Cap. 25

Stavo aspettando. Attendevo, con ansia. Il completo pungeva sul seno e sentivo il sudore attaccare i lunghi capelli della parrucca alla mia schiena. Erano di un avorio delicato, così perfetto da sembrare veri. Il colore si intonava perfettamente con il mio abbigliamento, con il colore della mia pelle e con il trucco realizzato grazie a Julie.
Poi giunsero le prime note della canzone, una delle mie preferite, e le tende del piccolo sipario iniziarono a schiudersi, mentre il mio cuore perdeva un battito e io mi imponevo di stare calma. Le luci mi colpirono il viso e sentii il panico assalirmi; non potevo permetterlo.  Così chiusi gli occhi e annullai tutto intorno a me. C'ero solo io, io e la musica. Avanzai un passo, poi un altro su qui tacchi brillanti tanto quanto il resto del costume; schiusi le labbra colorate dal rossetto, inspirai e iniziai:

《With your big eyes
And your big lies..》

Espirai. Le mani tremanti. Inspirai nuovamente.

《I saw you creeping round the garden
What are you hiding?
I beg your pardon,
Don't tell me nothing
I used to think that I could trust you
I was your woman
You were my knight and
Shining companion
To my surprise, my love's demise
Was his own greed and lullabies..》

La paura mi aveva abbandonato. Sentivo le ragazze ballarmi intorno, così decisi di aprire i miei occhi.

《With your big eyes
And your big lies..》

Aprii delicatamente le braccia e sentii sfilarmi la vestaglia rosa cipria. Feci dondolare la testa da un lato all'altro e i lunghi capelli fluttuarono intorno alla mia vita.

《 I noticed you got hot in summer
You had no comfort
Your shirt was cotton
Your face was sunburned
You paced around like you'd been waiting,
Waiting for something
Your world was burning
And I stood watching
As I looked down
The flames grew high
You watched me frown
I said good-bye...》

Mi girai di spalle, alzando una mano in segno di saluto e andando incontro alle ragazze sullo sfondo, continuando a cantare il ritornello; voltai la testa verso destra e puntai lo sguardo verso il pubblico.

《Is it me, was I wrong
To have trusted you?
Did I see what I want,
What wasn't true?
Was I wrong to go on
Like a little fool?》

Mi voltai, avanzai a passi sicuri, scansando le ballerine che mi ostacolavano con le loro braccia, accarezzandomi e mi fermai sul bordo del palco.

It's amazing what
Women in love will do.》

Non era possibile. Come faceva a saperlo? Sgranai gli occhi ma mi costrinsi a terminare lo spettacolo.
Jude era lì.

《With your big eyes and your big lies.》

Le ragazze si raggrupparono dietro di me, ponendomi le mani su ogni parte del corpo,  fin quando non suonarono le ultime note e le luci si spensero dietro gli applausi dei clienti.
Tutte ci dirigemmo nei camerini, chi  a cambiarsi per la prossima performance,  chi a struccarsi per andare via. Io andai spedita verso la mia piccola toilette e mi sedetti per riprendere fiato, osservando distrattamente le unghie smaltate di rosso sulle dita tatuate.
Sollevai lentamente lo sguardo fino a fissarlo sul mio riflesso nello specchio. Il mascara iniziava a scolare, e i miei occhi chiari avevano una luce diversa. Mi sentivo bene, in armonia con me stessa e bella. Ma non doveva essere così; niente di tutto ciò era giusto. Io non andavo bene, ero sempre la stessa ragazza di strada di qualche settimana prima, dalle scarpe bucate, sudicia di sporcizia e nera di segreti e colpe. Vidi i miei occhi schiarirsi e  quella nuova luce scomparire, lasciando sgorgare un'unica lacrima. Poi un'altra. Un'altra ancora.
Strinsi le labbra, impedendomi di singultare e strinsi gli occhi per poi riaprirli. Quasi non scivolai a terra quando vidi la figura di Jude allo specchio.

《Cosa fai? Non dovresti stare qui!》, sibilai voltandomi.

Le quinte si erano svuotate, tranne che per Bernadette, la quale stava entrando in bagno.

