Parte 21

«Videmus nunc per speculum et in aenigmate»

«Ora vediamo come attraverso uno specchio, in maniera confusa»

(1 Corinzi 13;12)


Per quanto fosse di per sé una persona molto organizzata, e dedita all'ordine in ogni minima quisquilia, per quell'estate Franz non aveva organizzato nulla, nessuna gita fuori porta, nessun programma, niente di niente.

Un po' perché le sue condizioni finanziarie non gli permettevano di godersi altre vacanze, visto che il tennis, da sport dispendioso quale è, gli aveva già prosciugato le tasche, e un po' perché non gli veniva in mente nessuno con cui potersi organizzare; Mattia a quanto pare sarebbe rientrato solo per pochi giorni per badare ai suoi genitori, piuttosto avanti con gli anni, Nunzia sembrava ormai un capitolo chiuso, Roberto era a dir poco sommerso di lavoro e Mario non voleva nemmeno sentir parlare di abbandonare la sua allegra famigliola, anche per soli pochi giorni.

Pensando invece ai compagni di corso, gli venne in mente il signor Marcello, ma anche lui aveva i suoi impegni lavorativi e famigliari. Infine non restava che Elisabetta. Passare l'estate con lei? "No, grazie" pensò Franz che, ancora scottato dai recenti sviluppi con Nunzia, non sembrava per nulla intenzionato a gettarsi in un'altra pseudo-relazione dai presupposti confusi e contorti. 

Aveva bisogno solo di un po' di pace e serenità. Due settimane lontane dal lavoro gli sarebbero bastate per resettare la mente e ritrovare i propri equilibri. Alla fine prese una decisione abbastanza sorprendente, quella di passare le vacanze con sua madre, cosa che non succedeva da molti anni. 

La curiosa scelta venne partorita i primi giorni di quel torrido agosto, in un particolarmente afoso meriggio, mentre Franz stava armeggiando con un ventilatore che non voleva saperne proprio di funzionare.

"Maledetto aggeggio" farfugliava, con il corpo grondante di sudore. "Dovrò decidermi ad acquistare dei condizionatori."

Le sue noiose elucubrazioni vennero interrotte dal suono del cellulare, era sua madre che stava chiamando, e lo sapeva senza bisogno di sbirciare il telefono, visto che le aveva attribuito una speciale suoneria, quella de "Il buono, il brutto e il cattivo" di Sergio Leone. 

Decise che non avrebbe risposto, era già sull'orlo di una crisi di nervi, ci mancava solo la petulante genitrice a peggiorare ulteriormente le cose. 

Una nuova notifica però lo convinse a fare una pausa, stavolta era un messaggio vocale tramite il quale, la già succitata mittente, lo informava di una entusiasmante novità: aveva appena preso in affitto una casetta al mare per tutto il mese di agosto. 

"Ovviamente sei invitato tesoro, vieni pure quando vuoi" era la spronante conclusione.

"Dopotutto perché no" pensò Franz. Restando a casa sarebbe come minimo svenuto a causa del caldo. Probabilmente i vicini avrebbero trovato il suo corpo a causa del cattivo odore, dopo dodici o tredici giorni dal decesso, in fase avanzata di decomposizione. 

Abbandonato questo triste scenario, si immaginò invece "sdraiato con creme su spiagge infuocate dal sole d'Oriente", per citare Alice. Dopotutto che c'era di male a passare qualche giorno con sua madre? Di certo le cose non sarebbero potute andare peggio di così. E poi aveva un estremo bisogno di postare qualche nuova foto sul suo profilo instagram, da settimane ormai abbandonato a se stesso e desideroso di attenzioni.

Rimase infine piacevolmente stupito dai cambiamenti prodotti dalla bionda genitrice. Le sembrò di buon umore, più felice e rilassata. Ed era anche propensa ad ascoltare e a un dialogo sincero e costruttivo, novità assoluta per Franz. Si chiese quale potesse mai essere il motivo di tale mutamento, ma non dovette indagare granché. 

