Parte 3

Un rumore assordante inizia a propagarsi per la stanza, cerco la sveglia per spegnerla, ma quando la tocco mi accorgo che il chiasso non proviene da li. Apro un occhio e mi volto, sono le 7:20. Ma dico, chi è che viene a fare casino proprio a quest'ora? Decido di aspettare, magari hanno sbagliato persona. Dopo cinque minuti decido ad alzarmi e con passi da leone inferocito mi dirigo al citofono.
"Chi cazzo è?!" sbraito.
<Sono Dinah, io e te dobbiamo parlare> dice calma. Dinah? Che ci fa una componente della band di Camila qui?
"Non ho niente da dirti, ora lasciami dormire" dico irritata.
-Si tratta di Camila- e se stavo agganciando il citofono, mi blocco. Cosa mai dovrà dirmi? Ad ogni modo, lei qui non sale. Sbuffo spazientita, tanto ho un intero pomeriggio per dormire, mi aspetta solo un'intervista oggi.
"Aspetta" e la lascio li. Vado con calma al bagno, mi lavo, raccolgo i capelli in una coda alta e indosso un paio di leggins grigi con una felpa lunga e bianca. Non metto le scarpe, rimango in ciabatte e dopo aver preso le chiavi, do' una mandata e scendo. Quando apro il portone lei è ancora li. E' appoggiata alla sua moto, il casco sul sedile. E' più alta di quel che pensavo, se contiamo poi che porta i tacchi. Ha un fisico robusto e definito, occhi scuri e profondi. I capelli biondi sono più lunghi di come li ho visti in tv e ora sono legati in tante trecce. Restiamo a squadrarci per un po', cercando di capire qualcosa una dell'altra.
"Così tu sei la sua migliore amica" constato dopo un po'. Annuisce e sorride compiaciuta.
<Vedo che sono famosa, ma mai quanto te> quasi ride. Forse sarebbe simpatica conosciuta in un momento diverso da questo. E dico forse.
"Ah si?"
<Camila parla spesso di te, non l'ho mai vista così presa da qualcuno. Se contiamo poi, che questo qualcuno sei tu, non ho proprio idea di cosa ci trovi in te> ora so da chi quella ragazzina ha preso il carattere. Le ha insegnato bene.
"E' ancora una ragazzina, dalle tempo un mese e si sarà già stufata di me. In fondo non ho niente di speciale" incrocio le braccia al petto, mettendomi sulla difensiva.
<Anche secondo me non hai nulla di speciale, eppure lei è venuta da me piangendo a causa tua, che non meriti un briciolo del suo tempo> si sta arrabbiando, ma non mi importa.
"Non sono io che le dico di venire, deve prendersi la responsabilità di ciò che fa.." ma non riesco a finire la frase. Mi prende per il colletto della felpa e mi alza di qualche centimetro. Non pensavo fosse disposta a picchiarmi, deve tenere molto a quella ragazza.
<Non voglio vederla piangere mai più per colpa tua, hai capito?> ringhia, la sua presa aumenta.
<Lei in qualche insano modo a te ci tiene e sono stufa di vederla andare in crisi per una persona come te! Quindi vedi di comportarti meglio, oppure..> ho sempre odiato le minacce, così come sentirmi mettere le mani a dosso. Non ho mai reagito bene a queste cose e l'ultima volta che qualcuno si è azzardato, non è finita bene. Lauren, basta pensarci. Chiudo gli occhi per un secondo. Li riapro poco dopo, mostrando lo sguardo più glaciale e arrabbiato.
"O cosa? Mi fai fuori? Ti dirò una cosa in proposito nel caso tu ci abbia pensato" stringo con forza il suo polso, costringendola a lasciarmi. La lascio andare e mi avvicino al suo orecchio.
"Ci hanno provato, ma io sono ancora qui" e mi allontano andandomene. Mi fermo solo prima di rientrare nel palazzo. Perchè mi ha chiamata.
<Per quanto riguarda Camila?> ha paura, la sua voce trema.
