20. Un incubo
Martin
È un incubo, un maledetto incubo da cui però non ci possiamo risvegliare. Sono ore che sto vivendo in agonia, sapere che la mia migliore amica è in fin di vita e vedere il mio migliore amico e la mia ragazza stare male rende tutto di gran lunga peggiore. Non c'è, però, un modo per uscirne, siamo tutti e tre impotenti, nessuno può fare niente per cambiare le cose... possiamo solo pregare e sperare che tutto vada per il meglio e che Lucia usi tutta la sua forza per uscirne fuori. Io so che lei può farcela, nella vita ha passato e superato tante cose brutte, so che ha la capacità di rialzarsi anche nei momenti più bui e difficili come oggi. Ha una vita meravigliosa che la aspetta, tantissime emozioni da vivere... non può davvero finire tutto così. Mi rifiuto di crederlo.
"Martin, Ben..." alzo la testa sentendo una voce familiare e i miei occhi si posano su Riccardo Calafiori, il nostro compagno di squadra. Mi acciglio immediatamente e lo osservo confuso. Cosa ci fa qua? "Dio... appena mi hanno detto i loro nomi non ci potevo credere." parla in modo dispiaciuto e io continuo a non capire cosa stia succedendo. Chi gli ha detto i loro nomi? Ben non si scompone più di tanto, sembra non gli interessi nemmeno ciò che sta dicendo il nostro amico. La sua anima è in sala operatoria con Lucia, e non oso immaginare cosa stia provando, quanto il suo dolore sia ancora più forte del mio.
"Richi, non sto capendo..." prendo parola io "Perché sei qua?"
Sospira appena, come se dovesse cercare di calmarsi, poi indica un punto a caso verso l'entrata dell'ospedale. "Sono passato di lì appena successo l'incidente e ho chiamato i soccorsi e la polizia." ora è tutto più chiaro "Ho visto che c'erano dei feriti ma non riuscivo a capire bene senza potermi avvicinare più di tanto... quando poi è arrivata la polizia sono dovuto restare un po' con loro per dirgli ciò che sapevo in modo che potessero ricostruire la dinamica, purtroppo non sono potuto essere molto utile, ma la macchina mi sembrava familiare e li ho pregati per darmi i nomi delle ragazze, così sono corso subito all'ospedale."
"Hai chiamato tu i soccorsi?!" è quasi una domanda retorica, ma lui annuisce comunque. "Grazie... potresti aver evitato il peggio."
Sorride appena, ma capisco che è preoccupato e dispiaciuto realmente. "Come stanno Aurora e Lucia?" lui e Aurora hanno avuto modo di scambiare quattro chiacchiere al matrimonio di Kai, mentre lui e Lucia si conoscono già da qualche mese, Ben la include sempre nelle uscite post partite. Non gli piace lasciarla sola, soprattutto quando Aurora era in America e magari Maria ed Elèonore erano impegnate, ha sempre cercato di tenerla accanto e non farla sentire mai messa da parte o sola.
"Aurora sta bene... ha solo qualche graffio, è andata un attimo al bagno. Lucia... beh, è in sala operatoria. Non sta bene..."
"Non sta bene..." Ben ripete le mie parole con fare retorico e una risata amara gli scappa dalle labbra "Questo sì che è un eufemismo. Lucia potrebbe morire da un momento all'altro, perché non diciamo le cose come stanno?" si alza dalla sedia e la calcia nervosamente, beccandosi persino una strigliata dalla stronza alla reception ma per fortuna decide di ignorarla. "Sta lottando tra la vita e la morte. È questa la verità Riccardo, quindi direi che dire che non sta bene non è propriamente corretto." l'italiano lo guarda con gli occhi colmi di compassione e dispiacere, mentre io mi avvicino a lui. Deve calmarsi, con questo umore e questo atteggiamento non risolverà nulla.
"Benjamin, devi respirare." gli poso le mani sulle spalle ma lui si libera dalla mia presa con una mossa nervosa "Ben, ragiona. Capisco che tu stia male, so cosa stai provando... ma cazzo, fare così non la aiuterà e non aiuta nemmeno te stesso."
"Tu lo sai?" me lo chiede con rabbia e i suoi occhi blu si riempiono di lacrime "Tu non sai un cazzo. Lucia è l'amore della mia vita. È quella che sogno di sposare, quella che vorrei fosse la madre dei miei figli un giorno, quella che vorrei accanto per tutta la vita. Lucia è dentro di me da appena ci siamo incontrati e non potrà uscirne mai, e sai cosa significa se morirà? Che anche una parte di me andrà via con lei. Significa che non amerò mai più una donna come ho amato lei e che la mia cazzo di vita non avrebbe più un senso."
