14. Nudi e vulnerabili
Ci ho pensato tanto prima di venire qua. Sono stata sveglia tutta la notte, una volta tornata da lavoro, a fissare il soffitto, a cercare di prendere una decisione.
So che Martin ha sicuramente esagerato reagendo così quando ha visto che non indossavo la sua maglia, ma la colpa non è solo sua. Si discute in due... questa volta soprattutto.
Sono consapevole che su una cosa non ha sbagliato per nulla: io ho bisogno di dimostrazioni, ma anche lui ne ha... abbiamo entrambi tante paure. Il biondo ha fatto un passo verso di me venendo a parlarmi e a dirmi il perché fosse sparito, ora tocca a me parlargli e spiegarmi.
Una volta arrivata fisso il palazzo, controllando che la via che mi ha dato Lucia coincida, poi mi avvicino ai campanelli e suono prendendo un bel respiro profondo. Abita in una bella zona di Londra, dove la pace regna sovrana insieme all'eleganza. Non mi stupisce il lusso, visto che ci sono nata e cresciuta, ma mi piace sempre apprezzarlo.
Prendo un bel respiro e, leggendo il suo cognome sulla targhetta del citofono, suono. Mi allontano immediatamente dalla porta come se potesse apparire un drago a incenerirmi all'improvviso, mentre la voce del biondo risuona. "Chi è?"
"Sono Aurora..." mi schiarisco la gola "mi fai salire? Vorrei parlarti." non sento risposta dall'altra parte ma sento il portone aprirsi. Capisco che comunque mi sta invitando a salire, per cui lo prendo come un buon segno. Forse anche lui è pronto a parlare e a confrontarsi su ciò che è successo ieri allo stadio.
Entro nell'atrio e vengo invasa da un forte profumo di vaniglia e di pulito. Questo posto splende, e non in senso metaforico, le mattonelle brillano così tanto che mi ci potrei specchiare. Questo palazzo è davvero accogliente, ma non sono venuta qua per ammirare il lusso del condominio, devo riprendere il coraggio che mi ha spinto a venire qua e salire fino all'appartamento di Martin, che Lucia mi ha detto essere all'ultimo piano.
Sospiro e mi dirigo all'ascensore, salendoci subito visto che era già al piano terra, e schiaccio il numero che mi porterà fino a casa del biondo. Nel frattempo controllo il mio aspetto nel riflesso dello specchio e mi sistemo i capelli leggermente in disordine a causa del vento. Più che un gesto fatto per vanità il mio è un gesto fatto per stizza. Non so cosa accadrà una volta che avremmo parlato, siamo entrambi così feriti e spaventati che spero che non ci metteremo ancora una volta barricati in difesa. Sarebbe un peccato buttare al vento una possibile relazione, una volta che dopo anni entrambi proviamo qualcosa per qualcuno, solo per il terrore di stare male.
Appena l'ascensore suona, segnalando l'arrivo al piano richiesto, le porte si aprono e i miei occhi si posano immediatamente sul biondo. È appoggiato sul muro accanto alla porta del suo appartamento e ha le braccia incrociate al petto. Non capisco quale sia l'emozione che prevale sul suo viso, c'è curiosità ma allo stesso tempo c'è freddezza, come se una parte di sé mi volesse tenere lontana dai suoi pensieri per non sentirsi troppo esposto, per non sentirsi troppo messo a nudo.
"Ciao Martin..." saluto piano, mentre mi avvicino a lui "scusa se sono piombata qua senza nemmeno avvisare, ma avevo bisogno di parlarti."
Si passa una mano tra i capelli ed annuisce appena "Ciao Aurora, non preoccuparti... accomodati pure." mi fa cenno di entrare in casa sua e io accetto immediatamente l'invito, seguita subito dopo da lui. L' arredamento dell'appartamento è davvero minimal e si capisce bene che non ci passa dentro tanto tempo, visto che la maggior parte delle volte sta a casa mia, o almeno era così prima che ci baciassimo. "Ti posso offrire qualcosa?"
