Il ritorno

-Quanto starai via?- mi domanda Elly con il broncio.

Le accarezzo la guancia posandole un piccolo bacio -Non starò via molto, te lo prometto-

Lei mi abbraccia appoggiando la testa nell'incavo del mio collo -Mi mancherai-

-Anche tu piccola- mi tolgo il nastro azzurro che una volta apparteneva a mia madre e glielo porgo -Tienilo tu per me, va bene?-

Lei prende il nastro e lo stringe tra le piccole mani come se fosse un tesoro di enorme valore -Va bene-

Mor prende Elly per le spalle accarezzandola con dolcezza -Dai, lasciamola andare-

-Sei pronta?- la voce profonda e seria di Yalis, la pantera parlante di Malphas, mi riscuote riportandomi al mio obiettivo.

Ritornare ad Adamantis e parlare con Noah.

-Si- rispondo esitando solo un attimo per guardare il corridoio ora vuoto.

Malphas non c'è, non è venuto neanche a salutarmi.

Non posso negare che questo mi turba, mi fa sentire come se avessimo litigato o come se un baratro si fosse spalancato tra noi due lasciando solo gelo e silenzi.

Yalis inizia il teletrasporto facendo scomparire poco a poco la Città della Notte Eterna.

Il calore delle ombre che ci avvolgono si dissipa mano a mano che il paesaggio intorno a noi cambia.

I palazzi alti e di diamante brillante rimpiazzano il prato cobalto e gli alberi dalle fronde scure. Il sole brilla sulle punte a forma di fenice disposte sopra ogni edificio proiettando sulla città piccoli arcobaleni.

-Quando sei pronta per andare via basta che nomini il mio nome, io ti sentirò- afferma Yalis guardandomi con i suoi intensi occhi rossi.

Annuisco -Va bene-

Gli lancio un ultimo sguardo prima di voltarmi e dirigermi verso il palazzo. Cerco di ignorare la stretta allo stomaco o i miei muscoli tesi. Non voglio che le mie fragilità ostacolino i miei obiettivi.

Non mi fermo neanche ad osservare le persone che mi sfilano davanti. Certo è un cambiamento radicale rispetto a Kraai, qui non ci sono spiritelli dell'aria, Maakai, pantere parlanti o fantasmi. Qui ci sono persone con i tatuaggi sul collo che rappresentano la loro vera natura: Guerrieri, Mutaforma o Telecinetici.

Quando vedo la bandiera sventolare sulla cima del palazzo capisco che ormai sono vicina. 

Stringo i pugni e accelero il passo dirigendomi verso la porta posteriore, quella delle domestiche.

Tre guardie chinano il capo riconoscendomi. Dopotutto ho vissuto qui per qualche mese è normale che si ricordino di me.

Ignoro le domestiche che mi guardano con gli occhi spalancati, come se avessero visto un fantasma.

Cerco di non sorridere immaginandomi Jessamine entrare qui dentro con una delle sue battute poco carine. 

Attraverso tutti i corridoi labirintici fino ad arrivare nella sala del trono. Riesco a sentire la sua voce attraverso le spesse porte.

Scuoto la testa ignorando qualsiasi emozione cerchi di riaffiorare in me.

-Non può entrare signorina- continua a ripetermi una delle guardie appostate davanti alla porta.

-Il Re vuole vedermi- affermo buttandomi in avanti e aprendo le porte prima che qualcuno possa fermarmi.

Sul trono Noah è circondato dai suoi consiglieri. Intravedo ancora quel viscido di Tiberius Watheroof, parente di Margarita Windsor. Vedo anche Ariadna Granth, Generale del Terzo Ordine, colei che mi ha aiutata ad andare nelle Terre Morte il giorno dell'attacco da parte degli Oscuri.

Il giorno in cui io e Noah litigammo. L'ultimo in cui lo vidi.

Ricordo ancora le sue parole Mi devi un favore Diane Morrigan.

Ma è Noah a catturare completamente la mia attenzione. La corona dorata è adagiata sui capelli scuri e folti, gli occhi si spostano su di me e si allargano dopo qualche secondo in preda allo stupore -Diane-

Non sorrido, non faccio un passo avanti e non annuisco. Resto immobile.

Ignoro quelli che ora, notando la mia presenza, mi fissano basiti o inconsapevoli di chi io sia. 

-Scusate il disturbo, devo parlare con il Re- dico seria senza lasciar trasparire le mie emozioni.

Noah scatta dal suo posto per venirmi incontro, liquidando nel mentre i presenti con brevi frasi di scuse.

Quando la stanza rimane vuota fisso per la prima volta i miei occhi nei suoi. Ed è come se questi mesi di assenza avessero raffreddato quello che prima provavo intensamente. Non nego di sentire ancora qualcosa, però sento che nel profondo il mio desiderio è mutato in affetto. Gli voglio bene e farei qualunque cosa per lui ma non per amore romantico, più per amore fraterno. 

-Dee, dove sei stata? Ti ho cercata ovunque- afferma trattenendosi nel toccarmi.

-Dovevo schiarirmi le idee Noah, qui stavo soffocando- ammetto senza però alcun tremito nella voce.

