40 - Kookie's Birthday
Capitolo 40
1° settembre 2021
La stava osservando da ormai dieci minuti.
Eve dormiva profondamente e Namjoon non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
Si sentiva profondamente in colpa per quanto accaduto nei giorni precedenti.
Le voci sulla loro relazione non erano cessate come sperato dall'amministrazione, ma erano addirittura aumentate a dismisura.
Eve era sempre più al centro dell'attenzione additata come la classica arrampicatrice sociale che aveva sedotto il leader dei BTS e distrutto il cuore della dolce Lee MinHee, colei che tutti identificavano come sua reale fiamma.
Era preoccupato come non mai.
Le accarezzò lievemente il viso assaporando il calore della sua pelle e sospirò, affranto.
Le stavano facendo terreno bruciato attorno e, nonostante le rassicurazioni di Si-Hyuk, in lui crebbe sempre più la paura di un suo licenziamento dalla Hybe e, di conseguenza, la cessazione del visto lavorativo.
Avrebbe fatto di tutto per trattenerla in Corea e stava seriamente valutando di assumerla direttamente lui come assistente personale per liberarla dalla Hybe, ma era conscio che Eve avrebbe sicuramente rifiutato quella folle proposta.
«E se la sposassi?» sussurrò tra sé continuando ad osservarla.
L'amava ogni giorno sempre di più ed era dannatamente serio quando le confessò di volerla, in futuro, come madre dei suoi figli, ma la parola 'matrimonio' per lui era pesante, quasi soffocante.
Non si sentiva assolutamente pronto per un passo così importante, non in così pochi mesi di relazione e non voleva sposarla per aggirare la burocrazia e farle ottenere in breve tempo la cittadinanza coreana, ma trovò nel matrimonio l'unica via d'uscita.
La vide muoversi, aprire lentamente un occhio e quando Eve gli rivolse un leggero e assonnato sorriso, la paura di perderla aumentò esponenzialmente.
«A che ore sei tornato stanotte?» chiese con voce impastata dal sonno.
«All'una e mezza passata. Ho atteso che Kookie terminasse la live» le diede un leggero bacio sulla fronte e riprese ad accarezzarle i capelli «torna a dormire, è ancora presto.»
Si girò tra le lenzuola e stropicciò gli occhi prima di mettersi seduta sul letto «sono le sette, devo andare in ufficio.»
«Non andare, lavora da remoto per oggi.»
Eve sospirò quando Namjoon le strinse la vita con un braccio per farla sdraiare accanto a lui «Joonie, per favore.»
«Sono serio. Hai una brutta cera da giorni e so perfettamente cosa sta accadendo in azienda» si morse l'interno della guancia quando la vide rabbuiarsi in viso «perché non hai preso dei provvedimenti disciplinari verso-»
«Non posso far licenziare i miei collaboratori per dei pettegolezzi sul mio conto. Svolgono un buon lavoro e questo è quello che conta realmente.»
«Compresa l'ultima arrivata?» le accarezzò la guancia con due dita «ti ha mancato di rispetto di fronte a tutti ieri pomeriggio.»
Gli si contorse lo stomaco dalla rabbia. Il giorno precedente si trovava con Taehyung e Jimin quando aveva sentito delle voci concitate provenire dall'ufficio relazioni estere.
Si erano avvicinati furtivamente alla porta, origliando come delle vecchie ajumma e avevano visto una giovane impiegata fresca di laurea guardare con astio Eve.
Era stata ripresa per aver svolto male il proprio lavoro, ma al posto di sedersi e correggere il proprio operato era rimasta in piedi a fissarla.
I ragazzi non sapevano cosa fosse accaduto di preciso, w quando si appostarono dietro la porta fecero appena in tempo a sentire che la giovane aveva insultato Eve dandole della raccomandata che aveva ottenuto un ruolo di tutto rispetto grazie a chissà quale favore sessuale.
E Namjoon aveva perso la pazienza. Voleva fare irruzione nell'ufficio e trascinare via la propria ragazza da quel posto malsano, ma Taehyung e Jimin lo avevano trattenuto a stento e trascinato via.
La sveglia suonò di nuovo ed Eve si alzò una seconda volta dal letto, ma la mano del ragazzo le strinse il polso.
«Ti prego, amore. Rimani a casa oggi.»
«Ho una riunione con Si-Hyuk questa mattina.»
«E la farai tramite Teams. Non è la prima volta che lavori in remoto, no?» la abbracciò forte tuffando il naso tra i suoi capelli scompigliati «stasera c'è la festa di compleanno di JK e ti voglio in forma.»
La sentì sospirare «Va bene, mi arrendo.»
Soddisfatto, Namjoon rilassò le spalle e spinse Eve contro il materasso per riempirla di baci.
Si ubriacò delle sue risate, del sapore delle sue labbra e la guardò a lungo perdendosi nel colore dei suoi occhi dove il verde si mescolava con il castano, uno yin yang come il suo carattere dalle mille sfaccettature.
Le diede un ultimo bacio sulla guancia e sospirò, sollevato: era riuscito a tenerla lontana dalla Hybe per un altro giorno.
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Si stava allenando in palestra e, per la prima volta in vita sua, si sentiva tremendamente a disagio.
Concentrato sul display del tapis roulant, cercò di ignorare gli altri idol presenti che lo fissavano con insistenza da quando era entrato.
«Ignorali» aveva sussurrato a bassa voce Jungkook che si stava allenando insieme a lui, ma Namjoon era furioso.
Terminato l'esercizio, si mise a sedere sulla panca pronto a immergersi in un'intensiva serie di pesi, ma si fermò ancor prima di cominciare quando vide Zico avvicinarsi a lui.
«Ehi Joon, hai la ragazza e non mi dici nulla?»
«Non ti ci mettere anche tu» Namjoon prese un manubrio da quindici chili per la sessione di pull over e lo strinse con forza «non ti bastano le voci che stanno già circolando?»
«A nessuno di noi interessano le cazzate che dicono su Eve-ssi» si passò un asciugamano sul collo per tamponare il sudore «vorrei ricordarti che siamo tutti sulla stessa barca a navigare in questo mare di merda. Credi che siano tutti single qui?»
Gli strappò una risata e si unì a lui e Jungkook nell'allenamento con i pesi.
«Avrei preferito che me lo raccontassi tu di Eve-ssi. Avevo capito che ci fosse qualcosa tra voi, anche se siete stati attenti.»