Le sue parole sono intrise di dolore, un dolore che riesco a sentire chiaramente come se mi avesse aperto il cuore e me ne avesse versato dentro un po'. "È vero, non so cosa significhi quando la persona che ami lotta in un letto d'ospedale, ma lei è la mia migliore amica e le voglio un gran bene, non pensare che saperla in quelle condizioni mi faccia stare tranquillo." una lacrima mi sfugge al controllo ma la asciugo immediatamente. Non voglio che Aurora torni e mi veda piangere, voglio essere forte, voglio che sappia che ci sono e può aggrapparsi a me. "Quindi sappi che non sei solo in questo momento di merda..."
Ben si passa le mani sul viso, le strofina nervosamente sulla pelle e poi si lascia cadere nuovamente sulla sedia, ma stavolta senza rispondermi. Abbassa il capo e resta così, nuovamente immobile e perso nei suoi pensieri, mentre il suo cuore continua a gocciolare sangue... non serve nemmeno che parli per far capire come stia soffrendo.
Mi volto verso Riccardo quando lo sento posarmi una mano sulla spalla e stringerla come per infondermi coraggio, così ci scambiamo un debole sorriso e poi mi comunica che ha intenzione di restare qua con noi per aspettare notizie concrete su Lucia. Lo ringrazio e nonostante gli dica che non c'è bisogno che resti, lui ignora le mie parole e si accomoda nella sedia libera accanto a me.
Non nego che fa piacere un viso amico in un momento come questo, sapere che non si è soli può davvero aiutare mentalmente ad affrontare tutto... non si è deboli quando ci si appoggia agli amici in determinate situazioni, a volte serve solo un po' d'aiuto... e direi che una circostanza come questa è una di quelle dove di aiuto ne serve tanto.
Aurora
Il pianto mi fa mancare l'aria e tossire, così tanto che temo di rimettere ciò che ho spiluccato prima di uscire qualche ora fa. Mi devo dare una calmata, assolutamente, non posso continuare a stare così... ormai mi esplode la testa e le ferite sul viso mi bruciano, ma non so cosa fare per sentirmi meglio, ogni volta che smetto di piangere i miei pensieri tornano su mia sorella, su come abbiamo discusso prima dell'incidente e sento un forte senso di colpa schiacciarmi il petto. Non posso perderla, assolutamente, e soprattutto non posso credere e accettare che l'ultima cosa che le ho detto sia stata così brutta.
Mi lavo il viso delicatamente e poi guardo la mia immagine riflessa allo specchio. Ho un aspetto orribile... sono pallida e sfregiata dalle ferite che ho riportato a causa dell'incidente, per non parlare dei miei capelli sporchi di sangue e degli occhi gonfi e rossi dal pianto. Avrei bisogno di una doccia che tolga dalla mia pelle questo odore di disinfettante e ospedale che mi fa venire voglia di vomitare, ma non posso, non mi allontanerò da mia sorella un solo secondo. Voglio essere presente qua ogni attimo, voglio essere presente per quando lei si sveglierà. Perché sì, lei si sveglierà.
Mi lego i capelli con un elastico, giusto per non avere questo ammasso e disordinato che mi cade sul viso, poi torno in sala d'attesa. Ben è nella stessa identica posizione di prima, mentre Martin ha la testa posata all'indietro sul muro e gli occhi chiusi. Non so perché, è solo una sensazione, ma sembra essere successo qualcosa mentre ero al bagno. È come se si respirasse un'aria ancora più tesa.
Solo ora mi rendo conto che qualcuno si è aggiunto a loro... ci metto qualche secondo per rendermi conto che è un ragazzo della squadra, ho avuto modo di parlargli al matrimonio di Kai e Sophia. Mi pare si chiami Riccardo, mi ricordo che mi aveva detto di essersi trasferito da poco e per questo avevamo trovato un argomento in comune da subito. Cosa ci fa qua? "Ciao..." saluto piano e la voce non sembra nemmeno la mia, è rauca a causa del pianto disperato che ho fatto fino a poco fa, perciò la schiarisco sperando che assuma una sembianza un po' più normale.
Martin apre gli occhi e li posa subito su di me. Vedo che è triste ed è a pezzi anche se cerca di nasconderlo. Benjamin non alza il capo per niente. Mentre Riccardo mi sorride subito e si alza. "Ciao Aurora. Come ti senti?"
