prepararti" la voce di Jin interrompe quel momento magico, non ho mai odiato così tanto lo hyung, neanche per le sue battute stupide. Entra nella cella per posare il completo che dovrò indossare in aula, per poi andarsene in silenzio. In quegli attimi Jungkook è tornato a nascondersi nel mio collo, la sua presa è più forte: non vuole lasciarmi andare e io non voglio andare. Continuo a fissare quel completo senza vederlo per davvero, vorrei prendesse fuoco ma questo non fermerebbe il processo. All'improvviso Jungkook si alza, coprendosi con il lenzuolo, si avvicina al completo togliendolo dalla plastica. "Andiamo hyung, è il tuo ultimo processo" sembra così piccolo e indifeso adesso, avvolto nella sua sofferenza. "Jungkook" avvolgo il suo viso con le mie mani facendo scontrare ancora le nostre labbra. Mi stringe i fianchi ricambiando per pochi secondi, è stato veloce ma siamo entrambi affannati.

In silenzio inizio a vestirmi, lui mi aiuta ad annodare la cravatta blu di quell'orribile completo altrettanto blu, scelta di mia sorella. "Il blu è un colore che dona pace" si è giustificata quando ho espresso il mio disappunto.

Quando Jin viene a prendermi, anche Jungkook si è rivestito. Con un piede fuori dalla cella ed uno all'interno continuo a rimandare l'inevitabile, continuo a baciarlo ad ogni passo fino a che non sono completamente fuori.

Jin chiude le sbarre dividendoci definitivamente.

Non voglio andarmene.

._._._._._.

In aula mi fissano tutti, chi compassionevole, chi indifferente e chi confuso. Sento lontano la voce del mio avvocato che parla con i giudici. È passato un anno da quando mia sorella mi ha inviato quella lettera, un anno in cui io e Jungkook abbiamo passato ogni singolo secondo insieme. Non riesco ad immaginarmi senza di lui, al solo pensiero le lacrime tornano ad offuscarmi la vista. Sono così perso nella mia miserabile depressione che mi accorgo a malapena del martelletto del giudice che dichiara la mia sentenza.

"Sono lieto di dirle che è libero Signor Kim, può andare"

"Come farò senza di lui?" sussurro in modo che solo lei possa sentirmi.

"Tae puoi andare a fargli visita" cerca di consolarmi il mio avvocato.

Ma non sarà la stessa cosa.

Non lo dico ad alta voce, annuisco alle sue parole piangendo, tutti credono che lo faccia per la mia ritrovata libertà, ma non è vero. Odio questa libertà, preferisco non averla e stare con la persona che amo. Che libertà è se non sono libero di vedere la persona che più amo al mondo?

Ho ripreso la mia libertà e mai l'ho odiata così tanto.

Non voglio lasciarlo.

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