«Forse non troppo se hai avuto sospetti su di noi.»
«È stato solo un caso» Zico gli diede una pacca sulla spalla «ti ho visto in corridoio insieme a lei e gli altri ragazzi. La stavi mangiando con gli occhi.»
«Oh, lo hyung è innamorato perso di Noona» Jungkook si intromise nel discorso dei due ragazzi e sfoderò un enorme sorriso «l'ha già presentata ai suoi genitori.»
«Kookie, smettila!»
«Cosa ho detto di male? Lo sai che ho sempre tifato per voi due, spero solo che MinHee non ti infastidisca ancora.»
«La tua ex?» Zico non nascose una smorfia di disappunto «mi chiedo per quale motivo l'amministrazione abbia assunto un artista coinvolta in una causa giudiziaria.»
«Non lo so» Namjoon fissò il pavimento
Ricordava perfettamente l'arrivo dell'attrice in agenzia, l'inizio di tutti i suoi problemi.
Non riusciva ad avere un giorno di pace: MinHee non perdeva occasione di avvicinarsi a lui con scuse patetiche, in più le giovani trainee assorbite dalla Hybe non facevano altro che alimentare i pettegolezzi sul loro conto.
Da tempo sentiva serpeggiare tra i corridoi delle voci su una possibile relazione clandestina tra lui e MinHee, ma aveva cercato in tutti i modi di nasconderle ad Eve, un tentativo fallito dopo lo scandalo scoppiato in Hybe.
«Nessuno di noi è felice di averla tra i piedi, ma è stato PDnim ad assorbire quella piccola agenzia. Avrà visto del potenziale, non è uno stupido.»
«Lo sappiamo, ma avrebbe potuto assumere tutti tranne lei. È una fonte di problemi» Zico afferrò la bottiglietta dell'acqua e notò una figura a lui famigliare varcare la porta d'ingresso.
MinHee era appena entrata in palestra. Si guardava attorno, fortemente in imbarazzo, e avanzò verso il trio cercando di non mostrarsi nervosa.
Gli altri idol la scrutavano chi con astio, chi con semplice curiosità.
Tra le mani stringeva un piccolo pacchettino regalo, si umettò le labbra con un gesto nervoso quando salutò i ragazzi.
«Chissà perché quando si parla di guai, ci sei sempre tu di mezzo» Zico le rivolse uno sguardo ostile «nemmeno una sentenza di tribunale ti ha tenuto lontano da lui. Sei peggio di una sasaeng.»
«Non sono una di quelle pazze» mormorò prima di voltarsi verso Namjoon e Jungkook, seduti sulla panca.
Si inchinò leggermente, con le braccia tese in avanti porgeva al più piccolo il pacchetto avvolto da un curioso involucro giallo.
«È per te. Buon compleanno...»
Il maknae rimase senza parole. Titubante, prese il regalo e chinò il capo per ringraziarla. Era la prima volta che accettava un dono mal volentieri.
In passato le era affezionato ed era felice per il suo hyung anche se, nel profondo, MinHee non gli aveva mai ispirato fiducia, ma a lui e a tutti gli altri importava solo e unicamente della felicità del proprio leader.
Sbirciò di sottecchi il rapper che la stava volutamente ignorando, MinHee era di fronte a tutti loro e non dava cenno di volersene andare.
«Devi dirci qualcosa? Ti anticipo che anche se libero non mi interessi e poi non amo il riciclo» ringhiò all'improvviso Zico, infastidito da quella presenza che non faceva altro che aumentare il brusìo dei curiosi in palestra.
«Volevo solamente dire che mi dispiace per tutta questa situazione che si è creata.»
«Dovrei crederti?» Namjoon le rispose fissandola con rancore «Stanno dando della troia alla mia ragazza e tu ne sei dispiaciuta? Evita di raccontare altre cazzate.»
«Non sto mentendo. Ammetto di essere stata gelosa perché speravo di tornare con te, ma ho sbagliato» MinHee si strinse le braccia, il labbro le tremava appena «Sono in debito con Unnie. È grazie a lei se sono stata assunta in Hybe e al posto di esserle riconoscente l'ho odiata senza un valido motivo.»
Namjoon sgranò gli occhi. Il sangue gli ribolliva nelle vene e fu grazie a Zico e Jungkook se rimase seduto sulla panca anziché alzarsi e urlarle contro tutta la sua ira.
«Te lo ripeto per un'ultima volta. Basta cazzate.»
«È la verità, Oppa. Possibile che non ti abbia detto nulla?» fece un passo per avvicinarsi ulteriormente a lui e fissarlo negli occhi «Sono stata una stronza, ma non sto mentendo. Mi dispiace per tutto quello che sta accadendo in azienda e di come la stanno trattando.»
Namjoon continuò ad ignorarla. Il pavimento di legno della palestra era decisamente più interessante di quella presenza alquanto sgradevole così come il chiacchiericcio degli altri idol lì presenti.
MinHee sospirò, si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e continuò a fissarlo.
«Unnie ha realmente aiutato sia me che le ragazze ad entrare in Hybe. Non avrei motivo di mentire su una cosa del genere. Potresti chiedere a PDnim o direttamente a lei se hai dei dubbi.»
«Piantala con questa messa in scena, non è divertente» ringhiò Namjoon, spazientito «se fosse vero lo avrei saputo da lei, non credi?»
«È la verità, Oppa. Forse è lei a non essere sincera con te visto che ti tiene all'oscuro di quello che combina alle tue spalle.»
Senza aggiungere altro, si allontanò dal trio a passo svelto e uscì dalla palestra.
Namjoon la seguì con lo sguardo.
Era disgustato da tutta quella situazione, dall'astio che i dipendenti nutrivano verso Eve e dalle patetiche accuse di MinHee.
«Caspita, è davvero una brava attrice. Per un attimo mi è sembrata sincera» Zico terminò la sua bottiglia d'acqua prima di gettarla e alzarsi in piedi «non mi è mai piaciuta. Mi chiedo cosa diavolo ci avessi visto in lei.»
«Non lo so» sospirò Namjoon sdraiandosi sulla panca per iniziare il suo workout quotidiano.
Era seccato da quel teatrino che la sua ex aveva inscenato e mal sopportava la sua presenza. Chiuse gli occhi per concentrarsi, per togliersi dalla testa quella frecciatina che aveva lanciato contro Eve.
