Parte 22
Mi sveglio con il telefono che vibra, sbuffando infastidita e irritata. Lo afferro e guardo l'ora svogliatamente, sospirando quando leggo 11:27. Rispondo alla chiamata di Normani di malavoglia, cercando di non svegliare Camila che dorme tranquilla al mio fianco. Vorrei alzarmi, ma le sue braccia mi tengono stretta a lei e non mi dispiace.
"Pronto?" la voce più roca del solito e impastata.
<Jauregui! Ma si può sapere quanto dormi?> non sono l'unica di cattivo umore a quanto pare.
"Mani che c'è? Se devi solo lamentarti me ne vado, ho delle ore di sonno da recuperare" mi strofino gli occhi con la mano libera. La sento ridere e fare dei versi strani.
<Passi avanti con Camila eh> la voce accusatrice, che mi fa immaginare la sua faccia solcata da un'espressione pervertita. Non cambierà mai.
"No, Mani, abbiamo chiarito e poi dormito. Comunque di cosa hai bisogno?" inizio ad accarezzare i capelli della cubana, gesto abbastanza incondizionato che mi rilassa.
<Ah, giusto. Ascolta bene okay? E' da ieri che ci arrivano messaggi e chiamate da un mucchio di giornali e riviste, tutti che chiedono della tua relazione con la Cabello. C'è chi addirittura vorrebbe fare interviste proprio su questo> ma bene, le notizie corrono veloci. Che scocciatura. Ma è possibile che non si può frequentare qualcuno in santa pace?
"Si beh, può essere che io sia interessata a lei e ci stia provando seriamente. Non vedo cosa ci sia di male, dopo tutto ho sempre dichiarato che non mi importava molto andare con un uomo o una donna" rifletto attentamente. Camila si muove leggermente, rafforzando poi la presa sul mio bacino e posizionando una gamba in mezzo alle mie, facendomi venire a contatto con il suo ginocchio nel mio punto sensibile. Merda. Trattengo un gemito e afferro con più decisione i suoi capelli. Li tiro un po' sperando si svegli, ma ottengo il risultato contrario.
-Lauren... uhmm, proprio li..- sta sognando. Lei sta immaginando che noi due... Oddio. Il mio respiro accelera quando lentamente si mette su di me ed inizia a muoversi. Non può essere.
<Cosa sono questi rumori? Ma è Mila quella che ti chiama? Cos...>
"Mani ti chiamo dopo, scusa ma devo risolvere una cosa" ed attacco, posizionando l'oggetto sul mio comodino al lato del letto. Posiziono le mani sui suoi fianchi e cerco di fermarla. Non pensavo mi volesse così tanto, devo piacerle molto. Sorrido, ma non posso più ignorare il mio bisogno al basso ventre.
"Camz... fermati..." la voce strozzata, trattenendo tutti quei versi che non mi è mai successo di fare. Mi farà impazzire.
-Lauren, ti prego- sussurra vicino al mio orecchio, il tono basso. Passa le labbra sul mio collo, iniziando a succhiare sotto la mandibola.
"Tsk, Cam- oddio!" esclamo quando mi morde nello stesso punto, facendomi perdere per un momento lucidità. Ormai al limite, la spingo al lato del letto e mi metto sopra di lei, fermandole i polsi con le mie mani. Mi piacerebbe avere risvegli così, ma magari quando non sono l'unica lucida e lei sa quel che sta facendo. La vedo aprire piano gli occhi, ma li tiene socchiusi. Mi sorride dolce e spinge il suo bacino verso l'alto, cercando più contatto possibile.
-Ci sono quasi, ti prego!- mi supplica, continuando a muoversi quanto può per darsi sollievo. Possibile non si sia accorta di nulla? Vorrei davvero dirle di no, farle capire che non sta sognando, che è tutto reale. Ma ormai sento il suo stesso bisogno, le mie voglie represse nei suoi confronti ora pulsano in basso nelle mie gambe.
-Almeno nel mio mondo, pe-r fa-vo-re, lasciami fa-re- ha il fiato mozzato, io ormai non so nemmeno come respirare. Ho la testa completamente vuota, riempita solo dai suoi movimenti, dall'immagine di lei sotto di me e dai suoi gemiti. Scuoto la testa sapendo sia una cattiva idea, ma ormai è tardi per tornare indietro.
"Va bene" mi abbasso quanto basta per baciarla, riprendendo a muovermi su di lei. Essendo solo in intimo la sento più di quel che dovrei, i suoi pantaloni sono bagnati da far paura. Decido di fare una mossa azzardata, lasciandole i polsi e portando le mani all'elastico dei suoi pantaloni. Si stacca dal bacio, guardandomi confusa e impaurita.
