Parte 24
Il nostro giovane eroe si ritrovò così, senza ben sapere come, a essere membro attivo di un gruppo religioso emergente che, per ovvi motivi, qualcuno avrebbe anche potuto definire una setta.
Questa nuova appartenenza gli stavo permettendo di conoscere nuove e interessanti persone, di svariate età, e tutte con storie interessanti da raccontare. Pensò che era bello sentirsi parte di un gruppo, di una comunità così unita, anche se con qualche piccola stramberia.
Stava continuando ad arrovellarsi sull'argomento, mentre era diretto a lavoro a bordo della sua vecchia Peugeot, quando una spia rossa iniziò a lampeggiare al centro del quadro comandi. Non fece in tempo a realizzare la cosa che l'auto iniziò a perdere gradualmente potenza fin quando il motore non decise di spegnersi e di abbandonarlo così senza il minimo preavviso.
Il giovane si ritrovò giustamente a imprecare con lo sguardo rivolto al cielo. Provò poi a indirizzare il suo sgomento verso la vecchia compagna di viaggio, dando dei violenti colpi al volante e provando più e più volte a sollecitare l'accensione. Nessun segnale, il motore era k.o.
Il carro attrezzi, come da contratto con la compagnia assicurativa, lo accompagnò verso il centro autorizzato più vicino che, per fortuna, era anche il suo meccanico di fiducia, nonché gommista, elettrauto e da poco diventato anche rivenditore di auto usate. Un tipo piuttosto eclettico insomma.
Alla vista del carro attrezzi con a bordo il nostro sfortunato viaggiatore, il poliedrico esperto di vetture iniziò a smuovere leggermente la testa con fare sconfortato. Franz non lo colse come un buon segnale.
Dopo un'attenta diagnosi e svariati tentativi di resurrezione dell'auto, che proprio non voleva saperne, la sentenza fu:
«Giovanotto, mi dispiace ma la situazione è tragica. La cinghia di distribuzione è saltata e ha spaccato il motore in vari punti. Non c'è niente da fare.»
Franz rimase sbigottito.
«Ma come? Pensavo fosse qualcosa di banale, come la batteria scarica o che so, l'alternatore o...» Provò a replicare, rendendosi immediatamente conto di quanto fosse scarsa la sua conoscenza della materia.
L'esperto factotum, con il viso e le mani sporchi d'olio, continuava a smuovere il capo con espressione rassegnata.
«Il motore è andato... caput.»
Franz dovette chiamare Walter Rinaldi e informarlo dell'accaduto, quella sera purtroppo sarebbe arrivato in ritardo in pizzeria. Le lamentele dell'avvocato durarono più del previsto e così il giovane pensò bene di concludere la conversazione dicendo: «Se il mio stipendio fosse stato quantomeno adeguato probabilmente sarei riuscito a comprare un'auto affidabile, e certi imprevisti non sarebbero successi.»
Inviò poi una nota vocale a Mattia, suo ex collega, nonché esperto di automobili. Il giovane gli consigliò di farsi fare un preventivo per la riparazione ma di iniziare a contemplare l'idea di dover cambiare auto, perché probabilmente i costi sarebbero stati elevati.
Inutile dire che la previsione fu azzeccata. Sostituire il motore era una spesa a dir poco fuori luogo visto il chilometraggio della vettura. Proprio in quel momento di massimo sconforto però, ecco che la provvidenza fece la sua comparsa. Un giovane con gli occhiali e delle scarpe antinfortunistica vistosamente grandi gli si avvicinò e con somma empatia si permise di consigliarlo.
«Non so se posso permettermi, ma vista la situazione, vorrei suggerirti di prendere in considerazione il nostro nuovo servizio.»
A quanto pare il ragazzo con l'accento dell'est Europa doveva essere un nuovo dipendente.
«Quale servizio?»
«Le auto usate.» Replicò con vigore, come se non stesse aspettando altro. «Guarda caso ci è da poco arrivata un'auto che penso possa fare al caso tuo. Vieni.»
