Epilogo
Un anno dopo.
Siamo a dicembre inoltrato ormai e mancano due settimane a Natale. Il lavoro mi ha tenuta davvero impegnata in questi ultimi mesi, sia per l'uscita del mio nuovo romanzo e sia per l'aver accettato l'incarico propostomi da Alexa, riguardo alla collaborazione di scrittura di testi musicali per band o artisti solisti. E' impegnativo fare entrambe le cose e, per quanto mi sia costato ammetterlo, ho bisogno di tempistiche alternate o morirò davanti al mio pc un giorno di questi. Il gruppo di Camila recentemente ha vinto un disco d'oro e due di platino per le vendite del primo CD e gli ascolti, le Liars ormai sono sulla bocca di molti e sono spesso in viaggio. Per il momento sono brevi, non oltre la settimana e, qualche volta, vado anche io con lei dato che lavoro da casa e mi basta il mio computer. Entrambe nell'ultimo periodo siamo prese dalle nostre carriere e spesso ci vediamo solo per dormire, ma va bene così per il momento. La relazione non deve impedirci di continuare a inseguire i nostri rispettivi sogni, ma spronarci a raggiungerli insieme, anche se questo vuol dire passare poco tempo insieme in alcuni periodi. Ad agosto abbiamo deciso di cambiare appartamento, comprandone uno effettivamente nostro poco più in la di dove abitavamo. Il trasloco è avvenuto a settembre, i nostri amici e familiari ancora non se ne sono capacitati. Ridendo e scherzando hanno sempre pensato che una delle due si stufasse dell'altra e se ne andasse, però non è stato così. Non ho intenzione di perderla ancora e sono decisa a restare con lei qualsiasi cosa accada. Le sedute con Veronica a lungo andare sono diminuite, riducendosi a due volte al mese, di cui una in condivisione con Camila. Ci ha fatto davvero bene fare questo percorso insieme, nessuna delle due all'inizio credeva potesse dare così tanti risultati positivi. Nel mentre sua madre è riuscita ad accettare la cosa e, anche se a fatica, a farsi perdonare dalla figlia. Qualche volta i Cabello ci vengono a trovare, altre passiamo per un saluto o a prendere Sofia per qualche gita nel fine settimana.
Dall'altro lato Normai e Dinah sono diventate quasi inseparabili. Entrambe single ed in attesa della persona giusta, si danno manforte nella ricerca del partner adatto, anche se credo tra di loro ci sia del tenero che non vogliono ammettere. Allyson ha conosciuto il mio amico Troy una sera in cui eravamo tutti quanti a cena nel posto in cui portai Camz tempo fa, ed è stato un colpo di fulmine. Spesso li prendiamo un po' in giro, ma sono fatti l'uno per l'altra. Ashton ha conosciuto Luke un giorno che mi ha accompagnata da lui, dovendo fare la revisione dell'auto prima di scortarlo da Taylor, mia sorella, che sta tornando dal viaggio fatto dagli Jauregui. Il risultato è stato che ora fa parte della sua band, dato che il cantante principale ha mollato tutto, non andando più d'accordo con i membri e avendo iniziato a frequentare un brutto giro. E' sempre stato il suo sogno nel cassetto e ora potrà finalmente realizzarlo. Spero che anche gli altri componenti lo accettino nonostante tutto. Chris poco dopo il processo è partito per cuba con nostra sorella per andare a parlare con i nostri genitori. Hanno finalmente capito che la mia vita è qui, che non ho nessuna intenzione di vivere secondo le regole e i desideri di qualcun altro e, nonostante tutto ciò che è successo, non avranno mai il mio perdono. Per la prima volta mi hanno difesa e hanno preso le mie parti. A mia sorpresa, perchè so quanto loro siano legati a Clara e Mike, gli hanno vietato di chiamarmi o farmi visita. Non voglio che niente e nessuno mi ferisca ancora, loro compresi. Mio fratello ha deciso di prendersi un periodo di pausa dall'azienda volendosi concentrare sulla sua compagna e su una futura famiglia con lei, lasciando in carica di vice presidente il direttore, nonché suo carissimo amico dai tempi del college.
