Cap.15
Sam era di fronte a me, appoggiato al muro accanto alla porta sul retro del locale. Tra le mani aveva una Marlboro e ogni tanto la portava alle labbra, inspirando ed espirando il fumo.
Stavamo aspettando che Nicholas venisse ad aprirci perché il locale non era ancora aperto. Mi ero fatta trovare lì puntuale, volevo fare bella figura e mi ero impegnata anche nel rendermi presentabile, sempre grazie a Sam e Julie, che ci aveva raggiunti.
《No Sam che dici? Sembra mia nonna con quella maglia verde addosso...mmh..ecco, prova questa..》
Gettò di lato quel maglione bitorzoluto e mi passò una maglietta che indossai in fretta e furia, già stanca di tutto quel togli e metti. Sentivo il tessuto morbido avvolgersi attorno alle mie braccia e sperai che fosse l'ultima prova di indumenti.
《È perfetto. Davvero. Ti risalta anche quelle tettine inesistenti.》
《Delicata come al solito J..》
《Sono solo realista.》, aggiunse scrollando le spalle.
Cosi mi ritrovai ad indossare il vecchio paio di pantaloni neri sgualciti e bucati qua e là, insieme alla maglietta di Julie. Era davvero carina, non pensavo conservasse qualcosa del genere. Aveva una scollatura a V e il tessuto era tra l'argentato e il trasparente ove le zone particolari erano coperte da disegni di rose nere.
Per la prima volta in vita mia mi sentivo carina e speravo con tutto il cuore che Julie si scordasse di riavere indietro quella maglietta.
Ai piedi indossavo le mie solite scarpe.
D'un tratto la porta sul retro si aprii e io sollevai lo sguardo mentre Sam girò la testa di scatto. Nessuno fece capolino dall'uscio, ma una voce roca ci intimò di entrare e così facemmo.
Sam andò avanti, prendendomi per mano e guidandomi dietro di lui; una volta varcata la soglia sentii la porta richiudersi alle nostre spalle e il buio ci avvolse.
《Allora Sam, è lei la ragazzina?》, intimò la voce burbera.
《Si, Nick.》
《Bene, seguitemi. Fate attenzione a dove mettete i piedi..》
I suoi passi pesanti rimbombavano nel luogo e io mi stringevo sempre di più a Sam. Dove cavolo mi avevano portata?
Sentivo in lontananza delle voci femminili e il rumore che fanno i tacchi sul legno, ma ancora non riuscivo a vedere assolutamente nulla.
Le voci e il calpestio di piedi si fecero sempre più forti fin quando, finalmente, non uscimmo dal quel tunnel nero e la luce colpì i miei occhi.
Quando li riaprii, la mia bocca si spalancò e credo che il mio mento fosse arrivato al pavimento.
Di fronte a me vi erano un mare di tavolini neri con poltroncine abbinate e piccoli vasi sopra con una rosa dentro ognuno. Vi erano quattro colori di rose: blu, giallo, rosso e rosa.
Volsi il mio sguardo verso l'alto e mi accorsi che vi erano tanti piccoli soppalchi agghindati alla stessa maniera, ma lì le poltroncine erano rosse e l'ambiente sembrava più elegante.
Ritornai a guardare di fronte a me e finalmente capii da dove provenissero quelle voci: in fondo vi era un palco, né troppo grande, né troppo piccolo, sul quale vi erano alcune ragazze, una più bella dell'altra, vestite con dei comodi pantaloncini di tuta e un top. Tutte avevano i capelli alzati in una coda, tranne l'unica che mi dava le spalle, i cui lunghi capelli corvini erano boccolati ad arte.
Era lei a dirigere le mosse delle ragazze che tutte insieme provavano la loro coreografia, utilizzando alternatamente i cinque pali posti lì.
《Bene Victoria, è così che ti chiami giusto? Da sta sera servirai ai tavoli, Derek ti darà una mano. Servirai solo ai tavoli posti nella platea in basso; per le zone alte abbiamo Kylie. Lì funziona diversamente.》
Mi voltai a guardare l'uomo dalla voce burbera che fino a quel momento mi ero dimenticata fosse con noi. Era un po' più basso di Sam, credo poco meno di un metro e ottanta. Poteva avere sui cinquant'anni; la testa era pelata ma in compenso aveva una barba molto curata. I suoi occhi erano di un castano acceso e, partendo dal collo, mi accorsi che era interamente coperto di tatuaggi. Portava dei semplici jeans e una maglietta bianca che, nonostante l'età, faceva risaltare il suo corpo ancora in forma.
《Comunque, io sono Nicholas》, mi porse la mano sorridendo e io la strinsi. Poi mi squadrò da capo a piedi aggiungendo: 《e dobbiamo dare una sistematina al tuo look.》
Dire che ero ancora più sotto shock di prima è dire poco.
Quello era il marito dell'adorabile donna con due figlie e dei nipoti. Quello era l'amico di Tom, il tipo apposto. Quello non era il semplice pub dove pensavo lavorasse a volte il vecchio. Quello era..era...non lo sapevo neanch'io cosa fosse.
Sam si era accorto della mia reazione è da bravo fratello responsabile se la stava ridendo sotto i baffi, guardando spudoratamente i culi danzanti delle ragazze sul palco.
《Teresa!》, richiamò a gran voce Nicholas, e la ragazza dai capelli sciolti che mi dava le spalle si voltò.
E così potei constatare che non era una ragazza ma una donna, probabilmente più grande anche di Nicholas. Sul suo volto vi erano i segni dell'età ma la sua bellezza non era sfiorita del tutto. Il suo fisico era perfetto e ben fasciato dagli indumenti attillati di colore nero. La vidi muoversi elegantemente, scendendo le scale e avvicinandosi a noi con aria di sufficienza. Quando fu accanto a Nicholas si fermò su i suoi tacchi a spillo e potei studiarla meglio.
