6. L'inibizione dell'alcool

Martin's pov

Quando arrivo a casa di Lucia è ormai mattina. I miei programmi, per colpa della mia auto che non ne ha voluto sapere di accendersi, sono andati in fumo. Ho dovuto aspettare per ore che arrivasse il soccorso stradale, e una volta che è arrivato era troppo tardi per venire a dormire qua dai miei amici. Ho detto loro di andare a riposare, visto che stamattina avremmo dovuto avere la sveglia presto, e quando ho finito con il carro attrezzi sono andato nel mio appartamento.

Inutile dire che non ho praticamente chiuso occhio. Ho dormito sì e no tre ore, poi la sveglia ha suonato e mi sono dovuto buttare giù dal letto per farmi una doccia e avere un aspetto almeno un po' presentabile per il matrimonio di Kai. Diciamo che non ho un aspetto così orribile, le occhiaie non sono tanto vistose, ma questo non significa che non sia nervoso per ciò che mi ha fatto Aurora ieri. Mi ha lasciato là nel parcheggio solo per farmi un dispetto, e io che pensavo che avessimo finito le elementari da un pezzo ormai, ma evidentemente mi sbagliavo.

Entro in casa della mia migliore amica e mi fiondo in cucina, trovandoli già pronti a fare colazione. La mia idea era quella di parlare con Lucia e lamentarmi di ciò che ha fatto la sua cara sorellina ieri notte, ma anche lei è presente a tavola, a mangiare con tutta tranquillità, per cui non le darò la soddisfazione di sapere quanto mi abbia innervosito il suo gesto. Tutt'altro, fingerò che non mi ha sfiorato minimamente.

"Buongiorno!" saluto radioso, lasciando un bacio sulla guancia della rossa e stringendo le spalle del mio amico. D'istinto lancio un'occhiata ad Aurora, giusto in tempo per vederla alzare gli occhi al cielo e riniziare a spiluccare il croissant che ha tra le mani. Non sa proprio nascondere quanto le dia fastidio la mia presenza. Io non so cosa diavolo abbia contro di me, ma sicuramente non mi faccio intimidire da lei e dai suoi modi di fare.

"Buongiorno, hai dormito bene? Sei tornato a casa tardi da ciò che ho visto nel messaggio." annuisco alla domanda di Lucia, senza togliermi dal viso questo sorriso.

"Ho dormito meravigliosamente, come un pupo." le schiaccio un occhiolino e dal grande piatto che sta al centro tavola rubo un waffle appena fatto, guadagnandomi uno sguardo malefico da Aurora. E ora che diavolo vuole?

"Quello era mio." indica il dolce tra le mie mani e io lo mordo mentre sorrido malizioso e continuo a fissarla negli occhi.

"Ah sì? Non ho letto il tuo nome sopra. Era lì e me lo sono preso."

Il suo viso pallido diventa rosso per il fastidio e io mi sento compiaciuto. Mi piace che si incazzi di prima mattina dopo ciò che mi ha fatto ieri. "No, non c'era il mio nome, ma si da il caso che questa è casa mia e che se entri mentre sto facendo colazione non puoi rubare il cibo dal piatto."

"Mi ha invitato Lucia, è anche casa sua. E ho mangiato qua per mesi e mesi quando non c'eri... devo dire che in effetti era molto più pacifica la casa allora." faccio spallucce e continuo a mangiare il waffle cercando di darle ancora più fastidio.

"Beh a me non frega niente se ti piaceva più prima. Questa è casa mia, io sono tornata e te lo fai andare giù, che ti piaccia oppure no."

Io faccio per ribattere, ma vengo anticipato da Lucia che mi interrompe ancora prima che possa emettere anche un solo suono. "Su ragazzi, basta litigare. Non potete iniziare già dalla mattina presto, sennò finirete di ammazzarvi in viaggio ancora prima di arrivare al matrimonio." cosa? Il waffle quasi mi va di traverso quando sento le parole della mia amica, e giurerei di aver visto Aurora ridacchiare soddisfatta per questo.

Mi verso un bicchiere di aranciata e ne bevo un sorso per riprendermi, prima di rivolgermi ai miei amici. "Cosa significa? Lei vieni con noi? Chi diavolo l'ha invitata? Non la conosce nessuno. Io non la voglio là."