Mi volto verso di lui quando mi porge questa domanda e scuoto la testa mentre lo osservo chiudere la porta e prestare la sua completa attenzione a me. "Sto bene così..." faccio un passo verso di lui e sospiro "mi dispiace per ciò che è successo ieri. Ti avevo detto che avrei indossato la tua maglia ma mentre me la infilavo sono stata presa dal panico più puro. Forse puoi pensare che sia sciocco, ma avere la tua maglia mi faceva sentire come se le cose tra noi fossero già più reali, e questo mi ha fatto paura."
"Mi hai chiesto di smettere di farti venire mille dubbi e io ti ho raccontato perché ho reagito così dopo il nostro bacio, pensavo che esserci aperti servisse a qualcosa... ma quando ti ho vista senza la mia maglia ho pensato che ciò che ci eravamo confidati non aveva alcun valore per te." capisco cosa intende, siamo troppo feriti per non trarre subito la conclusione peggiore "Tu vuoi davvero provare a frequentarmi? Non sei obbligata a dire sì, lo capirei, ma se così è dimmelo ora e non prendiamoci in giro ulteriormente."
Come? Spalanco la bocca e scuoto immediatamente la testa come per allontanare le sue parole. Ma che dice? Come può pensare una cosa simile? "Io lo voglio, solo che per alcune cose mi serve un po' più tempo per metabolizzarle, e non voglio che tu pensi che un gesto come quello della maglia sia fatto perché sono pentita di aver accettato di frequentarti."
"D'accordo... lo capisco. Avresti potuto dirmelo direttamente ieri."
Gli lancio un'occhiata malefica all'istante "Tu ieri non mi hai lasciato modo di parlare. Ho sbagliato io, ma anche tu non è che sia stato super comprensibile o che." glielo ricordo, facendogli alzare gli occhi al soffitto. Ah bene, ha anche il coraggio di mostrarsi scocciato?
"Forse perché chiedi a me dimostrazioni e poi tu non me ne dai mezza?" me lo chiede con un tono snervante e mi chiedo con quale velocità passiamo dal parlare al discutere in questo modo.
"Davvero fai? Pensavo avessimo appena risolto e invece rinizi? Sembra che a te piaccia così tanto litigare da cercare lo scontro appositamente."
"E infatti avevamo risolto, ma poi tu hai dovuto aggiungere il fatto che anche io ero in errore, io ero semplicemente infastidito dal fatto che non avevi mantenuto la parola." fa spallucce con calma apparente, cosa che mi fa innervosire di più. "A me non interessa un cazzo di litigare con te, non cerco nessuno scontro, rispondo solo a tono alle cose che dici. Pensi che stia zitto e ti dia ragione a prescindere?"
"A prescindere?" gli faccio eco, alzando la voce di qualche decibel "Si discute in due, ti costa tanto prenderti la tua fetta di responsabilità?"
"A me?" ora anche lui urla "Sono venuto fino a casa tua per scusarmi e spiegarti perché avevo agito così, mi pare che mi prenda abbastanza le mie responsabilità!"
"Quindi siccome sei venuto a scusarti, d'ora in poi non hai più colpe? Sei esente da ogni errore?" mi infastidisce che pensi che sia solo colpa mia il litigio di ieri allo stadio. Io ho sbagliato, ma lui mi ha attaccata senza nemmeno farmi parlare. Perché io devo essere comprensiva su tutto e lui non può esserlo su niente? "E, soprattutto, hai intenzione di usare le tue scuse per difenderti da ogni cosa ogni volta?"
"Cristo, perché devi fare la difficile in questo modo?" si avvicina più a me, i nostri nasi quasi si sfiorando, mentre mi fa questa domanda a denti stretti "Non so cosa voglia da me più di questo. Ho fatto la mia parte e tu non fai la tua, cosa vuoi che ti dica?"
"Voglio solo che accetti le mie scuse ma abbia anche la decenza di ammettere che non sei stato carino ad arrabbiarti senza farmi spiegare le motivazioni per le quali non mi sono messa la tua maglia."
Ride senza umorismo e si inumidisce le labbra, guardandomi dall'alto con gli occhi azzurri che brillano di uno strano sentimento. "Cosa cazzo devo fare per farti stare zitta?" afferra il mio viso con le mani e mi tiene stretta, obbligandomi a un contatto visivo "Forse tutte queste storie sono dovute al fatto che sei un po' frustrata sessualmente?"