Franz seguì il ragazzo che camminava con un'andatura biascicata e una postura leggermente ingobbita.
«Guarda qua, una Ford Fiesta del duemilaundici con soli settantamila chilometri. Unico proprietario ovviamente, guarda il libretto.» Disse, porgendolo al suo potenziale cliente.
Il giovane diede una rapida occhiata, poi pensò bene di sfruttare un attimo di distrazione del prolisso venditore per inviare una foto del libretto a Mattia, che gli rispose con l'emoticon dubbiosa.
«Che prezzo?» Chiese Franz.
«Eh, a dire il vero dovrei venderla a prezzo di quotazione...» Disse l'altro, scuotendo la testa come il suo datore di lavoro. «Tu a che cifra stavi pensando?»
«Io non posso spendere più di quattromila.» Rispose, pentendosi immediatamente di non aver indicato, almeno inizialmente, una cifra più bassa, per iniziare le trattative.
«Vedo che posso fare.» Sentenziò l'abile venditore, sparendo in un piccolo ufficio.
Franz approfittò della pausa per continuare a osservare l'automobile, sia la carrozzeria esterna che gli interni. L'auto sembrava impeccabile.
Dopo qualche altro minuto il ragazzo ricomparve con un sorriso stampato in volto.
«Possiamo chiudere a quattromila, più il passaggio di proprietà ovviamente.»
I due fecero così un giro di prova con l'auto, e poi iniziarono a preparare tutte le scartoffie necessarie per la transizione economica.
Una volta effettuati trapasso e bonifico, Franz si stava avviando verso la sua nuova auto con le chiavi in mano, quando venne richiamato dal capo officina.
«E questa?» Chiese quello, indicando la vecchia Peugeot che stava ingombrando il ponte sollevatore.
Alla fine concordarono che si sarebbero occupati anche della rottamazione, per la modica cifra di centocinquanta euro.
Franz uscì dall'officina con le tasche alleggerite, certo, ma con la tranquillità di chi non avrebbe più dovuto fare i conti con tutti gli imprevisti che un'auto particolarmente datata può causare. Alla prima buca inevitabilmente colpita, però, lo specchietto retrovisore si staccò e per poco non gli finì in testa. Non era esattamente un buon inizio.
Riuscì infine ad arrivare a lavoro che erano ormai le dieci e mezza. La vetrina era ancora piena di pizze, indice di una scarsa affluenza di clienti, e dietro il bancone c'era un imbronciato Roberto, con la sua divisa da pizzaiolo rigorosamente sporca di pomodoro.
«Adesso devo fare anche il tuo lavoro?» Si limitò a osservare, prima di tornarsene in cucina.
Franz intuì che non sarebbe stata una bella serata.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci pensò l'avvocato Rinaldi, che non aveva gradito il tono utilizzato dal suo giovane dipendente nell'ultima telefonata, e pensò bene di recarsi in pizzeria per chiarire l'accaduto. Inutile dire che le sue intenzioni erano ben lungi dall'essere pacifiche.
L'aria così diventò ben presto bellicosa, e Franz, già al limite della sopportazione e colmo di rabbia, esplose come forse non gli era mai successo in precedenza, nemmeno con suo padre. Alla prima espressione che denotava una certa mancanza di rispetto da parte dell'avvocato, lanciò in aria le forbici che abitualmente usava per tagliare le pizze, e abbandonò il locale accompagnato dalle urla del suo ormai ex titolare.
Il giorno seguente, nonostante tutti i messaggi di Roberto e Mario volti a fargli cambiare idea, si recò all'ufficio di collocamento e presentò le dimissioni volontarie dal contratto a tempo indeterminato.
L'impiegato lo osservò con un'espressione corrucciata, poi mormorò tra sé e sé:
«E poi hanno il coraggio di lamentarsi... giovani d'oggi.»
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top