«Maledetta stronza» sibilò a bassa voce e pensò alla sua ragazza, sola a casa protetta dalle mura del loro nudo d'amore, al riparo dall'atmosfera tossica che si respirava in agenzia.
Lontano da MinHee e dalle sue infondate accuse.
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Seduto sulla poltrona girevole, stava fissando da qualche minuto le mensole sopra il proprio letto.
Erano piene di pelouche della Line Friends, la casa produttrice dei personaggi BT21. Inclinò il capo di lato, squadrò un pupazzo di Koya versione baby e sbuffò.
«Non so se lasciarlo o portarmelo via.»
Eve era dietro di lui, gli stava massaggiando le spalle. Namjoon chiuse gli occhi per godere a pieno del tocco di quelle dita e buttò la testa indietro.
«Ne hai fin troppi a casa» la ragazza si abbassò appena per lasciargli un leggero bacio sulla fronte.
«Sono un eterno indeciso, Jagi» aprì le palpebre sciogliendosi in un leggero sorriso «Se lo lasciassi qui mi sentirei come se lo tradissi.»
«È un pupazzo come tanti, fabbricato in Cina e confezionato da qualche disgraziato sottopagato» le mani scivolarono in avanti tastando il collo ed infine l'ampio petto di Namjoon «Più di Koya che finirà sicuramente a casa nostra, mi preoccuperei di parlare con i tuoi fratelli anche se trovo stupida la tua ansia.»
«Dici?»
«Sì, yeobo» si abbandonò ad un profondo sospiro e lo abbracciò del tutto «Ufficializzare con loro il tuo trasferimento è da sciocchi. Non usi più il dormitorio da quando ci siamo messi insieme e se dormi qui è solo perché avete impegni lavorativi, e loro non sono degli idioti.»
«Lo so, ma abbiamo convissuto quasi dieci anni, undici con Yoongi-hyung. È una forma di rispetto ed è giusto avvisarli che non vivrò più con loro.»
Eve rise, gli posò un bacio sul collo e lui tremò «è una decisione molto importante ed è per questo che non voglio darti alcun consiglio, se non uno solo: non parlarne stasera. È il compleanno di JK, rimanda tutto a domani o tra una settimana.»
Rimandare discorsi importanti. Tacere. Nascondere.
«Forse è lei a non essere sincera con te visto che ti tiene all'oscuro di quello che combina alle tue spalle.»
La voce pungolante di MinHee tornò a tormentargli la mente.
L'idea che Eve potesse celargli qualcosa di importante lo faceva impazzire.
La vide allontanarsi per uscire dalla stanza e qualcosa in lui si smosse. La fermò trattenendola da un polso, il cuore gli martellava prepotentemente nel petto e la bocca era più asciutta del deserto del Sahara.
«Jagi, tu non mi stai nascondendo nulla, vero?»
Realizzò l'assurdità della sua domanda quando vide Eve sgranare gli occhi, sorpresa. Aveva dato voce alla sua ansia, al timore di essere tradito dalla donna che amava e soprattutto dal dubbio che MinHee gli aveva conficcato nel cervello.
"Tesoro, hai forse convinto PDnim ad assumere la mia ex?"
Non poteva chiederglielo direttamente, era conscio che di fronte ad una simile domanda lei lo avrebbe mandato a quel paese.
Aumentò lievemente la presa sul polso, l'attenzione focalizzata su di lei per scrutare ogni espressione facciale, ma Eve gli rispose con un semplice sorriso.
«A parte i miei dati anagrafici e la mia vita passata?» con una mano gli scompigliò i capelli e lui la fece sedere sulle proprie gambe.
«È naturale avere dei segreti e sicuramente anche tu ne avrai. Non ho alcun amante se è quello che ti preoccupa» scoppiò a ridere, ma Namjoon rimase serio e si strinse a lei, strofinò la guancia contro la sua e la sentì ridere per il solletico.
«Pungi» pigolò Eve, ma lui non l'ascoltò limitandosi ad abbracciarla e mordersi la lingua quasi a sangue.
«Ti voglio bene, amore mio» si limitò a sussurrarle nell'orecchio. Le diede un leggero bacio sulla guancia respirando a fondo il suo profumo.
«Sei strano oggi» Eve si alzò in piedi e raggiunse lentamente la porta della camera da letto.
Oltre la parete, in soggiorno, si stava svolgendo la festa di compleanno del maknae.
«Stasera accantoniamo tutti i nostri problemi e cerchiamo di divertirci, ok?» strinse le dita attorno alla maniglia, pronta ad aprire la porta e raggiungere il festeggiato «e porta a casa Koya, così dormo abbracciata a lui quando non ci sei.»
Rivolse un ultimo sorriso a Namjoon, le guance assunsero un tenue colorito «ti voglio bene anch'io, amore. Non sai quanto.»
Il rapper la vide uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Tornò a fissare il pupazzo di Koya, lo prese dalla mensola e con un dito accarezzò un elastico per capelli bianco legato alla zampina, quello che Eve aveva dimenticato in dormitorio il giorno in cui visitarono insieme il Museo d'Arte di Cheongju.
Le immagini del loro primo appuntamento erano nitide nella sua mente e pensò a lei, immersa nei suoi pensieri seduta al suo fianco in auto mentre guardava fuori dal finestrino, e alla voglia incontrollata di stringerla a sé.
Scacciò via dalla testa ogni pensiero negativo, compresa la frecciatina al vetriolo di MinHee nei confronti della sua ragazza.
Eve era molto restia nel raccontargli il suo passato, lo sapeva sia lui che i ragazzi e a Natale avrebbe finalmente aperto il vaso di Pandora, ma era certo che lei - nel loro rapporto - fosse sincera e cristallina.
Ripose il pupazzo sul letto e lo fissò prima di sorridere tra sé «prova a rubarmi la ragazza e sei un koala morto!»
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«È stato davvero fantastico! Non mi divertivo così tanto da una vita!»
Jungkook addentò una fetta di pizza. Gli occhi brillavano, ancora eccitati per l'adrenalina provata all'interno del Laser Game di Hongdae.
«Parla per te, mi fa male la schiena» Taehyung si massaggiava una spalla «sono vecchio per queste cose.»
«Oh, mi sembra di sentire Jin hyung» rise sbirciando il maggiore concentrato più su EunJoo, seduta al suo fianco, che sul cibo a tavola.
