Come una foglia

-Ripetimi ancora perché siamo qui- borbotto con le braccia incrociate sprofondando sempre di più nel divano cremisi.

Clancy liquida con un gesto della mano la mia espressione corrucciata -Ora è tutto molto noioso ma vedrai che tra un po' le cose prenderanno una piega diversa-

Siamo in uno di quei Salotti Chic che ho sempre odiato ma di cui ho sempre sentito parlare. Due volte a settima nel Palazzo dei Cristalli, situato a pochi metri dal Palazzo di Adamantis, si tiene un raduno dell'alta società che come unico scopo ha quello di far circolare gli ultimi pettegolezzi del regno. La sala dorata piena di fronzoli e di rifiniture in alabastro è cosparsa da tavoli rotondi ricoperti da eleganti tovaglie di seta color avorio. Sedie di legno pregiato sono disposte ordinatamente e ognuna di esse è ricoperta da tessuti dai colori candidi. Ci sono diversi cartellini sopra i tavoli con i nomi dei commensali già assegnati.

Pensavo che dopo l'allarme  per gli Oscuri nessuno potesse uscire di casa ma ovviamente questa regola è valida solo per i meno abbienti. I ricchi si portano dietro i Prodigi come cagnolini tenendoli al loro fianco in caso spuntassero le creature fatte d'ombra. La maggior parte di loro è umano e quindi più vulnerabile agli attacchi.

Clancy si alza in piedi sistemandosi il completo blu navy -Mia signora è ora di alzarsi-

Lo prendo a braccetto guardandolo confusa -Noi non abbiamo un tavolo-

Lui schiocca la lingua -Mio padre è il proprietario, non ci serve un tavolo -

Mi volto per fissarlo a bocca aperta -Tuo padre è il proprietario? Sei così maledettamente ricco?-

Scrolla le spalle con indifferenza -I soldi a me non interessano, mi guadagno da vivere lottando a fianco dell'esercito dei Prodigi. I miei genitori  invece amano il lusso e ogni cosa che fanno ha come unico scopo ostentare le loro ricchezze. Sono umani e si aggrappano alle cose materiali-

Ho sempre trovato buffo il fatto che nonostante un bambino abbia genitori umani possa nascere con il dono della Luce della Fenice e viceversa. Un bambino nato da Prodigi non è certo che lo sia anche lui. La Luce non si tramanda da generazione a generazione, vieni semplicemente scelto come suo portatore.

-Non nutri affetto per loro?- domando cauta timorosa di toccare una ferita aperta.

Lui però mi rivolge un sorriso tranquillo -Io amo la mia famiglia, con me sono sempre stati gentili e mi hanno insegnato molte cose. Hanno solo questo grande difetto di rincorrere i soldi ma non sono brutte persone-

Annuisco pensando ai miei genitori e a tutto quello che ho appreso da loro -Anche io amavo la mia famiglia-

Amo anche Clarissa ma questo non lo ammetterò mai, non dopo quello che mi ha fatto.

-Mi dispiace davvero per le perdite che hai dovuto subire, eri troppo giovane- 

Questa volta è il mio turno di scrollare le spalle -Si, ero troppo giovane ma penso che non si è mai preparati alla morte nonostante siamo consapevoli che prima o poi arriverà per tutti-

Annuisce passandosi una mano tra i capelli biondi -Guarda infondo alla sala, il tavolo vicino alla finestra-

Stringo gli occhi per focalizzare l'attenzione sul punto da lui indicato. Vedo un ragazzo alto e robusto dalla carnagione chiara. I capelli biondi sono accuratamente pettinati all'indietro, non un solo capello ribelle sfugge all'acconciatura. Gli occhi scuri, il naso dritto e le labbra sottili mi fanno ricordare terribilmente qualcuno -Chi è?-

Clancy mi rivolge un sorriso -Matias Windsor, fratello gemello di Margarita-

Aggrotto le sopracciglia -Cosa ci fa qui?-

Mi stringe il braccio per richiamare la mia attenzione -Lo scopriremo- mi fa voltare in modo tale da lasciare la visuale scoperta -Non ci conosce però Margarita potrebbe aver parlato di noi- mi fa l'occhiolino -O almeno di me, sicuramente. Noah mi ha parlato dei tuoi sospetti e io ti do pienamente ragione, avevo notato qualcosa di strano in tutta questa faccenda-

-Cos'hai in mente?-

-Tu non farai proprio niente, Noah mi ha proibito di coinvolgerti. Sarò io ad entrare in azione- annuncia fiero di sè.