I capelli le arrivavano alla vita e sulle carnose labbra portava un rossetto rosso acceso. Aveva un piccolo neo accanto al labbro superiore e gli zigomi erano ben esaltati dal trucco, così come il nero torbido dei suoi occhi grazie ad un sottilissimo strato di eyeliner. Rosse erano anche le sue unghie perfettamente curate e smaltate.
《Dimmi.》, aveva una profonda voce sensuale che del resto non mi stupì. Si intonava perfettamente al suo aspetto.
《Portala nei camerini e aiutala a scegliere qualcosa da indossare più adatto. Servirà ai tavoli solo nella platea bassa.》, disse Nicholas indicandomi.
《Va bene, bambina vieni con me. In fretta. Non posso perdere tempo》, girò su i tacchi e si diresse verso le quinte del palco.
Lanciai un'occhiata preoccupata a Sam che mi sorrise e mi affrettai a raggiungerla, passando proprio sotto il palco.
Le ragazze lì sopra avevano dei tacchi vertiginosi, ma provavano la coreografia senza problemi. Probabilmente si stavano esercitando da ore; erano tutte molto belle ma tre colpirono la mia attenzione in particolare e sicuramente erano le ballerine di punta: una rossa coi capelli lunghi, una bionda coi capelli a caschetto e l'ultima dai capelli neri. Non mi notarono neanche mentre io correvo dietro Teresa.
La vidi svoltare dietro le tende nere che separavano l'immensa sala dalle quinte e la seguii, spostando anche io le pesanti tende drappeggiate; appena oltrepassate non la vidi più. E cercandola con lo sguardo rimasi affascinata dalle decine di toilette piene di pettini, trucchi, nastri, vestiti ripiegati con cura e grandi specchi sormontati da tante lampadine.
《Ti muovi o no, ragazzina?》, trasalii per il suono improvviso della sua voce e mi volta per trovarla.
Stava appoggiata ad uno stand con un completo in mano ancora racchiuso nella federa.
《Spogliati. In fretta. Indosserai questo. Poi ti truccherai e sarai pronta. Per adesso puoi utilizzare i vestiti messi a disposizione dal locale. Più in là dovrai trovare un tuo stile.》
Obbedii. Dal timore che mi incuteva quella donna, mi spogliai seduta stante, senza chiederle se ci fosse un punto più appartato. Mentre mi sfilavo i vestiti sentivo i suoi occhi calcolatori studiare il mio corpo e riuscivo a sentire i suoi borbottii, alcuni di dissenso e altri di consenso. Ripiegai tutto in fretta e puntai i miei occhi nei suoi di molto più scuri, in attesa.
Così le sue dita ossute si chiusero intorno alla zip della cerniera della federa e tirarono giù, fino a terra, estraendo poi il completo ancora tenuto dalla gruccia. Era un completo da cameriera , indubbiamente, ma era diverso. Feci un passo avanti e allungai una mano per prenderlo. Lei continuava a guardarmi da sotto quelle folte ciglia e me lo lasciò scivolare tra le mani. Il tessuto era morbidissimo e accarezzava le mie mani come mai niente prima d'allora. Cercai di capire come metterlo rigirandolo in tutti i verso, fin quando Teresa ridacchiando non si avvicinò e me lo tolse dalle mani.
《Buona idea quella di non mettere il reggiseno. Con questo non è necessario.》, disse tirando giù la zip della gonna e passandomi delle calze a rete nere che indossai con qualche difficoltà.
Subito mi accostai a lei che mi aiutò ad infilare la gonna a vita alta e mi richiuse la cerniera dietro; afferrò il grembiale bianco e trasparente , facendolo calzare prima dalla testa e poi legandomelo in vita con un bel fiocco dietro.
Poi mi prese per mano e mi fece avvicinare allo specchio di una toilette per farmi specchiare.
Per quello che vidi rimasi a bocca aperta per l'ennesima volta da quando ero entrata in quel locale: era semplicemente bellissimo. Era..sexy, in modo esagerato, ma al punto giusto, senza sfociare nel volgare. La gonna era pudica ma risaltava la forma delle gambe e dei fianchi e le trasparenze del grembiale scoprivano fino all'estremo senza lasciare intravedere però il culmine più scuro del mio seno. Era splendido. L'unica cosa che stonava lì ero io.
《Truccati.》, ordinò e fece per andarsene, quando la fermai.
《Non andartene. Non sono capace di truccarmi. Sai..reggiseno e trucchi sono un po' troppo lusso da dove vengo io.》, sorrisi amaramente.
La vidi arrestarsi, dandomi ancora le spalle. Quando si voltò queste si rilassarono e il ghiaccio nei suoi occhi mi sembrò essersi un po' stemperato.
《Ok ragazzina vieni qua. Siediti e sta zitta. Ti farò splendere.》, detto questo mi sedetti su un piccolo puffo accanto a una delle toilette e iniziò ad intrecciare le sue dita tra i miei capelli, utilizzando anche pettini e creme. Poi passò al trucco: non so per quanto tempo rimasi li, ma capii che non sarebbe stata mai una mia priorità mettere la mattina tutta quella roba sulla faccia. Era fastidiosa e appena avevo qualche prurito e cercavo di grattarmi, Teresa mi bacchettava la mano con il pennello.
Ma in fin dei conti non vedevo l'ora di vedere il risultato. Così tirai un sospiro di sollievo quando la donna posò tutto sul pianale della toilette e concluse soddisfatta dicendo:
《Bene. Adesso voltati e guarda che meraviglia ho creato.》
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top