15. Il panico

Vado via da casa di Martin che quasi sto tremando, non so cosa sia successo alla mia mente, ma quando mi sono addormentata stretta a lui nel suo letto stavo benissimo, senza pensieri, ma quando mi sono risvegliata stamattina ho sentito il caos più puro scoppiare nella mia testa. Abbiamo passato una bella giornata insieme, tanto che ho chiamato a lavoro per darmi malata e restare con lui ancora più tempo. Abbiamo parlato tanto, mangiato, abbiamo fatto sesso più e più volte, eravamo connessi e senza paure per una volta...

Non so quali pensieri però abbia covato il mio subconscio mentre dormivo, ma al risveglio so che il terrore ha preso possesso di tutto. Non sono riuscita a respirare e a calmarmi in nessun modo, per cui ho afferrato le mie cose, mi sono rivestita e sono corsa via senza avvisare il biondo che ancora dormiva beato.
Non ho aspettato neanche l'arrivo di un taxi, ho camminato fino al mio quartiere, ho fatto un bel po' di chilometri pensando che bastasse questo a farmi rilassare un po', ma è evidente che così non è stato.

Cerco le chiavi nella mia borsetta e poi le infilo nella toppa, facendo scattare la serratura. Appena metto piede all'interno di casa nostra, sento Lucia ridere e chiacchierare in cucina con Ben, per cui mi chiudo la porta alle spalle e senza pensare mi trascino da loro.

"Ragazzi..." so che devo avere un pessimo aspetto visto che non mi sono sistemata appena svegliata e visto che ho pianto per tutto il tragitto o quasi, ma al momento non mi importa di apparire in ordine "ho fatto una cazzata..."

I due si scambiano un'occhiata confusa e poi mi osservano con preoccupazione. Non capiscono cosa mi sia successo, ma immagino che non sia difficile capire che c'entra Martin dato che non sono tornata a casa e sapevano che ero da lui per parlare del litigio avuto allo stadio.

Mia sorella posa la tazza del cappuccino e si avvicina a me, posandomi una mano sulla spalla come per farmi calmare. "Aurora sei sconvolta, cosa è successo?" non riesco a smettere di tremare e batterei i denti, so che forse è tutto esagerato, ma il mio stupido corpo sta reagendo con il panico a ciò che è successo tra me e il norvegese.

"Io ho fatto una cazzata..." aggancio i suoi occhi e cerco di non mettermi a piangere, mi sento già abbastanza ridicola così "Io e Martin siamo stati insieme. Lo so, ero andata a casa sua solo per aggiustare le cose, ma ci siamo messi a litigare ed è successo. Dopo abbiamo passato una bella giornata, siamo stati bene... ma quando stamattina mi sono svegliata, e mi sono resa conto di dove fossi, mi sono spaventata e sono corsa via."

Lei e Ben si scambiano ancora una volta un'occhiata preoccupata, poi lui si alza ed esce dalla cucina con il telefono in mano, immagino per chiamare Martin. Per un secondo mi sento in colpa per essere scappata come una ladra, non ho pensato a come sarebbe stato non trovandomi nel suo letto, non ho pensato proprio a niente, il terrore mi ha catturata e ha annebbiato tutti i miei pensieri e la mia razionalità.

"Aurora, ora respira insieme a me. Ci sediamo, okay?" non aspetta nemmeno una mia risposta e mi fa accomodare in una delle sedie, sistemandosi poi in quella accanto a me. "Mi dici cosa è ciò che ti ha spaventato di più?"

Mi stringo nelle spalle e in un primo momento scuoto la testa come se non sapessi rispondere, ma poi mi accorgo che ho davvero bisogno di parlare e che mia sorella è la persona più indicata con il quale farlo. Prima che io partissi ci siamo sempre aiutate a vicenda, eravamo l'una l'ancora dell'altra, consapevoli che mai una di noi avrebbe giudicato o lasciato sola l'altra. "Sono stata così bene... lui è stato dolce, gentile, simpatico e mi ha fatto sentire come se gli importasse davvero di me. E poi, durante il sesso, mi sono sentita così coinvolta, come non mi era mai successo, nemmeno con il mio ex, e questo mi ha fatto così paura. E se dovessi innamorarmi di Martin e dovesse poi finire? Io credo che ne uscirei a pezzi e non sarei mai più in grado di riprendermi." dirlo a voce alta è liberatorio ma allo stesso tempo mi fa sentire una fitta lancinante al petto. Lui fa il bravo ragazzo, mi tratta divinamente e io scappo per paura. Sono così incoerente e lo capirei se decidesse di mandarmi a quel paese e di chiudere per sempre con me, chiudere ancora prima di iniziare realmente.

