13. La maglia numero 8

Appena sento la porta dell'ingresso che si apre, prendo la ciottola con l'impasto dei biscotti e vado incontro a mia sorella per accoglierla e per sapere come è andato l'incontro con Martin, visto che sono rimasta tutta la sera in attesa di sue notizie, ma sussulto quando è proprio il biondo colui che mi ritrovo davanti.

I nostri occhi si incastrano e per qualche secondo restiamo solamente a guardarci, senza dire una parola, come se ci stessimo studiando, poi lui inizia a parlare e mi riscopro a pensare che la sua voce mi era mancata dopo tutti questi giorni di lontananza, che problemi ho? "Ciao Aurora... spero che non ti dispiaccia vedermi, ho chiesto a Lucia se potessi entrare da solo per un po' per poterti parlare. Lei è andata a prendere una cioccolata con Ben." continuo a guardarlo e poi scuoto la testa in segno di negazione. No che non mi dà fastidio vederlo, aspetto da una settimana di parlargli, voglio capire di più. "Bene... possiamo sederci di là?"

"Certo..." gli faccio gesto di seguirmi, nonostante sono consapevole che conosce bene la casa, e mi accomodo in una sedia davanti al tavolo della cucina, posando la ciottola con l'impasto accanto a me. "Possiamo parlare Martin... iniziamo con il motivo per il quale sei sparito dopo il bacio? Non ti avrei chiesto di sposarmi anche se ci fossimo rivisti il giorno dopo." capisco che abbia delle paure, che il suo passato lo condizioni, ma anche io non me la sto passando bene per colpa di questa situazione.

Lui sospira e si accomoda nella sedia davanti alla mia, posando le braccia sul tavolo. "Per prima cosa sappi che mi dispiace, io non sono quel tipo di persona che agisce in questo modo. Sono sempre molto diretto e non mi piace illudere le persone, ma con te sono stato vigliacco, e quindi ti devo davvero delle scuse."

"Apprezzo che tu abbia avuto il coraggio di ammetterlo e di scusarti, ma ora spiegami che diavolo sta succedendo Martin. Tutta questa situazione mi sta facendo uscire fuori di testa." decido di essere onesta e diretta, non serve più a niente fingere e nascondersi, ora che siamo l'uno davanti all'altra è finalmente giunto il momento di parlare come due adulti. "Okay che non ti ricordi di averci provato con me al matrimonio per quanto eri ubriaco, ma non capisco perché l'umiliazione il giorno dopo, comunque decido che stare lontani è la cosa migliore, finché non decidi di aiutarmi e poi addirittura mi baci, sparendo subito dopo. Capisci che tutto questo mi ha mandata in confusione e mi ha fatto venire migliaia di dubbi?"

"Sono uno stronzo, ma non ho fatto niente di tutto questo con l'intenzione di ferirti." butta fuori tutta l'aria con nervosismo e vedo i suoi occhi azzurri brillare con dispiacere "Mi sono spaventato perché mi piaci." lo dice come se non potesse più tenerselo dentro e nemmeno nasconderlo a se stesso "Ho passato anni della mia vita da solo, convinto che sarei riuscito ad evitare di provare qualcosa nei confronti di un'altra ragazza dopo la mia ex, poi sei arrivata tu. Credo di aver pensato fin dal primo momento che eri bellissima, ma poi tu mi hai trattato male e ho pensato che così fosse più semplice l'impresa di non entrare in relazione con nessuna, almeno finché non mi sono ubriacato al matrimonio e ho agito senza pensare. Quando però, la mattina dopo, tu mi hai detto ciò che era successo sono entrato in panico, volevo negare a me stesso che mi fossi davvero avvicinato a te e ti ho incolpato ingiustamente. Mi sono comportato come un coglione e so che non ho giustificazioni."

Mi fa piacere che finalmente mi stia parlando così apertamente, che si stia mostrando per come davvero è, e, soprattutto, che mi stia facendo capire che non ho fatto niente di male affinché mi trattasse così, che per lui non sono un problema. "Lucia mi ha accennato qualcosa sulla tua ex, ma non tanto, credo non volesse parlarmene senza che tu fossi il primo a farlo."

