Polvere di Biancospino

Il bussare insistente della porta mi sveglia di soprassalto.

Mi alzo lentamente con il corpo rigido dal freddo. Penso che arriverà il giorno in cui non mi alzerò più da questo dannato letto a causa di un ipotermia.

Apro lentamente la porta tenendo dietro la schiena il pugnale che mi regalò una volta mio padre.

Il volto di Shikha però era l'ultimo che mi aspettavo così mi rilasso -C'è qualcosa che non va?- le domando osservando il suo respiro ansimante.

Lei annuisce per poi scuotere la testa -Stanno arrivando i Prodigi-

Raddrizzo le spalle stringendo il pugnale -Perchè?-

Lei indica la distesa di terra dietro la mia casetta -Useranno il villaggio come base-

-Cosa intendi?- il mio tono glaciale non è rivolto a lei ma non può fare a meno di sussultare.

-Gli Oscuri, ci sono dei problemi con gli Oscuri. Si manifestano molto più frequentemente e loro stanno organizzando una caccia- parla velocemente mangiandosi le parole. I capelli bianchi sono completamente spettinati e coperti di terriccio come se avesse dormito per terra.

Gli Oscuri sono gli esseri che tormentano questo mondo. Coloro che uccidono famiglie e che rapiscono i bambini succhiando la loro anima pura. Una maledizione inflitta al nostro popolo molti secoli fa. Sono i discendenti del Corvo Oscuro.

Le appoggio una mano sulla spalla -Tranquilla, come fai a saperlo?-

Lei mi guarda fisso e dopo qualche secondo parla di nuovo -Come sta tua mamma?-

Sento il mio corpo afflosciarsi come un palloncino sgonfio. Le informazioni sono finite per oggi. -E' morta due anni fa-

I suoi occhi scuri si riempiono di lacrime -Povera Tatiana! E Clarissa?-

Tolgo la mano dalla sua spalla lasciandola ricadere al mio fianco -Clarissa sta per sposarsi-

Lei sussulta portandosi una mano al cuore -Ma Clarissa ha solo...-

-No, Clarissa ha ventisei anni-

Lei sembra rilassarsi e sfoggia un sorriso circondato da profonde rughe -Le ombre continuano a danzare sulla ferita-

Si volta senza rivolgermi neanche un saluto. Canticchia sotto voce canzoni che solo lei conosce.

Con il cuore pesante chiudo la porta. Le sue visite sono sempre così enigmatiche e ora non so neanche se ciò che dice è vero.

Mi infilo gli stivali e mi catapulto fuori dalla casetta. Non ho neanche un cappotto per ripararmi dal freddo pungente così stringo le braccia attorno al petto.

Se c'è una persona che sa tutto è proprio Thirya anche se incontrarla ferirebbe il mio orgoglio.

Quando passo saluto tutti. C'è chi mi sorride gentilmente e chi mi fa un cenno col capo in segno di riconoscenza. Ho sempre aiutato tutti quando si sentivano minacciati da qualcuno.

Non posso negare di aver ucciso molti uomini che cercavano di sfruttare fatalmente intere famiglie.

Sono come una sorta di protettrice e nonostante il sangue mi macchi le mani sono felice di poter regalare un po' di pace in mezzo a questo disastro. Anche se la pace non arriva per me.

Uccido sopratutto Oscuri, ho un certo sesto senso per trovarli nonostante loro abbiano sembianze umane. Però ho scoperto che nel loro travestimento c'è sempre una piccola sbavatura. Basta prestare attenzione.

Quando entro nel negozio di Thirya lei mi fissa stranita -Diane-

Mi appoggio al bancone mantenendo però un portamento rigido -E' vero che i Prodigi stanno arrivando al villaggio?-

Lei mi scruta per qualche istante come se non volesse rispondermi ma dopo aver notato il mio sguardo parla -Si, stanno per arrivare e occuperanno una landa di terra. Quella dietro casa tua-

Annuisco seccamente maledicendo quei bastardi -Bene, grazie-

Sto per andarmene ma la sua voce mi ferma -Mi dispiace per ieri-

-Tranquilla, è ciò che pensano tutti infondo- mormoro però senza voltarmi.

Apro la porta facendo tintinnare i campanellini ed esco ripiombando nel freddo.

Era vero, gli attacchi degli Oscuri sono sempre più frequenti. Solo questa settimana ne ho uccisi tre. Prima generalmente mi capitava due, tre volte al mese. Non so a cosa sia dovuto ma è un grosso problema.

In teoria non è un problema mio dato che se ne devono occupare i Prodigi ma ovviamente la loro protezione si estende raramente fino a Ravenshore.

Mentre la mia mente è alla continua ricerca di una risposta una voce mi giunge da lontano. Una voce che conosco. Da poco.

A qualche passo di distanza il ragazzo dai capelli scuri e il biondo parlano animatamente insieme a un altro ragazzo.

Tutti e tre portano la divisa rossa con scaglie dorate. Attorno alla vita hanno una cintura di cuoio che regge una grossa spada dal manico scintillante.

Il primo ha notarmi è il biondo che dopo aver sorriso si dirige verso di me con passo calzante.

-Chi si rivede- afferma maliziosamente.

