Parte 15

Mi stendo dall'altra parte sopra le coperte e la fisso incessantemente.
"Avevi detto che Dinah aveva parenti a casa" constato, ricordandomi anche che oggi e' natale. Come ogni anno, pero', per me questo giorno non ha niente di festoso o magico. Non c'e' nemmeno la neve, cosa che non manca mai ad esempio nei film natalizi.
-Infatti, sono rimasti fino al dopo pranzo, oggi mancava anche alle prove- risponde lei tranquilla.
"Tu hai paura delle mie reazioni, vero?" domando dopo qualche minuto. Sgrana gli occhi e smette di respirare per qualche secondo. Prendo distanza dal suo corpo, troppo vicino al mio per farmi rimanere lucida.
-Non voglio tu agisca in modo avventato, esistono altri modi per rispondere a certe cose, non puoi minacciare o picchiare tutti quelli che non ti piacciono o feriscono- spiega calma, come se fosse tutto logico. Ma non lo è per me. Ho sempre fatto ciò che volevo, nessuno ha mai obbiettato o altro. Sento il mio viso contrarsi in una smorfia di disapprovazione a ciò che ha detto.
"E chi lo dice che non posso? In fondo ciò che faccio ricade solo su di me. Se voglio essere gentile lo sono, se voglio essere scontrosa lo sono e se voglio picchiare qualcuno che fa del male ad altri, beh non vedo cosa ci sia di male a dargli una lezione" non saremo mai veramente d'accordo su qualcosa noi due. L'ho capito dalla prima volta che l' ho vista, che abbiamo parlato, siamo totalmente diverse e ai lati opposti.
-Sei una donna intelligente e sai che quel che vuoi fare è sbagliato. Sfrutta le tue facoltà mentali mille volte superiori alle loro, non abbassarti al loro stesso livello, Lauren, perchè non sei così- la sua voce è quasi un sussurro, probabilmente parlare le costa una gran fatica. Non so se essere arrabbiata con lei o se provare tristezza nel vederla in questo stato. Avvicina una mano lentamente e in modo tremante al mio viso, appoggiando l'indice in mezzo alle mie sopracciglia. Con il medio le spinge una a destra e una a sinistra, costringendomi ad assumere un'espressione serena. Sorride poco.
-Sei sempre accigliata, sei bella anche così ma quando sei serena è meglio- non so che dirle. In altre circostanze le direi che è una ruffiana ma non è questa una di quelle.
"Vedremo, Cabello, vedremo" sussurro pensierosa. Non ha tutti i torti. Perchè sporcarmi le mani? Io non sono come loro, sono superiore e nettamente.
-E mi dispiace davvero per ieri, non volevo dirti quelle cose ma ero sconvolta e sorpresa... Ovvio, quel che hai fatto è stato stupido e sconsiderato, ma ha anche un suo lato dolce.... Quindi scusami e grazie, ma non farlo più- adesso mi accarezza la guancia rivolta verso l'alto. E' fredda ma morbida, il tocco leggero.
"Non posso prometterlo, ma posso provarci. Comunque prego" e volto di poco il capo per baciarle il palmo. Il cuore batte rapido, come se stessi correndo una maratona infinita e fossi al limite. Non mi sorprenderei se d'un tratto uscisse dal mio petto.
"Adesso dormi, devi riposare" ritorno seria, chiedendomi se domani mattina, quando non mi troverà, si arrabbierà.
-Mhh, solo se vieni più vicina- sorride, scommetto che sta arrossendo. E' impressionante come dentro di se abbia così tante personalità, da un lato la ragazza dolce, timida e dal senso materno, dall'altro quella sensuale, che mi tiene testa, arrogante. Mi manderà al patibolo di questo passo. Se non avevo debolezze, ora ne ho una: Karla Camila Cabello Estrabo. Mi avvicino quanto basta per sentire le sue braccia avvolgersi intorno a me, che prendo il posto del materasso. E' leggera, ha un buon profumo, i capelli mi solleticano il viso. Fa tutto con calma e attenzione, io la aiuto per non farle sentire troppo dolore durante i movimenti. Ora è completamente stesa su di me, le mie gambe poco aperte e le sue ai lati delle mie più divaricate, il capo sul mio petto ed io le sposto i capelli dall'altro lato, così che non infastidiscano.
-Con quante ragazze sei stata?- domanda piano, come se non volesse che io sentissi.