"Non sarò falsa a dirti che hai fatto bene a scappare, però lo capisco. Sei stata ferita e hai paura di sentirti il triplo peggio dell'altra volta. So che possono sembrare solo parole, ma se Martin ha abbassato così tanto le difese è perché tu gli piaci davvero tanto, o sai che non lo avrebbe fatto. Lui è un bravo ragazzo e se starà con te, non farà mai nulla per ferirti in qualche modo." so che è sincera, non mi chiederebbe mai di affidarmi a qualcuno che sa che già mi spezzerà il cuore "E ti piace già tanto se ti senti così presa, vale la pena fuggire? È la stessa cosa che ho detto a lui, so che avete paura di soffrire, ma so anche che ci siete già troppo dentro e che per questo stare lontani vi farà soffrire ugualmente."

"Pensi che ora mi odi?" lo domando con un fil di voce, sentendo gli occhi pizzicarmi "Che pensi male di me perché sono scappata senza avvisarlo?"

Lucia scuote appena il capo con un dolce sorriso che le si increspa sulle labbra "Sarà sicuramente un po' fuori di sé come lo sei tu, perché non è più abituato a questa altalena di emozioni, ma Ben sa farlo ragionare quasi quanto me." si vanta per finta e questo mi fa ridacchiare "Avete solo bisogno di conferme e di assestarvi, ma sono certa che troverete un vostro equilibrio." mi accarezza la mano e mi rendo così conto di aver smesso di tremare. Ero così concentrata sulla mia sorellina che non mi sono accorta dell'attacco di panico che si faceva sempre più leggero. Ho sempre pensato che lei fosse un angelo per me, se non l'avessi avuta durante la mia vita non so quanto avrei potuto sopportare i nostri genitori. 

Spero davvero che abbia ragione, abbiamo bisogno di normalità e forse quella saprà spegnere tante paure e zittire le paranoie che rimbombano nella nostra testa. "Ora cosa dovrei fare? Gli do un po' di tempo per metabolizzare o torno da lui con la coda tra le gambe?"

"Ci pensiamo io e Ben, ora fai una bellissima colazione che ti dia energia. Stamattina abbiamo fatto i cornetti caldi, c'è pure il miele così puoi farcirli come piace a te." mi bacia la guancia e poi si alza "Nel frattempo ti preparo un buon cappuccino." prima che si allontani le tengo la mano e lei posa i suoi occhi azzurri e dolci su di me.

"Grazie Lulu... sono felice di averti come sorella." mi sorride in modo tenero, con gli occhi che brillano. È una sua particolarità emozionarsi davanti alle belle parole, è sempre convinta di non essere abbastanza o di non meritarle, ma quello che non sa è che in realtà si meriterebbe il mondo intero.

"Anche io di avere te, sono felice che tu sia tornata. Mi sei mancata davvero tanto." sorrido e poi la osservo mentre si dirige alla penisola per farmi un cappuccino, canticchiando una canzone del musical 'Mamma mia', il suo preferito. Mi era mancata questa quotidianità quando ero a New York, anche se non mi soffermavo a pensarci per paura di crollare e tornare a casa molto prima del tempo.

Ora però sono a Londra, sono qua per recuperare, sono tornata alla mia vecchia vita, anche se ci sono delle differenze tra il passato e il presente, tra cui Martin... ma è ormai palese quanto mi piaccia che mi giri intorno anche se ho cercato di nasconderlo persino a me stessa, per cui non voglio che questo cambi in qualche modo. Spero che essere scappata non rovini le cose tra noi e che Ben, come dice Lucia, sappia fargli capire i motivi del mio allontanamento... a mente lucida mi rendo conto di quanto sia stato grave e fuori luogo andare via, non voglio pensare a come si possa essere sentito perché altrimenti il senso di colpa tornerebbe a soffocarmi.

Ora resterò qua, come ha suggerito mia sorella, e spero di avere presto l'occasione di spiegarmi e di dirgli che non mi sono pentita di niente, che ho avuto solo paura e che non sono mai stata così bene con una persona come sono stata con lui.


Martin's pov

Non ci voglio credere, non ci posso credere. Mi sono svegliato e ho sorriso al ricordo mio e di Aurora, ho allungato la mano per accarezzarla ma sono quasi saltato in aria quando mi sono reso che il lenzuolo era freddo, segno che si era già alzata da tempo. Stupidamente ho pensato che fosse andata in bagno, o magari in cucina a preparare la colazione visto quanto ama cucinare, ma di lei nessuna traccia e presto mi sono reso conto che anche i vestiti e la borsa sono spariti. 

È andata via, senza nemmeno avvisarmi, senza lasciarmi un messaggio. Sparita come se non fosse mai passata di qua e come se ciò che abbiamo fatto non avesse nessun valore. Pensavo fossimo stati bene, abbiamo riso e parlato tanto, e abbiamo fatto del sesso spettacolare. Mi sono sentito davvero preso da lei e pensavo fosse lo stesso, ma evidentemente mi sbagliavo.