"Mi ha tradito, ero follemente innamorato di lei, tanto da presentarla alla mia intera famiglia per Natale, ma poco prima della cena mi sono arrivate delle foto di lei che baciava un altro. Sono andato a casa sua e le ho chiesto spiegazioni, stupidamente le ho dato il beneficio del dubbio, ma lì ho scoperto che era tutto vero. Aveva un altro da mesi e stava solo cercando un modo per rompere con me." sorride amaramente e riesco a capire chiaramente cosa sta provando "I baci erano la cosa meno grave, scopavano nello stesso letto dove dormiva con me, e sapeva mentire alla perfezione facendomi credere di essere unico e importante. Quando sono venuto a conoscenza di tutte queste cose ho deciso di mettere un punto alle relazioni serie, non volevo sentirmi mai più così ferito e deluso."

Mi dispiace terribilmente che abbia dovuto affrontare tutto questo, capisco cosa intende e capisco le sue ragioni. "A me è successa una cosa simile... il mio ex era tossico, pretendeva di dirmi come vestirmi, cosa fare, come farlo... ma in realtà lui aveva delle altre ragazze con cui divertirsi. L'ho lasciato io, non è finita bene, e questo ha influito anche sulle mie amicizie, perché ormai i nostri gruppi di amici si erano uniti." ho desiderato allontanarmi anche per tutto questo, per sfuggire a tutti questi meccanismi non propriamente funzionali. "Però quando mi hai baciata, dopo avermi addirittura aiutata, non pensavo che saresti sparito. Mi sono sentita una cretina e mi sono chiesta se fossi io il tuo problema, se preferissi non ci fossi o qualcosa di simile."

Muove appena il capo con un'espressione di dispiacere stampata sul volto "No, il sentirmi attratto da te è stato terrorizzante, ma poi Lucia mi ha fatto capire che se sto così valeva la pena parlartene. Questi giorni non sono stato bene, mi sentivo una merda e provavo un forte senso di colpa, inoltre ero seppellito dai pensieri, non riuscivo a trovare un attimo di pace... perciò ho capito che tenerti lontana non mi stava aiutando ad evitare una possibile sofferenza futura."

"Perché comunque non stavi lo stesso bene..." convengo e lui annuisce "Quali sono le tue intenzioni Martin? Anche tu mi piaci, ma io non so se tu sia pronto o meno a conoscermi meglio o a una possibile relazione." so che il fatto che sia venuto qua è un grande passo avanti, ma non posso sottovalutare come ha reagito ad un semplice bacio, chi mi dice che non sparirà ancora quando accadrà qualcos'altro? Chi mi dice che a un certo punto non mi mollerà e si tirerà indietro? Non voglio affezionarmi e poi restare sola a piangere. Lui ha le sue paure, ma anche io ho le mie e non posso metterle in secondo piano.

"Mi piacerebbe conoscerti meglio, davvero, anche se capisco che in questo momento la mia parola non vale tanto. Non ti chiedo di fidarti di me così ciecamente, perché so che è una cosa impossibile, soprattutto avendo avuto brutte esperienze passate, ma ti chiedo di darmi modo di dimostrarti che sono sincero. Che ho aperto gli occhi e ho capito che voglio almeno provarci, non voglio precludermi la possibilità di essere felice e conoscere meglio una bella persona solo perché bloccato dalla paura." quasi mi prega, posando le mani sulle mie che sono sul tavolo "Sarò in grado, piano piano, di dimostrarti la mia sincerità e che non ho più nessuna intenzione di comportarmi come un pezzo di merda."

Sembra sincero ed è qui davanti a me nonostante abbia paura, credo possa prendere perlomeno in valutazione la sua richiesta. "Per me fidarmi non è semplice, ma tu sei qua e maturamente ti sei aperto con me, per cui sì, hai la possibilità di dimostrarmi che le tue non sono solo parole. Andiamoci piano e vediamo un po' come evolve tutto." gli sorrido e lui ricambia in modo molto raggiante, stupidamente questo mi fa sospirare il cuore, e detesto ammetterlo. "Domani Lucia mi porterà a vedere la partita dell'Arsenal, non sono mai stata allo stadio, ma sarà divertente."

"Verrai con la mia maglia?" mi guarda con un sorriso furbo e un po' malizioso e le maledette farfalle nel mio stomaco svolazzano qua e là, certo che le reazioni ai suoi comportamenti sembrano amplificate da quando ho ammesso a me stessa di provare dell'interesse. "Credo ti starebbe davvero bene, ne ho una nel borsone in auto se ti va."

"Stai già cercando di marcare il territorio?" ironizzo e lui ridacchia "Potrei anche accettare la tua offerta, ma solo perché non so cosa mettermi."