Mi sento infastidita ed eccitata allo stesso tempo dalle sue parole. Sento un fuoco accendersi nel mio basso ventre, i miei ormoni impazziscono completamente quando c'è lui di mezzo. E non ha senso passare dal litigare a sentire questa forte attrazione, ma non ho nessuna voglia di combatterla! Mi fa sentire viva dopo anni, mi fa accendere dopo anni... come potrei sottrarmi a tutto questo?
"Non sarai di certo tu a farmi passare questa frustrazione." lo stuzzico apposta, passando poi la mano nel cavallo dei suoi pantaloni. Lo vedo sgranare gli occhi e automaticamente sorrido compiaciuta.
"Stai giocando con il fuoco Aurora." avvicina ancora di più il viso al mio e mi morde il labbro inferiore, tirandolo poi con i denti "Se continui così, con questo caratterino indisponente, servirà che faccia qualcosa per metterti in riga." posa le mani sui miei fianchi e mi fa camminare all'indietro, fino a che le mie cosce toccano l'estremità del tavolo. "Sono certo che invece di parlare, sarebbe meglio farti urlare... la tua voce mi piacerebbe sentirla di più in quel caso."
Dio... ogni cosa che esce dalle sue labbra, in questo momento, è come benzina che alimenta la passione nel mio petto. "Sai solo parlare o riesci a fare anche qualcosa di più concreto?" faccio scontrare i nostri bacini e lui deglutisce, prendendomi subito in braccio per farmi sedere sulla superficie di legno. Lo osservo mentre si sistema in mezzo alle mie gambe e mi guarda con il respiro già leggermente accelerato.
"Dimmi cosa vuoi Aurora... dimmi che mi desideri maledettamente, dimmi che non fai che pensare a me fin dal giorno che ci siamo incontrati a casa tua." parla con un tono roco e basso, senza sganciare lo sguardo dal mio. Vedo i suoi occhi chiari brillare con lussuria, non riesce più a nascondere i suoi pensieri.
"Voglio sentirti dentro di me." le parole mi escono dalle labbra senza nessun imbarazzo, è davvero quello che voglio "Non posso più aspettare. Speravo finisse così già il giorno del matrimonio. Speravo mi prendessi lì a bordo piscina mentre tutto ballavano dentro inconsapevoli di noi a qualche metro."
Deglutisce e ridacchio, smettendo subito dopo quando sgancia il bottone dei miei pantaloni e ci infila la mano dentro. Strofina le dita sul tessuto delle mie mutande e gemo all'istante. Ora è lui quello a guardarmi con aria compiaciuta e soddisfatta. È da troppo tempo che non sto a così stretto contatto con uomo e i miei ormoni non riescono a contenersi nemmeno un minimo. "Sento come mi vuoi, sei già pronta per me." sposta l'elastico delle mutande e, senza avvisarmi, infila due dita in me. Inizia ad andare dentro e fuori con un ritmo che mi manda fuori di testa, mentre io mi aggrappo al suo braccio e spingo il bacino maggiormente verso di lui. "Sei impaziente, ma non ti permetterò di venire così..." toglie le dita da dentro me e sorride con fare furbo, mentre io mi lamento mugugnando. "Stai calma, avrai tutto ciò che desideri."
Con lentezza inizia a spogliarmi, prima mi toglie la maglia, baciando la mia pelle nuda e il mio seno, dopodiché passa ai pantaloni e alle mutande, lasciandomi completamente nuda davanti ai suoi occhi. Di rimando anche io inizio a togliergli la maglia, i pantaloni e poi i boxer, ma con una certa fretta. Non posso più aspettare, sono terribilmente eccitata ed accaldata, lo desidero da morire.
"Ti prego..." mugolo "basta... Martin, ti prego." annuisce davanti alla mia richiesta, ora non c'è più aria beffarda nel suo sguardo, ora è terribilmente serio. Capisco subito che è finito il momento dei giochi e delle prese in giro, e io non potrei essere più felice di così.