Alzo gli occhi al cielo -E come pensi di fare? Infatuando un ragazzo con i tuoi strabilianti occhi dolci?-

-Si proprio così, a Matias piacciono i ragazzi e io mi fingerò  interessato. Non ho mai avuto alcuna preferenza tra uomo e donna-

Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva -Premettendo il fatto che non voglio saper come fai a saperlo, sei sicuro di riuscirci?-

Mi accarezza la guancia con una mano -Io seduco anche le piante mia bella Diane, posso farcela-

-Sei così pieno di te che non so se ammirarti o provare pena-

-Pena si prova per i disgraziati non per chi nasce con tutte le mie doti- cantilena gonfiando il petto come un pavone.

Mi guardo intorno -Se non ci fossero tutte queste persone ti prenderei a calci lì dove non batte il sole fino a farti piangere e invocare perdono-

-Per essere uno scricciolo dagli occhi da bambola sei piuttosto crudele- puntualizza dandomi un colpetto sul naso con un dito che io prontamente scaccio via con uno schiaffo.

-Allora si può sapere cosa ci faccio io qui?-

-Tu ballerai con Noah- afferma come se fosse la cosa più ovvia.

Delle mani calde e familiari si posano sui miei occhi -Chi sono?-

Sorrido voltandomi verso di lui -Non pensavo di trovarti qui-

Indossa un completo eleganti nero carbone, una camicia bianca e un papillon abbinato -Ci sono molte persone influenti in questi posti, persone di altri Regni in grado di darci il loro supporto- mi appoggia una mano sul volto -E poi sapevo che c'eri tu e non ti avrei mai lasciata qui da sola-

Mi guardo in giro osservando particolarmente il tavolo di Matias Windsor -Non possiamo stare insieme, potrebbero insospettirsi e poi c'è il fratel...-

Mi appoggia il pollice sulle labbra delineandone il contorno delicatamente -Sono il Re, nessuno può impedirmi di fare qualcosa-

Sorrido appoggiando la testa sul suo petto -Sei così arrogante-

Mi passa lentamente una mano sulla schiena facendomi venire i brividi -Che ne dici se dopo le mie conversazioni con questi noiosi signori ci appartiamo?-

Alzo le testa solo per sussurrargli all'orecchio -Penso sia un'ottima idea-

Mi stringe il fianco con una mano -Bene allora mi sbrigo, ci vediamo presto-

Mi da un bacio sulle labbra così velocemente che neanche io sono sicura se sia successo oppure no.

Osservando la sala mi accorgo che Clancy sta parlando con Matias e lui sembra molto interessato mentre sorride come un ebete. La tecnica di persuasione funziona alla grande a quanto pare.

La musica è tenue e piacevole e gli abiti delle signore, sgargianti e pieni luce, sono terribilmente ipnotizzanti.

Un dolore improvviso dietro agli occhi mi fa irrigidire tutto il corpo in una morsa di dolore, tanto che sono costretta ad uscire dalla sala e a sedermi su un divano disposto in un corridoio semibuio.

Mi pizzica tutta la pelle e il formicolio sulla punta delle dita è quasi insopportabile, stringo i denti per cercare di focalizzare il dolore e liberare la mente.

Come mi ha insegnato Malphas.

Ci sarei riuscita se non fosse per l'uomo che giusto in questo momento ha deciso di parlarmi e di sedersi al mio fianco.

-Una bella serata non crede? Ma le luce e il chiacchiericcio dopo un po' sono fastidiosi-

Un ronzio sordo alle orecchie per poco non sovrasta anche le sue parole.

-Si sente bene? E' molto pallida-

Cerco di rispondergli ma la lingua e le labbra sono paralizzate.

-Vado a chiamar...-

Il panico fa si che una mano si muova per afferrargli il polso. L'unica cosa che non ho calcolato è che la mia forza è leggermente diversa rispetto a quella da umana.

Sento le sue ossa scricchiolare e cedere sono la mia presa e una parte di me sa che sta per urlare così gli stringo l'altra attorno alla gola -No la prego non urli-

Il volto dell'uomo inizia a colorarsi di rosso e poi di viola -Non deve dire a nessuno quello che è successo- balbetto con le lacrime che mi inondano il viso.

Il ronzio è così acuto che non riesco a sentire niente al di fuori di esso. Sono confusa, la mente è offuscata come se fosse avvolta da una cortina di nebbia densa e impenetrabile.

Il volto dell'uomo è pervaso dal terrore mentre la pelle inizia a diventare cinerea, però se lo lascio potrebbe urlare.

O forse non avrebbe fiato?

Gli umani sono così deboli.

Così deboli che la loro vita può essere stroncata all'improvviso.

Come una foglia spazzata via dal vento.

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