"Non decidi tu chi deve andare al matrimonio. Non ti stai sposando tu." ignoro queste parole di Aurora e continuo a osservare Benjamin e Lucia a turno, come se stessi seguendo una partita di Ping pong. Non riesco a credere che lei verrà con noi, mi rovinerà tutto il divertimento. Non è una persona piacevole da avere intorno. È scontrosa, fredda, apatica e senza un briciolo di simpatia. Come potrebbe essere la persona ideale da invitare a una festa così importante con tutti i nostri amici?

"Martin, Aurora è appena tornata... noi ci siamo appena ritrovate. Ho chiesto a Kai e Sophia se potesse venire, così per farle conoscere alcune persone importanti per me e per farle vedere un po' della mia vita." Lucia mi parla con dolcezza e i suoi occhioni chiari che brillano. Vorrei dirle che non sono d'accordo, che può presentare sua sorella satanica agli altri in un altro momento, dove magari io non sono presente, ma non riesco. So quanto ha sofferto ad averla lontana, ed ora sembra così felice che non ce la faccio ad andarle contro.

Sbuffo leggermente, maledicendo mentalmente il mio provare sentimenti ed empatia, e annuisco arreso. "D'accordo. Ma dovrà starmi il più lontano possibile."

"Ma volentieri, forse per me ti farei dare un ordine restrittivo guarda. Almeno mi staresti lontano per forza." ancora una volta è Aurora a rispondere, ma ora non mi zittisco. Mi giro verso di lei e la fulmino con un'occhiata.

"Addirittura? Ma pensi che voglia anche solo respirare la tua stessa aria? Ma fammi il piacere. Ogni volta che potrò sparirò dalla tua vista. Almeno potrò respirare senza che mi avveleni l'ossigeno con la tua presenza." le sorrido maliziosamente e mi viene in mente di dire qualcosa che so che la farà uscire di testa. "E forse l'ordine restrittivo dovrei farlo fare io, visto come mi guardi ogni volta. Scordatelo comunque, non verrò a letto con te."

"Ma chi ti credi di essere?" ora le sue guance si colorano di un rosso ancora più intenso, mentre stringe tra le dita quello che resta del croissant "Sei l'essere meno attraente del mondo. Se dovessi guardarti in un certo modo significherebbe che mi sono bevuta il cervello." quasi lo urla, con gli occhi fuori dalle orbite, e questo mi fa ridacchiare.

"Come no..." questo è l'unico commento che faccio, prima di tacere sotto supplica di Benjamin che dice di essere già stanco delle nostre discussioni e di avere pietà di lui che si è alzato da non molto.

Il fatto di averla messa al tappeto per ora mi basta, per cui la smetto di stuzzicarla e farle battutine, iniziando a chiacchierare con i miei amici e trattenendo una risata quando con la coda dell'occhio vedo Aurora muoversi in modo nervoso sulla sedia.

A quanto pare ho colpito nel segno, è ciò che si meritava dopo la questione nel parcheggio.

Beh direi che ho pareggiato. Aurora 1-Martin 1, e questo è solo l'inizio, perché ho intenzione di vincere la guerra.

*****

Aurora's pov

Il matrimonio degli amici di Lucia è stato uno spettacolo, sembrava quasi di essere dentro ad una favola. Non c'è stato niente di eclatante o egocentrico, ma la bellezza dell'abito della sposa, il modo in cui si guardavano innamorati, il modo in cui hanno pronunciato le promesse, l'allestimento elegante della chiesa è stato tutto perfetto e magico. Davvero speciale.

Ora siamo al ricevimento, e anche qua tutto è decorato alla perfezione con eleganti rose bianche a fare da padrone. Il pranzo è stato squisito, abbiamo finito ormai da un po' di pranzare, e gli invitati, ormai quasi tutti ubriachi, stanno facendo karaoke o ballando in pista. Devo dire che sembrano divertirsi tutti, compresa mia sorella, e questo mi rende davvero felice. Mi piace vedere come si è integrata quando non c'ero, mi piace che abbia così tante persone intorno.

