Parte 25
Sono ormai le 17:30 e Camila sta dormendo da un'ora. Non le ho fatto ulteriori domande, o asciugato le lacrime e nemmeno mi sono scusata per il mio comportamento. Si è addormentata piangendo in silenzio, facendomi sentire fitte al cuore ad ogni singhiozzo e un senso di rabbia che ho dovuto reprimere. Il mio braccio la stringe ancora a me, l'altra mano le accarezza il capo e gioca con i capelli, usandoli da antistress per farmi calmare. Penso a quanto io sia stata stupida e indelicata, se quando si sveglierà ce l'avrà con me o farà finta di nulla, mi chiedo se mi parlerà mai del suo passato. Il fatto di essermi confidata dopo nemmeno un mese mi mette a disagio, perchè adesso sa più cose di me di quante io ne sappia di lei. Nessuno aveva mai abitato a casa mia, dormito con me e riservatomi attenzioni, come nessuno mi aveva presa tanto da voler considerare una futura relazione. Ma lo sto facendo davvero? O mi piace solo l'idea? Il suo telefono emette un suono stridulo, attirando la mia attenzione e riportandomi con i piedi per terra. Mi allungo quanto basta per afferrarlo, sospirando quando per poco non è caduto giù dal letto. So che non dovrei guardare, ma magari è successo qualcosa alle sue amiche o a lavoro, non c'è nulla di male se controllo, giusto? Premo il tasto centrale del suo Samsung e vedo un messaggio del suo ex migliore amico.
Da Shawn: Mila mi manchi, per favore parliamone. Non ci credo che dopo tutti questi anni preferisci una sconosciuta e molli tutto per lei. Non ci pensi a quello che abbiamo passato? Per favore, dammi l'ultima possibilità.
Mi trattengo dal lanciare l'oggetto contro il muro, sentendo l'irritazione entrarmi nelle vene. Ritornare da lui? Preferire una sconosciuta? Se lo può scordare. Io non lascerò che accada, non permetterò che lui torni a stringerla tra le braccia per poi fare qualsiasi cosa facessero prima. Lui le farà del male e non posso permetterlo. Provo a rispondere, ma una schermata di numeri mi si presenta davanti. Aggrotto le sopracciglia e impreco mentalmente. Cazzo, ha la password. Sbuffo e rimetto il cellulare dov'era, sorridendo poi per un'idea malsana che mi viene all'improvviso. Sono ormai le 18:20 quando finisco di attuare la mia vendetta su di lui e decido di svegliarla. Non si è mossa da quando si è addormentata, solo un leggero cambiamento della posizione del capo e qualche mormorio, nulla di più.
"Camz" la chiamo sotto voce, la mia mano sinistra la scuote piano.
"Svegliati, dobbiamo andare" cerco di non essere brusca, so come ci si sente quando sei nelle braccia di Morfeo e ti urlano di muovere il culo, non è un bel risveglio. La muovo per almeno un minuto o due, continuando a chiamarla e a lasciare baci leggeri sulla sua nuca. Dei mugugni iniziano a farsi sentire, il suo corpo si stringe più al mio e la sua guancia comincia a strofinarsi contro il mio collo.
-No! Dammi altro tempo- la sua voce assonnata e roca contro il mio orecchio. Mi vengono i brividi. Sorrido all'immagine di questa ragazza pigra e bisognosa di coccole, quando qualche ora prima era sotto di me ad urlare il mio nome. Non finirà mai di stupirmi. Se mi chiederanno di descrivere Camila in futuro, dovrò usare un'infinità di aggettivi ed esempi per farlo, poichè la sua essenza non ha una sfumatura, ma molte di più.
"Piccola dai, il viaggio è lungo e domani dobbiamo lavorare" lascio delle carezze sulla sua schiena, innamorata della sua pelle liscia e calda.
-Ma io ho sonno- il suo respiro sul collo mi fa rizzare i capelli.
"Dai ragazzina, alzati" ridacchio per la sua infantilità.
-Ma sei così comoda e calda, non mi alzerei più se potessi- e come prima si muove su di me, cercando di riscaldarsi e lasciandomi dei piccoli baci sul collo. Sospiro e mi volto di scatto, invertendo le posizioni e mettendola sotto di me. Mi guarda sorridendo, gli occhi aperti pigramente. Mi abbasso giusto per baciarle le labbra velocemente, rialzandomi e sollevandomi del tutto.
