Lei ti vede e ti protegge

Quando arrivo a castello, con il corpicino di Elene tra le braccia, sono a pezzi. Il mio corpo è irrigidito dal gelo ma almeno la bambina è al caldo con il mio mantello avvolto attorno al corpo.

L'appoggio con delicatezza sul letto e corro a chiamare Mor.

Busso frenetica alla sua porta e appena la apre non esito un secondo a prenderla per il polso e a portarla dritta in camera mia.

-Aiutami ti prego- le indico la bambina sul letto -Aiutami a curarla-

Lei sgrana gli occhi castani e diventa bianca come un cencio -Chi è?-

-Non ha importanza ha bisogno di cure- la mia voce è così disperata che Mor si volta per osservarmi.

Forse sono i miei occhi o l'espressione a spaventarla perchè non se lo fa ripetere due volte.

Scompare per qualche minuto per poi ritornare con una cesta piena di boccette, siringhe e bende.

Passa un ora di ansia pura prima che Elene apra i suoi grandi occhi celesti. Come quelli della madre.

Osserva prima me poi Mor con aria perplessa -Dov'è la mamma?-

Cerco di tenere la voce ferma -La mamma non c'è più Elene-

Mor sussulta e mi guarda come se fossi impazzita.

-Mor è inutile illuderla- sussurro velocemente per poi rivolgermi subito alla bambina -Mi chiamo Diane, starai con me per un po'-

Elene si rannicchia portandosi le ginocchia al petto -Perchè mamma non c'è più?-

-Gli angeli l'hanno voluta con sè-

Una lacrima le scorre sulla guancia rossa -Ma io volevo la mamma con me-

Le accarezzo il volto con dolcezza mandando giù il groppo in gola -Lo so, anche lei voleva stare con te ma nessuno può farci niente Elene-

Alza i suoi occhi celesti nei miei -Perchè tu sei con me?-

-Perchè la mamma mi ha chiesto di badare a te. Di proteggerti-

Elene scoppia a piangere così ringrazio Mor e le chiedo di lasciarci da sole. Mi sdraio accanto al suo corpicino e la stringo sussurrandole parole di conforto.

Passano ore prima che il sonno la porti con sè e io solo in quel momento mi concedo di chiudere gli occhi.

La luce del giorno mi colpisce gli occhi e appena li apro la realtà mi piomba addosso.

Janet. Elene.

Abbasso lo sguardo nel panico ma mi rilasso subito quando vedo Elene dormire come un angelo. E' rannicchiata sul mio fianco e mi stringe una mano con la sua.

Devo prendere da mangiare, quando si sveglierà sarà affamata.
Ho lasciato Janet a casa di Shikha...

Scendo delicatamente dal letto per non svegliarla. So di non poterla lasciare sola così vado a chiamare Mor.

Lei apre subito la porta come se fosse già preparata a un'eventualità del genere.
La cuffietta bianca è perfettamente sistemata sui suoi capelli biondi cenere e la divisa azzurra è stirata e pulita dal sangue di ieri.

-La bambina? Sta bene?- sussurra guardandosi intorno con aria sospetta.

Annuisco -Devi badare a lei mentre vado a cercare del cibo e mentre vado a seppellire il cadavere...di Janet-

Lei annuisce senza farselo ripetere due volte -Vai, fatti vedere in giro o si insospettiranno-

-Grazie Mor e mi raccomando non dire niente a nessuno-

Lei si porta una mano sul cuore -Puoi fidarti di me-

Le do un rapido abbraccio -Grazie, davvero-

Sto per andarmene ma lei mi blocca - Ehm Diane devi fare la doccia e indossare vestiti puliti. Se piena di sangue-

Ho la testa così affollata di pensieri che non mi sono neanche resa conto dello stato in cui mi trovo.
Faccio tutto velocemente togliendo tutto il sangue di Janet e Elene dalle mani e dai capelli.
Mi vesto indossando abiti puliti e comodi e scendo dalle scale lentamente come se non stessi facendo qualcosa di sospettoso.

Ovviamente quando arrivo nell'atrio trovo Noah, Clancy e Margarita Windsor.

Perfetto.

Lei è una bella ragazza. Bionda dagli occhi scuri ma non mi soffermo sui dettagli. Non quando devo fare un sacco di cose.

-Diane! E' da molto ch...- Clancy si blocca mentre un cipiglio gli oscura il volto -Tutto bene?-

Sorrido più che posso consapevole che tutti e tre mi osservano -Certo va tutto bene!- forse la mia voce è leggermente stridula ma non ci bado molto.