Ho avuto il piacere di conoscere anche le sue migliori amiche, le ragazze che erano sedute con lei al bar quando abbiamo litigato, Elèonore e Maria, che sono in compagnia dei loro fidanzati, Christian e Mason se non erro. Sono molto simpatiche e alla mano, ho passato praticamente tutta la giornata con loro e non mi sono sentita di troppo nemmeno per un minuto. Mi farebbe davvero piacere se il gruppo di amici di mia sorella magari diventasse anche il mio. Da quando sono tornata non ho visto nessuno della mia vecchia cerchia, non ho forse il coraggio di farlo, non ho il coraggio di avvisarli che sono nuovamente a Londra, la rottura tra me e il mio ex ha purtroppo influito anche sul rapporto con i nostri amici... questo è il brutto di avere un gruppo di amicizie in comune con la persona con cui si sta, quando le cose finiscono male gli amici si ritrovano in mezzo, come a dover per forza prendere la parte di qualcuno. Comunque sia, questo non mi preoccupa, non mi dispiace per niente l'idea di avere nuovi amici e non pensare al passato, non pensare a ciò che è stato.

Mando un bacio volante a mia sorella, che sta facendo un ballo con Benjamin, e decido di andare in giardino a prendere un po' d'aria fresca. Mi piace questa giornata, non la sento pesante, ma ogni tanto ho bisogno di qualche minuto sola con me stessa e di riposare la mente lontana da troppi rumori insieme.

Osservo l'enorme piscina davanti a me e cammino quasi sul bordo, cercando di non cadere in acqua per colpa di questi tacchi vertiginosi. Ho indossato le Louboutin che ho comprato qualche settimana fa, ho pensato che fosse l'occasione migliore per sfoggiarle per la prima volta. Inoltre il rosso della suola si intona perfettamente al colore del vestito che ho addosso.

Arrivo davanti a una panchina, per potermi accomodare, ma mi fermo quando vedo che in quella accanto c'è il biondino seduto. Ha la testa tra le mani e sta osservando il suolo come se fosse una cosa estremamente interessante. Sbuffo mentalmente e faccio per fare marcia indietro, per cercare un altro posto in cui poter stare da sola, ma lui alza il capo giusto un secondo prima che mi volti.

I suoi occhi chiari mi scrutano dalla testa ai piedi, indugiando un po' troppo sullo spacco che mi scopre la gamba destra e poi sullo scollo del mio vestito. È uno sguardo malizioso, come se un pensiero fin troppo proibito gli avesse attraversato la mente, e contro la mia volontà sento le guance surriscaldarsi. Dannazione Aurora, ti basta così poco per metterti in soggezione e farti arrossire?

"Stavo andando via. Non sono venuta qua certamente apposta per te." non so perché lo dico, ma queste parole lo fanno sorridere in modo ancora più malizioso. Lo osservo mentre si alza, si sistema i pantaloni neri dell'abito -che per inciso lo fasciano alla perfezione- e poi si avvicina a me. Per la prima volta da quando ci conosciamo, non sembra volermi staccare la testa a causa della mia freddezza nel parlargli, mi ci vuole qualche secondo per capire che è ubriaco ed è per questo che sembra diverso nei miei confronti.

"Non c'è bisogno che scappi appena mi vedi... hai forse paura di quello che potrebbe succedere se io e te rimanessimo soli per un po'?" si inumidisce le labbra e per un secondo penso a come sarebbe posare la mia bocca sulla sua. Ok, è chiaro che anche io ho esagerato con i bicchieri di vino.

"Non accadrebbe mai nulla tra me e te. Sei l'ultimo sulla Terra che potrebbe avermi." gli schiaccio un occhiolino ironico, ma lui non si scompone. Sorride ancora in quel modo sbilenco e sicuro di sé e si avvicina più a me. Non credo di averlo avuto mai così vicino, così vicino che il suo profumo mi invade le narici, così vicino che riesco ad osservare le varie sfumature dell'azzurro nei suoi occhi, così vicino che mi rendo conto di star facendo pensieri che in macchina stamattina non avrei mai fatto. Non so quante volte, durante il viaggio, mi sono dovuta trattenere dall'ucciderlo. Ha fatto di tutto e di più per farmi perdere la pazienza... mentre ora mi osserva come se volesse prendermi e portarmi in una delle stanze che occuperemo stanotte.