"Vado a vestirmi e a riscaldare la macchina, tra dieci minuti ti voglio di sotto" il tono neutro. La sento sbuffare, ma esco dalla stanza dopo aver raccolto i miei vestiti. Mi vesto nel bagno al piano di sotto, mi sciacquo la faccia e dopo averla asciugata vado nella sala. Mi avvicino al tavolino vicino alla porta e afferro le chiavi di casa e della macchina. Indosso la mia giacca di pelle ed esco per mettere in moto la macchina, così che il motore si riscaldi. La lascio accesa e chiudo la portiera, rientrando in casa velocemente. Sento del movimento al piano di sopra, segno che si sta vestendo. Guardo la mia auto e la neve che la ricopre lentamente, pensando a cosa potrei fare per non finire la giornata in questo modo. Per Natale non abbiamo fatto niente, anzi, abbiamo litigato. Ne sono successe di tutti i colori ultimamente e lei, nonostante tutto quel che sto facendo per lei, crede ancora che io mi stia solo divertendo, considerandola più un bel passatempo che una persona con la quale frequentarmi. Non so se i discorsi fatti oggi abbiano cambiato qualcosa nei suoi pensieri, ma portandola in un luogo pubblico a cena potrebbe farlo, forse. Anche se, dopo quello che scoprirà, non so se vorrà ancora vedermi. Dovrei dirglielo? Meglio di no. Ma se ci rimanesse male perchè gliel'ho nascosto? Potrei dirglielo dopo la cena, magari. Il mio cellulare vibra, un messaggio di Normani. Sorrido soddisfatta, rispondendole velocemente. Prima di bloccare il telefono, però, guardo attentamente il suo sfondo, sentendo una strana serenità riempirmi dentro.
-Lauren?- il suo tono dubbioso non promette nulla di buono. Mi volto, l'espressione atona per non far capire la mia ansia.
"Si?" chiedo, come se non sapessi che probabilmente ha visto quel che ho combinato.
-Puoi spiegarmi cosa è questa?- mi mostra lo schermo del suo telefono, la pagina instagram aperta. Aggrotto le sopracciglia, guardando prima lei e poi cio' che ho davanti.
"Una foto?"alza gli occhi al cielo.
-Lo so anche io che è una foto, ma mi spieghi come ci è finita qui?- è rossa come un peperone, ma non so se è per l'imbarazzo o per la rabbia. Meglio essere sincera subito.
"L'ho messa io, mentre dormivi, ti da fastidio? Se vuoi la tolgo e mi invento che mi hanno hackerato il profilo, così non..."
-No, no, va bene- mi blocca poco prima che finisca la frase. Sospira e poi ritrae la mano, contemplando per bene l'immagine di noi due a letto, lei sopra di me che dorme beatamente.
"Allora cosa?" sono confusa, ma contenta non si sia arrabbiata.
-Credevo fossero stati i paparazzi...- afferma a bassa voce.
"L'ho messa io quella foto, non pensavo fosse ovunque in così poco tempo però, facciamo scalpore" ammicco verso di lei, avvicinandomi per prenderla dai fianchi. Appoggia le sue mani dietro il mio collo, attirandomi in un bacio lento.
-Idiota- sussurra.
"Andiamo adesso, ormai la macchina è più che calda" dico staccandomi da lei, prendendole la mano e portandola fuori.
-Non solo quella, Jauregui- dice a bassa voce, ma sono sicura non volesse farmi sentire.
. . .
Siamo in viaggio da un bel po', tra quasi mezzora dovremmo essere di nuovo a Londra. La musica passa in radio da quando siamo uscite, ma nessuna delle due conosce una canzone che è stata trasmessa fino ad ora. Troppo vecchie o di generi che non fanno per noi. Mi ha raccontato di come sta procedendo il suo primo
album, dei pettegolezzi che girano su di noi anche da lei a lavoro, i membri delle Little Mix non la infastidiscono più e anzi, i loro album vendono meno di rispetto a prima.
"E per il resto? Hai avuto notizie dalla tua famiglia?" le do' un'occhiata veloce per assicurarmi non l'abbia presa male. Scuote la testa.
-Papà sta cercando di farla ragionare, mia sorella mi chiama quando può e Shawn... Beh cerca ancora di riavvicinarsi e chiarire- taglia corto, almeno mi ha detto che lui le scrive ancora. Non sopporto le bugie. Annuisco e le appoggio la mia mano sinistra sulla coscia vicina, stringendola poco per farle capire che ci sono, sono qui. Avrei voluto che qualcuno facesse lo stesso per me, anni fa. Scaccio questo pensiero e mi concentro su di lei.
"Volevo farti passare una bella giornata e spero di esserci riuscita" inizio per spezzare la tensione, creatasi a causa della mia domanda.
"Venirti a vedere all'esibizione di premiazione mi sembrava poco, come regalo di natale intendo. So che non è granchè, ma spero che con questa giornata io abbia fatto qualcosa di giusto... Ho pensato fosse carino regalarti una giornata con me, a rilassarci e magari, se mi dirai di si, a cenare fuori?" ormai siamo in città, bloccate ad un semaforo rosso. Mi volto quanto basta, un grande sorriso sul suo viso e gli occhi colmi di felicità.
-Assolutamente si- in prenda alla gioia mi abbraccia e mi bacia, allontanandosi in tempo per farmi notare il semaforo verde. Ormai è tardi per tornare indietro. La voglio. La avrò. Farò qualsiasi cosa purchè accada. Qualsiasi.
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