Il Comandante del terzo Ordine

-Quindi ti ostinerai a non parlare per tutto il tempo?-

Noah alle mie spalle mi ripete la domanda per quella che sarà la centesima volta.

Stiamo camminando sulle terre aride e desolate da due ore. La natura morta sembra sibilare con il vento e la nebbia pesante e fitta non aiuta sicuramente la mia possibilità di captare qualche nemico.

-Avete davvero i sensi amplificati voi guerrieri?- la mia prima domanda dopo ore, fatta solo perchè sono fin troppo curiosa.

-Si, riusciamo a percepire rumori o a vedere più degli umani. Siamo più agili e abbiamo i riflessi molto più avanzati- cammina più velocemente fino ad arrivare al mio fianco.

Mi supera di altezza di svariati centimetri facendomi sentire una formica al fianco di un gigante. Le spalle larghe e i muscoli non aiutano affatto a renderlo meno...grosso.

-Quindi Clancy ha finto di essere preso a botte da me?-

Lui ride, una risata pura -Vorrei dire di si ma la verità è che ci hai sorpreso tutti. Non ce lo aspettavamo-

Cerco di reprime il sorriso soddisfatto che cerca di sfuggire al mio controllo -Bene-

Lui mi guarda sorpreso -Bene? Ti ho appena detto che hai pareggiato le abilità di un guerriero e questa è la tua unica risposta?-

-Se lo meritava, aveva la faccia da stronzo- mi limito a mormorare guardando dritto davanti a me.

Ride di nuovo -Clancy è un bravo ragazzo, a volte finge di essere qualcuno che non è-

Gli lancio un'occhiata -Come tutti d'altronde-

 Sta per rispondere ma mi blocca afferrandomi per un gomito -Dietro all'albero svelta-

Senza farmelo ripetere due volte mi rannicchio dietro a un tronco contorto. Noah è rannicchiato davanti a me, così vicino che posso sentire il suo respiro sul volto.

Appoggio la testa sul tronco e appiattisco la schiena drizzando le orecchie per ascoltare ogni suono.

Non sono voci ciò che porta il vento, anche se lo possono sembrare. Sono sibili, sussurri, rantoli.

Oscuri.

Noah ha il volto rivolto verso le mie spalle così con dei gesti gli faccio capire che voglio sapere il numero di Oscuri.

Alza le due mani. Nove.

Prendo il pugnale che mi regalò mio padre ma lui scuote la testa indicandomi l'arma che mi ha dato durante il cammino.

Un pugnale fatto con argento e legno di biancospino. Per ucciderli in un solo colpo.

Alzo gli occhi al cielo abbandonando nella fodera la mia arma preferita.

Noah si avvicina fino a sfiorarmi l'orecchio con le labbra. Reprimo un brivido per quel contatto.

-Io prendo quelli a sinistra tu quelli a destra- sussurra così piano che persino io faccio fatica a capirlo.

Mi prende la mano per tirarmi su e mi guarda negli occhi in una tacita domanda.

Pronta?

Annuisco in risposta e mi volto prendendo la rincorsa verso i nostri obiettivi.

Lo vedo scuotere la testa con un sorriso sulle labbra prima di seguirmi.

Gli Oscuri si voltano simultaneamente e altrettanto velocemente ci corrono incontro. I loro volti umani sono contorti da sorrisi sinistri. 

Come avevamo programmato io mi sposto sulla destra brandendo il pugnale davanti a me. Un Oscuro si posiziona davanti a me sfoderando gli artigli affilati come coltelli. Cerca di sfregiarmi il volto ma io sono più veloce e mi sposto sul suo fianco facendo penetrare il pugnale tra le costole. L'Oscuro esplode in un turbine di nero e blu prima di dissolversi nell'aria. 

Altri due mi sbarrano la strada, questi sono più grossi e le zanne corvine sembrano già pregustare la mia carne. 

Uno cerca di colpirmi lo stomaco ma lo evito con facilità solo che non sono abbastanza veloce per evitare l'artiglio del secondo che mi graffia la spalla. Il dolore pulsante mi fa stringere i denti ma non demordo. Faccio ruotare il pugnale tra le dita tagliando a metà la mano di quello che mi ha fatto del male, questo emette un sibilo assordante che si interrompe quando il mio pugnale affonda nella sua gola.

Non ho tempo di gioire perchè il suo compagno è già all'attacco. Mi butta per terra con un calcio ma riesco ad atterrare con agilità attutendo la caduta, solo per qualche secondo punto la mia preda e lancio il coltello facendolo conficcare dritto sul suo cuore.

