Confusione

Una mano calda e ampia si appoggia sulla mia spalla.

Sussulto lasciando la presa e ritirando la mano che fino a un attimo prima si trovava attorno al collo dell'uomo.

L'uomo cade di lato mollemente finendo contro il bracciolo del divano.

Alzo lo sguardo solo per incontrare quello di Malphas.

Mi porto entrambe le mani tremanti davanti alla bocca realizzando solo in questo momento ciò che ho fatto -Non volevo, io...non so cosa mi sia preso-

Malphas si china verso l'uomo appoggiandoli una mano sulla fronte, un lieve bagliore filtra da sotto le sue lunghe dita -Non ricorderà niente e si riprenderà, tranquilla-

Cerco di annuire ma non posso fare a meno di osservare il volto pallido e smorto dell'uomo o il segno rosso fragola che gli circonda la gola.

-Sono stata io- sussurro osservandomi le mani incriminate -Sono un mostro-

Malphas mi circonda entrambe le mani con le sue -Vieni, andiamo in un posto più sicuro-

Senza neanche accorgermene appoggio la testa sulla sua spalla e mi sembra di sentirlo irrigidirsi ma forse sono solo scombussolata e mi immagino le cose -Portami via- sussurro con voce tremante -Ti prego-

Sento quel piacevole tepore che mi avvolge quando sto per teletrasportarmi e consecutivamente una brezza fresca e piacevole.

Mi guardo intorno guardando l'irreale e meraviglioso paesaggio di Kraai -E' sempre notte qui?- domando con un tono ancora spezzato dalle lacrime.

Le due lune così belle da far male splendono in mezzo ad un mare di stelle dai colori più disparati, una luna illumina la notte di un colore bluastro mentre l'altra è così bianca da far male agli occhi. Uno spettacolo da mozzare il fiato. 

Malphas sorride appena -Kraai è divisa in due parti, questa è la Città della Notte Eterna mentre l'altra è la Città del Sole Immortale-

Mi siedo sull'erba cobalto improvvisamente stanca -Cos'ho fatto?-

Lui rimane in piedi accanto a me con il volto di marmo -Non è colpa tua Diane-

Mi ha chiamata Diane non mia cara. Solo ora noto quanto sia distante e distaccato, quanto il suo volto sia inflessibile e i suoi occhi impenetrabili.

Mi alzo in piedi e lo guardo negli occhi -Cos'hai?-

Si volta lentamente dalla mia parte e mi fissa per un lungo momento prima di rispondermi -Non ho niente che non vada- fa un passo indietro -Ora devi allenarti perché finché non controlli i tuoi doni sarai un pericolo per te stessa e per gli altri-

Sono colpita dal suo tono duro, non lo aveva mai usato con me -Va bene- mi limito a dire senza farli vedere che mi sono offesa.

Sto per sdraiarmi ma lui mi blocca -No, questa volta facciamo un passo avanti- si posiziona di fronte a me tenendo sempre le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti -Questa volta imparerai a sopprimere quel potere-

Aggrotto le sopracciglia -Vuoi dire a controllarlo-

Lui scuote la testa -Puoi controllarlo si, ma ora il tuo problema più grande è il non riuscire a dividere potere e emozioni. Quando sei in una situazione molto critica, come oggi, quel potere va soppresso o le conseguenze saranno disastrose-

-Va bene, cosa devo fare?-

-Fai esplodere quel potere-

Rimango interdetta a fissarlo come una perfetta idiota -Stai bene? Mi hai appena detto di fare il contrario-

Si passa una mano tra i capelli nero blu -Per opprimere quel potere deve prima manifestarsi Diane- alza gli occhi al cielo -Vediamo se ci riesci con un piccolo incentivo-

Oscuri grandi il doppio del normale spuntano dalla terra come dei morti viventi. Artigli graffiano l'aria come se volessero afferrare qualcosa, o afferrare me. Si dirigono nella mia direzione osservandomi con quegli occhi neri senza fondo.

-Cosa stai facendo?- urlo senza staccare lo sguardo da quelle creature.

-Ti sto incentivando- risponde lui senza neanche staccare lo sguardo da qualsiasi cosa ha in mano.

-Stai cercando di uccidermi!-

Un Oscuro fa uno scatto in avanti, riesco a schivarlo per un soffio. Un attimo prima che i suoi artigli mi perforassero.

Gli artigli che mi perforano.

Le immagini di Lilith e di quelli artigli che mi penetrano nella carne si fanno strada nella mia mente così intensamente che mi sembra di riviverli. Il calore del sangue che esce copioso dal mio corpo mi fa rabbrividire, e la voce di quell'odiosa creatura che mi ripete debole umana mi penetra nelle orecchie come lame incandescenti.

Non posso, non posso, non ancora.

Cado sull'erba rannicchiandomi su me stessa in preda ai brividi e alle lacrime. 

Che mi uccidano, che mi facciano a pezzi. 

Sarei dovuta morire quel giorno, almeno quel dolore e quelle immagini non mi avrebbero mai torturata. 

