Parte 8

Ci guardiamo negli occhi ma io non dico nulla, non lasciandogli capire il senso giusto della frase precedente. È palese che vada dietro alla ragazza al mio fianco, come lo è il suo rifiuto. Eppure lui ci spera ancora. Ingenuo. Sento un calore sulla mia mano destra e mi volto di poco a guardarla, la sua la stringe poco e non capisco cosa voglia fare. La guardo confusa e i suoi occhi sono di supplica. Come se avesse capito che potrebbe finire molto male. Sospiro. I suoi genitori sono andati in cucina e per fortuna non hanno assistito alla scena. Mi guardo intorno per notare un salotto modesto, non troppo sfarzoso, con qualche quadro ed un piccolo balcone. Dritto c'è la piccola cucina, mentre a sinistra c'è un corridoio, che suppongo porti alle stanze, ma non chiedo. La mia attenzione viene riportata sul soggetto davanti a me.
<E tu saresti? Hai un'aria familiare> dice sovrappensiero. Ma dai? Sono ovunque. Devo stare calma. Ignoro e riporto l'attenzione sulla mia mano che stringe quella della mora. E' arrossita, nasconde un sorriso e guarda Shawn contrariata.
-Non eri a Miami per lavoro?- povero, ancora non si rende conto che lei non lo vuole. Lui la guarda subito e le sorride dolce. Sto per vomitare.
<Beh, tra due giorni è natale e mi hanno dato una settimana di vacanza> merda, natale. Me ne ero totalmente scordata. Sicuramente lei avrà molte cose da fare ed io lo passerò di nuovo con la famiglia di Normani. Non che mi dispiaccia, ma non mi piace molto il natale. Non ho bei ricordi. Lei annuisce, io non dico nulla.
"Camila perchè non mi presenti il tuo amico?" provare ad essere amichevole e spontanea mi fa venire la pelle d'oca. Sopratutto con chi non sopporto. Potrò non averlo ancora conosciuto, ma so già che non andremo d'accordo. Sembra colta alla sprovvista, ma si riprende subito.
-Lui è Shawn Mandes, ci siamo conosciuti alle medie e siamo rimasti buoni amici, è come un fratello per me- dice sorridendo. Lascia la mia mano per avvicinarsi a lui e scompigliargli i capelli ricci. Per qualche strana ragione mi infastidisce parecchio la cosa, ma cerco di non farci caso. Si sorridono, ma si vede lontano un miglio che sono di due tipi diversi. Stringo i pugni ma sforzo la mia bocca in un sorriso. La ragazza ritorna subito al mio fianco, senza accorgersi di nulla e mi indica con il pollice.
-Lei invece è..-
"Michelle" la precedo. Lei non lo sa ma non mi piace che il mio secondo nome sia sulla bocca di tutti. A parte lei, mi irrito sentirlo pronunciare da altri. Perfino Mani lo usa poco frequentemente, a meno che non debba dirmi qualcosa di importante o sgridarmi. Lo so che mi guarda confusa, come so che vorrebbe chiedermi spiegazioni, ma non è il momento.
<E come vi siete conosciute?> chiede il ragazzo. Ci guardiamo, non sapendo assolutamente cosa dire. A me scappa da ridere, a lei invece credo sia salito il nervoso perchè ha aggrottato le sopracciglia.
<E' pronto!> sentiamo urlare dall'altra stanza. Per fortuna. Prendo per mano Camila e la porto in cucina, senza aspettare niente e nessuno. Mi siedo di fianco a lei, ai rispettivi capotavola ci sono sua madre e suo padre, di fronte a me il tipo riccio e accanto a lui un posto vuoto.
<A che ora torna Sofia? E' da tanto che non la vedo, sarà cresciuta> afferma la fonte del mio odio. Sofia? Chi sarebbe? Improvvisamente mi sento fuori posto. Sento il mio telefono vibrare nella tasca, ma ignoro inizialmente. O almeno, era la mia primaria intenzione, ma non smette per un secondo. Mentre parlano di questa ragazza di cui non so nulla, chiedo a bassa voce alla mia vicina dove sia il bagno. Lei si alza e tutti la guardano.
