Parte 39

-Lauren?- sento una voce chiamarmi piano, qualcuno mi sta scuotendo.
-Svegliati, siamo arrivate- e per quanto vorrei rimanere nel mio stato profondo di sonno, mi sforzo di svegliarmi e aprire gli occhi. Quando noto di essere dal lato del passeggero mi prende il panico. Perchè non sto guidando? Anzi, che cavolo ci faccio in macchina? Una mano mi tocca la spalla, facendomi sussultare e muovermi d'istinto per difendermi. Mi fermo appena in tempo dal darle un pugno, allontanandomi quanto posso per la consapevolezza di quel che stavo per fare.
"C-Camila? Sei tu?" Mi sembra così strano che lei sia qui.
-Si, adesso vieni dai- e scende chiudendosi alle spalle la portiera dell'auto. Faccio lo stesso anche se un po' a fatica e mi faccio ridare le chiavi, entrando nella hole del mio Hotel e dirigendoci insieme all'ascensore. Una volta raggiunta la mia stanza faccio passare la tessera di apertura in un dispositivo, che mi consente l'accesso alla camera. Appoggio la mia giacca sullo schienale del divano, la borsa che avevo lasciato in macchina sul tavolo e prendo una compressa. Mi faccio un bicchiere di acqua e zucchero e mando tutto giu, sperando di sentirmi meglio tra un'ora o due.
-Come ti senti?- solo adesso mi ricordo della sua presenza.
"Cos'è successo?" chiedo effettivamente confusa.
-Non ti ricordi?- sembra seriamente sorpresa e preoccupata. Scuoto il capo.
"Ero andata alla StarMusic per parlare con Ashton di alcune cose, poi..." la testa pulsa leggermente, ma le scene che ho nella mia testa sono confuse. Lei sospira e mi prende una mano con delicatezza, portandomi poi sul letto nella stanza accanto. Ho caldo, così tanto che mi tolgo il pinochietto e la canottiera, e mi stendo sul comodo materasso. Lei mi guarda da in piedi, le pupille dilatate e la bocca socchiusa.
"Ti piace così tanto guardarmi? O ti ricorda qualcosa?" e le sue guance prendono un colore più rosato. Mormora qualcosa ma non capisco, cammina verso di me e si sdraia al lato opposto.
-Come sono comoda, non che il tuo letto non lo sia ma... questo è più morbido- si stiracchia e rilassa, ma la sento comunque sull'attenti.
"Quindi...?"
-Hai pestato Matt- rimango in silenzio ma non riesco a non sorridere.
"Molto?"
-Se Ashton non ti avesse fermata... non sarebbe nemmeno arrivato all'ospedale...- mi irrigidisco. Piano piano inizio a fare davvero mente locale e sto per sentirmi male.
"E' vivo?" chiedo con voce strozzata, mentre una stretta al petto inizia a farmi mancare l'aria. Mi sollevo a sedere e faccio grandi respiri, pensando a qualcosa di bello per calmarmi.
-E' sotto osservazione, e' stato operato d'urgenza per un'emorragia interna. Me lo ha detto il capo circa un quarto d'ora fa. Aveva avvertito che avresti fatto questo tipo di domande...- e quando la guardo rimango incantata. Leggere occhiaie le contornano gli occhi gonfi, le labbra screpolate e la pelle lasciata scoperta da un vestito lungo ma semplice. Sento i battiti tornare normali, il dolore alleviarsi. Mi torno a sdraiare avendo ripreso la calma, usando stavolta il suo petto come cuscino e abbracciando il suo corpo.
-Cos...-
"Shh, sto così bene così... non cacciarmi" sto per riaddormentarmi. Forse il troppo stress mi ha sfiancata. Sto diventando una pappamolla a forza di stare con lei. Il suo corpo si mette in modo che io non sia scomoda e viceversa, le sue mani lasciano delle carezze lungo la spina dorsale.
-Non voglio succeda ancora- non capisco a cosa si stia riferendo, ma sto in silenzio per vedere se continua o devo risponderle.
-Ho avuto paura, Lauren. Non hai visto la rabbia e l'odio nei tuoi occhi, ma io... Tutti l'abbiamo vista. La cosa peggiore è che invece di fermarti, di aiutarti a calmarti, sono stata immobile- e il suo respiro si velocizza. Sta per piangere.
"Non ti avrei mai fatta del male, Camila, devi renderti conto di questo" biascico, la medicina sta facendo effetto.
-Io... se solo lui non mi avesse colpita... se solo io ti avessi dato retta...- ed è inevitabile per me dovermi alzare e invertire le posizioni. La tengo stretta al mio petto quanto posso, accarezzandole la testa e sentendo il mio corpo bagnarsi con le sue lacrime.