Qualcuno mi afferra dal braccio tirandomi su con un solo movimento. Dagli occhi di Malphas capisco che è infuriato -Cosa stai cercando di fare?!-

Mi guardo attorno cercando quelle creature ma non c'è traccia di loro.

Malphas mi scuote di nuovo -Diane cosa stavi cercando di fare?-

-Niente, non ho fatto niente- mormoro guardandomi ancora in giro.

Mi afferra il mento con due dita in modo da guardarlo negli occhi -Volevi farti uccidere? E' quello il modo di affrontare i tuoi nemici?- domanda con una rabbia appena contenuta.

Mi stacco da lui con uno strattone facendo un passo indietro -Riportami a casa-

Lui mi guarda intensamente con un misto di ira e confusione -Non hai capito niente se pensi di affrontare così gli Oscuri!-

Stringo i pugni assottigliando gli occhi -Riportami a casa- affermo lentamente.

Lui non mi guarda neanche mi prende per una braccio e ci teletrasporta in camera mia, lo sento sparire alle spalle come un soffio di vento.

Mi siedo sul letto osservando il vuoto e chiedendomi realmente cosa pretendo io da questa mia nuova vita. 

Mi sembra di non capire più niente, di non sapere più chi io sia. Io voglio vivere eppure oggi non ho potuto fare altro che rannicchiarmi a terra sperando che tutto passi.

Ma cosa sarebbe passato?

La mia vita? E' questo ciò che voglio?

No. Non posso essere così codarda.

Prima vivevo da sola e combattevo umani e Oscuri ora invece l'unica con cui sto combattendo sono me stessa.

Qualcuno bussa alla porta e io cerco di ricompormi subito -Avanti-

Noah sbuca da dietro la porta -Ehi che fine hai fatto? Ti ho cercata per tutto il Palazzo di Cristallo-

-Mi spiace mi sono sentita male e tu eri occupato così ho deciso di ritornare prima- mento senza alcuno sforzo ormai.

Annuisce chiudendosi la porta alle spalle e sedendosi al mio fianco -Ora stai meglio?-

-Si, sto meglio- fisso i suoi occhi scuri con la voglia improvvisa di provare qualcos'altro oltre a questo dolore -Baciami-

Lui non se lo fa ripetere due volte.

Le sue labbra sono fameliche sulle mie e le nostre lingue si incontrano subito muovendosi all'unisono. 

Ben presto i nostri vestiti finiscono a terra con nient'altro che i nostri corpi a dividerci. Sento la foga di provare sempre di più, di più, di più. Qualcosa che contrasti tutto ciò che mi passa dalla mente.

Le mani di Noah si posano suoi miei fianchi in modo da spingere il mio corpo più vicino al suo, permettendogli così di penetrarmi fino in fondo.

Un mugolio esce dalle mie labbra beata della sensazione di pienezza che mi dona. Iniziamo a muoverci contemporaneamente ognuno che asseconda i movimenti dell'altro con sempre più velocità.

Noah mi bacia il collo, la clavicola, le spalle, il seno lasciandomi una scia di fuoco che accende ancora di più il mio corpo mandandomi in estasi.

Gli avvolgo le braccia intorno alle spalle graffiandoli la schiena e muovendo più velocemente il bacino. Faccio risalire una mano sulla schiena per afferrarli i capelli morbidi al tatto e tirandoli leggermente fino a fallo grugnire.

Lui mi stringe il sedere e affonda la testa nell'incavo del mio collo -Ti amo- mormora ansante.

Sto per dirgli anche io ma le parole mi muoiono in bocca. Ogni volta mi sembra faticoso, ma in fondo lo amo.

Giusto?

Sono solo io che ho qualcosa che non va.

Tra me e Noah va tutto bene. Lui c'è sempre stato. È l'unica certezza.

Eppure perché sento sempre quella strana cosa che mi blocca? Che mi impedisce di dimostrarli i miei sentimenti?

Dopo qualche minuto entrambi raggiungiamo l'apice e ci sdraiamo esausti.

Guardo il soffitto bianco, lo stesso soffitto che ha raccolto i miei incubi peggiori nelle ultime settimane. Nella testa non fa che balenarmi l'immagine di Malphas, del fatto che fosse arrabbiato con me e che io non ho fatto altro che peggiorare le cose.

Lui però era già arrabbiato con me per qualche motivo ma quando gliel'ho chiesto ha negato. Forse era in collera per qualcos'altro?

Qualcuno bussa con violenza alla porta e io per poco non cado dal letto -Chi è?-

Noah si riveste in fretta sistemandosi i capelli arruffati -Ci penso io-

Si dirige alla porta e apre solo il necessario -Si?-

-Mi dispiace disturbarla signore ma devo avvisarla che siamo sotto attacco, questa volta le creature sono molte di più. Non è il solito attacco contenuto- afferma una voce femminile con un certo affanno.

-Arrivo subito- 

Nel mentre mi sono vestita anche io -Un vero e proprio attacco?-

Tutto ciò voleva dire solo una cosa.

Lilith sta guarendo dallo scontro.

Sta ritornando a prendermi.

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