La Foresta

Mentre la distanza tra me e il varco diminuisce la tensione si fa sentire sempre di più. Questa volta non ci sarà nessuno a salvarmi dalla caduta libera in un baratro oscuro.

Questa volta me la devo sbrigare da sola, indipendentemente dal pericolo.

Dopo due giorni di cavallo con solo le soste necessarie mi sento già esausta, Ombra sembra del mio stesso parere mentre galoppa sempre più lentamente.

Mi fermo quando intravedo un contadino lungo la strada. Porta un cappello di paglia malmesso e indossa vestiti sudici e sporchi di terra ma il volto è marcato da tratti gentili e dolci.

-Mi scusi signore- affermo alzando la mano per attirare la sua attenzione.

L'uomo alza la testa dall'asino per indirizzare gli occhi cerulei verso di me, non parla ma mi rivolge un sorriso gentile e stanco. Forse per il duro lavoro, dato che siamo a fine giornata.

-C'è una foresta nelle vicinanze?- non ne conosco neanche il nome quindi spero vivamente che ce ne sia soltanto una.

Lui annuisce ma tentenna del farlo -La foresta di Ligea, non è lontano. Basta seguire la strada sterrata, alla fine di essa ci sarà il bosco-

-La ringrazio, signore per la sua disponibilità- sto per riprendere le redini in mano ma la mano grossa e segnata dal tempo dell'uomo si posa sul cavallo.

-Fai attenzione, quel posto è pericoloso. Sopratutto di notte-

-Sa del varco?- domando osando forse un po' troppo.

Lui scuote la testa aggrottando le sopracciglia -Varco? No, io parlo delle voci che girano riguardo quella foresta-

Accarezzo la criniera di Ombra dato che sembra più agitato del solito -Che voci?-

Lui si guarda in giro e non sembra affatto felice di parlare -Dicono che chi entra in quel luogo difficilmente riesce ad uscirne, se non sei un prodigio, e dato la mancanza del tatuaggio posso dedurre che tu non lo sia, potresti trovarti in serio pericolo-

Questa volta un brivido mi percorre la schiena ma cerco di non farlo vedere -In pericolo da chi ?-

Lui si avvicina a me quasi sussurrando -Forse la vera domanda è in pericolo da cosa- fa una pausa e un lungo sospiro prima di iniziare a parlare di nuovo -Nessuno che ha visto qualcosa è mai uscito vivo per raccontarlo-

-Va bene, la ringrazio per l'avvertimento. Starò attenta- 

Forse restare qui ad ascoltare le sue storie è controproducente per tutti. Non posso farmi bloccare da delle voci.

-Buona fortuna ragazza- dice con tono sincero.

Stringo le redini di Ombra e parto più velocemente che posso per spezzare quest'attesa sempre più pesante.

Quando arrivo al limitare della lunga distesa di alberi, ormai il sole è tramontato all'orizzonte lasciando spazio a una luna piena simile ad un pendolo d'argento.

Il buio non mi ha mai spaventata, al contrario, mi rincuora sapere di essere ben nascosta tra le pieghe delle ombre.

-Bene, bel fusto, Tu resti qui- dico scendendo con un salto da Ombra e accarezzandoli il muso -In caso non ritornassi prima dell'alba ritorna ad Adamantis, intesi?-

Lui nitrisce per niente contento di lasciarmi lì. 

I cavalli dei Prodigi dispongo di un'intelligenza di gran lunga superiore rispetto a quelli comuni. Sono in grado di decifrare il nostro linguaggio e di comprenderlo alla perfezione. Sono riconoscibili dal colore dei loro occhi, sembrano dei pozzi senza fondo con un scintillio magnetico.

Accosto la testa verso quella di Ombra -Va tutto bene. Andrà tutto bene, promesso- sussurro forse più per convincere me stessa che altro.

Dopo qualche minuto inizio ad incamminarmi, sento ancora quell'energia pulsante della prima volta che ci misi piede. Sembra proprio che la foresta abbia un cuore pulsante, come se avesse vita propria.
Non vedo nessun animale eppure mi sembra di avere decine di occhi puntati contro.

Forse sto esagerando.
La paura fa brutti scherzi.

