Capitolo 11

«Cazzo che dolore. Non volevo rotta l'arcata dentale Beverly. Un bacio si sta trasformando in spargimento di sangue! »

«Lo vedi? Era meglio se lasciavo fare a te. Ma tu hai voluto precisare che ero lì a ricevere solamente.» Ribatto scontrosa.

«Ok, ma non sapevo che avevi l'intenzione di rompermi i denti davanti. »

«Ti lamenti come se fossi un bambino. Può capitare...»

Ride. Ride cosi animatamente che mi coinvolge nel suo attacco di risa.

Mike Sullivan e Jeffry Blake non possono considerarsi termini di paragone. Il primo risale alla terza media e il secondo al primo anno di università. In entrambi i casi mi domandavo se stessi baciando una bavosa oppure un uomo. Troppa saliva in un caso e troppa lingua in un altro. È ovvio che non ho esperienza e quindi risulto un caso disperato. Ma è appurato anche che non ho intenzione di rovinare quel sorriso fantastico. Mi sono lasciata andare e i nostri denti si sono scontrati senza riuscire a bloccare l'urto. Anch'io ho provato dolore, ma povero Cristo, stava tentando solo di insediarsi dentro la mia bocca. La tentazione di riprovarci è tanta, ma la vergogna ha la meglio e mi sposto leggermente per scendere dal letto e bloccare questa situazione sul nascere.

«Dove vai dolcezza? »

«Ehm, credo che andrò a farmi quella doccia che stamattina non ho potuto fare. »

«Proprio adesso?» Mi domanda sgomento.

«Esatto. Tu... tu, bè, a dopo! »

Chiudendomi a chiave dentro il bagno mi fiondo sotto il getto bollente. Faccio shampoo, impacco per capelli e passo la crema per il corpo in attesa che l'effetto dell'unguento si attivi. Indosso l'intimo e il pigiama e asciugo la folta chioma. Spero solo che si sia dimenticato di quello che stava per accadere in camera da letto.

Finalmente qualcosa stava per succedere e io decido di scappare per evitare le conseguenze delle mie azioni. Sono codarda e ho paura del cambiamento. Agogno con tutta me stessa la novità, ma quando si palesa davanti ai miei occhi la fuggo! Non mi reputo all'altezza e le figuracce che compio mi limitano così tanto che ho timore di combinarne una al secondo. Soprattutto con Jack... Lui non mi conosce e poter apparire stramba ai suoi occhi mi stringe lo stomaco dal nervoso.

«Beverly, c'è il tuo Patrick al telefono. Suonava in continuazione ed ho risposto. Credo che non sia tanto contento che un uomo abbia risposto al tuo telefono. »

Merda. Mancava solo lui all'appello.

«Ehi, ciao! Ti posso richiamare? Sono appena uscita dalla doccia. Bene a dopo. »

Jack stronzo. Fatti gli affari tuoi.

«Hai detto qualcosa Beverly?» Mi urla dall'altra stanza.

Io per risposta chiudo violentemente la porta della mia!

Cammino avanti e indietro per il diametro della mia camera. Che poi, non è molto. Cerco di ragionare e di restare calma. Sono giovane, e cosa voglio? Vivere una vita semplice. Lavoro, storia d'amore e amicizia. Con chi vorrei tutto ciò? Non con Jackson. Ma a chi la voglio dare a bere? Lo desidero da quando le nostre auto si sono scontrate quel giorno. Il guaio è che io non posso competere con il genere femminile. Esiste il genere maschile, femminile e poi in un angolo ci sono io. La sbadata cronica, la meno bella del gruppo e forse la più simpatica. L'inesperta nel campo amoroso e sessuale. Ho letteralmente saltato i sentimenti adolescenziali per prestare attenzione allo studio. La vita che ho vissuto è stata di clausura. Ma a me andava bene così. Solo che, crescendo, le cose cambiano. Le necessità mutano e i bisogni variano. Però sono consapevole del mio deficit e di conseguenza accetto di mettermi da parte per non ferirmi. Perché salendo su questo treno sicuramente ne soffrirei poiché non giochiamo ad armi pari. La sola cosa da fare è evitarlo il più possibile. Dovrei uscire presto la mattina e rientrare tardi la sera. Se ciò servirà ne trarrò solamente giovamento. Armata di una nuova consapevolezza sento il peso sulle spalle farsi più leggero e la nebbia nella mia mente diradarsi all'istante.

Evitando, accuratamente, di passare in soggiorno, mi seggo davanti al computer e inoltro l'accesso a quel social a cui mi sono iscritta qualche giorno fa. Qualche mi piace e qualche commento vengono notificati, ma nulla di interessante. Possibile che nemmeno online venga contattata da uno sconosciuto anche solo per parlare? La mia stima fa a cazzotti con se stessa e ne sta uscendo insanguinata. In uno slancio di coraggio decido di contattare io stessa badsweetboy88. Dalle foto sembra un tipo carino. Capelli scompigliati biondi, sorriso dolce e occhi castani. Abbastanza muscoloso e alto.

Sento chiudere la porta e capisco che Jack è uscito. Finalmente rilascio l'aria che trattenevo nei miei polmoni.

Solamente qualche altro giorno e poi tornerà a casa sua. Posso resistere senza combinare guai. Sono un'adulta, devo riuscirci. Soprattutto è un errore di dimensioni cosmiche far trapelare il mio interesse nei suoi confronti. Perché so per certo che non è ricambiato. Perché dovrebbe? Cosa potrebbe mai attirarlo di me?

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