CAPITOLO 31

≪ Mathias, vai al bar. Ci penso io alla mia amica. ≫ Ordina Jack poggiandogli una mano sul braccio e spingendolo verso la direzione desiderata.

≪ Jack, sei fastidioso. Devo andare ad asciugarmi, ci vediamo dopo. ≫ Dico mogia voltandogli le spalle.

≪ Vieni con me, ti porto a casa mia che dista 5 minuti da qui così potrai darti una rinfrescata. ≫

Senza attendere una mia risposta mi prende per mano e avverte tramite messaggio le mie amiche che torneremo appena possibile.

Usciamo dal locale e in silenzio ci dirigiamo al suo appartamento. La serata è fresca ma piacevole, le stelle brillano in cielo e il rumore delle macchine di passaggio cantano una ninna nanna per la città mezza vuota. Jack è davvero bello. L'ho sempre pensato. Ma ricordo vivamente ciò che è successo. Ricordo con precisione quando ho deciso di voltare pagina per rendermi la vita qualcosa di speciale. Saliamo le scale poiché l'ascensore è occupato, arrivati quasi al quinto piano mi prende in braccio senza dire una parola e continua a salire.

≪ Fortunatamente il dono di avere due gambe per camminare l'ho avuto. Quindi mettimi giù. ≫

≪ Fortunatamente per te hai delle scarpe che sembrano uscite da un film horror per quanto sono alte, e mi stai rallentando, quindi mi stai facendo innervosire e perdere tempo. ≫

≪ Mettimi subito giù. ≫ Urlo di rimando.

≪ Appena saremo in casa sarai accontentata. ≫ Apre la porta, la richiude a chiave e si dirige verso la sua stanza. Sconvolta resto in silenzio per capire la sua prossima mossa. Mi lancia con strafottenza sul letto e rimbalzo fino alla testiera del letto sbattendoci contro.

≪ Stupido, mi vuoi portare in ospedale per una commozione celebrale? ≫

Mi fissa e si avvicina controllando il mio volto per constatare il danno. Si siede accanto a me e mi trascina sopra le sue gambe.

Mi bacia.

Senza preavviso poggia le sue labbra sulle mie.

Inaspettatamente si insinua nuovamente dentro la mia bocca.

Non è un bacio dolce, nemmeno casto, neanche amichevole. È un bacio lussurioso, pieno di passione e di desiderio.

Pieno di sesso, semmai possa esistere un bacio di quel tipo.

Mi stringe i fianchi spingendomi verso la sua erezione, lo sento tra le mie gambe. Si sdraia portandomi con sé. Con audacia slaccia la mia cerniera togliendomi il vestito e lasciandomi solamente con reggi seno, mutandine e sandali. Con mani tremanti, continuando a baciarlo, cerco di sbottonare la sua camicia.

È davvero difficile non guardando le asole e i bottoni. ≪ Hai scelto proprio stasera di indossare una camicia? Giusto per facilitarmi il compito? ≫

≪ Questa tua linguaccia lunga bisogna tagliarla o utilizzarla per scopi più benefici. Lascia, faccio io. ≫

Un barlume si accende nella mia testa. Sono completamente estranea a queste situazioni e mi ero ripromessa di non avvicinarmi. Ma adesso, sento questo desiderio che offusca la mia ragione. Non posso lasciarmi andare con una persona che non è innamorata di me.

≪ Jack, cosa stiamo facendo? ≫ Semplicemente, mi risponde baciandomi.

La camicia è sul pavimento, io sono mezza nuda e lui mezzo vestito. Cerco di svestirlo completamente abbassandogli i jeans. Ma anche questo non è un compito facile. Standogli sopra è pressoché impossibile.

≪ Jack, non vorrei rovinare il momento e l'atmosfera. E capisco anche che sono imbranata in queste cose. Ma nei film, le donne e gli uomini si spogliano leggiadramente come se stessero bevendo un bicchiere d'acqua. Invece viene complicato anche levarti i jeans. Dammi una mano. ≫

Chiude gli occhi lasciando cadere la testa all'indietro inspirando ed espirando. ≪ Beverly dovresti tenere la bocca chiusa. Per usare un eufemismo ho una bomba ad orologeria tra le gambe e tu tenti di disinnescarla in continuazione. Alzati così mi libero di questi jeans, e anche degli slip cosicché tu non possa più lamentarti del fatto che non è come nei film. Ah, e ovviamente mi leverò anche scarpe e calzini, altrimenti non sarà sexy come sulle pellicole che guardi. ≫ Sproloquia quasi parlando tra sé.

Abbassa con lentezza i pantaloni e si aiuta con i piedi a levarsi le scarpe. Si siede sul letto e butta i calzini, si rialza scostando l'elastico dell'intimo. Vedo la protuberanza della sua erezione e i miei occhi non riescono a non fissarla.

≪ Jack... ≫

≪ Tesoro, sta tranquilla. Vieni... ≫ Non riesce a finire la frase poiché il citofono impazza senza sosta.

≪ Cosa ho fatto di male nella vita che nei momenti meno opportuni suona questo cazzo di citofono? ≫ Urla andando verso l'apparecchio.

≪ E tu, ferma lì. ≫ Mi intima da lontano.

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