CAPITOLO 42
Per dimenticare il mio tarlo, mi dedico minuziosamente a mia madre. Non credo che sia felice di questo mio nuovo lato affettuoso, ma non mi dice nulla del repentino cambiamento.
Riscopro piccoli atteggiamenti ormai rimossi. Rimossi dalla lontananza e a volte dal dolore. Quei sorrisi appena accennati, le smorfie di contrarietà rispetto a un qualcosa, le carezze spontanee e quegli sguardi che solo una madre ed una figlia possono scambiarsi.
La realtà è che si riesce a perdonare una madre per i suoi errori senza remora. Prima o poi, sia chiaro. Ed è così naturale da risultare giusto.
Mentre per il resto del mondo si pongono dei limiti. Limiti invalicabili che forgiano il nostro carattere, in un modo o in un altro. È quello che succede quotidianamente. In ogni parte del mondo.
E tutti i problemi che sembrano insormontabili, si risolvono. Senza darti spiegazione, ma solamente perché è così che succede.
Quei limiti li odio.
Odio tutto ciò che mi sta portando a un cambiamento interiore e odio un po' me stessa per questo.
Il cambiamento non è sempre una cosa cattiva, ma non è allo stesso modo una cosa buona. Ci sono dei risvolti che non possiamo calcolare precedentemente. E per chi, come me, ha bisogno di avere tutto sotto controllo, è un problema.
In un mese la situazione della mia esistenza, seppur breve, è letteralmente stravolta.
La paura più grande è perdere qualcuno di caro. Il vuoto che senti dentro è incolmabile. Un buco al centro del petto completamente nero. Qualcosa che ti soffoca fino a lasciarti inerme. Respirando solo perché il cuore pompa ossigeno e i polmoni si riempiono d'aria in continuazione. Tu, vorresti smettere di farlo. Smettere di respirare quell'aria che fino a poco prima era anche l'ossigeno della tua perdita.
Condividere una cosa così importante non è da poco. E ti attacchi a qualsiasi avvenimento per restare arrabbiato. Per provare ancora qualcosa. Perché quando tutto è nero non senti nulla. Completamente nulla.
Inizialmente è ciò che si desidera. Annientare tutte le sensazioni che intaccano il nostro stato d'animo.
Il problema è che... ripensandoci rimugini sul perché non percepisci proprio niente. Il panico prende possesso di ogni piccola fibra per annullare ogni cosa. L'agitazione ti colma e accetti che piuttosto che soffrire miseramente, preferisci essere apatica rispetto al resto del mondo.
So che sto raccontandomi tante frottole, ma è l'unico modo per voltare la pagina di questo famoso libro chiamato vita.
Per avere 24 anni, ho un bagaglio di sofferenza piuttosto ricolmo. La mia incertezza è rilegata allo stato fisico e mentale di mia madre, e a confronto, il cuore spezzato per via di Jackson è una bazzecola.
Il mio, di cuore, è stato sbriciolato così infinitamente, che ho perso il conto di quante volte ho cercato di rimettere insieme i cocci.
Mi domando a cosa serva soffrire. Cioè, non voglio essere compatita, ma per oggi credo che fare la vittima di ciò che mi circondi, sia dovuto.
E scusami Madre Natura se sono così negativa.
Come diavolo ti è saltato in mente di farmi avere un incidente con Jackson? Perché volevi portarmi via quel piccolo pezzo della mia vita che avevo chiuso ermeticamente? E come diavolo ti è saltato in mente di far venire l'ennesimo tumore a Rachel? L'unica cosa positiva che hai fatto è farmi conoscere le mie ancore di salvezza.
Oggi sei tu il capro espiatorio della mia rabbia. Quindi sarò arrabbiata e lo sarò perché non posseggo una bacchetta magica per risolvere i miei problemi.
Pagherei qualsiasi cifra per tornare indietro alla mia adolescenza, per farmi valere e per non nascondere il dolore che provavo per certi atteggiamenti. Perché così facendo ho spezzettato la mia autostima lasciandomi in un buio perenne.
Capita a tutti di avere qualche giornata No; questa è una di quelle. Dove la foschia ricopre ogni piccolo spiraglio di luce. E comprendi che aver scelto di abitare a Londra rispecchia precisamente ciò che si verifica quotidianamente.
Poiché quando riscopri la felicità, è dura tornare alla tristezza. Nessuno dovrebbe conoscerla, né tantomeno esserne coinvolta senza prima avere il permesso.
Bisognerebbe firmare un contratto rispettando i termini del suddetto.
Non puoi non sottostare a ciò che si firma. Perché è legale come non lo è rubare.
Farneticare è il primo step verso il fallimento personale.
Come si suol dire: chi ben comincia è a metà dell'opera.
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