Mi volto fulminea verso l'ultimo Oscuro. Lui è già pronto a venirmi addosso con i suoi artigli scintillanti ma non li do il tempo neanche di attaccare perchè gli taglio la gola togliendoli persino l'ultimo rantolo di dolore.

Noah trafigge il suo ultimo nemico con grazie e efficacia, perforandolo da parte a parte.

Quando viene verso di me stringe gli occhi notando la mia ferita -Bisogna curarla-

Schiocco la lingua -Non importa, non è niente di grave-

Alza una mano come se volesse toccarla ma la riabbassa -Voi umani non guarite come noi, può infettarsi-

-Ti ho detto che non è niente di grave, dobbiamo raggiungere Caius prima che faccia buio- infilo il pugnale nella fodera e inizio a camminare.

Lui sospira ma mi affianca. Noto lo sguardo che lancia alla ferita e potrei dire che sia preoccupato ma conoscendo il motivo per cui è venuto direi che è pressoché impossibile. 

Camminiamo per quella che mi sembra un'eternità, restando in silenzio con solo il sibilo del vento a farci compagnia.

Quando vedo delle tende in lontananza trattengo un sospiro di sollievo -Sono loro vero?-

Lui indica la bandiera rossa con la Fenice, sotto la figura ci sono tre linee -E' il terzo Ordine, si-

-Bene, almeno non sono morti- mormoro accelerando il passo.

Noah però mi blocca afferrandomi per il polso -Stai attenta, non sappiamo da che parte sta-

Aggrotto le sopracciglia osservando le tende -Non è pericoloso? Se tutto il terzo Ordine non è dalla tua parte ti prenderanno come ostaggio-

Lui scuote la testa seguendo la direzione del mio sguardo -I Prodigi saranno sempre dalla mia parte, se mi tradiscono lo fanno a loro insaputa perchè seguono ciecamente un comandante che gioca sporco, ma appena apro bocca loro fanno ciò che dico-

-Perfetto, allora andiamo- tolgo il polso dalla sua presa e mi incammino nuovamente.

Mano a mano che arriviamo sento le voci aumentare, così come le risate o le urla scherzose.

Noah sfiora la mia spalla sana con il petto indicandomi un uomo -Lui è Caius-

Me lo immaginavo diverso, forse più vecchio. Sembra avere una trentina d'anni, è alto e porta un'armatura argentata così grande che io non potrei neanche portarla senza essere travolta dal peso. I capelli castani lunghi sono legati dietro la nuca da una treccia che gli arriva fino alle spalle. Gli occhi bruni si posano su di noi appena ci nota. Fa un inchino per Noah e poi mi osserva attentamente.

-Altezza, a cosa devo questo onore?- la sua voce è autoritaria, oserei dire quasi infastidita.

Il volto di Noah è completamente mutato. Ora è una maschera di ghiaccio, lo sguardo in grado paralizzarti sul posto -Non riceviamo tue notizie da tre giorni-

Caius annuisce e la rabbia trapela dalla sua espressione -Gli Oscuri hanno ucciso tutti e quattro i nostri messaggeri e due informatori-

-Quante vittime ci sono state in totale?- 

-Oltre a loro sei hanno ferito gravemente due Prodigi, il resto dell'Ordine è incolume- lo rassicura facendo un cenno verso il suo esercito.

-Sembravano sapere chi colpire- afferma Noah.

Caius annuisce nuovamente -Si, presumo di si. Non so altro vostra altezza-

-La prossima volta manda un paio di Prodigi per informarci, dobbiamo sempre essere al corrente di ciò che capita ai nostri Ordini- ribadisce Noah con la voce che emana scaglie di ghiaccio.

-Mi scuso per il disagio- sposta i suoi occhi sui miei -Di che Ordine fai parte-

Sto per aprire bocca ma Noah mi precede facendo un passo davanti a me -Non fa parte di nessun Ordine- fa un cenno di congedo -Buon proseguimento, e siate prudenti-

Caius si inchina ma i suoi occhi non si staccano da me, studiandomi dalla testa ai piedi.

Noah mi afferra la mano e la luce calda e rassicurante torna a circondarci.

Quando arriviamo nel corridoio di camera mia parlo furibonda -Posso rispondere da sola sai?-

Lui scrolla le spalle con un sorriso -Ed è proprio perchè lo so che ho deciso di parlare io. Chissà quale cattiveria stava architettando la tua bella lingua biforcuta- si incammina verso le scale lanciandomi solo un ultimo sguardo -Riferirò io a mio padre ciò che abbiamo scoperto. Tu curati quella ferita prima di cena-

-Ora ti fidi di me? O hai ancora paura che possa ucciderti?- 

La sua risata mi giunge dalle scale -Ci sto pensando-

Bastardo.

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