Parte 4

Non so per quanto tempo ho dormito e nè mi ero accorta di essermi addormentata. Sento caldo, cosa alquanto strana per gli abiti che indosso. Respiro un profumo che non è il mio e avverto un peso sullo stomaco. Quando mi volto, lei è li. Ha la testa appoggiata sul mio petto, il braccio intorno alla mia vita e le gambe attorcigliate alle mie. Come ci siamo finite a letto insieme? L'avevo lasciata sul divano. Che si sia messa di proposito? Ad ogni modo, questo non mi aiuta a mantenere la calma. E' troppo vicina. La guardo dormire per un po, volendola studiare per bene. Ha un'espressione dolce sul viso, ha un fisico tonico, e i capelli sono morbidi. Inizio a giocarci mentre penso a cosa fare. La sveglio o no? Mi volto a guardarla quando la sento muoversi. Si avvicina di più con il corpo, e la sua intimità preme contro il mio fianco. Okay, è meglio svegliarla.
"Camila? Svegliati forza" dico scuotendola per una spalla. Mugugna ma non si sveglia.
"Ragazzina, alzati, forza" ma ricevo la stessa risposta di prima. Sospiro, facendo probabilmente l'unica cosa che potrebbe farla alzare.
"Se ti alzi farò una cosa che vorrai" dico rassegnata. Certe volte mi sembra di trattare con una bambina. Sento il suo sorriso sul mio collo, sapevo che si fosse svegliata.
-Va bene- la voce impastata. Non ci posso davvero credere.
"Alzati allora, ho caldo" cerco di spostarmi, ma non mi lascia andare. Questa situazione mi sta facendo impazzire.
-Caldo? Io ho freddo, perchè non mi scaldi tu?- sorride divertita e mi guarda, il mento appoggiato in mezzo al mio seno. Ormai è praticamente sdraiata su di me.
"E questo che vuoi?" domando seria. Si alza di poco, le mani appoggiate ai lati delle mie braccia. Il suo seno sfiora il mio, e per mettersi di fronte a me strofina il resto del suo corpo contro il mio. Respiro pesantemente. Devo restare calma.
-Si-
"In che modo?"
-Abbracciami- e per poco il cuore non si ferma. Mai, in tutto questo tempo che mi sono ttasferita, qualcuno mi aveva chiesto una cosa del genere. Ho ventotto anni e non ho nemmeno mai dormito con nessuno che non fossero i miei fratelli quando eravamo piccoli. Non so se esserne fiera o sentirmi patetica.
"Come?" domando per sicurezza, magari l'ho solo immaginato.
-Abbracciami- stavolta il sorriso è più flebile, ha la pelle d'oca sulle braccia scoperte. Mi alzo quanto basta per avere il mio viso vicino al suo.
-L-Lauren? C-che stai...- le appoggio un dito sulle labbra e le intimo di non dire nulla. Sono morbide e lisce. Mi alzo con lei in braccio e le dico di tenersi, ubbidisce. Tolgo le lenzuola e poi mi risiedo sul materasso, riportandoci alla posizione di prima. Tiro le coperte su di lei, in modo che la coprano completamente e poi, come ha chiesto, le cingo il corpo con le braccia. Mi guarda in un modo che non comprendo, ma non fa domande. Si mette comoda e la sento rilassarsi. Io mi sento strana, ma almeno dopo mi lascerà stare. E' per questo che lo faccio, giusto? Non perchè mi piace renderla contenta, averla vicina e quant'altro. Assolutamente non è per questo.
-Lauren?- mi fa il solletico, ma decido di rimanere composta.
"Si?"
-Hai deciso se verrai o no?- sapevo lo avrebbe chiesto.
"Ricordo bene che non mi avevi invitata"
-Lo so- sbotta scocciata. E ora che ho detto? Va' a capirla.
"Non lo so" dico semplicemente. Perchè davvero non ho idea di cosa fare. Se andrò, lo prenderà come un incoraggiamento a corteggiarmi. Se non lo farò, lei non verrà più e dovrò vedermela anche con Dinah.
-Dopo domani andrò in tv- continua lei. Certo che le piace parlare.
"Si? Ma che brava" sono stranamente rilassata.
-E' un programma a quiz-
"Vuoi che lo guardi?- è probabile.
-Non lo faresti- la sua voce si rattrista.
"Perchè lo pensi?"
-Perchè hai detto che non perdi tempo con le ragazzine come me- il tono sempre più basso.
-E non sai nemmeno quanti anni ho- conclude. Mi sono così concentrata in questi ultimi giorni ad osservarla, che me ne sono completamente dimenticata. In effetti non ha nemmeno tutti i torti, io di lei non so nulla. E non mi interessa sapere. O forse si?
"E quanti anni hai?"
-Non te lo dico- mi acciglio. Si sta prendendo gioco di me, vero?
"Ti sei appena lamentata del fatto che io non l'abbia chiesto e ora mi dici che non vuoi che io sappia la tua età, quando te l'ho appena chiesto?" questa ragazza mi farà andare in manicomio.
-Esatto, perchè non lo chiedi per interesse ma per accontentarmi- risponde naturale, muovendosi un po' per sistemarsi meglio.