"Sarò più cortese, ora se non ti spiace devo prepararmi per un incontro" ed entro, senza salutarla nemmeno. Sono troppo arrabbiata per farlo. Sbatto la porta alle mie spalle e decido di fare le scale per far scemare la rabbia. Raggiungo il mio appartamento, apro il mio guardaroba a doppia anta e inizio a scegliere velocemente i vestiti. Ho dieci minuti per prepararmi e scendere, dannata Dinah. Scelgo un jeans a vita alta, un top nero che lascia scoperto un po' di stomaco e una giacca di pelle. Indosso tutto dopo la doccia e, dopo essermi messa i miei tacchi neri, asciugo i capelli alla meglio che posso facendo in tempo a mettermi il rossetto e il mascara, che suona la sveglia del mio cellulare. Devo scendere. Trattengo un'imprecazione e mi dirigo all'esterno, raggiungo l'auto lasciata fuori dal garage e salgo. Dopo aver messo in moto do' gas, cercando di raggiungere il luogo dell'intervista velocemente. Questo libro ha fatto più successo di quanto immaginassi. Da' una parte sono contenta, ma da un' altra è una scocciatura, poichè quasi ogni giorno ho incontri di tutti i tipi. Sbuffo. Arrivo per mia fortuna dieci minuti in anticipo e decido di aspettare in macchina. Accendo una sigaretta, inspiro e butto fuori l'aria, rilassandomi per qualche secondo. Per grazia divina o mia sfortuna, Camila mi passa davanti e mi vede. Continuo a fissarla e a fumare, volendo vedere la sua reazione e non riuscendo a fare nient'altro. Ha un pantalone a vita bassa e una canottiera a body, che aderisce perfettamente alle sue forme e lascia scoperta un po' di pelle. Me la farei seduta stante, se non fossi un tipo orgoglioso e se non fosse lei. Inspiro ancora e cicco fuori dal finestrino. Si avvicina molto velocemente, ma un gruppo di quattro ragazze la blocca. Alzo un sopracciglio di disappunto. Non le sento, ma vedo le gambe della mora muoversi come se volesse superarle. Mancano cinque minuti. Decido di scendere dall'auto, indosso gli occhiali da sole, metto la sicura e mi avvicino al gruppo.
<Ritirati finchè sei in tempo> sento dire, prima che mi posizioni vicino a Camila e l'abbraccio da dietro, lasciandole un bacio sul collo.
"Ei bellissima" sorrido sincera. Nel profondo sono pentita di quel che le ho detto e mi è mancata averla intorno. Ma questo non lo saprà mai. La vedo arrossire, le altre zitte a guardarci.
-L-Lauren..- la sua voce è un sussurro. Alzo il capo verso le quattro e le riconosco. Sono membri della band che Ashton sta pensando di promuovere.
"C'è qualche problema?" domando, la mia posizione eretta e il mio braccio che cinge un fianco di Camila. Non ho mai sopportato i bulli. Ma sopratutto il gruppo contro una persona.
<E tu chi saresti?> dice una delle quattro. E' di colore, fisico slanciato, capelli lunghi.
"Meglio non saperlo" sorrido forzata. La ragazza al suo fianco mi guarda e poi mette le mani davanti alla bocca. Ecco, ora urlerà a tutti la mia identità e io dovrò correre dentro. Mi preparo, afferrando il polso della mora al mio fianco e iniziandomi ad avviare verso il palazzo dell'intervista.
<E' Michelle Lauren Jauregui, ragazze è proprio lei> esclama a gran voce. Vedo già una folla di persone inseguirci ed inizio ad aumentare il passo, cercando di non cadere.
-Lauren, aspetta, rallenta- fatica a tenere il passo. Mi fermo e la carico su una spalla, mentre lei urla di metterla giu. Lo faccio solamente quando raggiungiamo l'ascensore, ho il fiato corto e il suo profumo a dosso. Premo il quinto piano che è dove devo andare e mi rilasso. Sento i suoi occhi addosso e questo mi mette a disagio.
"Cos'hai da guardare?" domando ricomponendomi.
-Mi hai difesa- mi volto per vedere quel solito sorriso ebete sulla faccia. Butto gli occhi al cielo e incrocio le braccia.