"Mi dispiace, ma è stato più forte di me. Lo so che questa cosa ti crea problemi, ma prendimi lo stesso con te" e anche se lei non può vedermi, mi pizzicano gli occhi.
"Non ti toccherò con un dito, non riuscirei mai a farlo, mai" e lentamente si calma.
-Credi che sporgerà denuncia?-
"No, Camz, o verrà sbattuto in carcere per molestie, aggressione e chissà quant'altro. Io posso benissimo dire che ti ho difesa, non mi faranno nulla. Poi stiamo parlando di me, hai idea della quantità di persone che conosco?" le faccio un debole occhiolino, ma il suo sorriso mi rende felice.
-Sei sempre la solita, perfino in momenti così- e il suo capo torna dove era prima e le sue braccia ricoprono il mio busto. Chiudo gli occhi e mi lascio andare al sonno che mi sta chiamando.
. . .
-Sta riposando ora, quando si...- sento qualcuno parlare.
-Lo capisco, davvero, ma voglio che me lo dica lei che...- una voce dice cose che non capisco.
-Lo sai anche tu che a lei non piace questa cosa, ti saluto- dei movimenti al mio fianco mi svegliano definitivamente, rompendo il dormiveglia in cui ero. Mugugno per la luce negli occhi e il freddo, voltandomi dal lato opposto credendo di risolvere qualcosa. Qualcosa mi copre e poi sento uno scatto. Apro piano le palpebre, la stanza è in penombra e Camila mi guarda da seduta con la schiena appoggiata alla testiera del letto. Mi strofino gli occhi e mi avvicino per appoggiare una guancia sulla sua coscia, godendomi il suo profumo di doccia-schiuma alla fragola.
-Ben svegliata, come ti senti?- e ho ancora una strana sensazione nello stomaco, come se ci fosse qualcosa che non va.
"Bene, adesso molto meglio" sospiro.
"C'è qualcosa che vuoi dirmi?" e sento un telefono squillare. Mi alzo leggermente irritata, lo afferro e rispondo notando sia il mio.
"Non ti è bastato quel che è successo oggi?"
<Ti giuro che non lo sapevo sarebbe andata così, sembrava un bravo ragazzo e raramente mi sbaglio->
"Non mi interessa se lo sapessi o meno, sei stato tu a mandarmi via da lei e a mettermi in questo casino! Cazzo Ash, sai benissimo che...-"
<Calmati, ho capito. Credimi sul serio quando ti dico che mi dispiace, per favore. Taylor ha chiamato poco fa, Camila le ha detto che non avrebbe fatto nulla senza il tuo permesso quindi...> guardo la diretta interessata accorgendomi che sta facendo lo stesso, mentre gioca nervosamente con un elastico al polso destro.
"E' venuta da te, prevedibile alla fine" sorrido amaramente.
<Per favore riposati, ero concentrato troppo sul ritorno della mia band e sul successo delle Liars, da scordarmi che ci sono cose altrettanto importanti...> ed è raro che mi parli così. In un certo senso siamo caratterialmente simili, anche se lui è più facile da avvicinare ma più crudele di me. Ed io lo so eccome. Trattengo il respiro per un po' per poi lasciarlo andare, risiedendomi e massaggiandomi le tempie.
"Dimmi che è vivo..." perchè dopo l'incidente con Lucy, per quanto possa essere arrabbiata, non voglio privare nessun altro della propria vita. Non voglio tornare a sognare occhi spenti, il loro spirito che mi tormenta da sveglia e nel sonno. Non lo sopporterei.
<Si, è stabile, entro una settimana lo faranno uscire. Non sporgerà denuncia stai tranquilla, ci ho già pensato io> e il tono con cui lo dice, è molto diverso da quello di prima.
"Sai che non metto bocca su come gestisci i miei o i tuoi casini, per favore però stai attento e non andarci troppo pesante" e dopo una breve rassicurazione riaggancia. Mi alzo per metterlo sotto carica e poi vado in bagno per farmi una doccia.
"Resta qui, io e te dobbiamo parlare" e detto questo prendo un intimo pulito, un top e dei pantaloncini e sparisco dietro la porta. Non me la prendo comoda come al solito, non voglio farla aspettare o far cambiare qualcosa nel mio cervello, che mi faccia fare ritirata strategica e tener nascosto ancora quel che lei non sa. Una volta finito ed essermi asciugata e vestita, la raggiungo dove l'ho lasciata e mi prendo del tempo per ordinare la cena. Fuori c'è un leggero buio, ma essendo in estate non c'è da fidarsi.
-Deduco che mangerò qui- ho appena attaccato il telefono con quelli del servizio in camera.
"Non mi piace lasciare le conversioni a metà" lei inarca le sopracciglia.
"Okay, so che l'ho fatto alcune volta ma... posso spiegare e lo farò adesso."
-Cosa è cambiato?- le braccia incrociate così come le gambe.