La gioia del maknae era incontenibile. Era il suo compleanno e i ragazzi gli avevano organizzato una festicciola al dormitorio per i suoi ventiquattro anni, una semplice cena con tutti loro presenti inclusi Eve, Baek ed EunJoo.
Era all'apice della felicità.
«Sono contenta che ti sia divertito.»
«È stato un regalo bellissimo, grazie Noona» la abbracciò e le rivolse un ampio sorriso «Mi è dispiaciuto andarci solo con Tae e altri miei amici, avrei voluto sfidarti.»
Eve gli scompigliò i capelli con una mano, gli accarezzò una guancia e lui sentì la pelle divenire rovente a quel tocco così materno.
«Lo sai che ho un pessimo rapporto con alcuni rumori.»
Il ragazzo annuì col capo si toccò il viso dove la sua Noona, pochi istanti prima, lo aveva sfiorato.
La seguì con lo sguardo quando si allontanò da lui e la vide raggiungere Namjoon che, prontamente, la accolse tra le sue braccia.
«Tutto ok?»
Jungkook si voltò verso Taehyung, alle sue spalle.
«Sì, stavo solo guardando Noona con lo hyung» mormorò a bassa voce per non farsi udire dagli altri ospiti «sai, lo invidio. Mi piacerebbe conoscere una persona speciale.»
Taehyung si mordicchiò l'interno della sua guancia e fissò la coppia seduta sul divano. Trattenne un sorriso quando vide la ragazza imboccare una patatina all'amico per poi rilassarsi appoggiando il capo sulla spalla.
«Credo che loro due siano un'eccezione, ma ti confesso di essere preoccupato.»
«Perché?» Jungkook sgranò gli occhi da cerbiatto.
«Non sappiamo nulla di Noona, nemmeno il nome. Temo che Namjoonie si sia costruito un'immagine di lei completamente distorta dalla realtà.»
«Invece credo che la amerà di più una volta terminato il gioco» addentò una tartina al formaggio e continuò a fissare la coppia «mi piace Noona perché riesce a gestire lo hyung e poi siamo sinceri, noi non siamo persone normali. Ci cercano solo per sesso o per convenienza, invece lei sta affrontando un'intera bufera in azienda. Poteva mollare tutto e andarsene eppure è lì, che scherza con lui per non farlo preoccupare.»
Prese una seconda tartina, la masticò lentamente e fissò un punto indefinito del soggiorno.
Era sereno, rilassato e non voleva rovinare l'atmosfera gioviale di quella serata, ma l'immagine di MinHee tornò prepotente nella sua mente.
Il cambio repentino di espressione allarmò Taehyung.
«Ehi, tutto ok?»
Jungkook annuì con il capo. Si umettò le labbra e fissò il maggiore «Si tratta di MinHee...»
«Che altro ha fatto quella stronza?»
Jimin, arrivato alle sue spalle, si unì a loro. Con un braccio attorno al collo del maknae e un bicchiere di prosecco in mano, finse di essere rilassato per non destare sospetti nei confronti degli altri ospiti «Allora? Che altro ha combinato?»
«Ecco, questa mattina ero in palestra con lo hyung e Zico quando si è avvicinata a noi. Mi ha dato il suo regalo di compleanno» si mordicchiò il labbro e dondolava sul posto spostando il proprio peso da un piede all'altro «Erano dei semplici cioccolatini al latte. Un pensiero gentile.»
«E sei turbato per questo?»
«No. Ha parlato con Joonie hyung, che era dispiaciuta per quello che sta accadendo a Noona e ha ammesso di essersi comportata da stupida perché gelosa.»
Taehyung digrignò i denti e lanciò un'occhiata a Jimin, anche lui preoccupato «Ho sentito Yoongi e Jin che parlavano di una rissa sfiorata tra le due ragazze. A quanto pare MinHee le avrebbe messo le mani addosso. Namjoonie era incazzato nero.»
«Non saprei dirti, TaeTae, ma continuava a dire che le dispiaceva e che doveva essere riconoscente a Noona perché è stato grazie a lei se PDnim l'ha assunta» Jungkook strinse le mani a pugno con forza nascondendole dentro le tasche della felpa oversize e guardò Eve che scherzava con Namjoon sul divano «Non abbiamo creduto ad una sola parola, ma temo che lei sia riuscita ad installare il dubbio nello hyung.»
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Appena l'aveva vista avvicinarsi con un enorme sorriso sulle labbra, allargò le braccia e la fece sedere sulle proprie gambe.
«Hai finito di coccolare Jungkookie? Potrei essere geloso.»
«Finiscila, Yeobo. È il suo compleanno ed è giusto che lui stia al centro dell'attenzione» Eve sfiorò le labbra di Namjoon con una patatina che fu subito divorata «e poi credo che siano i ragazzi ad essere gelosi. Li stai trascurando.»
«Dovranno abituarsi, sono adulti.»
«Oh, vuoi lasciare la genitorialità al povero Jin e abbandonare i tuoi poveri e scapestrati figli?»
«Finiscila con questa storia» rispose piccato, ma Eve scoppiò a ridere e si appoggiò sulla sua spalla.
«Oh, credi che non sappia delle varie fantasie erotiche che gli Army hanno su tutti voi? Lo so che ti hanno affibbiato un nomignolo...» avvicinò le labbra all'orecchio fino quasi a sfiorarlo «non è vero, Daddy?»
Un lungo brivido freddo percorse l'intera colonna vertebrale di Namjoon. Odiava quel soprannome e lo trovava di pessimo gusto, ma il tono sensuale di Eve gli aveva provocato un piacevole crampo tra le gambe.
«Smettila, Jagi.»
«Perché? Non è così che ti chiamano quasi quaranta milioni di fan?»
«Sì, ma tu non sei una di loro» le diede un leggero morso sul collo, strappandole un'altra risata «te l'ho già detto, sei la mia unica e preziosa libellula.»
«Ti odio quando sei così schifosamente sdolcinato.»
Una profonda risata fece voltare la coppia, Baek era alle spalle di Namjoon, appoggiato con i gomiti allo schienale del divano che mostrava un ghigno divertito.
«Non hai ancora capito che Dalì e il romanticismo estremo vivono su due universi paralleli e ben distinti?»