Cerco di trattenermi dal sputargli in faccia -Sai com'è, in un piccolo villaggio come questo è difficile evitare anche le persone indesiderate-

Nel mentre anche gli altri due lo affiancano. Quello con i capelli scuri però sembra particolarmente attento come se temesse che da un momento all'altro tagliassi la gola al suo amico.

Nonostante capisca la mia allusione non perde quel fastidioso sorrisino -Che caratterino tua madre non ti ha insegnato ad essere cortese?-

Serro i pugni così forte da conficcarmi le unghie nel palmo.

Calma.

Calma.

-Non vorresti mica deluderla- continua lui imperterrito.

Fanculo.

Gli conficco il ginocchio nei gioielli di famiglia per poi tirargli un pugno sul naso. Immediatamente il sangue inizia a colargli macchiandoli la divisa immacolata.

Quello dai capelli neri cerca di fermarmi ma io essendo più piccola e più agile sguscio via dalle sue braccia colpendo nuovamente la schiena dell'amico con una gomitata.

-Non osare trattarmi con sufficienza sola perchè sono umana- affermo senza neanche avere il fiatone per la mia impeccabile scenetta -Idiota-

-Fai attenzione umana- sibila il ragazzo dai capelli scuri avvicinandosi di un passo. I suoi occhi neri mi fissano intensamente tenendomi inchiodata sul posto.

Incrocio le braccia davanti al petto continuando questo gioco di sguardi -Davvero? Se ti sai difendere come il tuo grande amico guerriero direi che posso dormire tranquilla-

Assottiglia gli occhi stringendo lievemente i pugni -L'hai solo colto alla sprovvista, potrebbe ucciderti senza neanche battere ciglio-

Scoppio in una risata pura e genuina -Non è forse questo il vostro compito? Essere preparati all'imprevedibile?-

Lui fa un altro passo nella mia direzione ma il terzo ragazzo gli appoggia una mano sulla spalla -Lascia perdere Noah-

Il biondo alza la testa dalla sua posizione accovacciata e mi lancia un'occhiata mortale che però non mi turba neanche un po'.

-Siete come tutti ci aspettavamo. Difendete appieno la vostra reputazione- mormoro guardandoli uno a uno .

-Forse dovreste...-

-Tutte bene ragazzi?- una donna gracile dalla pelle bianca si avvicina a noi.

Non l'ho mai vista nel villaggio ma con tutto il via e vai non mi stupisco neanche.

Noah annuisce senza però nessun accenno a un sorriso -Si, tutto bene-

Abbasso lo sguardo sulle mani sporche della donna e lo noto. Noto uno sfarfallio delle dita, continuo ma sempre uguale. Come se l'immagine proiettata sull'Oscuro non fosse totalmente precisa, come una sorta di corto circuito.

Una sbavatura.

In modo fulmineo prendo il pugnale d'argento dallo stivale destro e prima che qualcuno possa anche solo muoversi lo conficco nella fronte della donna. Un urlo glaciale e sinistro si ripercuote dal corpo che inizia ad avere delle violente convulsioni. Poi dopo un ultimo spasmo scoppia tramutandosi in una nube blu notte.

Prendo la polvere del legno di biancospino dalla tasca della gonna e la butto sopra la nube. Questa volta il ringhio e i lamenti sono ultraterreni. Mi farebbero accapponare la pelle se non ci fossi abituata.

La nube brucia a contatto con il legno letale per gli Oscuri e cade come cenere sopra il fango.

Argento per separarli dal corpo e polvere del legno di biancospino per ucciderli nella loro vera essenza.

-Avreste dovuto prevedere anche questo- mormoro raccogliendo il pugnale e infilandolo nello stivale con disinvoltura. Mi sistemo la camicia con calma e con altrettanta calma li guardo.

Il moro mi guarda con occhi sgranati, il biondo sembra incredulo come se cercasse di capire cosa fosse appena successo mentre Noah mi fissa come al solito con la mascella contratta, il volto glaciale in un'espressione indecifrabile.

Schiocco la lingua sapendo che non mi avrebbero risposto così li lascio lì con le ceneri dell'Oscuro sotto i loro piedi.

Faccio solo due passi quando la voce di Noah mi blocca -Saresti utile nell'Ordine dei Prodigi-

Mi volto lentamente e noto che non sta scherzando -Non sono interessata-

L'amico biondo lo guarda malissimo mentre si pulisce il sangue secco dal mento. Ma sembrano capire il ragionamento di Noah, cosa che mi preoccupata ulteriormente.

Noah indica il villaggio alle mie spalle -Preferisci morire qui, lottando tutti i giorni per vivere?-

Serro i pugni al mio fianco trattenendo a stento la rabbia -Cosa ne sai tu? Cosa ne sapete voi Prodigi? -

Lui accenna un sorriso mentre scrolla le spalle -L'offerta è sempre valida, pensaci-

Se ne va così, lasciandomi impalata in mezzo al fango con i pugni stretti e gli occhi assottigliati.

Potrei andare via da questo posto, aspirare ad un'altra vita e vivere senza timore. Sono sola, abbandonata alla miseria ma il pensiero di aiutare coloro che ci hanno ridotti in questo modo mi disgusta più di ogni altra cosa.

Mi sento in colpa solo al pensiero di star davvero valutando l'offerta eppure una parte di me vorrebbe evadere come ha fatto Clarissa.


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