-Dove sei stata?- ripete avvicinandosi di più e osservandomi attentamente -Ho inviato squadre in tutti i sei Regni ma non c'eri-

Ovviamente non posso parlargli di Kraai e dei suoi abitanti. Tanto meno di Malphas, impazzirebbe.

-Questo ormai non ha importanza, sono qui per aiutare il Regno nella lotta contro gli Oscuri-

E' la prima volta che rivelo questa decisione ad alta voce, sinceramente non ne ero sicura neanche io prima di qualche secondo fa ma ora so che è la cosa più giusta.

Lilith va fermata e con me ha un conto in sospeso.

Un conto che pagherà con la vita.

Noah aggrotta le sopracciglia -Dee tu sei bravissima nel combattere ma resterai sempre umana e noi proteggiamo gli umani non li mandiamo in battaglia-

-Non sono più umana Noah, non lo sono più da molto tempo ormai- ammetto lasciando che questa verità che mi opprimeva venga fuori una volta per tutte.

-Cosa intendi?- domanda confuso appoggiandosi al muro alle sue spalle con fare stanco.

Alzo una mano avvicinandomi a lui -Permetti?-

Guarda la mano poi me e vedo che di me si fida ancora. Lo capisco dal suo sguardo -Si-

Gli appoggio una mano sulla fronte passando i ricordi di quel giorno in lui.

Le immagini di quel giorno sulle Terre Morte, il giorno in cui sono morta, rimbombano nella sua testa. Le parole di Lilith debole umana riaffiorano in ogni scena. Le notti insonni ad immaginare i suoi artigli che mi trapassano, la lotta dei Tre, Il Corvo, La Fenice e Lilith. Il vero nemico e la vera provenienza degli Oscuri, la minaccia che incombe su di noi e la resa dei conti.

Tutto, gli mostro ogni cosa che prima tenevo appresso al mio cuore timorosa di rivelare qualunque cosa.

Si lascia cadere per terra, posando la corona al suo fianco, passandosi entrambe le mani tra i capelli, gli occhi resi lucidi dal dolore -Ora come stai?-

Mi siedo accanto a lui appoggiando la testa sul muro -Non lo so, non riesco a capire più niente a parte che siamo tutti in pericolo-

Mi appoggia una mano sul braccio -Mi dispiace per quello che ti è successo, mi dispiace di non esserti stato vicino a sufficienza-

Scuoto la testa -Non è colpa tua Noah, non lo è affatto-

-Quindi il Corvo non è nostro nemico? La vera minaccia è questa Lilith?- domanda come se non ci credesse neanche lui.

-Si è così, è lei la vera minaccia. Lo è sempre stata, ha deviato i nostri ricordi- rispondo rabbrividendo al solo pensiero.

-Conosci il Corvo vero? I tuoi ricordi...si vede spesso un viso che non ho mai visto- lo dice con esitazione ma le emozioni sgocciolano ad ogni parola. Tristezza e rimpianto.

-Si, mi sta aiutando a gestire il mio potere, una parte del suo dono scorre in me. Siamo legati in un certo modo- affermo cauta come se stessi camminando su un campo minato.

Lui annuisce -Quindi vuoi entrare nella nostra squadra una volta per tutte, vero?- fa un piccolo sorriso -Nella nostra Unione Suprema?-

Sorrido anche io -Questa volta siete tutti più deboli di me, penso che dovrei fare il capo-

Lui scoppia a ridere e la sua risata familiare mi scalda il cuore, questa volta però in modo diverso. E' la stessa sensazione di quando senti ridere una persona a te cara, una persona a cui vuoi bene.

-Vieni, andiamo a dirlo ai ragazzi. Clancy farà i salti di gioia. Non posso dirti lo stesso di Damian però- mi tende una mano che afferro con piacere accennando un sorriso divertito.

Due ore dopo ho finito di raccontare tutta la storia al resto del gruppo, Clancy, Chris e Damian. Sono tutti stupiti ma nessuno accenna a dubitare delle mie parole.

Clancy si passa una mano tra i capelli biondi -Porca miseria Dee hai scombussolato tutto ciò che mi hanno insegnato sin da quando ho iniziato a comprendere-

Scrollo le spalle appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo -Sei fortunato, a te è stato raccontato. Io l'ho provato sulla mia stessa pelle-

Damian mi osserva attentamente con i suoi magnetici occhi viola scuro -Quindi ora cosa sei?-

Faccio un sospiro -Sono una Daevia, colei che cammina tra i due mondi-

Chris si sistema gli occhiali, lo fa sempre quando è nervoso -Cosa sei in grado di fare?-

- Non ho ancora esplorato bene il mio dono ma so di essere potente e utile in questa guerra, il sangue dei tre scorre nelle mie vene-

Clancy fa un fischio di approvazione -Sei tipo un Transformer-

Damian schiocca la lingua -Cretino- 

Noah scuote la testa con un sorriso -Chi vota per integrarla nel nostro gruppo?-

Lui alza subito la mano seguito a ruota da Clancy e da Chris. Damian dubita qualche secondo prima di alzare la mano con una smorfia dipinta sul volto.

Noah mi guarda sorridendo orgoglioso -Diane Morrigan, benvenuta ufficialmente nell'Unione Suprema-



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