«Non è vero, Oppa. In fondo sono una ragazza dolce, sensibile e romantica»
Baek sogghignò quando la vide mettere il broncio gonfiando le guance «Ah, sì? Allora dimostralo dicendogli qualcosa di carino ed estremamente smielato.»
Eve osservò di sottecchi Namjoon, le gote divennero all'improvviso rosse e si mordicchiò le labbra.
«Allora? Sto ancora aspettando.»
«Oh, lasciami in pace!» sbottò all'improvviso e si alzò di fretta per cercare rifugio sul terrazzo mentre Baek, divertito e visibilmente allegro per il troppo alcol ingerito, scoppiò a ridere fino alle lacrime.
D'istinto, Namjoon si alzò dal divano e la rincorse fino all'esterno dell'appartamento.
Aveva un disperato bisogno di stare da sola con lei e quella era l'occasione più che giusta per isolarsi dal resto del gruppo.
Appoggiata alla balaustra del terrazzo, Eve osservava il cielo notturno adombrato da una leggera coltre di smog.
«Non credo che riesca a vedere le stelle, Jagi.»
«Non le sto cercando» rise. Con le dita, torturò un ricciolo e lui le prese la mano per portarsela alle labbra.
L'atmosfera inizialmente allegra e rilassata si era appesantita all'improvviso.
Era preoccupato per lei, per loro due e non riusciva a darsi pace. Si morse la lingua quando incrociò l'espressione assorta di Eve che, come lui, cercava di mascherare la propria apprensione.
Si strinse a lei alla ricerca delle sue labbra e gli sfuggì un sorriso quando sentì il sapore dolce e pungente del cioccolato alla menta riportandolo indietro nel tempo, alla notte prima del Muster Sowozoo.
Il testo della canzone dei Linkin Park, Waiting For The End, racchiudeva a pieno ciò che Namjoon provava in quel preciso istante.
Voleva costruire una nuova vita e voleva farlo con lei, quella donna segnata da chissà quale passato che desiderava ricominciare da capo la propria esistenza.
Non gli importava di essere all'oscuro del suo vissuto, per lui il primo incontro avvenuto in ascensore in una sera di marzo indicava il giorno zero.
E lui si era follemente innamorato di Eve, la donna che apparteneva al suo presente e con la quale voleva creare un futuro.
Aumentò la stretta, abbracciandola in vita e approfondendo il bacio, strappandole un ansimo.
«Ehi, cosa c'è?»
«Nulla» mormorò sulle sue labbra «Ho solo voglia di coccolarti.»
«Sul terrazzo nel bel mezzo di una festa di compleanno?» Eve gli prese il volto tra le mani, lo fissò negli occhi e lui si tradì mordendosi l'interno delle guance «Dimmi cos'hai. Sei strano da questa mattina.»
«È una sciocchezza» bofonchiò sperando di svincolarsi da quello sguardo indagatore, invano.
Si odiava perché nonostante fosse a conoscenza che la sua ex detestasse nel profondo Eve, non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che MinHee fosse stata assunta grazie all'aiuto della propria ragazza.
E l'ansia riprese ad attanagliarli la gola.
«A volte ci sono dei momenti che vorrei sapere tutto di te» le accarezzò i capelli con le dita, scostando una piccola ciocca dalla fronte «ho paura che questo nostro stupido gioco ti spinga a nascondermi qualcosa che potrebbero minare il nostro rapporto.»
«Oddio, ancora con questa storia?» spazientita, tornò alla balaustra a fissare il cielo «è già la seconda volta che ne parliamo stasera e odio dover ripetere le stesse identiche cose.»
«Scusa, è che-»
«Sembra che tu non riponga fiducia in me.»
«Mi fido di te.»
«Ma stai per farmi un interrogatorio» esausta, si passò una mano sugli occhi «in verità ho diverse preoccupazioni, tutte risolvibili. Sai perfettamente l'atmosfera che si sta respirando in Hybe e ammetto che la situazione mi pesa molto, ma sto cercando di non pensarci e concentrarmi solo e unicamente su noi due. Di me possono dire qualsiasi cosa, ma l'importante è che voi sette non abbiate ripercussioni sulle vostre carriere.»
A quelle parole, Namjoon si sentì profondamente in colpa. La strinse da dietro avvolgendole la vita con le braccia e rise appena quando le mani di Eve strinsero le sue, appoggiate sul ventre.
Era una posizione per lui molto intima, che lo rilassava completamente. Gli diede un leggero bacio sulla guancia e guardò con lei il cielo notturno.
«Mi dispiace se sei finita in questa bufera per colpa mia. Non volevo tutto questo.»
«Non preoccuparti, si risolverà in qualche modo. L'amministrazione ha già fatto firmare i moduli di riservatezza. Ho dovuto siglarlo anch'io, lo sai?»
«Cosa?»
Eve rise e si voltò verso di lui «Già. Sono così idioti che mi hanno fatto compilare quel documento con il mio attuale nominativo. Peccato che Eve Hartmann non esista.»
«Il tuo nome...» le posò un bacio sulla fronte e la strinse di nuovo.
Tre mesi e avrebbero posto la parola fine al loro gioco. Niente più vite passate segrete, niente identità fittizie.
Niente più Eve.
Il nome con la quale l'aveva battezzata e che per entrambi aveva un profondo significato, sarebbe svanito nell'etere.
«Posso farti una richiesta stupida?» nascose il viso tra la chioma di lei respirando a fondo il suo profumo «mi piacerebbe continuare a chiamarti Eve.»
La sentì ridere, chiuse gli occhi quando le dita della ragazza gli accarezzarono la nuca.
«Non importa come mi chiamerai dopo Natale» lo baciò sulla guancia per poi avvicinarsi al suo orecchio, solleticandolo con le labbra «perché tu sarai sempre il mio drago e io la tua libellula.»
A quelle parole, Namjoon tremò.
La guardò negli occhi e provò una profonda gioia quando incrociò il suo sorriso.
Era per lui tenera, le guance arrossate per l'imbarazzo di essersi lasciata andare e qualcosa di smosse del tutto in lui.
Non gli importava più nulla di quei dubbi che gli pungolavano la mente, non voleva più aspettare altro tempo, nemmeno il viaggio negli USA e il suo progetto di portarla sul tetto dell'Empire State Building.
«Jagi, devo dirti una cosa importante» gli si seccò la gola e il cuore batteva impazzito nel petto.