"Tante cose, Camila. Vuoi che le elenchi?" e se per chiunque io possa sembrare ironica, lei sa che sono seria e non la sto prendendo in giro. Annuisce.
"Ti hanno cambiato manager e non so perchè, dandoti un maniaco pezzo di merda. Tu hai creduto che io ti avessi lasciata, gli altri lo hanno saputo e ti hanno preso di mira, le tue canzoni sono diventate lo specchio del tuo risentimento per me e adesso, anche se ti dessi spiegazioni, tu non ti fideresti più di me come prima. Io non ho scritto un singolo libro in tutto questo tempo, ogni canzone che ho scritto insieme ai Five ha qualcosa di te, non dormivo ed ero sempre arrabbiata o irritata. Ti bastano come cambiamenti?" prendo fiato, ho quasi alzato la voce solo per l'alterarmi a dei pensieri esistenti nella mia testa.
-Demi era manager del loro gruppo, così quando hanno deciso di tornare sul mercato...- intendo l'ovvietà, anche se non ricordavo fosse lei la sua manager. E' più probabile che io non ci abbia fatto nemmeno mai caso dato il mio scarso interesse verso gli sconosciuti, cosa che lei è per me nonostante sappia chi sia.
"E scommetto che le canzoni che canterai domani saranno rivolte a me, vero?"
-Non sei al centro del mio mondo, Lauren- risponde acida, facendomi stranamente provare dispiacere, delusione. Lo vedo nei suoi occhi che qualcosa non va, sono umidi e lucidi, ma non sembra stia per piangere di nuovo.
"Capisco. Quelle a cui ho collaborato sono per te". Il materasso sembra più interessante di me, probabilmente per nascondere l'imbarazzo e la frustrazione del non sapere cosa fare.
"Sai è stato Ashton a chiedermi di lasciarti, a volere che me ne andassi e nel frattempo che scrivessi per lui" sgancio la prima notizia spiacevole, che fa effetto in un secondo perchè è attenta a quel che dico.
-Come? Non ci credo. Perchè mai l'avrebbe fatto?- e quasi mi viene da ridere.
"Te lo chiedi? Sei una cantante emergente, Camz, la nostra relazione potrebbe non causarti problemi quanto il contrario. Inoltre il fatto che mi stessi affezionando a te, senza che tu sapessi nulla del mio passato lo preoccupava. Ho dovuto scegliere: raccontarti tutto e avere la possibilità di stare con te senza lui tra i piedi, o lasciarti nell'ignoranza con la paura che avrebbe escogitato qualsiasi cosa per far finire qualsiasi relazione ci sia tra noi" sta camminando avanti e indietro. Si ferma improvvisamente, andando poi nella stanza principale e prendendo una bottiglietta d'acqua dal mini frigo. Beve con alma, gli occhi chiusi quasi stesse assaporandola sorso dopo sorso.
-C'è altro?- non riesco a capire cosa stia pensando.
"Non voleva ti distraessi dal tuo lavoro, dato che in base a quel che succede tra di noi tu rivolgi tanto o poco la tua attenzione e dedizione a quel che fai". Appoggia il bicchiere di fianco all'acqua, poi si siede su una sedia vicino al tavolo da pranzo.
-E quando sei rimasta di più è perchè sei stata in ospedale...-
"Si. Soffro di sincope vasovagale, una malattia che quando sono troppo sotto stress fa restringere i capillari diminuendo il flusso sanguigno, facendomi di conseguenza svenire e perdere conoscenza" e adesso è davanti a me.
-Quanti sanno di questa cosa e di Lucy?- domanda a bassa voce, quasi avesse paura qualcuno ci scoprisse.
"I miei fratelli, Ashton, Mani, Veronica e ora tu. I miei... Alejandro e Clara sanno solo dell'incidente, ho detto agli altri di non dire niente o avrei considerato anche loro come sconosciuti" e il campanello della porta suona. Apro al servizio in camera, lascio il pagamento con della mancia e aspetto che esca. Mi siedo difronte a lei appoggiando la cena sul tavolo, entrambe affamate e voglia di mettere qualcosa nello stomaco.
-Chi è Veronica?-
"La mia psicologa" e l'ennesimo sospiro lascia le mie labbra.
-Mi avresti mai detto queste cose senza l'intervento di Ashton?- e quasi mi va la crocchetta di patate di traverso. Bevo un bicchiere d'acqua, prendo fiato e penso. Ma in fondo c'è davvero da pensare?
"Si, se la nostra relazione fosse diventata stabile entro un anno lo avrei fatto. Non avrei avuto nessun dubbio per diffidare di te, tu mi avresti conosciuta di più e accettata così come sono. Ovviamente non è andata come-" non mi rendo conto di quanto si sia avvicinata, se non quando mi trovo le sue labbra sulle mie e mi viene solo da sorridere.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top