《Volevo vederti.》

《Perché?》

Un'ombra di incredulità passò sul suo volto per un istante, poi le sue sopracciglia si aggrottarono. Non mi rispose, ma si avvicinò a me e si inginocchiò ai miei piedi in modo che i nostri volto fossero alla stessa altezza.

《Cosa fai con tutta questa roba in faccia, bambina?》, rise.

Allungai un braccio e presi le salviette struccanti, aprii il pacco e ne estrassi una. Jude me la tolse dalle mani, mise un dito sotto il mio mento e iniziò a togliere il nero da sotto gli occhi, poi mi pulì dalla cipria e infine dal rossetto. Posò l'imbevuto ormai sporco sul piano in legno e spostò la sua mano da sotto il mio mento fin dietro al collo, senza mai interrompere il contatto. Quando le sue dita toccarono l'attaccatura dei miei capelli, trattenni il respiro e le ginocchia mi tremarono; sganciò la parrucca color avorio e la fece  scivolare a terra. Entrambe le sue mani scesero sulle mie spalle e mi denudarono dalla leggera vestaglia rosa. Sentivo il volto bruciarmi e credetti sul serio che egli potesse sentire quanto forte battesse il mio cuore in quel momento. Il suo respiro era perfettamente calmo a differenza del mio, quando, non staccando i suoi occhi dai miei, si avvicinò al mio volto, accarezzandomi le braccia con il dorso delle mani , fino a  chiudere le sue dita affusolate intorno ai miei polsi. Il suo naso sfiorò il mio, poi si spostò sulla mia guancia sinistra fino a giungere al mio orecchio, sul quale espirò. Un brivido mi fece inconsapevolmente piegare la testa di lato, lasciando il lato sinistro del collo scoperto. Non slacciando mai il suo sguardo dal mio, iniziò a lasciare dei leggeri baci sulla mia giugulare. Ad ogni tocco umido sentivo perdere sempre di più la sensibilità alle braccia e alle gambe, un formicolio si diffondeva nel basso ventre e i miei occhi si sbarravano sempre di più. Avrei voluto toccarlo, baciarlo, abbracciarlo, passare le mie dita tra i suoi capelli, dietro il suo collo e sul suo petto, ma ero come impietrita. Staccò le labbra dal mio collo e si avvicinò alla mia bocca. Lo desideravo. Lo desideravo così tanto. Ma non riuscii a muovermi. Era la prima volta che mi trovavo in una simile situazione a mente lucida, senza essere ubriaca o drogata. E, nonostante fosse Jude a toccarmi in quel modo, nonostante il mio corpo e la mia mente lo desiderassero, io avevo paura.
Appena fui consapevole di ciò i piacevoli brividi si trasformarono in un forte tremore. Se ne accorse e si arrestò. Rimase fermo, corrugò la fronte e allentò la presa sui miei fragili polsi.

《Bambina?》, soffiò sulle mie labbra.

La sua sorpresa e le sue domande trasparivano dai suoi occhi. I miei si offuscarono di un pianto salato ma mi vietai di far scendere una sola lacrima. Jude non meritava quella sofferenza. Jude non meritava la mia sofferenza, i miei segreti, i miei peccati, il mio passato, il mio fardello, la mia confusione, la mia anima sporca, il mio corpo violato e impuro. Non meritava tutto questo.

《Va via.》

《Cosa?》

《Ti prego. Va via.》, strinsi gli occhi per non guardarlo. Dovevo allontanarlo, altrimenti lo avrei trascinato giù con me.

《Ho fatto qualcosa che..? Scusami, io non... davvero, cosa..?》

《VATTENE!》, sbraitai.

Il tocco della sua pelle abbandonò la mia e il mio corpo si prosciugò da tutto il calore che avrebbe mai potuto avere.
Lo sentii prendere fiato, forse per dirmi qualcosa, ma poi probabilmente ci ripensò, perché non sentii proferire parola. Al posto della sua voce udii solamente la suola delle sue scarpe sbattere sul pavimento, mentre l'eco dei rimbombi si faceva sempre più lontano, e ad ogni passo le fitte  al mio petto aumentavano sempre più.
Sentii aprire e sbattere la porta dell'uscita di emergenza e il mio cuore si ruppe del tutto.
In infiniti pezzi.

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