Due parole, due semplicissime e brevi parole che non racchiudevano a pieno l'intensità di quell'amore che provava per lei.
Le accarezzò il viso e la fissò intensamente. Voleva guardarla negli occhi, cogliere ogni singola emozione e sperare di rivivere quella gioia provata a Jeju, quando le si dichiarò di nascosto e lei rispose nel sonno.
Prese un profondo respiro e raccolse tutto il suo coraggio, ma la porta scorrevole si aprì e la figura di Seokjin comparve a due passi da loro.
«Hya, devo sempre riprendevi? Vi stanno aspettando per la cena e non mi va di mangiare ramen gonfi a causa vostra.»
Di fronte l'espressione corrucciata del ragazzo, Eve scoppiò a ridere.
«Va bene, arriviamo subito» cinguettò e volse di nuovo la propria attenzione a Namjoon «cosa volevi dirmi?»
«Nulla, tranquilla. Dammi un solo minuto, vi raggiungo subito» rispose.
La osservò allontanarsi da lui per rientrare in soggiorno e quando fu certo di trovarsi da solo con l'amico, si accasciò contro la balaustra.
Seokjin si mise al suo fianco «ho interrotto qualcosa di importante?»
«Non importa», si passò entrambe le mani tra i capelli «mi stavo dichiarando e credo che dovrò aspettare per forza il viaggio a New York, sul tetto dell'Empire.»
«Dichiarando? Cosa vorres-» il maggiore si bloccò all'improvviso. Con la bocca spalancata per la sorpresa, annaspò alla ricerca d'ossigeno e provò a sillabare qualche frase di senso compiuto «le vuoi chiedere di sposarti?»
«Cos-? No, no!» Namjoon scosse nervoso il capo, le orecchie avvamparono «voglio solo dirle che la amo.»
«Ah», Seokjin rilassò le spalle «credevo glielo avessi già detto.»
«Non ancora, lo sai come sono fatto. Ogni volta che ci provo, mi blocco.»
«Sei strano, Joon. Convivi con lei, l'hai presentata ai tuoi genitori e hai paura a dirle che l'ami? Cosa temi, di essere rifiutato?»
«Non lo so, forse di perderla.»
La risata a singhiozzo di Seokjin non tardò ad arrivare «Forse dovrebbero rivalutare il tuo quoziente intellettivo.»
«Grazie, hyung.»
«Sono serio, capisco i tuoi timori. I problemi in agenzia e la presenza di MinHee non aiutano di certo, ma Eve tiene molto a te e si vede. Una persona comune sarebbe scappata via, invece lei ti è accanto e ti supporta e sopporta» si stiracchiò le braccia e gli rivolse un enorme sorriso «capisco anche la voglia di regalarti un momento unico e speciale con lei. L'Empire, eh? Non sei molto originale, Namu. Ora rientriamo che si fredda la cena.»
Namjoon annuì con capo e rimase da solo qualche altro secondo sul terrazzo.
Chiuse gli occhi pensando a quanto discusso con Seokjin, ai suoi stupidi timori e si rese conto che - forse - si stava preoccupando per nulla.
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Le bottiglie vuote di soju e birra occupavano gran parte del tavolino.
Con un microfono stretto in mano, EunJoo cantava Moon, la canzone da solista di Seokjin.
Erano tutti piacevolmente sorpresi dalle doti canore di quella veterinaria e spesso Jungkook si univa a lei per farle da coro.
Canticchiavano tutti, tranne una persona.
Eve, con le guance rosse e visibilmente brilla, osservava con occhi spenti il televisore con il testo in sovrimpressione.
«Mi sta venendo l'orchite. Se sento un'altra canzone kpop giuro che sbocco» si portò la bottiglia di birra alle labbra e bevve un lungo sorso.
«Vorrei ricordarti che sei circondata da idol.»
«Appunto, Yoongi. Le vostre canzoni sono ovunque, anche nei cessi della metropolitana» vuotò la bottiglia, la posò sul pavimento e guardò ancora EunJoo che si dilettava con la canzone successiva della playlist, Epiphany. «Speravo in un altro repertorio. Siete davvero noiosi.»
«Allora perché non canti tu?» gli porse un microfono e sfoderò un enorme sorriso gommoso «visto che stai con un rapper, potresti cantare le sue canzoni.»
«Caschi male, hyung. Che tu ci creda o no, non ha mai ascoltato un mio brano, a parte Expensive Girl.»
Namjoon, si sedette al fianco della ragazza e le mise un braccio attorno alle spalle «Ti va di cantare qualcosa, Jagi? Magari i Queen, i Led Zeppelin o gli AC/DC.»
Confusa e con la testa annebbiata dall'alcol, Eve si rigirò il microfono tra le dita «ci sono solo titoli di merda...»
«Oh, piantala di fare la bambina! Non vuoi dedicare una canzone sdolcinata al tuo amato yeobo?» Baek si palesò di fronte la coppia.
Più ubriaco di lei, stringeva in una mano il microfono strappato via da quella di EunJoo «su YouTube ci sono molti video in versione karaoke. Possiamo scegliere quella che ti piace di più.»
«Veramente?» gli occhi di Eve brillarono di una lieve eccitazione «qualsiasi cosa?»
«Sì, piccola. Tutti i generi e lingue che desideri.»
Le labbra di Eve si distesero in un enorme sorriso. Afferrò la mano che Baek gli aveva porto per aiutarla ad alzarsi e, con non poche difficoltà, raggiunse la postazione karaoke.
Borbottò qualcosa a bassa voce, l'applicazione YouTube si aprì a pieno schermo sul televisore e una lista interminabile di canzoni straniere comparve sul monitor.
Soddisfatta, si fermò su un titolo e aprì il link.
«Noona, cos'hai scelto?»
«Qualcosa che mi pulisca le orecchie, TaeTae.» rise e strinse il braccio di Baek per non cadere.
Le percussioni di una batteria rimbombavano nell'aria raggiunte dalle corde di una chitarra elettrica, sul monitor scorrevano le immagini di una band straniera impegnata in un concerto live all'aperto, in mezzo a quello che sembrava un'area industriale dismessa.
Eve e Baek cominciarono ad alternare le strofe, stonando e biascicando qualche parola, ma erano in qualche modo magnetici, coinvolgenti e soprattutto divertenti.