Per quanto riguarda Austin, è stato condannato a 10 anni di carcere. Se avrà uno sconto di pena per buona condotta o per favoritismo a causa dei legami dei suoi genitori con alcuni legali, una volta scarcerato sarà messo ai domiciliari per un bel po' di tempo, anche se spero non succeda. Gli è stato vietato di vivere nella nostra stessa città e di avvicinarsi di conseguenza a noi. Dall'altra però, Shawn non ha potuto evitare otto mesi di prigione, con lavori socialmente utili. Questo è ciò che hanno deciso al processo, successivamente all'incarcerazione dell'ex ragazzo di Camila. Dopo la prima sentenza il giudice Thompson ha dovuto punire anche lui, che a mia sorpresa non ha battuto ciglio. Ha preso la cosa come un modo per farsi perdonare di quello che ha fatto, che per quanto non possa cancellarlo, col tempo può essere perdonabile. Forse. Non da me. In pochi avrebbero reagito così. Come Mahone, ad esempio. Una volta fuori, per un periodo dovrà anche lui stare ai domiciliari e poi sarà reintegrato nell'azienda di famiglia. Non dovrà avere contatti con Austin o sue conoscenze. Per fortuna l'intera vicenda è stata gestita con discrezione e non è finita sui notiziari. Alla stampa è stato lasciato credere ad un incidente d'auto con noi a bordo e, dopo il ricovero di ripresa, si è finta una vacanza in Europa. Io e suo padre siamo rimasti in buoni rapporti e sono riuscita pubblicare la sua autobiografia con tanto di intervista ad entrambi. Tra lui e la mia ragazza i rapporti sono ancora in fase di recupero, ma col tempo torneranno quasi alla normalità.
Sono da poco rientrata che una Camila spettinata si avvicina a me mi abbraccia e mi bacia sorridendo. Credo si sia appena svegliata, date le sue giornate no stop a incidere il nuovo disco che uscirà il giorno di capodanno. Ashton è proprio un capo crudele a pressarle in questo modo, ma i suoi metodi danno sempre risultati.
"Ben svegliata" le arruffo ancora di più i capelli, prima di appoggiare la giacca e la borsa sull'attaccapanni e dirigermi in cucina.
-Com'è andata? Hanno fatto altre domande scomode?- ridacchia mentre si versa del succo d'ananas. Sbuffo per l'ovvietà e per ripicca le faccio il solletico prima che inizi a bere.
-O-okay, mi arrendo!- quanto amo la sua risata. Mi fermo. Non tanto per la sua richiesta, ma per il fatto che non le ho mai detto direttamente cosa provo per lei. Credo che nemmeno lei mi abbia mai detto che mi ama, ma credo sia più che evidente.
-Lauren? E' tutto okay?- mi sventola una mano davanti agli occhi. Sbatto le palpebre e annuisco, facendo finta di nulla.
"Quindi stasera cinema e cena al lume di candela?" cambio argomento, non volendo destare sospetti. Annuisce e mi mostra una serie di proiezioni, andando poi ad optare per Annabelle, uno degli horror più conosciuti.
"Sicura di dormire poi stasera?" entrambe andiamo verso la nostra stanza per scegliere i vestiti da indossare, per poi passare al bagno.
-Certo! Non sono una fifona!- come no, ma faccio finta di crederle. Per le 18.45 siamo all'entrata del cinema, lei emozionata per potersi godere finalmente un'uscita normale con me senza paparazzi continui intorno ed io, immersa nei pensieri, contemplando l'eventualità di dirle ciò che ho realizzato in questi ultimi tempi, ma mi mordo la lingua per tacere. Codarda. Forse sì, un po' lo sono.
Ci mettiamo in fila per i biglietti e, successivamente, per i pop-corn. Alle 19 inizia il film e anche il mio loop di scenari vari con lei, che sono interrotte ogni tanto da una Camila spaventa o dalla sua mano che stringe la mia. Ad un certo punto mi viene quasi da ridere, perchè nonostante le scene scontate, la sua ansia è simile a quella dei protagonisti. Mi perdo spesso a guardare le sue espressioni trovandola sempre bellissima, ma non riuscendo a dirglielo. Nonostante tutto, fa parte di me esprimere poco ciò che penso a livello romantico o meno. Riesco a mandare un messaggio a Normani poco prima che finisca la riproduzione, chiedendole l'ennesimo favore, prima che lei mi guardi per chiedermi qualcosa che non ricordo.
