Capitolo 25

«Ragazze la smettete di guardarmi così? »

«Non ho ancora capito perché non ci hai detto che tua madre si sposa oggi. Ti saremmo state vicine.» Annuncia Rose.

«Esatto!» Le dà man forte Mad.

«Non ce n'è stato bisogno. Come vedete sto bene. Questa giornata finirà presto e passerà tutto nel dimenticatoio.» Asserisco.

«Lo sappiamo tutte e tre che non è così. Ti stai allontanando da noi. Potevamo fare shopping assieme. Ti avremmo aiutate. Cavolo siamo le tue amiche Beverly!» Mi urla Rose.

«Lascia stare. Andrà tutto bene! »

«Vai sola nella bocca del leone?» Mi schernisce Mad.

«Che cosa vi aspettavate, che portassi Pat così mia madre si sarebbe fatta un'idea sbagliata? No grazie. »

Mi ritrovo a casa di mia madre in attesa che lei si cambi indossando l'abito da sposa. Tutti sono in perfetto ordine. In perfetto orario. In perfetta forma fisica. Bellissimi. Io, mi sento il brutto anatroccolo in confronto a loro.

Non ho ancora spiccicato una parola e nessuno si è rivolto a me. Invisibile, come sempre.

«Beverly, santo cielo, vai a cambiarti. La cerimonia inizia tra poco. Sei venuta sola, giusto? »

Speravo almeno che non si fosse accorta. Speranza vana!

«Vado subito. E sì, sono sola. Come sempre!» Sussurro più a me che a lei.

La chiesa è addobbata in maniera impeccabile. Rose bianche adornano tutte le sedute, un tappeto rosso corre per la navata centrale, gli affreschi di angeli e madonne sono magnifici. I colori e i toni caldi emanano una sensazione di pace. La musica dell'organo invade le mie orecchie e mi perdo in quei suoni di beatitudine. Per un momento mi dimentico che non vorrei essere lì, mentre Rachel disegnata con addosso un tubino di pizzo bianco si fa strada fino all'altare. Harrison, così credo che si chiami, è sobrio ed elegante. Non esprime né gioia e né dolore. È consapevole di se stesso. Gli invitati sono rapiti da ciò che vedono e per un momento mi lascio trasportare dalla gioia. Momentanea perché so che questo matrimonio durerà pochissimo come tutti gli altri. Imperterrita lei continua a cercare l'amore. Io, invece, lo lascio andare volentieri senza volerlo. Mi sfugge via tra le dita.

«Le meringhe non mi sono mai piaciute.» Sussurra una voce al mio orecchio. Presa dalla paura cado col sedere per terra a lato della panca in ultima fila, soffocando un urlo.

Il dolore all'osso sacro viene inglobato dalla vista davanti i miei occhi. Jackson in completo da cerimonia è celestiale. Il grigio rende giustizia ai suoi occhi blu e ai riccioli quasi neri. Mi porge la mano per aiutarmi e io sbatto le palpebre più volte per accertarmi che non sia diventata pazza immaginando le cose.

«C-Cosa ci fai qui?» Bisbiglio cercando di rialzarmi a fatica non pensando al dolore al mio di dietro. Mi risiedo e lui s'accomoda accanto a me.

«Un uccellino mi ha detto che oggi avresti avuto bisogno di una spalla. »

«Rose dovrebbe farsi gli affari suoi. Puoi andartene. Non sei obbligato a stare qui! »

«Abbassa la voce. Stupida! Che ti piaccia o no oggi passeremo la giornata insieme. »

«Bene!» Affermo infastidita!

Per tutto il tempo della messa ha mantenuto il suo braccio sopra le mie spalle e sono rimasta rigida come un bastone. Ho dovuto ripetermi un paio di volte che è fidanzato e che io equivalgo a un problema da risolvere.

Il prete annunciando la possibilità di baciare la sposa, conclude la funzione ed esplodono gli applausi. Mi aggrego e applaudo svogliatamente.

«Potresti far finta di essere felice. È tua madre. »

«Sta zitto. Non ti intromettere, anzi andiamo a farle gli auguri così mi levo il pensiero. »

Lo prendo per mano e solo dopo mi accorgo che intreccia le dita alle mie. E wow, per un momento mi perdo fissandole, lui mi viene addosso e prima di inciampare in un altro capitombolo mi cinge la vita con le sue forti braccia.

«Passi più tempo a terra che impiedi. Mi preoccupi!» Sorride.

Mi stacco e cerco di riprendere possesso delle mie facoltà mentali. Attendiamo che la folla si disperda per andare da mia madre. Rachel quando mi vede sorride stentata ma appena si accorge che tengo per mano un uomo si blocca e lo squadra dalla testa ai piedi.

«Mamma auguri! »

«Chi è questo giovane dagli occhi blu?» Domanda fissandolo spudoratamente, non considerandomi proprio.

«Auguri! Mi chiamo Jackson, sono qui con sua figlia! »

«Suvvia, sei molto carino a dire ciò. Beverly è venuta sola. Sul serio, sei il ragazzo di Evelyn?» Prende tempo per capire se realmente un adone come quello possa essere il mio accompagnatore.

«C'è stato un cambio all'ultimo minuto. Sono qui con lei!» Ribatte piccato e infastidito.

Benvenuto nel club vorrei dirgli. Ma rimango in silenzio.

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