52 - Quiet
28 settembre 2021
«Hai detto Halloween?»
Eve lo fissava con espressione interrogativa.
«Già. Il compleanno di Jimin è a metà mese, ma stava pensando di spostare la festa al trentuno» Namjoon stava litigando con un tanga di pizzo, le stringhe si erano intrecciate attorno alle sue dita «come faccio con questi?»
Eve lo sfilò dalle sue mani e gli mostrò come piegare correttamente la biancheria intima appena ritirata dall'asciugatrice «Non capisco perché voglia rimandare. In fin dei conti, non avete problemi di lavoro a festeggiare un compleanno a metà settimana. È una decisione molto stupida.»
«Perché? È un'ottima occasione per divertirsi tutti insieme» prese un reggiseno, lo fissò per qualche secondo per capire come incastrare al meglio le coppe.
«Non ha senso unire il proprio compleanno con una festa che manco vi appartiene. E dammi qui, prima che me lo rovini!» Eve gli strappò via l'indumento «Halloween e Natale non c'entrano nulla con voi. È come se noi festeggiassimo il Chuseok trasformandolo in una festa commerciale.»
Namjoon rimase interdetto per qualche secondo.
La osservò mentre era impegnata a piegare e stirare con le mani la biancheria: le labbra erano arricciate in una smorfia buffa, le guance appena arrossate.
La adorava.
Si sporse appena per rubarle un bacio e rise quando incrociò il suo sguardo stupito.
«Ti ho mai detto che amo questo tuo lato cinico?»
Eve soffocò un sorriso e tornò al suo lavoro.
Namjoon rise tra sé, le fossette comparvero sulle guance piene e rimase fermo ad osservare la ragazza che, nel mentre, si era alzata dal divano per preparare una rapida colazione.
Amava quella vita casalinga, svegliarsi la mattina abbracciato a lei e svolgere insieme le più comuni delle faccende domestiche.
Non gli pesava più gettare la pattumiera, lavare i pavimenti o rifare il letto.
«Vuoi il caffè o ti preparo dei ramyon?»
La domanda di Eve lo destò dal suo sogno ad occhi aperti.
«Caffè, ma lo prendiamo insieme in Hybe» la afferrò dalla vita e le diede un bacio a stampo sulle labbra «Mi piacerebbe farlo ogni mattina.»
«Ritirare e piegare le mutande?»
«Andare al lavoro insieme. Potrei far apportare delle modifiche alla bicicletta che mi ha regalato Jin hyung e far installare un secondo sellino così non dovrai più sederti sulla canna metallica. Potremo costeggiare il fiume Han, fare colazione al parco, chiacchierare e-»
«Prova a parlarmi a macchinetta di primo mattino e sei un uomo morto» Eve si appoggiò coi gomiti sul bancone divisorio della cucina e lo fissò negli occhi, tra le dita stringeva un bicchiere colmo di spremuta d'arancia «È un'idea molto carina, ma hai pensato alle giornate di pioggia? Non ho intenzione di presentarmi al lavoro bagnata e sporca di fango.»
«In quel caso useremo la macchina...» girò attorno al mobile e trascinò lo sgabello vicino a lei «...e mi darai lezioni di guida. Voglio prendere la patente.»
La vide sgranare gli occhi, per poco non le scivolò il bicchiere a terra «Stai scherzando, vero?»
«E invece sono serissimo. Non voglio essere più una persona incompleta, immatura.»
«Non lo sei» Eve posò la spremuta sul bancone, gli si avvicinò e gli gettò le braccia attorno al collo «non è una patente che definisce la maturità di una persona, ma il cervello.»
«Lo so, ma-»
«Andremo a lavorare in bicicletta anche con la pioggia. Useremo un impermeabile e terremo un cambio in Hybe.»
Namjoon si abbandonò al bacio di Eve e si lasciò cullare dal suo abbraccio.