"Beh? E' stato divertente no?" stiamo per rientrare a casa, siamo nel parcheggio.
-Stai scherzando spero, è stato terrificante. Mai più!- ringrazio il non avere bambole ed oggetti simili per le stanze, sarebbe controproducente al momento.
"Come sei tragica, è solo un film" siamo davanti l''entrata e temporeggio un po' prima di aprirla.
"Sai che giorno è oggi?" mi guarda perplessa.
-Il tredici?- annuisco. Sembra non ricordarsi, ma va bene così. Le chiedo di chiudere gli occhi e mentre le lascio un casto bacio sulle labbra, apro la porta. La guido dentro e, solo una volta chiusa alle nostre spalle, le dico di poter guardare. Il salotto è pieno di petali e, sul tavolo, è tutto apparecchiato per una cena romantica, con tanto di candela. Perdo qualche battito quando mi guarda con un sorriso pieno di felicità e sorpresa, andando poi a controllare la tavola e i fuori che ci sono al suo centro. Appendo la giacca e la borsa, avvicinandomi a lei con un sorriso.
"Ti piace?" annuisce energica mentre mi bacia con passione.
-Ma come...-
"Quando hai una Kordei per amica, niente è impossibile" alzo le sopracciglia varie volte con in volto un'espressione complice, ridendo poi con lei per la scemenza appena detta. Le sposto la sedia per farla sedere, ma lei non notandolo si siede direttamente sul quella opposta. Scuoto la testa mordendomi il labbro, trovandola adorabile nella sua innocenza senza pretese.
-Che si mangia di buono? Ha cucinato lei?- e con il capo accenno ad un "no".
"Non lascio a nessuno toccare la mia cucina, ho preparato tutto ieri sera dopo che ti sei addormentata. Hai il sonno profondo e, in questo caso, è stata una fortuna.
-Perchè oggi?- sembra confusa dal mio gesto, sapendo che raramente faccio le cose senza motivo.
"Perchè in questo giorno, di un anno fa, io ti dissi che il tuo talento fosse zero. Al contrario di quel che pensassi ci ritroviamo qui insieme e tu hai ormai una carriera da cantante professionista. Volevo festeggiare con te tutti i nostri successi individuali e come coppia" alzo le spalle per l'imbarazzo, spostando lo sguardo sulla candela spenta davanti a me. Mi alzo per accenderla, così come quelle posizionate sulle varie mensole e sui vari ripiani dei mobili circostanti. Mi stringe la mano con affetto e poi mi bacia il dorso. E mentre la guardo ancora, sento il mio stomaco fare capriole e stringersi, per poi rilassarsi e far male. Ignoro anche stavolta, iniziando a mangiare l'antipasto freddo, poichè il resto è inforno.
. . .
Sto fumando fuori al balcone avvolta in un plaid dato il freddo e il mio indossare una tuta di pile, quando mi accorgo di sentire la voce di Camila. Appena finito l'ultimo tiro di sigaretta la spengo nel posacenere, dirigendomi verso di lei che cammina avanti e indietro in mezzo al salotto. Non sento molto, a dire la verità poco e niente, ma solo un fammi sapere da parte sua prima di attaccare.
"Chi era?" la vedo spaventarsi, tanto che il cellulare le cade di mano.
-Merda!- si china per prenderlo, dandomi la possibilità di godermi la vista del suo sedere. Pervertita.
-Lauren! Ti ho detto mille volte di non avvicinarti in questo modo, mi farai venire un infarto!- appoggia l'oggetto sul bracciolo del divano, avvicinando poi le mani al petto. Tragica. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Credevo avessi sentito le ante del balcone quando le ho chiuse, scusami" il mio tono pacato la rassicura, come se credesse io avessi capito qualcosa ma avesse avuto la conferma che non sia così.
-No, avevo Dinah che mi urlava nelle orecchie- se le massaggia. E' proprio una brava attrice.
"E' successo qualcosa?" è più il tipo che manda messaggi o si presenta sotto casa senza preavviso, una telefonata a quest'ora di sera non passa inosservata.