Ogni ramo che calpesto è un piccolo infarto, ogni rumore sembra amplificato. Persino il mio respiro.

Con la sola torcia in mano ad illuminare la strada mi sembra tanto di essere in uno di quei libri che alla mamma piacevano tanto.
Uno di quelli che non finivano mai bene.

-Mia cara Fenice proteggimi in questo viaggio da incosciente- sussurro -Lo so non sono una brava persona e non sono neanche un Prodigio ma se devo morire fa che sia indolore-

-Piuttosto patetico non credi?-

L'urlo che esce dalle mie labbra è così forte che per poco non mi tappo io stessa le orecchie.

Clarissa, mia sorella, è dietro di me e mi guarda come al solito. Con divertimento e scherno.

I capelli lunghi e ramati che le arrivano alla vita, gli occhi smeraldini accesi dal quel baluginio scaltro, le labbra leggermente incurvate all'insù e la pelle resa ancor più pallida sotto il debole chiarore della luna.

È lei.

-Clarissa?-

Alza gli occhi al cielo con un sospiro -Certo tonta e chi se no?-

Faccio un passo nella sua direzione -Cosa ci fai qui?-

Si guarda le unghie con attenzione come se la conversazione fosse di una noia mortale -Ti ho cercata per tutta Adamantis, poi ho trovato questa donna Mor penso si chiami e ho chiesto di te. Non voleva dirmelo ma poi una piccolina mi ha riferito che eri andata alla ricerca di Oscuri. Ho seguito le tue tracce fino al cavallo che hai lasciato qui fuori-

Sgrano gli occhi sorpresa -Non ti credevo capace di farlo-

-Si se ti racconto di come ho vissuto negli ultimi anni-

-Perché mi stavi cercando?- domando senza riuscire a far riaffiorare la rabbia repressa nei suoi confronti.

-Io e Rory ci siamo lasciati- questa volta il suo tono è più basso, più addolorato.

-Cosa? Non eravate la coppia perfetta? -

Lei fa una smorfia -Le cose cambiano sai?-

-E così hai deciso di ritornare da me- puntualizzo.

Allarga le braccia con esasperazione -Si! Ti sembra così strano? Sono pur sempre tua sorella e so che ti stavi mettendo nei guai-

-Ah! Ora ti ricordi di avere una sorella? Quando il tuo bel Rory ti ha lasciata? Sei ridicola Clary, ritornatene da dove sei venuta-

Mi volto e continuo a camminare. La rabbia mi brucia dentro come un fuoco.

La sento affiancarmi -Permettimi almeno di starti a fianco. Ti conosco, so che non potrò convincerti a ritornare indietro-

Gonfio le guance come una bambina prima di rispondere -Fa come vuoi-

Continuiamo a camminare in silenzio e cerco di non ricordarmi che lei è tornata solo perché Rory l'ha lasciata.

È poi sarei io quella ridicola.

Ad un certo punto inchioda i piedi per terra, così mi fermo anche io.

-Lo senti?- mormora con gli occhi socchiusi.

Sto per ribattere ma poi lo sento anche io.

Il cuore della foresta. Ma questa volta proviene da un luogo molto più vicino.

Afferro il pugnale e con un gesto della mano le intimo di continuare a camminare silenziosamente.

Una luce strana proietta ombre sui tronchi degli alberi, ombre che sembrano avere vita propria.

Ed è in questo momento che avverto la loro presenza. La presenza del varco e degli Oscuri.

-Cos'è quello?- la voce tremante di Clarissa sembra riecheggiare nell'oscurità.

Seguo il suo sguardo e lo vedo.

Il varco.

Mi avvicino ma questa volta ben consapevole di quello che faccio.

-Stai indietro- dico a Clarissa che pare volermi seguire ovunque.

Mi sporgo verso quel baratro che sembra riempito di ombre e tenebra. L'aria è fredda, fin troppo. Il fondo è impossibile da scorgere, ma sono certa che lì dentro gli Oscuri attendono di uscire.

Mi volto verso Clarissa -L'abbiamo trovato-

Lei sorride -Lo so-

E mi butta dentro lasciandomi precipitare nel vuoto.

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