CAPITOLO 44

Fisso il mio capolavoro. La cucina splende come non mai. Ogni misero angolo brilla e profuma come mai prima. La maiolica dietro i fornelli è linda e pulita. Il lavello, senza macchia. Il pavimento, deterso. Il lampadario, scintillante. Tutto esclama a grandi lettere cubitali: candeggiato. E ne sono soddisfatta. Se non fosse che quel fastidio che sento al centro del petto, non è sparito. Lo legavo a tutto il caos in cui vivo, ma non è così. È qualcosa di più profondo che voglio continuare a nascondere a me stessa. Desideravo tanto che lo sporco appena tolto si portasse via quello dentro di me.

Ma è ancora qui.

Persistente.

Duro.

Triste.

Irremovibile.

E non so proprio come mandarlo via.

Rachel continua a stare a casa con me e le mie amiche; sento un macigno in testa pronto a sbriciolarsi e a coprirmi del tutto.

Non sono assolutamente pronta a una cosa del genere. Mi convinco che posso farcela, minuto dopo minuto. Ma la realtà è che a 24 anni non è giusto sorbirmi tutto questo dolore oltre quello già provato.

Seppur egoisticamente, vorrei che andasse via e tornasse da dove è venuta. Ma il marito numero... non ricordo nemmeno quale, l'ha abbandonata.

So di non poterla lasciare sola. Non è stata una scelta mia, ma il vortice mi ha preso con sé inaspettatamente.

È pur vero che le mie scelte in passato, un passato molto vicino, non si sono rivelate fortuite. Quindi, magari, Madre Natura, vuoi farmi pagare per questo? O darmi un premio?

Redenzione.

Quella che serve è redenzione.

≪ Ohi Ma, tutto bene oggi? Ieri mi sembravi un po' strana. ≫

≪ Sì, tutto ok, solo più stanca del solito. Le cure mi buttano giù. Invece la tua pazzia momentanea è passata? ≫

≪ Oh sì certo. Tutto ok. ≫ Rispondo come un automa.

≪ Anche io quando voglio evadere dalla realtà pulisco. ≫

Alzo la mano come a intimarle di smettere di parlare. Potrei seriamente dire qualcosa di sconvenevole per me e per lei.

≪ No, no, lasciami finire. Pensi che non lo sappia che non ti vada a genio occuparti di me dopo tutto quello che c'è stato in passato? O, magari, credi che non sappia che tutto questo fardello è pesante da portare per una persona adulta, figuriamoci per una ragazza come te? O meglio, credi che non sappia quanto questo abbia scombinato la tua realtà in un modo o in un altro, quando qualcosa di bello ti stava capitando? Lo so cosa dovrebbe fare una più che ventenne. Preoccuparsi del suo cuore infranto, uscire con le amiche, lavorare, viaggiare e non sicuramente rattristarsi con malattie che non ti lasciano scampo. Beverly mi spiace essere un peso per te. Ma non so a chi chiedere un supporto. Tu sei rimasta l'unica alla quale non ho procurato così tante ferite da odiarmi. O forse l'ho fatto, ma tu hai un animo buono e l'odio non ti appartiene... ≫

Già, l'odio non mi appartiene. O forse dovrei dire non mi apparteneva.

Perché non mi piaccio più.

Il castello dentro al quale vivevo mi piaceva, poi, pian piano tutto è crollato lasciandomi inerme e felice.

Adesso ricostruisco le fondamenta di quel castello e non mi so dare una reale motivazione.

Non voglio vivere in una campana di vetro ma è come se ne avessi bisogno.

Bisogno per tirare avanti.

Bisogno per nascondere tutte le mie paure.

≪ Io credo di dover andare a lavoro. Ne riparliamo, magari un'altra volta? Ricordati nel pomeriggio dell'appuntamento in ospedale per la cura. A più tardi. ≫

Corro veloce fuori di casa e aprendo la portiera dell'auto metto in moto senza ravvedermi delle solite manfrine che compio appena dentro l'abitacolo.

Evidentemente sono davvero sconvolta. Oltre che esausta. Una notte insonne per pulire è ciò che mi resta dal cercare di mandare via quello stupido sporco.

O forse è il primo passo verso l'accettazione che il cambiamento sta avvenendo e non posso farci nulla se non accettarlo.

≪ Stupido automobilista, non vedi che è verde? Cosa aspetti a passare? Un annuncio scritto con bolla papale? ≫ Urlo all'auto che sto per sorpassare.

Solamente che, quando il mio sguardo omicida lo fulmina o forse dovrei dire: la fulmina, le parole mi muoiono in bocca, l'auto si spegne e vorrei sprofondare.

Alyson mi fissa sconcertata dal suo abitacolo.

≪ Beverly, ma che modi sono? ≫

È proprio una bella giornata oggi Madre Natura.

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