C.3 Addio
C.3
Il funerale si svolse due giorni dopo. Furono invitati tutti. Conan andò dal dottor Agasa e si fece prendere un prototipo di APTX. Non sapeva come avrebbero reagito gli altri, ma non si scomposero. Teoricamente, Conan era troppo triste per andare al funerale, e Kogoro non aveva opposto resistenza. Quindi Conan era a casa Mouri. Anche Ai andò al funerale. Rimase in disparte, mentre tutti dicevano qualche parola. Anche Kazuha ed Heiji erano andati da Osaka a Beika solo per dare le condoglianze. Il cielo era stranamente soleggiato, gli uccellini cinguettavano e tutto era in fiore. Sembrava quasi che non fosse successo niente. Solo tutta quella gente vestita di nero, facevano differenza. Anche la bara e le margherite, sembravano del paesaggio. Solo Ai, che non riusciva a guardare quel nero e di vestirsi in quel modo, si era messa un vestito porpora. Lei guardava tutti addolorati e con la testa bassa. Eri e Kogoro non frenavano le lacrime, come Sonoko. Alla fine, arrivò il momento delle condoglianze, ed anche Shinichi era li per riceverle. Agasa fece un segno all'ex donna in nero, segno che doveva andare anche lei. Ayumi era davanti a loro, arrivata dai tre, fece un piccolo inchino. Ai non riuscì a non notarla, mentre osservava quasi con sospetto Shinichi.
"Le ho distrutto l'infanzia..." Pensò malinconicamente.
Dopo il turno del dottore, arrivò finalmente lei. Strinse la mano a Kogoro e ad Eri, facendo le condoglianze. Quando arrivò davanti a Shinichi, lui non la guardò e non accettò le sue condoglianze. Ai rimase per un momento con il braccio alzato, per effettuare il gesto precedente fatto ai genitori della morta, con gli occhi lievemente spalancati. Senza troppi complimenti avanzò, mentre i suoi occhi si facevano lucidi.
"Oh no, non ora ti prego..."
Invece di tornare dal dottore, si avviò verso la fontanella del cimitero, sciacquandosi la faccia. Non poteva far vedere che stava piangendo. Poi, non era per Ran, ma per Shinichi. Lui non c'era più per lei. Se ne era andato per sempre. Infondo, non era stata lei ad ucciderla, ma Gin era venuto per lei. Però... Non è da Gin uccidere direttamente. Lei lo sapeva. Sapeva come Gin uccideva le sue vittime, specie le ragazze. Faceva sentire la paura sul loro corpo. Lei lo sapeva, perché Gin l'aveva quasi uccisa. Lui le aveva tolto la verginità, la sorella, la vita... Per il puro gusto di farlo. No. Non era stato Gin ad ucciderla; quel colpo era come se fosse stato sparato perché una persona non ne poteva più e ha premuto il grilletto. O forse era stato addirittura un colpo accidentale. Quindi, la persona che aveva fatto fuori Ran era di certo qualcuno di poco importante.
"Vodka" Pensò Ai "Gin non era solo. Ma perché ucciderla? L'aveva forse beccato fare qualcosa di losco? Probabile. Vodka non è il tipo da uccidere senza un motivo specifico, o un ordine"
Alla fine, Ai ed Agasa tornarono a casa. Non si dissero una parola; perché poi, che c'era da dire? Niente.
-Vuoi una tazza ti the, Ai?- Le chiese l'anziano appena entrati in casa
-No, grazie. Salgo in camera.
Arrivata alla porta della sua stanza, Ai sentì dei rumori. Non erano gli uomini dell'organizzazione, non li sentiva. Titubante, aprì la porta, ed una musica a tutto volume le si sparò nelle orecchie.
-When it all falls... When it all falls down...!
La bambina rimase pietrificata, nel rivederla. Cantava a squarciagola con un microfono, i capelli legati in una coda e con gli occhi verdi. Quella pazza di nome Sarah, che le aveva fatto scrivere un finale felice.
-Ciao Ai!!!- Urlò la ragazza- Come va?!
Silenzio.
-Che hai?- Continuò Sarah guardandola titubante- Hai una faccia! Sorridi!!! La vita è stupenda!
-Perché sei qui?- Chiese la bambina- E cos'è quella statuetta di Vodka sulla mia scrivania?
-Oh quella! Beh, io sono qui per festeggiare, e per venerare Vodka, che ci ha tolto un grande peso dal cuore. Siamo almeno in tre a festeggiare per la morte della cornuta!!! Ma ce ne saranno molti di più!
E fu così che la fan girl otaku pazzoide scoppiò in una delle classiche risate da psicopatica. Durò appena dieci minuti, e quello era un male, perché l'ultima volta erano solo tre.
-Ma che hai?- Ridisse Sarah- Allora?
-E' morta Ran.- Farfugliò Ai
-Come suona bene!
-Il punto è che... Cioè... E' triste! Nessuno merita di morire...
-Tranne Ran.
Ai la guardò storta.
-Oh, ora non dirmi che non sei felice per la morte di quella!
Ai si sedette sulla poltroncina che aveva in camera e spense il computer, che continuava a mandare il karaoke di Ghost Town.