-Nulla di grave, voleva sapere cosa facessimo la settimana di Natale e il giorno di capodanno, sai che vuole avere tutto sotto controllo e le piace organizzare cene o eventi simili- ripongo la coperta in una panca davanti al divano che uso a volte come tavolino.
"Sono libera" ci penso su, nel caso stessi tralasciando un impegno.
"Però tra il ventisei e il trenta ho del lavoro da sbrigare, quindi mi sa non ci sarò molto, mi dispiace" ed è vero. Non siamo mai riuscite a festeggiare nulla insieme di festività o eventi particolari. Persino il mio compleanno mi sono rifiutata di festeggiare, abbiamo annullato tutto per via delle indagini, del processo e miei malesseri. A marzo, invece, ho avuto il primo ricovero di tanti altri, e abbiamo saltato il suo. A me non è mai importato molto di queste cose, ma so che lei ci tiene tantissimo e voglio non le manchi nulla, per quanto a volte sarà inevitabile. Il suo viso mostra senza filtri il dispiacere e, con un "va bene, non fa nulla" sconsolato, va in camera nostra. Sospiro a pieni polmoni, per poi andare in bagno. Quando la raggiungo a letto ha la maglia del pigiama sollevato sull'addome, i capelli spettinati sul cuscino e, dai pantaloni un po' larghi, intravedo i primi centimetri di intimo. Sta messaggiando con qualcuno e animatamente, così decido di avvicinarmi lentamene da dietro e stendermi, mettendomi a cucchiaio con lei davanti e abbracciarla. Blocca il telefono quasi subito, irrigidendosi per un momento.
"Che mi nascondi?" col braccio destro la abbraccio da sopra, appoggiando la mano sul suo addome, mentre quello sinistro lo faccio passare da sotto, stringendola a me.
-N-niente, perchè?- non mi piacciono le bugie.
"Perchè sei strana e, conoscendoti, so che stai mentendo" soffio vicino al suo orecchio, andandomi a schiacciare ancora più verso di lei, sentendo il suo sedere contro la mia intimità. Ansima piano, si trattiene, ma non mi dispiace.
-Lauren, per favore...- la faccio voltare di poco, così che sia quasi sdraiata su di me a pancia in su. Mentre le blocco le gambe con le mie, le accarezzo i seni con una mano, l'altra inizio a portarla lentamente più giù.
"Cosa, Camila?" le mordo un punto del collo, per poi lasciare un succhiotto.
"Mi stai tradendo?" mi sposto per appoggiare la schiena contro la testiera del letto, portandola in mezzo alle mie gambe con la schiena rivolta al mio petto.
-No! Non lo farei mai.- sussulta al mio sfiorarle l'intimità dagli slip. E' bagnata. Sorrido senza accorgermene, continuando a stuzzicarla con i baci sul collo e accarezzandole il seno. Ne prendo uno in mano da sotto la maglietta, esultando interiormente all'assenza del reggiseno. La sento muoversi contro di me, ma allo stesso tempo sembra si stia sforzando di stare ferma. Prendo tra le dita il capezzolo sinistro e inizio a giocarci un po', tirandolo piano ogni tanto per sentire qualche ansimo in più.
"Allora con chi parlavi così animatamente, mh?" boccheggia quando faccio pressione da sopra il tessuto sulla sua apertura, per poi muovere le dita in direzione del clitoride.
-D-Dinah, lo giuro- mi fermo per un attimo. So che mi sta dicendo la verità, ma non mi torna. Vorrei chiederle di più, ma la sento tremare dall'eccitazione e il suo respiro è tutt'altro che calmo. Si volta quel tanto che basta a lasciarmi un bacio, che approfondisco subito per la voglia di lei che mi è salita.
-Lauren, per favore... continua- ecco cosa intendeva. Vuole di più. Si spoglia senza che le dica nulla e così faccio io, sedendosi stavolta sulle mie gambe e circondandomi con le cosce. La guardo quanto basta per notare le pupille dilatate per l'eccitazione e le labbra strette tra i suoi denti che quasi sanguinano. La ammiro con calma, sentendo il suo respiro farsi pesante. La trovo davvero bellissima, nonostante le cicatrici e qualche smagliatura, per me è la fine del mondo. Prendo i suoi capelli e li avvolgo nella mano sinistra, tirandoli successivamente per farle alzare il capo e baciarla con foga. Mi è mancata. Davvero tanto. Arriviamo presto a farci mancare il fiato, le nostre labbra e lingue lottano per chi debba condurre la situazione, con ovvi risultati.