Annuisco come se fosse tutto okay, perché se solo dicessi qualcosa che riguarda mia sorella tornerei a piangere come una bambina che non sa regolare le proprie emozioni. "Sono viva... tu che ci fai qua?"
"Ha chiamato lui i soccorsi." è Martin che mi risponde al posto del difensore "È passato quando era successo da poco..."
Oh... d'istinto mi rigiro verso Riccardo e lo stringo. "Grazie, davvero." lui sembra leggermente sbalordito dal mio gesto ma poi ricambia la stretta e passa la mano sulla mia schiena come per farmi rilassare.
"E di cosa? Era dovere... non potevo certo passare dritto e lasciarvi lì." minimizza il tutto ma so -che anche se è reato non farlo- non tutti si sarebbero fermati e ci avrebbero aiutato. "Sono felice che tu stia bene... so che presto si riprenderà anche Lucia. Non la conosco benissimo ma so che è una ragazza davvero in gamba. Le poche volte che abbiamo cenato insieme ho avuto modo di scoprire una donna dalle mille risorse."
Lo stringo più forte sentendo le sue parole e poi sciogliamo l'abbraccio. "Grazie Riccardo." le parole così mi danno speranza, se anche chi non la conosce bene ha sempre notato la sua forza qualcosa dovrà pur significare. "Anche io credo che presto avremo buone notizie, ci credo con tutta me stessa." e riecco gli occhi che tornano a pizzicarmi e si riempiono nuovamente di lacrime.
Lui lo nota all'istante e mi lascia una carezza sul braccio. "Forza Aurora... non siete sole." indica Ben e Martin seduti e poi se stesso "Avete tante persone accanto che cercheranno di fare il possibile per aiutarvi."
Gli sorrido in segno di ringraziamento, consapevole di essere circondata da persone che tengono a lei, e poi mi accomodo accanto a Martin, lasciandogli una carezza sui capelli. "Hai bisogno di bere qualcosa? O magari mangiare qualcosa..."
Scuote appena il capo in segno di negazione e posa i suoi occhi chiari su di me. Non sa nascondere il tormento che ha dentro, i suoi pozzi azzurri parlano chiaramente al posto della sua bocca. "Piuttosto tu... ti hanno dato delle medicine e sei debole, dovresti mangiare qualcosa." se mettessi del cibo in bocca rischierei di vomitare, per cui rifiuto "D'accordo... ma se ne hai bisogno dimmelo e ti prendo qualcosa alle macchinette. Poco fa ho chiamato Elèonore e Maria, arrivano presto..."
"La bambina... Elèonore è incinta... spero che questa notizia non le faccia male." Dio, una cosa del genere è l'ultima cosa che ci serve, un dolore in più non è la cosa migliore al momento. "Deve pensare a lei e non deve preoccuparsi troppo, deve stare tranquilla."
"Sai quanto sono legate a Lucia, non avrebbero mai perdonato se non le avessi avvisate subito. Elèonore è giudiziosa e Christian la ama da morire e si prende cura di lei, non accadrà nulla alla bimba." tenta di rassicurarmi e io annuisco "E magari averle qua può aiutare anche te... potete sostenervi a vicenda. Andrà tutto bene Aurora, non sei sola... Riccardo ha ragione, tu hai me." mi bacia dolcemente sulla bocca, a fior di labbra, senza interrompere il contatto visivo. "Non mi importa di cosa è stato nei giorni precedenti, io sono qua con te. Non ti lascio un minuto..."
Accarezzo il suo viso dolcemente, mentre alcune lacrime scorrono nuovamente sulle mie guance. "Grazie Martin... so che sei qua. Tutti insieme supereremo questo momento, ne sono sicura." il tono non è deciso come vorrei, ma sono sfinita fisicamente e mentalmente, più di così davvero non riesco a fare. La mia testa è ferma al momento dell'incidente e non ne vuole sapere di lasciarmi respirare in pace anche un solo secondo.
"Ne sono sicuro anche io." mi fa posare la testa sulla sua spalla e fa intrecciare le nostre dita, mostrandomi così la sua vicinanza. Io respiro con difficoltà a causa dell'ansia e del pianto, ma comunque chiudo gli occhi e mi permetto di farmi cullare dal calore del mio fidanzato e dalla sua presenza.
Questa notte sarà dura, forse la più dura di tutta la mia vita, ma non è permesso arrendersi. Assolutamente no, so che Lucia lotterà con tutte le sue forze e so che continuerà a darmi una bella strigliata una volta che sarà sveglia.
Lo so, sarà così, dev'essere così, per forza...
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