-Le vado a far vedere il resto della casa mentre aspettiamo, va bene? Intanto vi lascio ai vostri gossip- e ride. La sua risata mi fa sorridere.
<Wow, allora sorridi anche tu ogni tanto> sento dire da Swan, Shnaw, Shawn, si questo è giusto. Camila si volta a guardarmi, ma io ormai sono tornata seria. Una strana scintilla vedo nei suoi occhi ma lascio perdere. Mi alzo e la seguo fino alla toilette. Prima che possa parlare prendo il telefono nervosa.
"Si può sapere cosa cazzo vuoi a quest'ora?" mi trattengo dall'urlare. Taylor, mi sarei stupita se non fosse stata lei a riempirmi di chiamate. Camila sbianca, poi trattiene una risata. La guardo di sbieco e lei scuote la testa. Apre la porta del bagno e mi attira dentro prendendomi per la mano libera.
<Sempre allegra eh?>
"Se non rispondo vuol dire che non posso, non puoi aspettare?" ascolto poco di quel che dice, concentrata su quello che vuole fare la mora. Mi guarda come se fossi un piatto succulento e lei fosse digiuna. Mi fa sedere su ciò che credo sia il bordo di una vasca.
<Si, ma mi andava di rompere, comunque domani è la vigilia> continua allegra. Camila si sporge verso di me, le mani sulle mia cosce, il viso vicino al mio.
"Ma cos..?"
-Shh- e mi bacia rapidamente.
<..e quindi mi chiedev- era un bacio quello?> merda.
"Taylor muoviti sono ad un pranzo di lavoro, che c'è!" sono esasperata. Intanto sento le sue mani salire verso la mia parte sensibile, la sua bocca lascia baci sul collo e poi un morso. Trattengo il gemito e stringo la presa della mia mano sul suo polso sinistro.
<...e quindi vorrei venissi così magari provi a parlare con loro, gli manchi tanto e->
"No, ora ho da fare, ciao Tay" e stacco velocemente la chiamata. Mi alzo frustrata e la faccio indietreggiare fino alla lavatrice. Si siede li' sopra capendo al volo, e dopo essermi messa in mezzo alle sue gambe la bacio con foga. Mi farà impazzire questa ragazza. O forse sono già pazza. Probabile la seconda. Le tiro i capelli facendole alzare la testa, in modo da poterle lasciare un secondo succhiotto ma stavolta più visibile. Sorrido ai suoi gemiti trattenuti e quando termino la sento sospirare.
"Dobbiamo andare" le dico seria. Lei mi guarda spaesata, poi annuisce.
-Comunque Sofia è mia sorella- mi dice nel piccolo corridoio. Bene, pensavo già a qualche fidanzata di cui non sapevo niente. Quando torniamo al tavolo, tutti ci guardano, compresa un'adolescente molto simile a Camila, ma con molte più forme.
"Direi che il gene della bellezza si tramanda in ogni Cabello" tutti ridono, lei arrossisce ma la sorella mi guarda sorridendo. Ci accomodiamo e vedo Shawn aggrottare le sopracciglia mentre le guarda il collo. Mi guarda senza comprendere, io sorrido.
<Allora, non ci siamo ancora presentati noi, che sbadati> dice sua madre.
"Non si preoccupi, siete stati gentili ad invitarmi" che la recita abbia inizio.
<Io sono Sinuh e lui è Alejandro, siamo i suoi genitori e lei è Sofia, sua sorella minore> annuisco e mi ripresento, sempre con il mio primo nome. La madre serve il primo e iniziamo tutti a mangiare. Tutti parlano tra loro, io ascolto in silenzio.
