Cap.8

Il vapore candido saliva dal boccale della tazza color cioccolato. Le maniche della mia giacca grigia erano tirate fin sulle dita e queste ultime erano avvinghiate dolcemente alla tazza. Il calore della camomilla mi ustionava le mani quasi, ma era una sensazione piacevole, poiché sentivo il mio corpo rilassarsi. Avevo molto freddo, nonostante le decine di coperte e piumoni che il mio nuovo amico mi aveva messo sulle spalle e sulle gambe. Sembrava avermi svuotato l'armadio addosso.
Con la schiena appoggiata alla tastiera in ferro scuro del letto, ricominciai a giocherellare col vapore fuoriuscente dalla tazza, soffiando ad intermittenza; nel frattempo pensavo: era strano quanto velocemente mi fossi legata a Jude, sul serio. Eravamo diventati buoni amici in pochissimo, ci conoscevamo da a mala pena un giorno, eppure avevamo fatto un tatuaggio insieme, uguale per giunta, e adesso ero accoccolata e accucciata nel suo letto in preda alla febbre. Almeno questa stava diminuendo.
Allungai le gambe cercando di sgranchirle, muovendo i piedi in modo da far sollevare di poco l'apice della coperta; era una sciocchezza che fin da piccola mi aveva sempre rilassato.
Voltai la testa di lato e iniziai a ispezionare meglio l'ambiente in cui mi trovavo: alla mia sinistra una parete era completamente a vetri e aprendola si poteva accedere ad un piccolo terrazzo. Guardando avanti invece vedevo benissimo il salotto, non diviso da alcuna porta con la camera da letto e collegato alla cucina ad open space. Non era grande come appartamento ma era molto curato e arredato con buon gusto. I colori delle pareti, dei mobili e di alcune cornici vertevano dal beige al color terra, che stavano a pennello col pavimento in legno scuro.
Alcuni rumori provenivano dalla cucina bianca, che riuscivo ad intravedere. Finii la camomilla e posai la tazza azzurra sul comodino in legno accanto al letto. Poi decisi di alzarmi; non volevo approfittare della gentilezza di Jude. Era stato già abbastanza imbarazzante farmi vedere in quelle condizioni e farmi accudire come una bambina di cinque anni. Ero mortificata. E non stavo più tanto male, sarei potuta tornare a casa benissimo. Molto probabilmente il mio vecchio e quel dongiovanni di mio fratello si stavano chiedendo che fine avessi fatto.
Così, lentamente, scivolai fuori dalle lenzuola, solo dopo essermi liberata di tutte quelle coperte. Mi guardai intorno e vidi che la porta sulla destra della stanza portava in un bagno in camera. Silenziosamente mi avvicinai, aprii la porta socchiusa e me la richiusi alle spalle. Scalza, mi avvicinai al lavandino, accesi la lucina dello specchio posto sopra il lavello e appena vidi il mio aspetto, tirai su una delle peggiori smorfie che avessi mai fatto.
Ero un disastro.
Avevo delle occhiaie oscene, tanto che il contorno degli occhi era addirittura violaceo; questi erano gonfi e arrossati, così come le labbra ed ero molto più pallida del solito. Fortunatamente non portavo i capelli lunghi, altrimenti non oso immaginare cosa mi sarei dovuta aspettare al posto del piccolo cespuglietto nero che in quel momento mi ritrovavo sulla testa.
Decisi di bagnarmi il viso, così aprii il getto d'acqua tiepida, misi le mani a coppa sotto questo che subito si riempirono e delicatamente portai l'acqua al viso. Strofina più volte e alla fine richiusi il getto.
Ad occhi semichiusi cercai qualcosa con cui asciugarmi e la prima cosa che mi capitò fra le mani fu un accappatoio nero appeso; ne presi la manica e mi asciugai il volto sperando che non fosse stato usato. Dovevo pur sempre asciugarmi il viso. Sospirai ed uscii dal bagno.
Trovai Jude nella stanza, intento a ripiegare ordinatamente le coperte e a rifare il letto. Non mi aveva sentito, così impacciatamene diedi qualche colpo di tosse. Lui alzò subito lo sguardo agganciandolo al mio. Aveva davvero degli occhi bellissimi; sembravano fare pendant con i colori della sua casa e quelle folte ciglia che li accerchiavano sembravano quasi finte.
Gli angoli della sua bocca si sollevarono e potei ammirare la fossetta che gli si creava su una sola guancia. Di istinto avrei voluto infilarci un dito.

《Vedo che ti sei ripresa. Come ti senti?》.

《Molto meglio, grazie! Credo sia ora di andare, ti ho già disturbato abbastanza e sicuramente mio fratello...》.

《Tranquilla. Ho parlato con lui; gli ho detto che non ti sei sentita bene e ti era salita la febbre. Sa dove sei, non è preoccupato.》, mi interruppe lui.