La sua schiena ora è sul materasso, io sopra di lei che, lasciando libera la sua chioma, prendo i suoi polsi e li posiziono sulla sua testa. Prendo una delle nostre magliette e li lego con quella, per quanto non durerà molto a lungo.
-Ti prego, d-di più- geme. La sto guardando mentre con la bocca succhio a turno i suoi seni e li massaggio. Con il pollice e l'indice accarezzo i capezzoli, per poi muoverli in senso circolare e pizzicarli. Respira affannosamente, mentre con il bacino spinge in segno di bisogno. Mi prendo il tempo che mi serve per stuzzicare ogni parte del suo corpo, arrivando molto lentamente alla sua intimità. E' un lago, i filamenti di mucosa bagnano le sue cosce e il letto. Mentre con la mano sinistra spingo in basso il suo stomaco, per cercare di tenerla giù, con la destra inizio a stimolare la sua entrata intanto che, con la lingua, stuzzico il clitoride. lo sento pulsare e farsi sempre più caldo, mentre lei sotto di me fatica a stare ferma. La penetro all'improvviso ma con calma, facendole sentire per bene le mie due dita che entrano ed escono più volte.
-Cazzo!- adoro quando impreca, parla sporco e perde il controllo. Adoro vederla così innocente e farle cose indecenti che la fanno urlare dall'estasi. Smetto di giocare quando, con i polsi ancora legati, mi spinge con i palmi delle mani la testa più vicino al suo sesso. Non l'aveva mai fatto. Mi tira i capelli che riesce a malapena a prendere e la vedo chiudere gli occhi in estasi. Mi fermo per toglierle la maglietta e agevolarla nei movimenti, riprendendo subito dopo da dove avevo interrotto. Geme e ansima senza controllo quando le dita diventano tre e le muovo senza sosta, rapidamente.
-Merda! Continua! No-n fermar-ti- non ho intenzione di farlo. La sento venire sulle mie dita quando le pareti iniziano a stringersi e lei ad avere piccoli spasmi. Senza spostarmi dalla mia posizione, le sposto una gamba dall'altro lato, mettendola su un fiano, facendola poi posizionare a pancia in giù. Nonostante sia stanca, si accovaccia con il sedere all'insù. D'istinto le schiaffeggio una natica, godendo nel vedere le mie cinque dita comparire sulla pelle leggermente mulatta. Il verso che esce dalle sue labbra mi carica ancora di adrenalina, così decido di prendere lo strap-on che tengo in uno dei cassetti del comò.
"Oh Camz, quante cose vorrei farti" sussurro nel mentre che mi posiziono dietro di lei e regolo il cinturino.
-E cosa ti frena?- il suo respiro non è ancora regolare, la sua voce roca e bassa. Mi avvicino, prendendola per i fianchi e attirandola contro il dildo freddo, che comincio a sfregare contro la sua entrata bagnata e dilatata. La sento mormorare qualcosa ma non capisco nulla, troppo persa a guardare il suo corpo coperto da lievi strati di sudore, che nonostante stanco vuole ancora le mie attenzioni. Le massaggio le natiche e, a momenti casuali, le lascio uno schiaffo. Ogni volta che geme o si trattiene, mi sale solo più la voglia di continuare per ore, per tutta la casa. Potrei pensarci.
"Oh, piccola mia, in questo momento nulla" entro in lei tutta in una volta. L'urlo che sento è di sorpresa e piacere, ma non mi muovo subito, aspetto. Mi allungo su di lei quanto basta per toccarle ancora una volta i seni, stimolare i capezzoli e baciarle la schiena nuda. Sposto di tanto in tanto i fianchi in avanti o in movimenti circolari, abituandola alla presenza.
-P-Più veloce...- quello che aspettavo. Aumento le spinte e la velocità in base alla mia vicinanza all'orgasmo, data dallo strofinare in continuazione la mia intimità contro il suo sedere. Mi aiuto con le mani a tenermi in equilibrio, per lasciarle stoccate rapide e profonde, abbandonando la delicatezza e diventando rude. Non riesco a fermarmi, mi è mancata troppo e più la guardo farsi fare quello che voglio, più mi va alla testa.