"Fidati di me, voglio solo più contatto, non andrò oltre" le spiego a fior di labbra, impaziente di avere una risposta. Alza di poco il suo bacino, facendomi sorridere vittoriosa. Glieli abbasso fino alle caviglie, sentendola muoversi un po' immaginando se li stia completamente togliendo. Mi risdraio sul suo corpo, riprendendo a spingere e a sfregare contro la sua intimità. I suoi gemiti aumentano, i miei sono trattenuti, mentre la mia bocca è presa a marchiarla per bene. Almeno sapranno che è occupata. Sento l'orgasmo arrivare, le sue braccia che mi tengono stretta a lei mentre ripete incessantemente il mio nome. E' possibile perdere la testa per una cosa del genere? Per me, a quanto pare, si.
"Camila... ci sono!" l'avverto, mentre accelero i movimenti del mio corpo.
-L-Lauren, oddio, Laur...- urla un po' più alto del solito, interrompendosi. Questo basta a farmi venire, sentendo intanto il suo corpo percosso da spasmi. Mi rilasso completamente su lei, lasciando piccoli baci sulle sue labbra. La sento sorridere, gli occhi chiusi e il corpo abbandonato sul letto. Non posso crederci. Aspetto un po' prima di muovermi, scostarmi lentamente ed alzarmi. La copro con le coperte, indossando poi un pantalone della tuta ed una felpa. Fa freddo per essere ormai l'ora di pranzo. Sospiro e vado a farmi una doccia, avendo bisogno di calmarmi e di pulirmi. Una volta asciugata e vestita, prendo il mio cellulare mentre mi dirigo in cucina. Richiamo la mia migliore amica mentre metto la pentola sul fuoco. Risponde al terzo squillo.
"Scusami, ho avuto qualche problema con Camila, ora è tutto okay" dico precedendola, non volevo subirmi l'ennesimo interrogatorio.
<Ah, okay, tutto bene ora?> sembra seriamente preoccupata, fa quasi tenerezza.
"Si, certo, stavi dicendo prima?" aggiungo del sale e prendo una padella media, versandoci dentro del sugo di pomodoro e dell'aglio, per dare un po' più di sapore.
<Si, dunque, ho parlato con il capo e a quanto pare a lei non importa. Dice che la tua vita privata non la riguarda, ma se può aumentare la tua fama e i tuoi successi dovresti partecipare a qualche intervista> aggrotto le sopracciglia infastidita.
"Non ho intenzione di usare la mia relazione come mezzo di pubblicità. Che vada a farsi fottere" prendo una sigaretta dal pacchetto sopra il tavolo da pranzo e l'accendo. Ecco come farmi venire il cattivo umore in meno di cinque minuti. La sento sospirare, probabilmente consapevole della mia reazione. Suppongo anche che nemmeno lei sia d'accordo, sa quanto può essere asfissiante che tutti si facciano i fatti tuoi e commentino la tua vita sociale.
<Lo so e sono dalla tua parte, ma ha già programmato la tua partecipazione a due interviste. Una per domani mattina alle 9:30 e una nel pomeriggio, più o meno verso le 16:45. Per favore, almeno stavolta lascia perdere, magari se fai questa cosa poi ti darà il prossimo lavoro e ti lascerà stare> non la sento convinta. Non lo sono nemmeno io. Spengo la sigaretta nel posacenere ormai finita, ritornando a guardare la pentola d'acqua e il sugo, che giro con il mestolo.
"Ok ma poi non voglio saperne, intese? A domani" infilo in tasca il telefono e inizio a fissare il piano cottura. Che mi sta succedendo? Non mi riconosco più. Lei mi sta cambiando ed io glielo sto permettendo, non dispiacendomi nemmeno. Forse stavolta le cose andranno diversamente. O almeno lo spero. Mentre vedo le bollicine venire a galla e prendo la pasta per buttarla dentro, mi viene in mente un'idea. Almeno potrò godermi un giorno di divertimento e capire se lei mi piace davvero, o se voglio solo attenzioni fisiche e la sua presenza perchè mi sento sola. Dopo una quindicina di minuti massimo, la vedo varcare la soglia. Ha un completo di tuta e i suoi capelli sono legati in una coda disordinata. Vedo il succhiotto che le ho lasciato ben visibile, chissà se l'ha notato. Data la sua espressione sembra di no, ma mai andare sul sicuro.
"Buongiorno, hai fame?" domando, ormai sto riempiendo i piatti con il nostro pranzo. Annuisce e si siede. Mangiamo in silenzio, ma non riesco a fare finta di nulla.
"Dato che oggi credo tu abbia il giorno libero..." mi fissa con attenzione, tanto che per poco credo di affondare nelle sue iridi cioccolato.
"Ti va di venire in un posto con me? Vorrei anche parlarti di una cosa importante più tardi" si irrigidisce, ma sorride lo stesso contenta.
-Va bene... uhm... posso almeno sapere se è una brutta notizia? Almeno mi preparo psicologicamente dato che ne ho l'occasione...- lo sguardo triste. Capisco il riferimento a sua madre e mi tranquillizzo un po'.
"Non ti dirò nulla di orribile, okay? Stai tranquilla" faccio un occhiolino cercando di calmarla. Afferra la mia mano sul tavolo e la stringe, facendomi battere il cuore più veloce di prima. Okay, sarà una giornata impegnativa, lo sento.
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