-Shinichi è triste, quindi mi dispiace che sia morta.
-Solo per questo!
-Ma non capisci?!- Urlò la ramata- E' finito tutto!
Rimasero a fissarsi per qualche secondo.
-E' finita... Shinichi non mi guarderà mai più in faccia...- Sussurrò Ai- Io non chiedo molto. Solo che lui mi capisca, mi guardi per una volta.
Sarah la abbracciò, accarezzandole i capelli.
-Puccia mia, le strade dell'amore sono frastagliate, e ce ne vorrà prima che quel Gurzo (Conan) capisca ciò che provi. Però, si è tolto il problema principale. Che bello! Ran è morta, olè!
-Sei pessima a dare consigli.
L'ex donna in nero si alzò, aprì un cassetto e, sotto il suo manoscritto, prese una pillola.
-La prima l'ho buttata in un lago.
-Questa me la segno. Potrei far annegare Voldemort!
-Che?
-Niente. Ho anche altre fan fiction per la testa.
-Comunque, ora gliela darò. Tanto vale, non trovi?
Sarah annuì. Ai si avviò verso la porta, e, girandosi chiese:
-Non è che potresti venire anche tu... Infondo, per quella storia del ba...
Ma la ragazza, che un attimo prima era seduta sul letto, era sparita.
-Shinichi, dobbiamo parlare.
-Di cosa, dottore?
-Perché non hai accettato le condoglianze di Ai?
Il ragazzo abbassò lo sguardo. Il dottore l'aveva chiamato e gli aveva detto di andare a casa sua il prima possibile. Non si aspettava che gli chiedesse questo, o che se ne fosse accorto.
-E' colpa sua- Sussurrò- E' colpa sua se ho perso la mia Ran. La mia dolce Ran.
Shinichi emise un guaito e si toccò la nuca, convinto di aver ricevuto uno schiaffo, anche se dietro di lui non c'era nessuno.
"Scemo!" Pensò Sarah, sotto il mantello dell'invisibilità.
-L'ha uccisa lei?- Domandò il dottore, ironicamente- A me non sembra.
-Sono venuti a cercare lei- Continuò il ragazzo- E' colpa sua. Se mi avesse dato l'APTX adesso non sarebbe successo niente.
-Davvero?
Entrambi si girarono, vedendo Ai in piedi. Per un secondo, a Shinichi sembrò che ci fosse qualcosa sotto la sua maschera fredda. Nei suoi occhi. Poi, abbassò lo sguardo, con fare contrariato.
-Non ti sopporto proprio, Haibara.
Lui si alzò e corse via. Mentre il dottor Agasa guardò la bambina. Lei, avanzò verso la porta e la chiuse alle sue spalle, seguendo Shinichi.
-Perché mi segui?- Domandò lui, dopo aver corso fino al Tropical Land, dove era iniziato tutto.
-Perché voglio parlarti.- Disse lei.
-Avanti parla.
Ai non disse niente. Gli prese la mano, e gli mise l'APTX. Lui la osservò ancora un momento.
-Credo di non capire- Disse, cercando di restare calmo.
-Ho finito. Questo è l'antidoto.
-Tu... tu... BRUTTA STRONZA!- Urlò il ragazzo liceale- HAI ASPETTATO CHE RAN SE NE ANDASSE PER RIDARMELO?! CHISSA' DA QUANTO TEMPO ERA PRONTO? HAI CHIAMATO I TUOI AMICHETTI PER FARLA FUORI! NON E' COSI'?! NON E' COSI'?!
La ramata sussultò. Come poteva credere ad una cosa simile? Come poteva pensare che lei fosse ancora alleata con gli uomini in nero? Dopo tutto quello che le era successo... Lui stesso l'aveva vista nella sparatoria contro Gin. Non stavano scherzando.
-Come puoi pensare questo, Shinichi?
-Non osare chiamarmi con il mio nome! Tu non sei degna nemmeno di guardarmi! Non sei degna di vivere! Dovevi morire tu, non Ran!
Ai cadde a terra, stordita.
-Ti prego... smettila...- Supplicò.
-Tu che supplichi? Supplicare non la riporterà indietro! Non la riporterà indietro, chiaro?!- Shinichi era sicuramente fuori controllo, perché non avrebbe mai detto quelle cose. O forse era davvero quello che pensava di lei?- Devi andartene! Vuoi farmi felice? Allora va all'inferno! E' li che meritano di stare gli assassini!
Ma prima che potesse dire altro, venne interrotto da un grido acuto ed addolorato. Ai aveva gli occhi chiusi, dai quali scendevano lacrime amare, e piangeva. Piangeva fortissimo, quasi come se fosse stata davvero una bambina piccola.
-Basta! Tu non capisci mai! Non sei un detective, sei solo uno sbruffone pieno di arie che non capisce!- Urlò lei- Addio per sempre Shinichi Kudo!- E corse via.
Ai si sedette sulla poltrona in camera sua e, guardando l'APTX, gli occhi continuarono a riempirsi di lacrime.