«Devo dirti una cosa, sai?» Esordì lei, mentre stavano bevendo uno spritz sulle sdraio del lido Aurora. «La faccio breve: in pratica ho conosciuto una persona. Ti prego non arrabbiarti, è un uomo fantastico e sono sicuro che ti piacerà.» Lo implorò, sporgendosi in avanti.

«Perché mai dovrei arrabbiarmi? Se ti fa star bene posso solo esserne contento.»

Era sincero in questa sua osservazione. Anche se non erano mai andati d'amore e d'accordo, non desiderava altro che vederla felice e serena. In seguito ebbe modo di conoscere Lorenzo, e si convinse facilmente della sua bontà. Era un uomo di mezz'età calvo e piuttosto snello, gestiva un mercato ortofrutticolo ed era tutto dedito al lavoro e alla famiglia, i suoi due figli adolescenti. Un uomo coscienzioso, posato, insomma tutto il contrario di suo padre, bastava anche solo questo per ottenere l'approvazione di Franz.

Quelle vacanze furono sorprendentemente piacevoli, e il nostro protagonista salutò sua madre e il suo nuovo compagno con il piacevole sospetto di aver instaurato un bel rapporto con entrambi. 

Infine il ritorno a scuola, mai tanto atteso, in un tiepido e mite lunedì di metà settembre. Era l'ultimo anno, quello degli esami, un déjà-vu per il nostro Franz, che stavolta però sperava vivamente in un epilogo diverso. Era fermamente deciso a portare a termine quel percorso triennale. 

Varcando la soglia dell'istituto venne accolto dal buon Torboli, anzi, prima ancora dal suo suono: il tintinnio del mazzo di chiavi che il coordinatore portava appeso alla cinta infatti, riecheggiava per tutto il complesso, annunciandone la presenza.

Alla reception c'era Elisabetta, pronta a dargli il benvenuto. Forse solo ora, guardandola bene, mentre dei tenui raggi di sole le incoronavano la fronte, si rese conto di quanto le fosse mancata. Stranito da quella nuova e pressante sensazione, si avviò così verso di lei che, con fare distratto, continuava a scherzare con il collaboratore scolastico, giocherellando con una penna stilografica e facendola picchiettare di tanto in tanto sul bancone. 

Gli sembrò diversa, più solare. 

«Come sono andate le vacanze, spilungone?» Esordì lei, con estrema naturalezza, come se dovessero vedersi solo da un giorno o due. «Ho visto delle foto mozzafiato sul tuo profilo IG, chissà quante donzelle avrai rimorchiato in quei bei posti.»

Franz rimase sul vago, pensò che non era il caso di dire che aveva trascorso le vacanze con un genitore. La reputò un'informazione superflua. 

Mentre si avviavano verso la nuova classe, la quinta F, salendo le solite scale percorse già migliaia volte, Franz non poté fare a meno di notare quanto Elisabetta sembrasse diversa: camminava, parlava, gesticolava in modo diverso. Si stava già arrovellando alla ricerca della motivazione dietro a questa metamorfosi, quando si ricordò quel dettaglio notato prima della sua partenza per le vacanze estive: il misterioso tatuaggio.

Franz cercò di dargli un'occhiata più attenta: si trattava di una sorta di sole stilizzato con delle ali d'aquila ai lati, o qualcosa del genere. Tornato a casa si mise immediatamente alla ricerca sul famoso motore di ricerca digitando le parole "sole alato." 

A quanto pare, il disco solare alato, era un simbolo di divinità, regalità e potere associato a diverse antiche civiltà, tra cui l'antico Egitto e l'Assiria. C'erano anche dei riferimenti biblici e infine alla cultura contemporanea...

Franz ebbe un sussulto. Era ancora quel maledetto cellulare che lo avvisava di un'altra notifica con quel fastidioso suono metallico. 

Era Elisabetta. Franz si ritrovò a sorridere solo leggendo il suo nome, ma poi si accorse che non si trattava di una chat privata. Elisabetta lo aveva appena invitato in un gruppo tra i cui membri c'era anche Nunzia.

Il nome del gruppo era "I Servitori della Verità." 



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