Jungkook rideva alla vista della sua Noona che saltellava sul posto e leggeva rapida i versi di quello che sembrava il frontman del gruppo mentre agitava il braccio libero dal microfono.
Lesse il nome del gruppo, i Sum41, e con le note della canzone Fatlip che risuonavano alte, cercò la band su Naver.
«Hyung, non sapevo che Noona ascoltasse la musica punk» il maknae diede una gomitata a Namjoon che si limitò ad annuire col capo senza smettere di fissare la propria ragazza.
«Ringrazia il cielo che non abbia scelto Duality degli Slipknot.»
«Cosa?»
Il rapper tornò a concentrarsi su Eve.
Baek la stringeva con un braccio alla vita, a volte la guardava di sottecchi con uno sguardo carico di affetto e Namjoon si sorprese di sé stesso nel non provare gelosia verso quel rapporto così intenso e profondo di cui non sapeva assolutamente nulla.
«I know I'm not the one you thought you knew back in high school. Never going, never showing up when we had to attention that we crave. Don't tell us to behave, I'm sick of always hearing "act your age"»
Eve si stava sfogando ancora una volta con la musica. Con le mani strette attorno al microfono, intonava rapida le strofe di quella canzone americana che parlava di una persona che respingeva ogni tentativo di conformarsi alla società.
Proprio come lei.
Era piena di un'energia dettata dal mix di alcol che aveva ingerito quella sera, una quantità più alta del solito, complice forse l'atmosfera goliardica della festa di compleanno, ma Namjoon non l'aveva fermata.
Lei stava scaricando tutto lo stress accumulato negli ultimi giorni e per lui importava solo questo: più si sfogava e meno era soggetta ad attacchi d'ansia come i maledetti incubi che la svegliavano nel cuore della notte.
Il brano terminò e lasciò il posto ad altri titoli più famosi come I Gotta Feeling dei The Black Eyed Peas fino a Grace Kelly di Mika, tutte interpretate dai due ragazzi che improvvisavano comici duetti, con parole mezze sbiascicate e talvolta incomprensibili.
Jimin, rosso in viso, scoppiò a ridere quando vide Eve selezionare da YouTube un'altra band straniera dove, tra i titoli proposti, figurava l'immagine di tre uomini nudi che correvano sulla spiaggia.
«Le cose si fanno interessanti!» esultò bevendo l'ennesimo bicchiere di champagne insieme a Taehyung che, seduto sul divano con le braccia incrociate al petto, leggeva ogni singolo titolo di quel gruppo.
Non ne conosceva nemmeno uno.
Il brano partì e con esso anche la musica. Eve rideva e saltellava come una bambina, era allegra e per un istante si girò verso di lui.
«Adoro questa canzone più per il video che il testo!» esultò e Taehyung notò sullo schermo tre ragazzi agghindati in stile anni Novanta circondati da decine di ragazze urlanti: era la prima volta che vedeva All the small things dei Blink182.
Il video era un'intera parodia sulle band degli anni passati, un vero e proprio sfottò di artisti come i Backstreets Boys, Christina Aguilera, Ricky Martin e altri nomi illustri che avevano segnato la storia della musica di inizio millennio.
Namjoon, stravaccato sul divano, rideva della comica performance di Eve nel karaoke e non riusciva a smettere di guardarla, attirato da quell'euforia dettata per lo più dall'alcol.
«Era da tanto che non la sentivamo» Baek recuperò l'ennesima bottiglia di birra «quanto odiavi i balletti di quei gruppi?»
«Mi fanno cagare tutt'ora, come i vari gruppetti e il loro mondo di unicorni e mini pony» Eve rubò la bottiglia dalle mani dell'amico e ne bevve un lungo sorso «chi lo avrebbe mai detto che mi sarei messa con un idol del cazzo?»
Per un secondo calò il silenzio in soggiorno, interrotto dalla risata del fotografo seguito da Yoongi e Jimin.
Eve fece scivolare a terra il microfono e ciondolò con passo incerto verso Namjoon, sedendosi al suo fianco.
Lo guardò negli occhi e gli mostrò un ampio sorriso prima di stampargli un bacio sulla guancia e gettagli le braccia al collo «Ti voglio bene ugualmente, anche se sei un idol di merda.»
I fischi della maknae line non tardarono ad arrivare quando la ragazza baciò di nuovo Namjoon sulle labbra di fronte a tutti loro.
Jungkook prese il cellulare e cominciò a filmare i ragazzi che ridevano e scherzavano, per imprimere per sempre quel momento di pura gioia.
Era in parte triste per Hoseok che si era dovuto dileguare subito dopo la cena, ma ciò non spense il suo enorme sorriso: per lui una delle feste di compleanno più belle in assoluto, una parentesi felice all'interno della loro quotidianità
Seokjin era con EunJoo, si tenevano spesso per mano e quando si guardavano, i loro occhi erano carichi di amore e dolcezza.
Jimin e Taehyung scherzavano tra loro coinvolgendo Baek e un Yoongi più socievole del solito, visionando alcuni video di varia natura.
Ed infine il suo hyung con Noona.
Eve era mezza addormentata tra le braccia di Namjoon che, sereno e finalmente in pace con sé stesso, le accarezzava i capelli e le sussurrava qualcosa all'orecchio per tempestarla di lievi baci sulle guance.
Quel quadretto familiare era per Jungkook il regalo più bello di sempre.
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«È completamente partita» Taehyung guardò Namjoon attraverso il riflesso dello specchio retrovisore.
Era l'unico sobrio e completamente privo di una goccia di alcol in corpo.
Con le mani strette al volante, guidava per le strade di Hannam per riportare a casa il suo hyung, Eve e Baek.
«Era da tanto che non si lasciava andare in questo modo, non le fa bene alla salute, Joon.»
«Lo so, Baek hyung, ma immagino saprai il casino che c'è in azienda» con un braccio attorno alle spalle, la strinse a sé.
Eve dormiva profondamente, il viso era rilassato e sperava che la guida di Taehyung non la svegliasse.
«Ammetto di essere contento che ci abbiano scoperto,» Namjoon continuò ad accarezzarle la guancia con il pollice «ero stufo di nascondermi come un criminale in agenzia, ma Eve continua a dire di non essere pronta.»
«Come biasimarla. Le danno della puttana che tradisce il marito con un idol» Taehyung si voltò verso il fotografo che, inspiegabilmente, si era irrigidito «lo sai che sono tutti convinti che Noona sia tua moglie?»