<Mila, ma poi quella ragazza di qualche settimana fa l'hai più rivista?> smetto di mangiare. Tutti la guardano, me compresa. Che ragazza? Il soggetto in questione la guarda arrabbiata e poi me, ma preoccupata.
<Si, non te l'ha detto?> dice Shawn ridendo.
<Eh, no, sono tornata oggi da una gita scolastica> dice lei imbronciata.
"Che ragazza?" domando apparentemente calma.
-Sofia, no per-
<Devi sapere che una ragazza ha letto la canzone di mia sorella per sbaglio e le ha praticamente detto che non ha talento> ride divertita.
<E per di più l'ha definita una stronza 'so tutto io'> quindi ha parlato di me.
"Ah si? E poi?"
<A me ha detto che è sgarbata e sempre seria, le ha anche dato della poco di buono> dice sdegnato il ragazzo. Mi rattristo al ricordo. Non lo pensavo nemmeno.
-Adesso basta, non credo le importi- dice scocciata. Oh no, Cabello, per niente.
"Ma davvero? Vi ha mai detto chi è?" domando ancora più curiosa.
<No, non ce lo vuole dire, sa che l'andremo a cercare> dice di nuovo sua sorella. Mi guarda sorridendo, come se avesse capito tutto.
<Puoi dirlo forte Sofi> e si battono il cinque. I genitori ridono, io e Camila no. Una volta finito il pranzo aiuto a sparecchiare e lavo i piatti. Sua madre entra in cucina e mi aiuta, iniziando ad asciugarli.
<Vedo mia figlia molto legata a te, eppure non ci ha detto che avesse stretto nuove amicizie> dice sorridendo. Oh, ma io non sono sua amica. Tutt'altro.
"Lei dice?" annuisce.
<Non sorrideva così da tanto>
"E' per quello che è successo nel vecchio appartamento?" magari sa dirmi qualcosa.
<Si esatto, quel ragazzo odioso le ha fatto davvero del male. Sono contenta non si vedano più> mi rivela, un velo di rabbia nella voce. Inizio ad innervosirmi.
"Anche io" ammetto, anche se non so cosa sia successo.
<Sai se non fosse stato che Dinah avesse visto di nascosto i lividi sul suo corpo mentre dormiva, probabilmente non ce lo avrebbe mai detto> mi cade l'ultima posata da mano, facendo casino nel lavello. Lividi? La picchiava?
<Tutto bene?> mi riprendo subito e le passo la forchetta, asciugandomi poi velocemente le mani. Non capisco perchè non abbia voluto dirmelo.
"Si, tutto bene, comunque torniamo di la'" propongo. Avrei voluto non farlo. Sofia e Shawn le stanno facendo il solletico, Alejandro ride.
<Eccovi, vi stavamo aspettando> dice sorridendo quest'ultimo. Gli altri si voltano, ma non sorridono.
"Vi ringrazio per il pranzo, ora devo andare" il mio comportamento da persona educata è durato fin troppo. Sento la tensione nell'aria.
<Oh, d'accordo cara, speriamo di rivederti> chissà.
"Buona giornata" e inizio a dirigermi all'uscita.
-Aspetta, ti accompagno- la vedo alzarsi velocemente, il ragazzo che fa resistenza per spostarsi. Irritante.
"Stai pure lì a fare quel che stavi facendo, conosco l'uscita" dico mentre mi avvicino a Sofia. Mi abbasso alla sua altezza e le parlo abbassa voce.
"Quella stronza di cui vi ha parlato Camila, sono io. E mi piacerebbe che mi dicessi il nome del bastardo con cui stava prima" le dico all'orecchio.
<Perchè dovrei?>
"Perchè non doveva permettersi di toccarla" sorrido malefica.
<Austin Mahone, e tratta bene mia sorella>
"Grazie" e mi alzo di nuovo.
"Sofia sarà una grande donna quando sarà adulta, siate fieri di lei" dico mentre mi dirigo all'uscita. Ora devo solo cercare questo gran bastardo.

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