La prima cosa che mi viene da fare è maledirmi per aver abbassato la guardia, per essermi fidato del suo aspetto angelico e non aver messo in conto che avrebbe potuto comportarsi male come chiunque. Come uno sciocco mi sono fatto incantare perché abbiamo passato una bella giornata e pensavo che questo avesse un senso, ma è evidente che mi sono sbagliato e anche di parecchio. Come ho potuto essere così ingenuo? Forse il fatto che sia la sorella della mia migliore amica mi trae in inganno e mi fa pensare che sia buona come lei, ma pare che siano l'opposto, l'esatto contrario.

Mi ha fatto passare come colpevole perché ho reagito esageratamente quando l'ho vista senza la mia maglia alla partita, ma questo che ha fatto lei ora è molto più grave e senza scusanti. Avrei preferito che mi svegliasse e maturamente mi dicesse che si era pentita di essere venuta a letto con me, mi avrebbe ferito ma avrei capito e rispettato la sua maturità, ma questo comportamento non posso accettarlo, provo solo rabbia e schifo immenso. Non valgo nemmeno una spiegazione? Dio.

Calcio la sedia più vicina a me e un ringhio abbandona le mie labbra. Sono così nervoso che potrei tirare un pugno a qualcuno, e io non sono né un tipo violento né pieno di rabbia. Non mi piace che Aurora abbia tutto questo potere su di me, dopo così poco tempo poi. Sono un vero idiota.

La suoneria del mio cellulare mi distrae dalla raffica di insulti che la mia mente mi sta riservando e, afferrandolo, leggo il nome del mio migliore amico sul display. Rispondo corrugando la fronte perché non mi aspettavo una sua chiamata così presto visto che questo pomeriggio abbiamo allenamento.

"Martin..." il suo tono di voce sembra molto preoccupato "Aurora è qua..." appena sento queste parole la rabbia si fa ancora più forte dentro di me.

"E dovrebbe fregarmene qualcosa?" alzo subito la voce, senza pazienza "Non me ne frega proprio un cazzo di dove sia andata. Non voglio nemmeno sentir parlare più di lei. Mi sono già rotto di tutte queste cazzate, non ho la pazienza per farmi prendere per il culo così da lei."

Lo sento sospirare pesantemente e per un attimo penso mi urli addosso di rimando, ma invece resta calmo. "È venuta qua che tremava, era completamente nel panico. So che ha sbagliato ad andare via, ma non l'ha fatto perché si è pentita di essere stata con te, direi tutto il contrario." cosa?

"Che intendi dire?" ora anche io parlo con un tono di voce più basso, volendo capire cosa intende l'inglese con ciò che ha appena detto.

"Continua a dire che è stata così bene con te, che si è sentita così in sintonia con te da essersi spaventata. Ha detto che non si è sentita così nemmeno con il suo ex e questo le ha fatto pensare che se dopo essere stata con te, dovesse finire, lei farebbe molta fatica a riprendersi." mi passo la mano tra i capelli mentre esamino velocemente le sue parole e la situazione. Le piaccio così tanto che ha paura di soffrire più che in passato? 

"Se me ne avesse parlato le avrei fatto capire che siamo nella stessa barca." cazzo, questa ragazza mi farà diventare pazzo, non ho mai conosciuto una donna che mi facesse passare da un sentimento di rabbia a uno di tenerezza in così poco tempo, sto sviluppando più personalità "Okay... quindi cosa mi suggerisci di fare? Non so come comportarmi con lei."

"Ha solo bisogno di rassicurazioni, fai qualcosa di carino e vieni qua. Ora è di là con Lucia che prova a calmare il suo attacco di panico. Le piaci da impazzire, tieni a mente questo." annuisco anche se so che non può vedermi, per poi buttare fuori tutta l'aria che ho trattenuto nei polmoni.

"Okay Ben, ho un'idea, ma mi serve un po' di tempo per realizzarla, quindi nel frattempo tenetela lì ed evitate che scappi ancora." sono consapevole che se un'altra donna fosse andata via non mi sarebbe fregato niente e non avrei dato a nessuno modo di spiegarmi le ragioni del suo gesto, ma purtroppo (o per fortuna) stavolta è diverso, tutto con lei lo è, e sono più che sicuro che Ben abbia ragione e che lei sia andata via solo per paura e non perché non sia interessata realmente a me.

"Certo che sì. Ti aspettiamo qua bro'." chiudo la telefonata e vado subito in cucina per mettermi all'opera. Ho un'idea che forse potrebbe essere carina e che spero le faccia finalmente capire che ho intenzioni serie con lei e non mi comporterò come il suo ex e come chi l'ha fatta soffrire in passato. Spero che andare da lei a riprendermela e parlarle, dopo che è andata via, sia una dimostrazione più che grande di cosa sto iniziando a sentire.

Ci sono ormai già troppo dentro e non posso tirarmi indietro, so che siamo sulla stessa barca e che non dobbiamo mollare per colpa di ciò che ci ha ferito. Sono pronto a legarmi sul serio e voglio che lei lo capisca e accetti del tutto.

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