"Aurora, sai che quando sei in imbarazzo diventi rossa?" ride dopo averlo detto, mentre io maledico la mia pelle che arrossisce così facilmente e il maledetto vino che non mi fa essere lucida per nulla. "Io credo che l'idea non ti dispiaccia così tanto come dici. Se solo smettessi di fare la stronza, facessi cadere quel muro che ti sei costruita... io e te potremmo divertirci un po'." la sua mano si alza e con lentezza, come se volesse darmi il tempo di allontanarmi, si posa sul mio viso. So che dovrei andarmene, so che Martin non mi piace e che è, forse, la persona che meno tollero al momento, ma il mio cervello non collabora con il mio corpo.

Le sue dita sono fredde mentre mi accarezzano la guancia e poi il labbro inferiore. Mentre lo fa non spezza il contatto visivo, e questo mi fa sentire un forte calore al basso ventre. Dannazione, si vede davvero che il mio corpo non riceve attenzioni maschili da troppo tempo, i miei ormoni si sono appena risvegliati per questa semplice scenetta. Dopodiché si avvicina ancora di più a me e posa la sua bocca sul mio collo, facendomi sussultare. Mi bacia la pelle in modo delicato e io deglutisco mentre centinaia di brividi mi colpiscono. I suoi capelli chiari mi solleticano il viso mentre lui continua a baciarmi sul collo. È un'agonia che mi piace fin troppo e, non so perché, il fatto che siamo qua in giardino, un po' nascosti dal resto della festa, e qualcuno potrebbe venire a cercarci, rende tutto più eccitante.

Poso la mano sulla sua testa, automaticamente, senza pensare, e tiro appena i suoi capelli. Mi fa impazzire tutto questo, più di quanto vorrei ammettere.

Martin continua, passando all'altro lato del collo e scendendo sempre più giù, ma poi il suono del suo telefono ci fa trasalire entrambi. Lui si allontana da me e sbuffando, come se non volesse farlo, tira fuori il cellulare dalla tasca dei suoi pantaloni.

"È Benjamin..." non so se lo stia dicendo a me o se sia una sua constatazione, ma sto zitta e lo osservo mentre risponde. Io, intanto, cerco di darmi un contegno. Cerco di smettere di respirare in modo accelerato, di calmare i battiti del mio cuore e di farmi passare questa strana voglia che mi è nata del biondino.

Sento che dice qualcosa al proposito di essere in giardino e che ora tornerà dentro, ma è tutto sconnesso nella mia mente che è in panne a causa della sua vicinanza, di ciò che è appena successo e dell'alcool in circolo.

Lo vedo chiudere la telefonata e rimettere il telefono in tasca, prima di riposare lo sguardo su di me. "Mi stanno cercando. Forse pensavano fossi caduto in piscina ubriaco." ride e rido anche io, sentendomi confusa e sconvolta da tutto e da quello che ho provato. "Ci vediamo dentro. A più tardi Aurora." mi guarda intensamente negli occhi e poi si allontana da me, senza commentare ciò che è accaduto poco fa e senza aggiungere altro.

Io resto immobile, senza voltarmi, senza seguirlo con lo sguardo. Resto a fissa re la panchina che avrei dovuto occupare per stare da sola e riprendermi un po' dalla frenesia della giornata, mentre invece i miei piani solo cambiati in un modo che non avrei mai immaginato minimamente.

E mentre sto ferma qua, per non so quanto tempo, non so se sia meglio convincermi che non è accaduto niente di che o chiedermi se il suo gesto ha un significato o un seguito... mi sento una vera cretina, ma non sono abbastanza sobria per insultarmi e rendermi conto che non avrei dovuto permetterglielo. Forse dovrei sperare che nessuno dei due ne parli mai più e che nessuno lo venga a sapere, visto che lui non mi piace per niente e non voglio averlo tra i piedi.

Okay, dovrò fare i conti con me stessa quando sarò più lucida, perché in questo stato non risolvo nulla, e purtroppo so già che non sarà per niente piacevole.

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