-Tu sei Diane Morrigan?- è ironia quella che sento nel tono di voce di Margarita?

Non importa.

-Si, sono io piacere- guardo la porta di sfuggita -Scusate ma devo andare-

Con mia grande sorpresa è Noah a parlarmi. In un altro momento sarei entusiasta, avrei così tanti pensieri su noi due in testa che mi sarebbe impossibile pensare. -Dove vai?-

In un altro momento. Ora tutto ciò che mi passa per la testa riguarda Elene e Janet.

-Ho un appuntamento e sono in ritardo. Come al solito- mi costringo a fare un sorriso stupido -Ci si vede in giro!-

Prima di ascoltare le loro risposte corro via diretta verso le stalle.

Ombra mi aspetta già.

Salgo con un solo movimento e senza esitazione mi inoltro nel bosco. Il vento freddo mi congela il sangue ma oggi niente sembra potermi distrarre dal segreto che condividiamo io e Mor.

Dopo meno di un ora scendo da cavallo e dopo essermi rassicurata che non ci fosse nessuno in giro busso alla porta di Shikha.

Lei apre subito, il volto esteso in un sorriso cupo -Vieni Diane, entra pure-

Mi guardo subito intorno e i miei occhi si fermano subito sul corpo di Janet steso su una coperta. La pelle è bianchissima ma almeno non è più sporca di sangue. Shikha l'ha lavata e pettinata, le ha fatto indossare un semplice camice bianco leggermente grande per il suo corpo minuto.

-Ho fatto scavare una buca qui al limitare del bosco- mormora osservando il corpo di Janet.

-Hai detto che dovevi seppellire un cadavere?- la mia voce è tesa e incredula al contempo.

Lei schiocca la lingua prendendomi per sciocca  -No, c'è un ragazzetto di dodici anni che per qualche spicciolo mi fa tutti i lavori di fatica. A lui importano solo i soldi, nient'altro-

-Bene, allora portiamo di là- 

Con un respiro profondo prendo il corpo rigido di Janet facendo molta attenzione a non farla sbattere contro la porta.

Quando arrivo davanti alla buca la adagio delicatamente al suo interno, sistemandole i capelli biondi su una spalla.

Chiudo gli occhi desiderando che almeno adesso sia in un posto migliore. Non credo nella vita dopo la morte ma in questo momento mi è utile pensare il contrario.

Shikha si inginocchia accanto a me e posa una mano sul petto di Janet -Riporta l'anima nella valle dorata. Posa i piedi sul prato dell'alba, sorridi al sole che all'orizzonte si staglia. Noi ti vediamo Janet Fayru, e anche lei ti vede-

Ricordo di aver recitato anche io queste frasi quando mio padre e mia madre sono venuti a mancare. 

-Anche lei ti vede Janet Feyru- concludo con un sussurro.

Mi sento un macigno sul petto e i respiri sembrano smorzati dalla gola serrata mentre ricopro Janet di terra.

Quando finisco adagio dei fiori selvatici sopra e tiro su la croce intagliata che ha fatto Shika.

Il suo nome e gli anni sono incisi profondamente sul legno. Ventitré anni.

Rabbrividisco e mi tiro su -Questo deve rimanere un segreto-

Shikha annuisce -Lo so mia cara, lo so-

Tolgo il borsellino dalla cintura e glielo porgo a Shikha -Questi ti aiuteranno ad andare avanti-

Lei sembra per perplessa ma non esita a prenderlo -Sei una brava ragazza Diane. Una brava ragazza dal destino segnato-

-Cosa intendi?- 

Sono abituata alle parole senza senso di Shikha ma la sua serietà questa volta mi ha colpita particolarmente.

Ricordo quella volta in cui mi avvisò di non andare da sola nelle Terre Morte e di fare attenzione alla Fenice di Luce e al Corvo Oscuro. Come se due animali sacri come loro potessero mai essere un mio problema.

-Come sta tua madre?-

Le parole della follia sono ritornate così sospiro frustrata -E' morta-

Lei sussulta come ogni singola volta -Oh povera Tatiana! E tua sorella? Clarissa come sta?-

-Bene presumo- le appoggio una mano sulla spalla -Ora vai a casa, io ritorno a palazzo-

Prima di salire a cavallo lancio un'ultima occhiata alla tomba.

La Fenice di Luce di vede Janet e ti protegge.

E chi protegge me? Chi mi protegge da tutto ciò che devo affrontare?

Nessuno.


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