Molto intelligentemente risposi con un semplice "Oh", e serrati le labbra. Mi sentivo un po' a disagio: non volevo pensasse che ne stessi approfittando.

《Cosa vuoi mangiare? Ho appena fatto dei pancake. Ne vuoi?》, chiese incamminandosi verso la cucina.

《Oddio si! Adoro i pancake.》esclamai seguendolo.

Attraversai il salottino, calpestando un bel tappeto bianco e arrivando alla cucina. Jude mi dava le spalle, mentre rovistava tra i cassetti in cerca di qualcosa. Si voltò e dopo aver posato un piatto intero di pancake sul tavolo al centro della cucina, mi passò lo sciroppo d'acero.

《Ehi! Cosa ti ridi?》, chiese fingendomi offesa dopo averlo sentito ridere.

《Oh niente. Solo.. pulisciti la bava che ti cola,》allungò un dito indicandomi un angolo della mia bocca,《so di essere un eccellente cuoco ma un po' di contegno!》

Gli schiaffeggiai la mano sorridendo e iniziai ad ingozzarmi di pancake senza ritegno.

《Sono...sono daffero boni! 》esclamai masticando e facendolo ridere.

《Dato che abbiamo l'occasione possiamo conoscerci meglio. Abbiamo fatto un tatuaggio insieme, mi stai svuotando la dispensa e so poco e niente di te.》, sputò all'improvviso.

Ci pensai un po' su: 《Cosa vorresti sapere veramente?》perché davvero non sapevo da dove iniziare.

《Beh..quanti anni hai?》

《Diciassette. Tu?》

《Venti. Sei una bambina》,scherzò.

《Chi ha parlato! Il maestro. Sei più piccolo di Sam》, lo beffeggiai.

《Non sono un maestro. E non voglio diventarlo. Sam ascolta solo la metà di quello che gli si dice.》

《Oh, non dirlo a me. Ormai saranno...undici anni che lo sopporto》, dissi benevolmente. 《Quindi cosa fai se non insegni?》

《Sto ancora studiando. Lettere moderne. E dovendo scegliere un corso extra ho preferito filosofia. È molto bella.》, disse fiero, 《Tu invece come...come ci sei finita lì?》chiese cauto, catturando il labbro inferiore tra i denti. Aveva paura di aver fatto un passo falso.

《Sinceramente...non ricordo...molto,》dissi continuando a mangiare, 《ho solo qualche flash. Niente di che. Ero molto piccola quando Tom mi ha trovata. Credo abbia dovuto sbrigare qualche faccenda con la polizia del distretto, ma dopo aver visto che nessuno aveva denunciato la mia scomparsa non ha insistito.》.

《Cosa? Sul serio? E come mai non ti hanno spedita con qualche assistente sociale in un orfanotrofio?》

《Credo abbiano pensato che ero qualche altra creatura delle prostitute che stanno nei dintorni. O che Tom fosse pazzo. Sai com'è, se a chiedergli aiuto è gente che sta in zone poco raccomandabili, se ne lavano le mani.》

《Davvero nessuno ti ha cercato? Insomma..voglio dire..》, si interruppe abbassando lo sguardo. Era confuso dal sovraccarico di informazioni e potevo capirlo.

《Nah. Ma meglio così. Mi è andata bene. Parlami un po' di te.》, cambiai argomento.

Lui si riscosse:《Non c'è molto da sapere. I miei sono divorziati. Mia madre è un tipo particolare. Beh, anche mio padre non è da meno. E ho una sorella. È più grande di me. Kim; è una pazza.》, sorrise pensando alla sorella.

《Mi dispiace che..si insomma..che i tuoi non stiano più insieme e..》

《Vuol dire che doveva andare così.》mi interruppe con un sorriso che mi sembrava tirato. 

《Vuoi fare una doccia? Ti prendo dei vestiti puliti.》concluse, alzandosi dalla sedia e poggiando il piatto sporco nel lavello.

Lo vidi allontanarsi attraversando il salottino e entrare nella camera da letto. Ero rimasta sorpresa dal suo comportamento; forse non avrei dovuto esserlo: non sapevo cosa si provasse, ma credo che debba essere abbastanza brutto vedere la tua famiglia andare in pezzi.
Sospirai, mi tirai su e seguii il ragazzo moro nella sua stanza. Mi aspettava un'altra doccia rilassante .

*********
Chiedo sempre perdono per aver aggiornato così tardi, ma pensavo di cancellare la storia.
Non avevo mai tempo per scrivere qualcosa di sensato e poi non pensavo fosse un granché.
Ma adesso ho deciso di riprovarci e sarebbe davvero un miracolo se continuaste a leggere la mia storia. Proverò ad essere sicuramente più costante e critiche e consigli sono bene accetti.
A presto!
Yv.♡

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