Mi bacia sulla bocca, in modo passionale, facendo scontrare le nostre labbra e facendo danzare le nostre lingue, mentre si sistema meglio tra le mie gambe e con una spinta affonda in me. Sorrido appena, sentendolo finalmente dentro, poi spalanco la bocca, cercando di respirare e cercando di abituarmi alla sua presenza. È una sensazione fantastica essere unita a lui, sento il mio corpo ringraziarmi, come se non aspettasse altro da un po'.
Spingo il bacino verso Martin, posando la mano sulla parte posteriore del suo collo, facendogli così capire che può iniziare a muoversi. Lui accoglie immediatamente il mio desiderio, iniziando a spingere prima con una andatura lenta che mi toglie il fiato e mi fa ansimare, facendo aderire il suo petto al mio seno, poi diventa sempre meno dolce e più irruente.
Sento i miei muscoli completamente rilassati, i brividi percorrermi e il cuore galoppare velocemente. Mi sento completamente appagata, i nostri corpi si incastrano alla perfezione, non sembra che questa sia la prima volta tra noi, sembra che non facciamo altro da una vita. Siamo completamente in sintonia, mi sento connessa a lui anche in modo mentale oltre che fisico.
In questo momento Martin è una visione celestiale. I suoi capelli biondi sono sudati e leggermente spettinati dai movimenti che fa e dalle attenzioni che li hanno riservato le mie mani, il suo volto è leggermente rosso per lo sforzo, il suo respiro è affannato e le sue labbra sono semichiuse mentre cerca di far entrare più aria possibili nei polmoni. Potessi, farei una foto per immortalare la sua bellezza in questo attimo, per la prima volta sembra aver completamente abbassato le difese, sembra non esserci nessun muro tra me e lui.
"Sei fantastica..." lo ansima sulle mie labbra, baciandole subito dopo "non avrei mai immaginato tutto questo... è davvero disarmante."
"Anche per me..." graffio leggermente la sua schiena, mentre sento il bassoventre infiammarsi e le gambe iniziare a irrigidirsi, capendo così di esserci quasi. "Martin..." lui mi interrompe prima che finisca la frase, terminandola per me
"Lo so, sento che stai per venire... fallo per me Aurora." inizia a strofinare le dita sulla mia intimità e a mordicchiare il mio seno, dandomi così l'incentivo per esplodere in un orgasmo. Urlo il nome del ragazzo davanti a me più volte, baciandolo a fior di labbra subito dopo. Credo di non aver mai provato niente di simile, credo che nessuno prima di lui mi abbia regalato delle emozioni così intense.
Lui continua a muoversi dentro di me, in modo meno regolare, baciando la mia pelle di tanto in tanto. Mi sento come su una nuvola, e non credevo sarei arrivata a tanto con lui la prima volta che l'ho visto senza maglia nel soggiorno di casa mia. Non avrei mai pensato che mi avrebbe fatta impazzire in questo modo.
"Ci sono quasi..." fa per uscire da me, ma io lo tengo fermo mettendo le mani sulla base della sua schiena e scuoto la testa "sei sicura?" non si aspettava che gli chiedessi di venire dentro me, e forse nemmeno io me l'aspettavo, ma è tutto così intenso che non voglio finisca, voglio sentirlo ancora un po' così vicino.
"Sono protetta." lo rassicuro, baciandolo poi sulla bocca, e nello stesso momento raggiunge l'apice, riversando così il suo piacere in me, cosa che mi fa tremare completamente e mi permette di godere ancora. "Cristo..."
Lo vedo sorridere con aria stanca, mentre si lascia andare su di me. Posa il mento sulla mia spalla e mi bacia il lobo, cercando di riprendere fiato. D'istinto gli passo la mano tra i capelli, accarezzandoglieli con dolcezza, mentre ascolto i battiti del suo cuore tornare regolari.
Nessuno dei due apre bocca, restiamo così stretti l'uno all'altra, consapevoli che in questo momento siamo entrambi molto vulnerabili. Ci siamo lasciati andare, senza pensare troppo alle paure, agendo solo dettati dall'istinto e dal cuore, abbiamo zittito le nostre menti per un po', e sappiamo entrambi che quello che è appena successo cambierà completamente le cose... ma ora non mi fanno paura le conseguenze, non mi spaventa nulla, mi godo solamente l'attimo e la sensazione di riempimento che sento in questo momento nel mio petto.
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