"Forse" le lascio il dubbio. Non smette di sorridere e si vede che muore dalla voglia di abbracciarmi. Non le do la soddisfazione di farlo, siamo state anche troppo vicine.
-Sono in debito con te, probabilmente le avrei prese, erano parecchio arrabbiate- si fissa i piedi. La nostra chiacchierata viene interrotta dall'ascensore che apre le porte. Esco in fretta, dimenticandomi della piccola ragazza.
"Ragazzina?" mi volto leggermente.
-Si?-
"Aspettami li" dico indicando una stanza di fronte a quella dove devo entrare. Non ascolto quel che dice perchè mi precipito dai giornalisti, che quando vogliono sanno davvero come rompere l'anima a qualcuno. Saluto formalmente tutti e poi mi siedo alla mia postazione. Dopo le presentazioni solite, prendono a farmi il solito interrogatorio. Ma l'intervista prende improvvisamente una strana piega dopo la terza domanda circa, non le conto mai.
<Esce con qualcuno?> domanda la reporter.
"No"
<E' molto riservata sulla sua vita privata, come mai?>
"Mi piace la privacy e voglio dividere lavoro con vita sentimentale. Anche se non c'è ancora" fingo un sorriso, benchè vorrei rispondere malamente.
<Eppure poco fa ci è giunta voce che esce con Camila Cabello, membro delle Liars> prosegue imperterrita. Ma questi hanno una vita sociale o fanno finta? Mi trattengo dallo sbuffare.
"Non so chi vi abbia detto una cosa simile, ma come ho detto prima, non esco con nessuno" calma Lauren, calma e sangue freddo.
<E come mai in questa foto la sign. Cabello è sulla sua spalla?> merda. Poverina la persona che l'ha scattata, quando saprò chi è si pentirà di non essere morta prima.
"Mentre camminavo l'ho incontrata qua vicino, l'ho conosciuta per caso e quando mi ha riconosciuta mi ha chiesto dei consigli per una canzone. E' inciampata mentre mi seguiva e le si è rotto un tacco, così l'ho aiutata a sedersi da qualche parte" inventare cavolate sta diventando arduo.
<Quindi è anche una gentil donna, ci credo che fa impazzire il mondo intero> mi fa l'occhiolino. Che ci stia provando con me? Che perdita di tempo.
"A quanto pare" che qualcuno mi salvi.
<Per oggi è tutto, vi salutiamo e attendiamo nella prossima intervista con le Little Mix. Ringraziamo Michelle Jauregui, la scrittrice più conosciuta e sexy del momento> o mio dio. "Grazie mille dell'ospitalità, alla prossima" e con questo finisce tutto. Sospiro per non mandare al diavolo tutti e poi mi alzo per andare da Camila. Nel mentre, la giornalista mi infila un bigliettino nella tasca della giacca. Mi spiace per il palo che prenderà. Ha un bel fisico, ma la sua faccia sembra quella di un ippopotamo, con i capelli e gli occhiali. Mi dirigo nell'altra stanza e la trovo che sta dormendo sui divanetti. La scuoto un paio di volte ma non si sveglia. Sembra più in coma che addormentata. Rassegnata, la prendo in braccio a mo di sposta e senza farmi vedere cerco di portarla in auto. Sfortunatamente qualche fotografo ci riprende, ma poco importa, ci penserò domani a mettere a posto le cose. Sto per metterla sdraiata nei sedili posteriori, quando apre leggermente gli occhi.
-Lauren? C-che stai facendo?- è assonnata e parla piano. Trattengo un sorriso.
"Sto per spogliarti e fotterti" dico seria, anche se non è così.
-Va bene- dice solo, e si rimette a dormire. La guardo incredula. Questa ragazza è seriamente pazza, non ci sono altre spiegazioni. Mi metto al volante e non sapendo dove abita, la porto di nuovo a casa mia. La adagio sul divano e la copro con un piumone, mentre io mi stendo sul letto e accendo le casse. Metto una playlist tranquilla, così che lei non si svegli e io possa rilassarmi. Nella mia testa rimbomba il suo 'va bene' alla mia proposta indecente, che mi ha lasciata interdetta, senza parole.
E' ancora l'inizio, Camila, ci arriveremo.

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