La strinse forte, con una mano le accarezzò la schiena fino alla base del collo.
Voleva perdersi in lei, assaporare ogni istante di quella mattina, ma la sveglia del cellulare lo riportò alla realtà: dovevano andare al lavoro.
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«Oggi finirai tardi?»
Eve scosse il capo e bevve un sorso del suo amato cappuccino «Non credo, ho smaltito gran parte del lavoro.»
«Perfetto, allora non prendere impegni perché stasera ti voglio tutta per me», Namjoon le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ne approfittò per accarezzarle la guancia «senti un po' qui: ti rilassi sotto la doccia, io preparo la cena e poi ce ne stiamo abbracciati sul divano a guardare un film.»
Eve sollevò un sopracciglio «Hai intenzione di avvelenarmi?»
«Sto migliorando! Riesco a cucinare una pasta aglio e olio più che decente.»
«Non venire a piangere da me perché ti sei toccato gli occhi con le mani sporche di peperoncino.»
A quella battuta, Namjoon gonfiò le guance e si finse offeso. Le pizzicò un fianco facendola ridere e lui, di fronte a quel viso così rilassato e solare, sentì il cuore scoppiare di gioia.
Continuò a scherzare per alcuni minuti, sorrise a due giovani interpreti che erano passati accanto a lui e li seguì con lo sguardo fino a vederli sparire dietro la porta dell'ufficio.
Libero. Era finalmente un uomo libero di amare la propria donna senza doversi nascondere dai collaboratori, un lusso che poteva permettersi solo all'interno dell'azienda.
«Ho una cosa da mostrarti», la sua attenzione fu catturata da Eve che gli porgeva il proprio cellulare con l'applicazione Instagram in bella vista.
«Cos'è?»
«Il mio account privato.»
«Eh?», sgranò gli occhi, sorpreso.
«Ho cancellato quello vecchio e creato uno nuovo così posso mettere tutti i nostri ricordi. Dobbiamo solo scegliere foto dove non siamo riconoscibili» Eve aprì la galleria e scorse l'album relativo il fine settimana trascorso a Jeju «Che ne dici di questa?»
«È bellissima.»
«Allora la pubblico. Adoro questo tramonto.»
«E io adoro te» la baciò all'improvviso sulla guancia e rischiò di farle cadere il bicchiere a terra.
«Avete ancora intenzione di pomiciare come due adolescenti?»
La voce di Taehyung lo colse di sorpresa.
Alle sue spalle, la maknae line al completo lo fissava con vivo interesse.
«Cosa ci fate voi qui?»
«Ti stavamo cercando, hyung» Jimin infilò le mani in tasca, piegò di lato il capo e trattenne a fatica un sorrisino «Ho forse interrotto qualcosa?»
«No, stavamo parlando proprio di te», ottenne un'occhiata stranita da Eve che ripose il cellulare in tasca e riprese a bere il cappuccino ormai tiepido «Non sa come travestirsi per Halloween.»
Gli occhi di Jimin si illuminarono di gioia «Allora viene anche Noona?», esultò felice.
«Veramente io non...»
«Ha detto che una festa in maschera è una splendida idea. Vero, amore?» la interruppe e si morse la lingua per non ridere quando vide Eve in difficoltà.
«Fatemi indovinare. Indosserete un costume da coppia giusto per marcare il territorio.»
«Perché no? Potrei vestirmi da pilota da formula uno e lei da race queen.»
Ad Eve andò di traverso il cappuccino. Le guance divennero subito rosse e Namjoon la strinse a sé dalla vita.
Gli piaceva prenderla alla sprovvista e si divertì nel vedere i ragazzi coinvolgerla nei preparativi di una festa di cui a lei poco importava.
«Questa me la paghi», ringhiò a bassa voce Eve e tornò a prestare attenzione a Jimin «Perché stai cercando Joonie? È forse in ritardo a qualche riunione?»