«Che assurdità» rispose Baek e fissò la città scorrere rapida dal suo finestrino «i vostri dipendenti dovrebbero pensare a lavorare di più e perdere meno tempo in cazzate.»
«Sono pienamente d'accordo con te, hyung» Namjoon continuò ad accarezzare Eve, ancora addormentata. Le diede un leggero bacio sul capo «spero solo che questa situazione non sia un'ulteriore fonte di stress per lei. Se l'atmosfera è così tesa ora, non oso immaginare a gennaio quando la Hybe pubblicherà il comunicato.»
«Quale comunicato?»
«La nostra relazione» rispose a Baek «ne ho parlato a lungo sia con lei che con l'amministrazione. La Hybe formalizzerà la nostra coppia tramite Twitter e Weverse, ma non riesco a non preoccuparmi per lei. Speravo di darle una vita normale e invece le sto causando solo problemi.»
«Si risolverà tutto, stai tranquillo. Pensa solo a renderla felice.» con voce impastata, l'uomo si abbandonò ad un lungo sbadiglio e stiracchiò le braccia
Taehyung svoltò ed entrò nel parcheggio sotterraneo privato del complesso di The Hill.
Erano quasi le due e mezza di notte, gli occhi si stavano chiudendo per il sonno e lui non vedeva l'ora di buttare fuori dall'auto i ragazzi per tornare a casa e svenire sul letto.
Si girò prima verso Baek e poi dietro di sé «hyung, ti tocca svegliarla. Non credo riuscirai a portarla in braccio.»
«Sollevo pesi ben maggiori, sarà uno scherzo mettermela in spalla» Namjoon aprì la portiera e si rese conto che, data la posizione in cui Eve si era addormentata - al centro della seduta - era impossibile tirarla fuori da lì senza svegliarla.
«Ok, ho bisogno di una mano. Non tu, Baek hyung. Sei ancora ubriaco.»
Il fotografo riemerse dal suo posto. Con le braccia incrociate sopra il tettuccio della macchina, guardava Namjoon posto di fronte a sé dall'altro lato del veicolo.
«Ringrazia il cielo che Dalì sia addormentata. Ti avrebbe staccato la testa a morsi.»
«Ed è per questo che evito di dirlo quando è sveglia. Tengo alla mia vita.»
Baek scoppiò a ridere e i ragazzi si unirono a lui.
La serata era stata piacevole, si erano divertiti e Namjoon era riuscito a cancellare le preoccupazioni legate allo spiacevole incidente di quella stessa mattina.
Avrebbe voluto fermare il tempo, godere per sempre di serate come quelle insieme ai ragazzi, compreso Baek, ben integrato nella sua nuova famiglia.
Tornò a guardare Eve, ancora dormiente sui sedili posteriori, e si piegò su di lei per prenderla in braccio e portarla a casa.
La sentì mugugnare qualcosa che non capì, forse stava sognando o si stava svegliando e il terrore che si trattasse di uno dei suoi incubi gli provocò una stretta allo stomaco.
«Ci sono io, amore» le sussurrò all'orecchio prima di passare un braccio dietro la sua schiena e sotto le gambe.
La tenne salda al petto e con non poca fatica riuscì a farla uscire dall'auto e prenderla in braccio.
Si chiese come avesse fatto a non svegliarla con tutto quel movimento e si soffermò a scrutarle il viso: era pallida, molto sciupata e di certo non era dovuto all'alcool.
Da giorni si trascurava, a volte saltava i pasti e spesso l'aveva sorpresa in bagno a vomitare.
Era preoccupato sia per la sua salute fisica che mentale.
«Uh-u, qualcuno si sta divertendo alla grande» Taehyung ridacchiò e indicò ai due amici una coppietta che, appoggiata ad un'auto parcheggiata, si stava divorando.
Namjoon alzò lo sguardo verso il punto indicato, un ragazzo stava baciando con foga la propria fidanzata e provò un pizzico d'invidia.
Pensò al primo bacio scambiato in auto con Eve, nascosti nell'ombra come due criminali per paura di essere ripresi dalle telecamere di sicurezza della Hybe, diversamente da quella coppia che stava dando il meglio di sé, ignara di essere osservata da tre sconosciuti.
«Ventimila won che se la scopa sul cofano» sghignazzò Baek quando vide la ragazza schiacciata contro la carrozzeria e le mani del fidanzato insinuarsi sotto la gonna allargandole le gambe e divorandole il collo.
«Facciamo trentamila» le risate di Taehyung non tardarono ad arrivare quando, all'improvviso, si fermò per osservare meglio la coppia.
C'era qualcosa di tremendamente famigliare in quella scena.
«Ehi hyung, ma quella non è la macchina di Hoba?»
Namjoon strizzò gli occhi ed ebbe un terribile presentimento.
Non ricordava di aver mai visto una Porsche Carrera nera all'interno del parcheggio condominiale, solitamente piena di SUV con vetri oscurati, e il ragazzo vicino a quell'auto assomigliava tremendamente al suo amico.
Fu quando Taehyung provò a chiamarlo ad alta voce attirando così l'attenzione della coppia interrompendoli che Namjoon sentì una fitta in mezzo al petto.
Di fronte a loro, Hoseok alzò il capo staccandosi da KyungMin che, come Namjoon, impallidirono all'istante.
Il suo migliore amico si scopava sua sorella.
Angolo Autrice
Ed eccoci con il primo di una serie di capitoli che mostreranno lo sgretolamento del mondo tutto "rosa e fatato" di Namjoon.
Ammetto la difficoltà della scrittura causa motivi personali (lavoro, salute, varie ed eventuali), ma finalmente me lo sono levato dalle scatole e no, non sono soddisfatta e credo che ormai questo sia il mio mood.
Essere sempre insoddisfatti.
E ora, cosa succederà a povero Hobi sorpreso a impastare la piccola KyungMin?
Intanto, per chi non lo sapesse, su Instagram sto pubblicando le immagini e i reel dedicati alla storia. Appena troverò il materiale giusto, credo farò un trailer con tanto di musica.
Inoltre, su suggerimento della mia dolce metà, sto pensando di riprendere in mano i pennelli e disegnare – in stile realistico – i personaggi. È solo un'idea, ma si sa, l'estate è lunga 😊
Come sempre, spero di non deludervi.
Borahae😊 💜
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