"Nessuna, non ho mai avuto ne' un ragazzo e ne' una ragazza" rimane in silenzio, come se volesse registrare per bene la risposta.
-E con quante persone sei andata a letto?- è possibile che noi dobbiamo parlare di mille cose diverse sempre a quest'ora? Ma ciò che inizia a mettermi a disagio è il parlare di me.
"Fino in fondo con nessuno, ma é successo qualcosa solo con tre o quattro persone. Mi credi?" alza la testa e appoggia il mento sul mio sterno, guardandomi sorpresa.
-In tutti questi anni... solo con...-
"Si,  ma non vivono qui a parte uno" la sento irrigidirsi, so che non le piace quel che sto dicendo, conoscendola vorrebbe dirmi quanto è sbagliata questa cosa e tanto altro, ma tace e riflette.
-Ah. E da quando tu non... non lo vedi?- so che sta arrossendo per l'imbarazzo, come so che è triste ed amareggiata. Mi sollevo sul gomito destro, usando la mano sinistra per alzarle il mento con l'indice e il pollice. Mi avvicino piano e lei mi scruta trattenendo il fiato.
"Tre giorni prima di incontrarti per la prima volta, non sento il bisogno di vedere nessuno se non te" e la bacio di nuovo ma lentamente. Mi stacco dopo poco, cercando di memorizzare tutto questo alla perfezione. Probabilmente dopo quello che farò domani lei non vorrà più vedermi.
"Adesso basta domande e dormi" ascolta e si rimette nella posizione precedente. Lascio che la stanchezza mi porti in un sonno profondo, mentre accarezzo il capo di Camila lentamente fino a fermarmi una volta addormentata.
. . .
Sto fissando l'esterno dell'hotel in cui alloggia il gruppo. Sono le 9:30 di mattina e sta piovendo. Credo che a volte il tempo sia in connessione con il mio umore, ma probabilmente in molti la pensano come me e so che è una sciocchezza. All'esterno non ci sono guardie e nemmeno pattuglie di polizia. In quanto a sicurezza fanno proprio schifo. I fan si stanno disperdendo lentamente, segno che ormai qualsiasi cosa sia successa è finita. Esco dalla mia auto, metto i miei occhiali da sole ed un cappello con visiera girato al contrario. Oggi sono vestita sportiva e la cosa mi piace. Entro senza problemi e poi vado in ascensore, selezionando il piano in cui i membri della band che al momento sto detestando alloggiano. Più ripenso a come l'hanno combinata e più il sangue mi sale al cervello. Camila probabilmente dorme ancora e Dinah, che ho incontrato per caso stamattina, spero non le abbia detto niente o sono finita. Cammino cercando la loro stanza, quando noto due uomini in giacca e cravatta sorvegliare una porta a due ante. Solo loro potevano scegliere la camera più lussuosa dell'hotel. Ringrazio mentalmente Ashton per l'informazione che mi ha dato un'ora prima al telefono, dopo tutto quel che gli ho raccontato me lo doveva, assicurandomi che la ragazza può prendere il tempo che le serve per riprendersi. Lui adora le Little Mix, ma odia la scorrettezza e sopratutto chi vuole rovinare i gruppi che lui crea, sopratutto quello delle Liars, che da quanto mi ha accennato stanno andando alla grande. Non ne avevo dubbi. Con Camila che canta e balla, Dinah alla chitarra ed Ally alla tastiera, nemmeno io vorrei perdere un gruppo così.
<Lei non può entrare qui, fornisca un documento> mi dice il primo sorvegliante a destra. Non rispondo e con un veloce movimento lo mando a terra, gli salto addosso e lo colpisco in faccia con un pugno, il quale lo fa perdere conoscenza poichè gli fa sbattere la testa contro le mattonelle.
<Ma che cos....> non do' il tempo di finire la frase che assesto un colpo mirato con il piede sinistro nei suoi testicoli, tirandogli poi una ginocchiata sul viso dato che si é messo in ginocchio. Ora non dovrei avere problemi. Il tonfo dei corpi allarma le ragazze dietro quella grande porta, che iniziano a chiamare le guardie che ho appena steso. O almeno penso. Quando aprono la porta si gelano sul posto, io ghigno mentre tolgo gli occhiali dal viso.
<T-t-tu.... cosa...>
"Ciao, ragazze" le guardo con freddezza.
"Sono qui per fare due chiacchiere con voi" e il sorriso che mi esce deve essere davvero spaventoso, dato che vedo la pelle d'oca sulle loro braccia.

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