-E' tutta colpa tua...- Sussurrò, guardando la pillola- E' colpa tua se mi hai di nuovo fatto amare qualcuno. Preferisco non amare piuttosto che continuare a vivere queste giornate inutili, che non passano mai- Si alzò, ed asciugandosi le lacrime disse- Ho deciso.
Shinichi si sedette su di una panchina. Non riusciva ancora a credere di aver detto quelle cose.
"Ma che mi è successo?" Pensò "Non è mica colpa sua! Io dovevo proteggerla..."
Non sapeva se si stesse riferendo a Ran o Ai, ma non fece nemmeno in tempo a pensarci, perché un dolore gli lacerò tutte le ossa. Quando riaprì gli occhi, era di nuovo un bambino di sette anni. Frugò nella tasca dei pantaloni ormai troppo grandi per lui, ed osservò l'antidoto.
-Insomma, per quanto tempo guarderai quella stupida pillola?!- Sbottò una voce
Lui si girò, e vide Sarah, con la sua bacchetta in mano, guardarlo con aria severa.
-E tu chi sei? Mi sembri familiare.
Sarah sbuffò e, con un tocco della bacchetta fece comparire addosso al bambino dei vestiti adatti alla sua età.
-Come hai...?
Sarah, senza fare troppi complimenti, sussurrò.
-
Conan si alzò in aria, e cominciò a fluttuare come un cretino.
-Come fai...?! Fammi scendere!
-Ok, come vuoi.
Sarah fece cadere a terra Conan con un tonfo.
-Ti lancerei un bel Crucio per come ti sei comportato con Ai. Ringrazia che è una maledizione senza perdono, ed io non voglio rincontrare Armando.
-E chi è Armando?
-Un dissennatore, ok? Ed ora muoviti! Ai sta partendo, per sempre!
Il ragazzino sbiancò.
-Co...Come?
-Le hai detto tu di sparire. Ti sta rendendo felice. Il suo aereo partirà fra quindici minuti!
Conan non rimase ad ascoltarla, corse all'aereoporto. Non poteva lasciare che se ne andasse. Sentiva dentro di se un'ansia fortissima, e non era per la morte di Ran, ma perché perdere Ai era ancora peggio, solo che ancora non se ne rendeva conto.
-Haibara!- Urlò- Haibara dove sei!?
Continuò a guardarsi in giro, in quel casino. Poi la vide. I suoi capelli ramati spiccavano. Ma qualcosa non andava... Era più alta di una qualunque bambina.
"Ha preso l'APTX?!"
-Haibara!- Urlò Conan, cercando di raggiungerla in quel chiasso, ma veniva spintonato via- Non andare via! Guardami! Sono qui! Ti prego! Accorgiti di me, Shiho!
Ma poi, vide la ragazza salire sull'aereo, senza che lo degnasse di uno sguardo. Un rombo assordante gli perforò le orecchie, e l'aereo si alzò in volo. Ora, tutte le persone non intralciavano più il percorso del bambino. Ora che era troppo tardi. Ai era partita. Era andata via per sempre. Questo era centomila volte peggio di Ran in quella bara. Conan cadde a terra, guardando il cielo.
-No... Non è vero...
Rimase a fissare il cielo per cinque minuti, con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa. Poi, qualcosa gli coprì la visuale. Era una bambina con un cerchietto, e stava piangendo.
-E' colpa tua- Sussurrò Ayumi- L'hai fatta andare via per sempre! Ti rendi conto di quanto soffre?! Io ti odio Conan, ti odio!- La bambina cominciò a prenderlo a pugni, ma poi si mise a singhiozzare e smise.
Conan non la stava ascoltando.
-Shiho...-Sussurrò
Intanto, la ragazza guardava fuori dal finestrino, con le lacrime agli occhi. Ripensò al saluto che aveva fatto ad Agasa e ad Ayumi. La piccola aveva insistito nell'accompagnarla, con le lacrime agli occhi.
"E' meglio per tutti. Non sarete in pericolo. Poi, ti sto rendendo felice Shinichi. Spero che potrai ricostruirti una vita. Io ricomincerò a non amare, però devo ammettere che ti amo. Dal primo momento che ti ho visto, Shinichi. Ho sempre fatto di tutto per vederti felice; farò anche questo. Non avrò mai la coscienza a posto, ma il pensiero che hai avuto quella pillola mi fa stare bene, perché so che andrai avanti, perché tu sei forte. Anche se... Dove...dove ho sbagliato? Cosa ho sbagliato? Io darei la vita per te. Io ti ho amato con tutta me stessa, però non è bastato."
Mi sono concessa di apparire in questo capitolo xD
Ebbene sì. Per via del mio Imperio nella precedente fanfiction, sono ricercada ad Azkaban, dal dissennatore Armando. Vabe, ma non importa tanto questo...
Puccia mia, sei partita... Comunque non so voi, ma Ayumi per me è troppo tenera, almeno in questa storia, perchè sembra quasi una mini versione di Ran nell'anime e nel manga... E già ho sopportato due Ran in Conan vs Lupin III DX .Ora facciamo soffrire il Gurzo come si deve! *risata malvagia che dura un'ora*
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