«Ho bisogno di un consiglio per la mia canzone.»
«Set me Free, giusto?»
«Già! Sto lavorando duramente, ma sono molto nervoso. Non voglio deludere gli Army.»
«Sarà sicuramente un successo.»
«Non lo so, non sono bravo come gli hyung.»
Namjoon notò un velo di tristezza nelle parole dell'amico e si accinse a confortarlo, ma Eve lo precedette.
La vide accarezzargli il capo con fare amorevole, scompigliargli i capelli e rivolgergli un ampio sorriso prima di abbracciarlo.
«Hai una voce angelica, sei un ottimo ballerino e soprattutto sei molto amato dai fan. Non devi mai mettere in dubbio la tua professionalità.»
«Lo dici solo perché sei nostra amica. Tu odi il k-pop.»
«E invece ti sbagli. Ho ascoltato alcuni pezzi di Hobi e Yoongi, e li trovo meravigliosi. E anche Indigo è bellissimo», baciò Jimin sulla fronte e tornò a scrutarlo negli occhi «stasera sentirò il tuo brano e ti dirò cosa ne penso.»
«Veramente?»
«Sì, te lo prometto. Una di queste sere venite a cena da noi così possiamo parlare tutti insieme dei vostri progetti solisti.» Eve sciolse l'abbraccio «Ora però devo proprio andare, mi aspetta una lunga giornata.»
«Oh, scusa! Non volevamo disturbarti!»
«Non preoccuparti. Yeobo, puoi rimanere due minuti?»
Namjoon sentì uno strano brivido lungo la schiena. Il tono di Eve era pungente ed era consapevole che una volta rimasti da soli, lei avrebbe manifestato tutto il suo disappunto nell'aver scelto per entrambi di partecipare alla festa di Jimin.
Seguì con lo sguardo i ragazzi allontanarsi, prese un profondo respiro e chiuse gli occhi, pronto a sorbirsi una più che probabile sfuriata.
«Perché hai mentito a Mochi?», sibilò tra i denti Eve.
«Ti vuole bene e tiene moltissimo alla tua presenza», sospirò quando la vide roteare gli occhi «dai, sarai carina vestita da race queen.»
«Piantala! Non ho intenzione di mettermi in mostra.»
«Va bene, allora gli dirò che non saremo presenti al suo compleanno. Ci rimarrà molto male.»
A quella esternazione, notò uno strano luccichìo negli occhi di Eve.
«Verrò alla festa solo se mi laverai la macchina...»
«Tutto qui?»
«... senza maglietta», le labbra morbide di lei gli sfiorarono l'orecchio «e guai a te se farai il pudico come nel servizio fotografico di Butter all'autolavaggio.»
«Te la laverò completamente nudo, basta che non ti tiri indietro all'ultimo secondo», la colse di sorpresa quando le stampò un rapido bacio sulle labbra «e ora fila in ufficio. C'è un tuo collega che ci sta fissando da un bel pezzo.»
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Namjoon terminò l'ascolto di Set me Free.
«Taglia questo pezzo ed è perfetta. Hai fatto un buon lavoro», si levò gli auricolari e annotò su un taccuino le modifiche da apportare al brano.
«È merito tuo. È stato grazie ai tuoi consigli se sono riuscito a completare questo album» Jimin non riusciva a trattenere il proprio entusiasmo. Si sedette sul divano, già occupato da Jungkook.
Namjoon recuperò il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rise quando lesse un messaggio di Eve ricevuto su KakaoTalk.
«Mi sembri più sereno, hyung. C'è qualche novità all'orizzonte?»
Scosse il capo e si fece cadere a peso morto sulla poltrona «Sto bene, Chim. Stiamo bene. Non credevo fosse così liberatorio uscire allo scoperto in azienda.»
Jungkook giocò con la propria sigaretta elettronica prima di portarsela alle labbra «E Noona? Ha ancora problemi con i suoi colleghi?»