"Allora puoi alzarti e tornartene a casa, ho accontentato il tuo capriccio anche per troppo" sbotto irritata, ma lei non si sposta. Mi sta facendo innervosire. Mi alzo di peso, ma lei rimane abbracciata a me, come se non gliene fregasse nulla.
-Ventiquattro- afferma.
-Ne ho ventiquattro- ripete con più calma. Non è così ragazzina come pensavo allora.
"Come ti chiami oltre al tuo nome?" domando ancora, in fondo non c'è nulla di male ad informarmi.
-Speri che facendomi altre domande si plachi il malumore?- chiede. Ha fatto centro, ma non glielo dirò mai.
"Se vuoi faccio la menefreghista"
-No, no, va bene. Cabello, è il mio cognome. Il resto lo scoprirai da sola se davvero ti interessa- so che è imbronciata, ma faccio finta di nulla.
"Senti" pensa, come posso scusarmi senza farglielo capire? E' un controsenso lo so.
-Mh?- alza il capo e ritorna a guardarmi.
"Riguardo ieri..." non riesco a finire la frase che qualcuno chiama al telefono.
-Non rispondi?- domanda perplessa.
"No, devo dirti questa cosa prima" tempismo peggiore non poteva avere quel coglione che chiama. O cogliona. Non si sa mai. Dopo poco il rumore cessa.
"So che non sei una che cerca soldi o sesso, l'ho capito, ma non intrometterti nelle faccende di famiglia. Al momento non ti riguardano e-"
-Al momento?- merda. Idiota Jauregui, imbecille. Suonano alla porta, ma è una persecuzione.
"Camila, il succo è che se ti vorrò parlare di qualcosa, lo farò io" sbuffo irritata. Inizio a sentirmi a disagio con lei sopra di me, questo contatto prolungato è troppo da sopportare.
-Tutto okay?- domanda appena cambio umore. In pochi se ne accorgono.
"Fammi alzare, siamo state così abbastanza a lungo" guardo dietro di lei, ma non lei. Non riuscirei a fare niente, lo so.
-Perchè? Sembrava ti piacesse stare così- è dispiaciuta e sorpresa, me lo aspettavo. Nel tentativo di alzarsi totalmente, perde l'equilibrio e per non farla cadere la tengo per i fianchi. E' in ginocchio su di me, le mani contro il muro e i nostri visi molto vicini. Non ho più saliva in gola e il cuore mi sembra non battere più.
<MICHELLE!!> sento urlare improvvisamente. L'atmosfera di pace e tensione sessuale si spezza, rimpiazzata dalle nostre facce confuse.
"Merda" so bene chi è. Molto bene. Inverto le posizioni e dico a Camila di non fiatare. Mi guarda senza capire e, come pensavo, inizia a muovere le labbra contro la mia mano, tentando di parlare. Ma ascolta mai questa ragazza?
<MICHELLE DOVE SEI! SEI NEI GUAI FINO AL COLLO!> questa è la volta buona che mi ammazza.
Devo pensare, cosa posso fare?
<Eccoti qua> troppo tardi. Mi alzo in ginocchio e mi volto.
"Normani, lo so, sono in ritardo, ma sai che entro dopo domani te lo darò" affermo scocciata dal suo comportamento.
<Dovevi darmelo ieri, come lo spiego al redattore adesso?>
"Digli che ho preso l'influenza che minchia ne so, inventanti qualcosa cazzo" Mossa sbagliata. Non mi sono accorta di aver cambiato tono e linguaggio. Tutto perchè sento Camila muoversi sotto di me. Normani mi guarda per un istante e poi si guarda intorno. Ritorna su di me con uno sguardo malsano e crede di aver capito.
"Non pensarci nemmeno, non è come sembra"
<Oh certo, chiamami quando finisci> e ridendo esce dal mio appartamento. La mora sotto di me mi morde la mano facendomi perdere la pazienza. La volto a pancia in giu e le do uno schiaffo sulla natica destra. Geme. Merda. Che cazzo sto facendo.
"Io ti mollo e ti fai la brava bimba, intesi?" sussurro al suo orecchio. Annuisce subito e come promesso si mette solo a sedere.
-Chi è Normani?- chiese guardandosi le mani.
"Non importa, ora fuori di qui" mi alzo e recupero una sigaretta da un pacchetto mezzo vuoto.
-Voglio saperlo- continua, l'aria afflitta.
"Una delle mie scopa amiche" dico guardandola. La vedo diventare pallida e stringere le lenzuola. Inspiro ed espiro con calma.
"E' la mia migliore amica, stupida, mi è venuta a richiamare per il ritardo del manoscritto" dico quasi ridendo. Crede davvero a tutto. Ingenua.
-Quale tra le due?- sembra frustrata.
"La seconda" fumo lentamente, ma anche così finisco in meno di cinque minuti.
-Ah...-
"E' meglio che vai, vedi di pranzare" ormai erano le 14:00. Annuisce solamente, prende le sue cose ed esce. Non saluta nemmeno. Se dicono a me che sono bipolare, lei lo è più, penso, mentre osservo il fumo della sigaretta espandersi ovunque.

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