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Laura stringeva ancora in mano il cofanetto azzurro che le aveva regalato. La vista dell'elefantino intarsiato in superficie le strappò un sorriso.
Intanto tutto intorno regnava il caos. Gente che strillava, che piangeva, che imprecava... Da tutte le TV dell'aeroporto si udiva un'unica voce, un riverbero di parole quasi sputate con disprezzo, per la rabbia che provava la giornalista a spiegare l'accaduto: «non ci sono parole per descrivere questi momenti di orrore. Siamo davanti all'ennesimo vile attacco che va a colpire persone civili, innocenti, anche bambini; persone il quale obiettivo era solo vivere una vita felice, una vita normale. Il velivolo, un Boeing 747 diretto a New York, è esploso alle otto e quindici, esattamente cinque minuti dopo il suo decollo. Pezzi di ferraglia cadono ancora dal cielo, insieme a decine di corpi bruciati, fracassati, informi. Non si può rimanere indifferenti a tutto questo. La gente è indignata e grida vendetta, ma i potenti del mondo sembrano aver altro da fare...»
Laura diede un'ultima occhiata al cofanetto.
"Non lo dimenticherò!" pensò. "Te lo prometto."
Poi ficcò il cofanetto in borsa e tornò a casa.

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