Capitolo 21
«Capisci Madeline?» Le domando sconsolata.
«Dimmi se sbaglio. Ti ha baciata, ha visto che lo stesso giorno hai baciato un altro, subito dopo sei andata da lui e si è incazzato lasciandoti fuori dall'auto e non è salito a casa quando in realtà era venuto apposta per te?» Mi schernisce.
«Sì, sì per la milionesima volta.» Piagnucolo.
«Siamo sicuri che sei nostra amica? Ma come ti viene in mente di baciare Pat davanti a Jack? Ti sei bevuta il cervello. Ovvio che è incazzato nero. »
«Tesoro non ha detto che stavamo insieme. Ci siamo baciati. Punto. Ti reputeresti impegnata dopo solo un bacio? »
«No» ammette. «Rose, vieni subito.» Urla per farsi sentire dalla mia amica.
«Che succede bellezze?» Domanda.
«Bev ha mandato a puttane la possibile storia con tuo cugino. »
«Cosa?» Strilla come se non fossimo tutte nella stessa stanza. «Per una volta stavi vivendo da giovane donna e tu che fai? Rovini tutto? »
Le racconto cosa è successo e lei riflette su quello che vuole dirmi. Poi apre bocca.
«Odio dirlo, ma se Jack non ha specificato che voleva qualcosa da te, non può ingelosirsi per nulla. Però se lui a te piace non dovevi baciare un altro. È anche vero che tu sei nuova in queste situazioni. »
Tre maledettissimi giorni divisi tra lavoro e casa mi hanno distrutta per bene. Chi voglio prendere in giro? In realtà mi ha distrutta il disinteresse di Jackson. Patrick continua a chiamarmi, ma io rifiuto tutte le telefonate. Le mie migliori amiche non dicono nulla ma so cosa pensano. Secondo loro dovrei scusarmi! Ma scusarmi di cosa? Come se non fosse abituato a trombare un giorno con una e un giorno con un'altra. Ci siamo solamente baciati e strusciati. Dio, che bacio! Il migliore della mia vita. Le sue mani, inoltre, sono possenti e virili. Il suo sguardo, cielo, quegli occhi blu come il mare fanno perdere la testa. Il suo odore... il suo odore mi crea dipendenza; quando lo inspiro si apre un mondo. Un mondo di pensieri peccaminosi, un mondo dove esistiamo solo io e lui e niente addosso. Un mondo nuovo per me, ma pur sempre qualcosa di fantastico. Però, c'è un però. Non esiste. Questa è solo un'utopia che crea la mia mente. Un desiderio inespresso. Inarrivabile. La parola "inarrivabile" mi fa pensare a qualcosa a cui è possibile approdare. In- arrivabile, arrivare "in" – dentro – mai spiegazione del termine è stata meno azzeccata. Ciò significa: difficile, impossibile da raggiungere, ineguagliabile e inimitabile. Dovrei ficcarmelo bene in testa. Io e lui non faremo mai coppia fissa. Le motivazioni sono tantissime. Prima fra tutte, non sono abbastanza per lui. Non riesco ad affermarmi figuriamoci se riuscissi a tenergli testa. Mi spiace dirlo e ammetterlo ma non ho esperienza. Sono una fottuta principiante. E la colpa di chi è? Mia ovviamente. Certo, mia madre non ha aiutato per nulla, e nemmeno tutti i suoi compagni. Quando penso che dovrò presenziare a quello stupido matrimonio da quattro soldi mi vien voglia di scolarmi una bottiglia del miglior whisky in commercio. Ubriacarmi per sopportare il giorno X mi rende debole. Lo accetto. Tutti che si chiederanno perché la sottoscritta sia single, tutti a progettare un tranello, tutti a fagocitare la mia angoscia e questo non credo di riuscire a sopportarlo. Ma siccome sono una codarda starò in silenzio facendo buon viso a cattivo gioco. Ormai ci sono abituata. Anzi, non capisco come mai mia madre si ostini a volermi a tutti i costi al suo fianco. In un certo qual modo, perverso, credo mi voglia bene. Lei è l'unica parente che ho. Ed io sono la sua unica parente più stretta. Ci dobbiamo voler bene per forza, per non restare sole. Solo che da quando mi sono trasferita, allontanandomi da lei, io sono sola. Ho le mie amiche, è vero, ma non possono sostituire l'affetto mancante di un genitore. Ciò mi imbestialisce, perché nonostante tutto ho ancora bisogno dell'appoggio di Rachel. Non lo ammetterei mai a voce, ma purtroppo è così. Vorrei essere padrona di me stessa, autosufficiente, o perlomeno impegnarmi a esserlo.
«E' difficile! »
«Cosa è difficile tesoro?» Mi domanda Rose.
Eh? Ho dato voce ai miei pensieri? Oh merda.
«Ehm... essere nuova a queste situazioni?» Domando.
«E che c'entra? Stavo dicendo che i tre giorni della negazione di se stessi sono passati. Adesso esci con noi. Non dirmi che non ti va perché siamo a coppie. Tu stasera esci con noi. È una minaccia mia cara. Non una parola! »
In questo ultimo periodo sembra che non faccio altro che uscire e andare per locali. Io odio le discoteche figuriamoci quelli dove suonano gruppi o si sente Jazz bevendo un cocktail!
Seduta sopra un divanetto in mezzo a Rose e Mad ingurgito la mia bevanda sperando che l'alcol faccia subito effetto. Roger ed Eddy parlano, o meglio urlano, di sport mentre le mie amiche tentano di intavolare un discorso frivolo non riuscendoci. Sono apatica. Lo accetto e dovrebbero accettarlo anche loro. Esuberanti come sempre, forse sono la loro palla al piede e non sanno come dirmelo. Sconsolata mi alzo informandole che ho bisogno della toilette. Faccio strada tra la folla tenendo lo sguardo basso. Perché così, spero di non essere notata da nessuno.
La storia della mia vita.
Fatta pipì cerco di lavarmi le mani, ma il sensore non funziona.
«Porca miseria, accenditi stupido aggeggio.» Sbuffo.
«Ehi scusami, io ho finito qui. Puoi lavarle. Quel rubinetto sarà difettoso.» Mi spiega una voce alle mie spalle. Mi volto e una donna alta quanto me, ma molto più bella, di una bellezza quasi celestiale mi sorride.
«Oh grazie. Sono un po' sfortunata in genere. »
«A chi lo dici. Però sembra che almeno per me la fortuna stia girando questa sera. »
Che dolce...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top