CAPITOLO 33
Mia madre piange.
Nella mia vita da ultra ventenne è la prima volta che vedo delle lacrime solcarle il viso. Il mascara le cola dagli occhi, il rossetto sbava ai lati per via di quelle piccole gocce di sali minerali buttati via dalle ghiandole lacrimali, le mani portano i capelli dietro le orecchie, le gambe tremano nervose e Jack la fissa con uno sguardo duro e un po' dubbioso; col corpo rigido che emana sicurezza ma allo stesso tempo insicurezza sul da farsi.
Il dispiacere di vederla in quello stato sommerge quello appena successo in camera da letto. Indecisa sul da farsi, mi volto per tornare indietro, ma sento gli occhi di entrambi fissi sulla mia schiena. Mi fermo e girandomi resto in silenzio. Non sono preparata a queste tipo di emozioni, o meglio, non con lei. Mi sembra quasi un'estranea da almeno svariati anni. La lontananza, il suo impormi le decisioni e rendermi goffa davanti ai suoi compagni/mariti/ex. Non riesco.
Però... è mia madre. Sta piangendo e sembra fragile come un rametto di un albero troppo delicato.
≪ Mamma. Perché piangi? ≫ Chiedo senza dare nessun tipo di inflessione alla mia voce, restando fredda.
Ma lei, lei, non risponde. Si limita a fissare Jack e poi guardare me. Cercando di asciugare quelle lacrime che in un barlume di coscienza mi sembrano finte. Per nulla sentite e sprecate.
≪ Beverly... oh cara. Nulla di preoccupante. È solo che ho litigato con mio marito, o forse dovrei dire ex marito. ≫ Domanda affermando tra sé e sé.
≪ Mamma ti sei sposata appena qualche giorno fa. Cosa diavolo dici? ≫ La mia coscienza dà man forte alla mia razionalità e capisco che tutta questa messinscena serve solo per qualcosa che a lei procura giovamento.
≪ Mi ha lasciata. Sapevo che sarebbe successo appena l'avrebbe scoperto. ≫
Una furia insensata cresce a dismisura dal mio stomaco. Le parole più spregevoli spingono per uscire e non ho nessuna intenzione di fermarle. Le lacrime bruciano dietro agli occhi, ma la rabbia che ho dentro le blocca senza un perché.
≪ Vattene via. Cosa speravi di ottenere invitandomi al matrimonio. Che lui non si accorgesse che avessi una figlia praticamente imperfetta, grazie anche al tuo abito stile meringa che rendeva ridicola ogni parte del mio corpo? Mi hai tenuta nascosta abbastanza. Adesso ne ho le scatole piene. Vattene via e non tornare mai più. Vorrei aver avuto una madre differente. Ma mi sei toccata tu. Tu che mi hai sempre nascosta ai tuoi uomini, tu che mi hai spesso criticata e poco amata se non per qualche anno della mia vita. L'odio è un sentimento troppo importante per riversarlo su di te. Mi sei indifferente. ≫ La prendo per un braccio e la spingo via. Apro la porta e aspetto che con i suoi piedi solchi l'ingresso per non invitarmi a buttarla fuori. Jack prova a fermarmi ma lo blocco con un gesto della mano.
≪ Bev, mi spiace. Ma non eri tu ciò che speravo non scoprisse. ≫ Sussurra quasi attonita.
≪ Raccontala a un'altra la tua storia. Non mi interessa. ≫
≪ Ho di nuovo un tumore. Mi sembrava il momento giusto per informarti che questo non potrò più curarlo. ≫
Ciò che sentono le mie orecchie mi sconvolge a tal punto da sentire il cuore perdere un battito. Un fulmine a ciel sereno colpisce in pieno la mia inutile vita. Cosa significa: di nuovo? E cosa significa: questo non potrò curarlo? E cosa significa che: m'informa solo adesso?
Le solite stelline fanno capolino e il buio inizia ad assorbirmi completamente. Mi poggio allo stipite della porta e lascio il suo braccio per sorreggermi su di esso.
Jack si avvicina e mettendo le mani intorno ai miei fianchi mi accompagna a sedermi sul divano. Rachel resta ferma all'ingresso di casa e la situazione mi sembra così surreale da pensare di stare sognando. O meglio, di stare facendo un incubo.
Per un po' di attenzione è pronta a sbroccare con le scuse più assurde, con l'imponenza di essere al centro dell'attenzione per tutti. Come se il mondo girasse intorno a lei. Come se le sue scelte non mi avessero ferita o ammaccata in più parti.
E pensare che fino a qualche minuto fa stavo per far sesso per la prima volta. Adesso mi trovo una gatta da pelare tra le mani.
Madre Natura, ti ringrazio per le disgrazie che incombono sempre su di me.
≪ Sei una donna davvero miserabile. Perché devi dire queste bugie solo per un po' d'attenzione? ≫
≪ Beverly non dire così, adesso, sicuramente, Rachel spiegherà tutto. Non è vero? ≫
Io non voglio sentire. Non voglio farmi carico di quest'altro problema. Sono insensibile ed è solo colpa sua.
A grandi passi mi dirigo in camera di Jack e chiudo la porta a chiave lasciando il mondo fuori.
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