-Laur... Sto p-per... sono vicina- aumento quanto posso il movimento di bacino, accompagnandolo con l'ennesimo schiaffo, per poi sentila urlare il mio nome. Musica per le mie orecchie. Esco da lei cercando di non farle male, per poi voltarla a pancia in su e stendermi sopra di lei, cercando di non schiacciarla. Mi muovo in cerca di sollievo, lasciandole baci casti sulle labbra e accarezzandole il viso.
"E' tutto okay?" annuisce stanca, sorridendomi.
-Vorrei un secondo giro- confessa, guardandomi come fossi un pasto prelibalo e lei la preda.
"Speravo lo dicessi."
. . .
Inutile dire che siamo andate avanti per altre due ore, senza sosta. Dopo esserci riprese abbiamo fatto una doccia insieme, in cui non è mancata una sveltina. Ci siamo coricate solo dopo aver cambiato le lenzuola, dato che i nostri umori erano sparsi ovunque. Ora è stesa su di me col il capo appoggiato sul mio petto, le nostre gambe alternate e io le accarezzo i capelli.
"Mi sei mancata" mi sento così calma e felice con lei, due parole che da tempo non pensavo nemmeno.
"Davvero? Anche tu" alza il viso quanto basta per appoggiarlo sulle sue mani, che le stanno facendo da appoggio cosi che non mi faccia male.
"Ancora non ci credo che siamo arrivate fin qui" sospiro.
-Ma ci siamo riuscite- il suo sorriso è qualcosa di stupendo. Sento qualcosa premere dall'interno del mio petto, prendendomi lo stomaco e facendomi salire un groppo in gola.
"Io..." si fa attenta.
-Stavo davvero parlando con Dinah, prima- sono confusa, cosa c'entra?
-Volevo farti una sorpresa per la settimana di natale e mi stava aiutando a programmare il tutto- alzo le sopracciglia sorpresa, mordendomi il labbro per non ridere dalla mia gelosia infondata. Non so cosa dire.
-Ma sei impegnata quindi niente...- non mi piace vederla così.
"Facciamolo" inclina la testa di lato con un espressione incredula.
"Se vuoi organizzare qualcosa per noi va bene, il lavoro aspetterà" faccio spallucce.
-Si? Ma dici che il lavoro è importante per te e odi i ritardi e gli impicci- ed è vero. Mi dispiace di essere stata così dura ogni volta con lei, ma per me è ancora tutto un sogno da cui ho paura di svegliarmi. Scrivere è l'unica cosa a cui mi sono davvero dedicata e che non mi ha mai tradito, è difficile perdere certe abitudini.
"Anche tu sei importante, Camila" e lo vedo, per un attimo. L'accumularsi di lacrime, gli occhi lucidi e il naso rosso. Le luci a led intorno a letto rendono il tutto abbastanza visibile.
-Sei in vena di romanticismo?- cerca di scherzarci su, ma è evidentemente sorpresa dalle mie confessioni.
"Io so di non essere la persona più stabile del mondo, che spesso mi irrito per nulla e sono troppo protettiva. Non sempre tengo conto di ciò che provi o provano gli altri, sono più piena di difetti che pregi forse" non le sto più accarezzando il capo, sono persa nei suoi occhi. Le prendo il viso a coppa e la bacio bisognosa.
"Ma sono persa di te" mi sento così bene a dirlo.
-C-che?-
"Sei tutto ciò che ho sempre voluto e cercato, scusa se ci ho messo tanto a rendermene conto" asciugo con i pollici le prime gocce che cadono sulle guance.
"Ti amo". Il pianto che ne segue è liberatorio per entrambe, così come l'abbraccio in cui ci stringiamo per vari minuti, interrotto solo dai baci.
-Anche io ti amo, Lauren, davvero tanto- e il cuore lo sento riempirsi di gioia.
Se potessi scegliere di tornare indietro nel tempo, rifarei e rivivrei tutto quanto. Dal momento più felice a quello più tormentato e tragico della mia vita, per poterla incontrare ancora. Non importa cosa succederà, se ci vorrà tempo, io tornerò sempre da lei. Sempre.
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