«A quanto pare no. Va molto d'accordo con loro, soprattutto con gli ultimi assunti. Pensa, l'hanno invitata ad andare insieme al karaoke per il prossimo fine settimana.»
«Ma non li odiava? Ha cantato al mio compleanno solo perché ubriaca.»
«Sì, ma deve pur instaurare un buon rapporto con il suo team» Namjoon si guardò attorno per posare la propria attenzione sul talismano portafortuna appeso alla mensola.
Gli sfuggì un sorriso.
«È cambiata così tanto...»
«Chi?»
«La mia Eve», rispose a Taehyung che si era unito a Jimin e Jungkook. «mi piacerebbe portarla da qualche parte, magari una meta per coppie.»
«Siamo rientrati da poco e vuoi già partire?»
«New York è stato un viaggio di lavoro, non di piacere», sbuffò e cominciò a navigare su Naver.
Jungkook si sporse appena verso di lui. Non riuscì a trattenere una risatina.
«Hyung, capisco la vostra passione per la cultura, ma per una volta evita musei e gallerie d'arte», Namjoon non fece in tempo a ribattere che il cellulare gli fu sfilato via dalle mani. «Hai mai pensato a un parco divertimenti?»
«Non so se le piacciono.»
«E un weekend in una spa?» intervenne Jimin, prendendo il telefono da Jungkook per restituirlo al legittimo proprietario «le regali un pomeriggio rilassante e per cena la porti in un romantico ristorante, magari a lume di candela.»
Namjoon si mordicchiò il labbro inferiore. Gli piaceva l'idea proposta dall'amico e si ritrovò a sorridere come un adolescente alle prese col primo amore.
«Dovete festeggiare qualcosa di importante? Oggi eravate persi nel vostro mondo di unicorni e arcobaleni.»
«Nessuna ricorrenza. Ho solo voglia di coccolarla e passare più tempo possibile insieme a lei. È forse un reato voler viziare la donna che amo?»
Si lasciò andare ad un sorriso tutto fossette, nascose il viso con una mano per celare l'imbarazzo del momento.
Di fronte a lui, i ragazzi lo prendevano in giro.
«Sentitelo, il romanticone! Sei stomachevole!» Jungkook fece il giro del divano e Namjoon si ritrovò all'improvviso con la testa reclinata all'indietro, tenuta ferma dalle mani del maknae.
«Ma cosa...?»
«Ho sentito canzoni del mio Yeobo, sono così belle!», imitò la voce di Eve e gli baciò la fronte a tradimento «Indigo è meraviglioso come te!»
Namjoon rimase interdetto per secondo.
Le risate di Jimin e Taehyung non tardarono ad arrivare e lui non riusciva più a trattenersi di fronte a quell'ilarità contagiosa.
«Smettetela!»
«È così divertente, hyung.»
La porta del Rkive si spalancò all'improvviso, i ragazzi sobbalzarono dallo spavento e si voltarono verso l'ingrasso.
Sull'uscio, Seokjin era appoggiato contro lo stipite per riprendere fiato.
L'atmosfera goliardica era svanita come una bolla di sapone, lasciando spazio ad una strana inquietudine.
«Hyung, che hai? Sei bianco come un lenzuolo.»
Il maggiore biascicò qualcosa di incomprensibile e la preoccupazione dei ragazzi crebbe sempre di più.
Namjoon lo vide avvicinarsi a lui, il cellulare stretto tra le dita e notò solo in un secondo momento che tremavano prima di trovarsi il dispositivo a pochi centimetri dal proprio volto.
Non fece in tempo a chiedergli spiegazioni che gli si bloccò il respiro in gola.
«Ehi, è successo qualcosa?»
La voce di Jimin gli arrivò ovattata, confusa e non riusciva a sentire altro se non i gemiti osceni di un video che Seokjin gli stava mostrando.
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