"Bene, allora te la do. Solo perché non sai cosa indossare, sia chiaro." ripete le mie parole con fare derisorio e si inumidisce le labbra, diventando ancora più sexy ai miei occhi con questo semplice gesto. Credo che non sarà semplice rispettare la mia richiesta di andarci piano, sono attratta da lui in modo innegabile e questo sarà un bel problema.

*****

Vivo a Londra da sempre ma non ero mai stata all'Emirates Stadium, è immenso e ti fa sentire piccolo come una formica anche solo a guardarlo da fuori. Il calore del tifo è spettacolare, tanto da farti sentire a casa e tanto da farti capire quanto queste persone amino la squadra. Noi siamo seduti nei posti riservati per le famiglie dei calciatori e devo dire che la visuale da qua è perfetta, oltre che essere un posto tranquillo.

La partita è finita 3-0 per l'Arsenal, con un goal di Benjamin che ha mandato in visibilio mia sorella, e ora stiamo aspettando che lui e Martin si lavino e cambino, in modo tale da andare a bere qualcosa prima che io vada a lavoro. A quanto pare questa è una buona occasione per festeggiare insieme e io spero sia davvero così, sarebbe la prima uscita tutti insieme in cui io e il biondo non ci vogliamo ammazzare l'un l'altro.

"Eccoci." la voce di Ben mi distrae dai miei pensieri e mi giro appena per vedere lui e il suo amico. Lucia salta immediatamente in piedi e corre ad abbracciarlo e baciarlo facendogli milioni di complimenti, mentre io poso gli occhi su Martin. Per un attimo mi sorride, senza dire una parola, poi il suo sguardo si sposta appena e vedo il suo umore tramutare in un attimo. E ora che diavolo gli prende?

"Martin..." faccio il suo nome come a chiedergli cosa abbia, mentre lui risponde solamente con un cenno del capo e mi invita a seguirlo. Lancio un'occhiata ai due piccioncini e mi rendo conto che non stanno prestando attenzione a noi, così mi alzo e seguo il norvegese che si è spostato di qualche metro, come per avere la giusta privacy, anche se non so ancora per cosa in particolare.

Sospiro e mi posizioni davanti a lui che mi indica con fare infastidito. "Non hai messo la mia maglia..." è per questo che ha cambiato umore? "Avevi detto che l'avresti fatto, cosa è successo poi? Ti tiri già indietro dopo così poco? Non ha valore per te il discorso che abbiamo affrontato ieri?"

Sussulto sentendo le sue parole e ammetto che mi fanno innervosire. È vero, non l'ho indossata, ma mentre me la infilavo mi sembrava di star correndo troppo visto che fino a ieri nemmeno parlavamo, per cui sono stata colpita da un moto di panico e ho deciso di indossare altro, ma questo non vuol dire che mi sto tirando indietro. "Se mi accusi già senza nemmeno chiedere non partiamo bene, non mi sembra il modo di comportarsi, attaccare senza nemmeno chiedere spiegazioni. Non mi stai dimostrando di avere buone intenzioni se ti comporti così."

Mi lancia un'occhiata malefica e mi osserva come se mi fosse spuntato un corno all'improvviso e fosse estremamente sbalordito. "Davvero fai? Tu vuoi dimostrazioni da me ma tu non me ne vuoi dare mezza?!"

"Stai facendo questa scenata solo per la maglia? Cristo Martin, riprenditi o così non andiamo da nessuna parte."

Ride amaramente e annuisce più volte con fare estremamente beffardo. "Se fosse solo una maglia te la saresti messa, no? Invece no."

"Mi sembra una discussione inutile e da bambini." mi difendo così, sperando di farlo ragionare "Dobbiamo andare a bere qualcosa con Lucia e Ben, possiamo parlarne con calma e non fare un dramma per nulla."

"Scusa ma passo, non ho nessuna voglia di bere niente e tantomeno di stare al tavolo con te che giudichi me ma non ti interessi minimamente di metterti nei miei panni. Meglio che pensi un po' senza di me tra i piedi." mi guarda con un'espressione che non riesco a decifrare, per poi dire agli altri che non parteciperà alla nostra uscita, naturalmente loro cercano subito di capire cosa stia succedendo mentre io afferro la mia borsa ed esco velocemente dalla tribuna e, in seguito, dallo stadio.

Ho bisogno di stare sola e respirare un po', visto che non capisco come abbiamo fatto a litigare in questo modo per una motivazione così sciocca. Io e Martin pare che non sappiamo fare altro, e non posso fare a meno di chiedermi quanto lontano possiamo andare noi due insieme...

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