Capitolo 5
La prima azione che compio appena entro in macchina è di chiudere le sicure. È una fissazione, non parto se prima non sono al sicuro dentro l'abitacolo. Le continue lamentele di mia madre sull'insicurezza dei mezzi che utilizziamo, ha fomentato in me una sorta di paura. Dunque prima di partire controllo sempre che tutto sia secondo le mie regole. Chiudo le sicure, sistemo lo specchietto retrovisore, metto la cintura e infine poggio il telefonino nel vano portaoggetti. Questa routine si ripete ogni volta che entro in auto. Se dovessi saltare una sola di queste manie, potrei seriamente entrare in iperventilazione. Arrivo davanti la mia auto e mi rendo conto che si trova sul ciglio della strada col finestrino del guidatore aperto. Il mio sedile, ovviamente, è zuppo! La solita fortuna. Mi posiziono sul sedile del passeggero e per un solo momento chiudo gli occhi inalando un respiro profondo. Mi blocco quando sento entrare Jackson dentro l'auto. Si siede sul sedile bagnato e dopo un brivido di freddo, chiude il finestrino.
«Beverly non capisco perché in quest'auto si gela come fuori! Non solo mi devi pagare l'auto, ma anche la visita dal dottore! »
«Se tu evitassi di seguirmi a quest'ora staresti nella tua auto al calduccio, quindi smamma! »
Incrocia le braccia sopra il suo petto muscoloso e si volta a guardare la strada. Che compagno d'avventura, non avrei potuto trovare di meglio. Stanca del silenzio, accendo la radio ed inserisco uno dei miei cd preferiti. Gloria Gaynor.
«Non ci posso credere. E poi ti lamenti se ti chiamo signora. Chi sei Matusalemme? »
«Se insulti ancora la mia musica puoi andare ad ascoltare la tua. Nella tua auto. Anzi non capisco che ci fai seduto sul sedile zuppo della mia.» Cerco di essere il più antipatica possibile. Non vedo l'ora di tornare a casa.
«Solo non ci voglio stare. E se succedesse qualcosa? »
«Sei proprio un cagasotto!» E mi sorprende ridendo di gusto. Ai lati delle guance si formano quelle fossette dolcissime che ipnotizzano. Porta la testa all'indietro per l'ilarità della situazione che lo coinvolge completamente. Mi contagia e rido anch'io come una stupida.
«Hai ragione, sono proprio un cagasotto. »
Tre quarti d'ora dopo, la situazione assicurativa per i mezzi danneggiati è risolta. Con imbarazzo ci salutiamo e le nostre strade si separano. Per tutto il tragitto fino a casa nella mente mi passano delle diapositive in technicolor della serata appena trascorsa. Se non fosse stato un incidente, suppongo che lo inserirei nella top ten dei 10 non appuntamenti più belli della storia. Abbiamo riso, ci siamo battibeccati e i nostri sguardi, a volte maliziosi, parlavano per noi.
Posteggio l'auto e rientro dentro casa. Trovo un messaggio in segreteria e lo ascolto.
"Beverly, Beverly? Sei in casa? Comunque sia, volevo informarti che stasera tu esci insieme a me e Rose. Vengono anche Edward e Roger. Inoltre Eddi porta suo cugino. Non puoi rifiutare. Metti qualcosa di decente, lascia a casa gonne lunghe e casacche sgargianti. A più tardi piccola. Ti voglio bene."
Mi ero ripromessa di non arrivare al cento decimo appuntamento.
Adesso mi tocca spuntare un'altra lineetta alle mie disavventure amorose.
Decido di indossare un pantalone bianco e una casacca blu. Tacchi i più bassi che ho e lascio i capelli sciolti. Un filo di trucco e sono pronta. Anche se l'unica cosa che vorrei è riposare e non pensare alla brutta figura che sicuramente si accatasterà sopra le altre.
Il locale, molto etnico, si trova tre traverse dopo la mia abitazione, perciò decido di raggiungerli a piedi. Appena entro mi dirigo al tavolo dei miei amici e mi presento al nuovo commensale. Patrick. Mingherlino e non troppo alto, ma con un sorriso coinvolgente e una simpatia esuberante. Stranamente la serata prosegue senza nessun tipo di intoppo. Il cibo finisce nel mio stomaco e non spappolato nel mio abito, nessuna perdita di liquidi e niente tra i denti. Insomma, una serata degna di nota. Madre Natura mi sta mandando un segno chiaro e tondo. Quello è l'uomo giusto per me. La bellezza non è tutto nella vita. E nemmeno l'altezza. Io uso sempre scarpe basse. Inoltre adoro ridere. E lui riesce a fare del sarcasmo anche su se stesso. Capisco che gli piaccio da come mi guarda. A fine serata mi accompagna a casa e mi lascia il suo recapito telefonico. Guardandolo bene mi rendo conto che la prima impressione è stata giusta. Dio, è proprio bruttino. Ma io non sono un tipo superficiale, perciò prima di fermarmi all'apparenza decido di dargli una possibilità. Ci salutiamo con due baci in guancia e scendo dal veicolo per dirigermi in casa. Il suo odore non era niente di speciale. Sapeva solo ed esclusivamente di sapone. Nessun profumo da macho, niente di niente.
Solita manfrina. Leggo di uomini che odorano di sesso e di dolcezza, ma non ho mai inciampato su uno di loro!
A dire il vero uno l'avevo scontrato. Il problema è che non ho avuto l'occasione di afferrarlo in quanto l'antipatia aveva innalzato un muro tra di noi.
Prima di coricarmi accendo il pc e mi collego su Tinder.
Solo-uomo-86 ha messo un mi piace alla tua foto.
Dick-grosso-duro ha commentato la tua foto.
Mirame-baby ha lasciato un messaggio.
Un grande buco nell'acqua. Speriamo che domani vada meglio!
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